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Autore: Euachkatzl    06/08/2015    1 recensioni
“Avevi un'amica a cui hanno fatto del male?” azzardò un'ipotesi; avrebbe voluto dirne un'altra, quella che gli sembrava la più probabile, ma non ne aveva il coraggio nemmeno lui.
“No” rispose Amelia, con la voce sempre più debole. Tutta quella situazione non le piaceva.
“Hanno fatto del male a te?” chiese Brian, tentando di sembrare il più calmo possibile, quando in realtà gli tremavano le ginocchia: aveva paura. Aveva paura perché aveva capito cosa era successo ad Amelia, e non sapeva come gestire la cosa; non sapeva se cavarle le rispose di bocca o aspettare che lei si sciogliesse, anche a costo di attendere anni.
La ragazza respirò profondamente e alzò lo sguardo.
“No” rispose nuovamente, tentando di liberarsi dalla presa di Brian con uno scossone, ma senza successo: il ragazzo continuava a tenerle stretti i polsi. Amelia stava iniziando ad andare in panico.
“Dimmelo” le ordinò, perché nonostante la compassione che provava iniziava a spazientirsi: lui voleva aiutarla, e lei nemmeno provava a parlare.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un potente ed elegante 'Questa è bona' di Jimmy si sparse per l'aria, attraversò la grande sala del Pentacle e salì le scale, arrivando ormai fioco ed indebolito alle orecchie di Amelia e Brian, erano persi a fissarsi negli occhi, l'uno in cerca di risposte nelle iridi dell'altro.
Tutto sommato, a Brian andava bene così: si era già preparato psicologicamente al solito silenzio imbarazzato, pieno di frasi lasciate a metà e balbettii incoerenti, ma fortunatamente Amelia aveva preferito cercare le risposte a modo suo, piuttosto che con il classico interrogatorio.
"Dovremmo scendere" mormorò il ragazzo nel sentire il vociare concitato di Jimmy e Morgana provenire dal locale: i suoni erano affievoliti e ovattati, ma si intuiva perfettamente che, due piani sotto a loro, si stava svolgendo una lotta in piena regola.

 

"Perché le hai dato solo un cinque?" domandò sconvolto Johnny, sbirciando da sopra la spalla di Morgana il foglio che lei stava compilando.
"Solo cinque?" schiamazzò Jimmy, in difesa della povera ragazza, che al momento stava mettendo in bella mostra il suo fondoschiena alla telecamera.
"E' una puttana" spiegò Morgana senza nemmeno prendersi la briga di alzare la testa e guardare i ragazzi negli occhi, continuando a scribacchiare in matita numeri e pareri sul pezzo di carta.
"E qui che lavoro dovrebbe fare, scusa?" borbottò Jimmy, ricevendo in risposta la matita esattamente in mezzo alla fronte.
"Non sono puttane" puntualizzò la ragazza. "E se le chiamate così un'altra volta la matita ve la ficco in un occhio"
"Pensavo da qualche altra parte" commentò Matt sottovoce, ma abbastanza forte per farsi sentire da Morgana.
"Una matita su per il culo non fa male; almeno non a te" rispose lei a tono, riprendendo subito dopo a guardare interessata lo schermo.
"Certo, Matt è abituato a cose più grosse" volle rincarare la dose Zacky, che fu fissato da capo a piedi da tutti.
"E tu come fai a saperlo?" chiese Jimmy, facendo avvampare il ragazzo. Nessuno badò ai tentativi di spiegazione di Zacky, dato che la ragazza nel video aveva iniziato a dar sfoggio delle sue doti canore gemendo come in preda al miglior orgasmo mai avuto.
Matt sentì che, se la ragazza avesse continuato a lungo, non sarebbe riuscito a mantenere una certa compostezza, quindi preferì alzarsi e uscire in giardino a prendere una boccata d'aria prima che la situazione degenerasse.

 

Amelia scese agilmente dal tetto, lasciandosi scivolare dentro al piccolo bagno dell'appartamento. Era visibilmente a disagio, e decise che non avrebbe spiccicato parola fino alla fine dei tempi, almeno non con Brian nel raggio di dieci chilometri. Nonostante lui avesse deciso di aprirsi e mettere in gioco tutto, lei non si sentiva affatto meglio, anzi: non ci stava più capendo nulla, e questo le provocava non pochi problemi.
 

Brian, arrivato alle scale, si accorse di non sentire più i passi di Amelia dietro di sé. Voltandosi, la notò con la coda dell'occhio chiudersi in camera. Il ragazzo attese qualche minuto, ma nessun rumore sembrava provenire dalla stanza.
Tutto quello era decisamente peggio del silenzio imbarazzante che aveva previsto.

 

Jimmy estrasse la cassetta dal videoregistratore ed era già pronto ad infilare la seconda, quando Zacky gelò tutti con l'idea del secolo.
"Ho un metodo per scegliere le ragazze in meno tempo" esordì, alzandosi addirittura in piedi per esporre la propria teoria con maggiore efficacia.
"Voi ve ne andate così posso sbrigarmela da sola?" azzardò Morgana con un sopracciglio alzato, mentre rileggeva velocemente quello che si era appuntata sulla prima ragazza.
"No" rispose Zacky, che non aveva affatto colto il sarcasmo. "Ognuno di noi prende la scheda di una ragazza e va in bagno"
Alle parole 'e va in bagno', tutti capirono al volo l'idea di Zacky, e i ragazzi si prepararono ad accoglierla a pieni voti e ad acclamare il chitarrista come loro nuovo re.
"Il primo che viene ha la ragazza vincitrice" concluse Zacky, battendo le mani, come a volersi applaudire da solo. Effettivamente, un piccolo applauso partì da Johnny e Jimmy che, entusiasti dell'idea, afferrarono prontamente un paio di cartellette ciascuno.
Morgana sospirò, facendo voltare tutti verso di sé. Un'occhiata gelida bastò a raffreddare gli animi dei ragazzi; Zacky si portò una mano dietro la testa, grattandosi imbarazzato la nuca, tentando di spiegare che il suo era solo uno scherzo.
"Se sparisce una sola scheda io prendo le vostre costole e le uso come bacchette per mangiare il sushi" minacciò la ragazza, che a volte diventava terribilmente creativa con le intimidazioni. I ragazzi deglutirono e appoggiarono le cartellette a terra, ai piedi di Morgana. Lei si passò stancamente le mani sul viso e iniziò ad analizzare la scheda della seconda ragazza, la classica russa bionda dalle gambe chilometriche.

 

Brian attese un altro paio di minuti, poi si decise ad entrare nella stanza. Non bussò nemmeno, da bravo cretino, e si ritrovò davanti alla scena di una dolce e innocente Amelia sdraiata sopra il morbido letto, con il viso rivolto verso la vetrata che costituiva quasi tutta la parete est.
Brian, dando per scontato che Amelia stesse dormendo e isolandosi da tutto piuttosto che provare ad esprimere uno straccio di emozione, si sedette sul bordo del letto, osservando la schiena della ragazza, che spuntava pallida da sotto la maglietta leggermente sollevata. Il ragazzo seguì il profilo di lei, lasciando correre lo sguardo sempre più in basso, superando la linea morbida dei fianchi e scendendo sulle gambe leggermente piegate verso il petto.
Brian pensò di non aver mai osservato una ragazza in quel modo.

 

Morgana scarabocchiò un '4' in un angolo del foglio, bocciando l'ennesima ragazza.
"Perché le stai bocciando tutte? Io me le farei dalla prima all'ultima" si incuriosì Zacky, arrivando alle spalle di Morgana con una bottiglia di birra in mano: proprio non capiva i criteri di valutazione della ragazza.
"Non sono adatte" spiegò brevemente lei, sfogliando un altro paio di schede e scartandole senza nemmeno leggere la presentazione delle ragazze.
"E cosa dovrebbero avere per essere adatte?" insistette Zacky, scorrendo distrattamente le foto. Morgana sospirò.
"Non lo so nemmeno io, cazzo. E' Amelia quella che dovrebbe gestire questa cosa, e ora se n'è andata da qualche parte proprio quando mi serve" sbottò, innervosita. Dove era andata a cacciarsi Amelia? Era stata lei, a dire di voler gestire le ragazze, e adesso che dovevano sceglierle lei scompariva.
Morgana appallottolò un foglio e lo lanciò contro il muro, esasperata. Perché aveva deciso di imbarcarsi in quella situazione, decisamente troppo difficile da gestire? E soprattutto, perché Amelia lo aveva proposto? Ad un tratto, Morgana si rese conto di non aver mai chiesto davvero alla sua ragazza perché ci tenesse così tanto a gestire un affare del genere, ma di essersi sempre accontentata di scuse veloci e sfuggenti.
"Vai a chiamare Amelia, per favore" mormorò a Zacky che, nel sentire il tono stanco della ragazza, non poté far altro che annuire debolmente ed ubbidire: vedere Morgana alla deriva non era cosa da tutti i giorni.

 

Jimmy uscì in giardino, e nell'accorgersi della mancanza del pacchetto di sigarette nella tasca dei pantaloni non si fece problemi a prendere quella che Matt stava pacificamente fumando. Incredibilmente, il ragazzo non si lanciò addosso a Jimmy con furia omicida, ma si limitò a riaprire il pacchetto e a prenderne un'altra, senza dire una parola.
"Che problema hai?" chiese Jimmy, che ormai non riusciva più a sostenere i silenzi e i comportamenti strani di tutti: Brian che spariva per non ricomparire se non dopo ore intere, Morgana che chiedeva qualcosa in modo gentile, Amelia che era sempre la solita apatica e ora pure Matt, che se ne stava in silenzio senza alcuna voglia di scherzare.
"Ci stiamo mettendo in grandi casini" spiegò lentamente il ragazzo, fissando l'erba secca sul terreno "Faremmo meglio a tirarcene fuori ora che ne abbiamo la possibilità"
Jimmy strabuzzò gli occhi.
"Cosa?" urlò, sbalordito: Matt era quello che accettava passivamente tutte le cazzate che lui proponeva, legali o meno, e proprio in quel momento si tirava indietro? "Cazzo, stai diventando pazzo? Hai idea di cosa ne verrà fuori?"
"Vent'anni di carcere?" buttò lì Matt, che vedeva davanti a loro solo una strada in ripida discesa, diretta verso l'inferno.
"No!" ribatté Jimmy, entusiasta. "Gestiremo il bordello più figo della California! Ci sbatteremo spogliarelliste tutte le sere, cagheremo soldi e potremo suonare ogni volta che vorremo!"
Il ragazzo elencò tutte le motivazioni che aveva per essere esaltato dal progetto che stavano portando avanti, ma Matt non condivideva.
"Toccate una ragazza e vi tolgo le dita per farmici una collana" minacciò Morgana comparendo sull'uscio: Jimmy parlava decisamente ad alta voce, quando era euforico.
"Macabra" commentò Matt che, decidendo di non voler affatto sorbirsi un discorso da parte di Morgana su quanto fosse importante l'appoggio di tutti, preferì filarsela all'interno del Pentacle. Si diresse verso il bar, dove Zacky e Johnny si stavano divertendo assai a mescolare qualsiasi tipo di alcolico trovassero attorno a loro.

 

Amelia, immobile, continuava a fissare apatica la vetrata davanti a lei, spostando gli occhi da un terrazzo all'altro, osservando il palazzo che aveva di fronte. Nonostante Brian fosse estremamente silenzioso, lei riusciva a sentire il suo respiro leggero e sfuggente, sentiva che lui era lì, e lei non voleva assolutamente farlo notare: sarebbe rimasta ferma su quel letto anche per sempre, se il fato lo avesse richiesto. Lei non voleva parlare con Brian, non voleva vederlo e non voleva nemmeno pensarlo: lei aveva paura. Perché di colpo qualcuno si curava di lei senza chiedere nulla in cambio, anzi continuando imperterrito nonostante i suoi rifiuti. Amelia continuava a chiedersi cosa potesse spingere una persona a fare qualcosa del genere, e l'unica risposta razionale che le veniva in mente era che, sotto sotto, Brian voleva una ricompensa, nonostante stesse facendo di tutto per nasconderlo.
Amelia non credeva negli uomini innamorati, e non avrebbe iniziato a crederci per un semplice bacio dato all'improvviso.

 

"Non ho trovato Amelia" si giustificò Zacky quando vide Morgana rientrare e dirigersi al bar.
"Tranquillo" sussurrò lei, muovendo debolmente la mano. Trascinò uno sgabello vicino al bancone e si sedette, appoggiando stancamente i gomiti sulla superficie nera. Johnny, interdetto da quel comportamento, allungò alla ragazza un bicchiere, pieno fino all'orlo di un miscuglio rosso intenso. Lei sorrise debolmente: era sfinita, sfinita da tutta quella pressione e dalle cose che ancora doveva fare; un'infinità di cose.
"E se facessimo una festa per conto nostro?" propose Zacky, sporgendosi sul bancone. Lui era sempre disponibile a festeggiare, pertanto dava per scontato che anche gli altri lo fossero.
Morgana rifiutò, scuotendo pesantemente il capo, ma dopo che Johnny le ebbe porto anche il secondo bicchiere e lei l'ebbe svuotato, ritrovò improvvisamente la sua voglia di festeggiare, venendo seguita con gioia dagli altri.

 

Brian non ne poteva più di fissare inerme Amelia e di aspettare una sua qualsiasi reazione. Non aveva ancora capito se stesse dormendo o solo fingendo, ma non si azzardava a muoversi o dire alcuna parola. Era immobile, intento a guardare quella ragazza come non aveva mai fatto con nessuna. Nessuna era mai riuscita a trattenerlo, a frenare i suoi sorrisetti maliziosi e i suoi doppisensi sapientemente studiati dentro alle frasi. Nessuna era mai riuscita ad immobilizzarlo semplicemente non facendo nulla: lui aveva sempre voluto condurre il gioco e decidere per entrambi, ma con Amelia non se la sentiva: voleva adattarsi ai suoi ritmi, aspettare pazientemente, senza correre o spaventarla.
Tuttavia, in quel momento, la ragazza sembrava così pura e in un certo senso vulnerabile, stesa sulle lenzuola candide. Quella pelle pallida, che spuntava dalla maglietta aggrovigliata, sembrava così delicata che le dita di Brian quasi formicolavano dalla voglia di scorrerci sopra, di accarezzarla e saggiarne la morbidezza. Il ragazzo deglutì, non sapendo cosa ascoltare: la sua mente gli diceva di fermarsi e aspettare Amelia, in fondo aveva appena fatto un ragionamento lunghissimo sul volerla attendere eccetera, ma dopotutto lui era Brian e il cervello lo ascoltava raramente: preferiva seguire l'istinto, quella cosa un po' animale che conserviamo dentro e che ci fa prendere decisioni avventate, a volte dall'esito positivo, a volte dall'esito decisamente disastroso.
Per una volta, Brian decise di ascoltare la sua mente e si infilò le mani in tasca. Se ne pentì già nei cinque secondi successivi, quando Amelia si rigirò sul letto e lo osservò, con uno sguardo vuoto che non lasciava trasparire alcun tipo di emozione.
"Scendiamo?" propose sussurrando Brian, un po' impacciato, mentre si chiedeva ancora cosa sarebbe potuto succedere nel seguire l'istinto.
Amelia annuì silenziosamente, alzandosi e facendo il giro del letto, diretta verso la porta socchiusa. Qualche urletto gioioso proveniente dal piano inferiore disturbò il religioso silenzio che si era creato nella stanza, e improvvisamente quell'istinto in Brian riuscì ad avere il sopravvento sul cervello: il ragazzo si alzò di scatto, chiudendo la porta appoggiandoci la mano sopra. Amelia, presa alla sprovvista, si voltò come a chiedere spiegazioni, ma il ragazzo non perse tempo: prese il viso della ragazza tra le mani e la baciò come si era sempre immaginato di fare. La baciò appassionatamente, con tutta la voglia che aveva accumulato durante quei mesi e che non aveva mai potuto sfogare. Sorpreso, sentì che Amelia non si tirava indietro, né tentava di fermarlo, anzi sembrava apprezzare e ricambiare quel bacio improvviso e un po' irruento. Brian non si fece domande, in fondo in quel momento stava seguendo il suo istinto, e il suo istinto non gli aveva mai proposto di fermarsi e riflettere sulle proprie azioni.

 

Morgana batté la mano sul bancone nero, ridendo a crepapelle per l'ennesima battuta di Jimmy, che aveva deciso di sparare più cazzate del solito, quella sera; probabilmente anche l'alcol aveva aiutato.
"Ma dove cazzo sono finiti gli altri?" chiese Johnny, che essendo quello che reggeva l'alcol meglio di tutti lì dentro, era ancora sobrio e in grado di fare efficienti connessioni logiche.
"Probabilmente staranno limonando da qualche parte" buttò lì Zacky, scatenando un'altra risata generale: già era impossibile che Amelia e Brian si guardassero in faccia, figurarsi baciarsi.

 

Brian era ancora sorpreso per il fatto che Amelia avesse deciso di non tirarsi indietro, ma non si creò molti problemi a proseguire velocemente al passo successivo: con un gesto fluido, riuscì a far scivolare Amelia e a farla cadere pesantemente sul morbido letto. Era tutto così irreale: il ragazzo non avrebbe mai creduto che sarebbe stato così facile, era già pronto ad aspettare anni anche solo per sentire la pelle di Amelia sotto le sue dita, ma era bastato seguire il caro vecchio istinto per ottenere tutto subito. Il corpo di Brian seguì quello della ragazza, ritrovandosi sopra di lei. Appoggiò i gomiti sul materasso e si fermò a fissare da vicino gli occhi verdi di Amelia, che si ostinavano a rimanere vuoti e inespressivi. Tuttavia non cercavano di scappare, non si spostavano confusi da una parte all'altra della stanza, sostenevano lo sguardo di Brian senza lasciarsi spezzare.
Le mani di Brian percorsero lentamente il corpo di Amelia, scivolando sui seni, scendendo e sfiorando l'ombelico che la maglietta lasciava esposto, fermandosi poi quando la ragazza sospirò bruscamente. Solo in quel momento, Brian si rese conto che Amelia era immobile, terribilmente rigida e che, anche se i suoi occhi non volevano ammetterlo, era terrorizzata a morte.

 

"No cazzo, tutto ma questo non lo faccio" si lamentò Jimmy nel sentire cosa gli avevano ordinato gli altri. Dopo qualche altro drink generosamente fornito da Johnny, l'unico ancora in grado di versare centrando il bicchiere, i ragazzi si erano trovati alle prese con una sfida ad Obbligo o verità particolarmente tosta.
"Perché sei cretino: scegli sempre l'obbligo" gli fece notare Zacky, che al momento stava indossando le scarpe col tacco di Morgana.
"Hai qualcosa da nascondere?" chiese Johnny, dandogli di gomito.
Jimmy sbuffò nuovamente e, borbottando, continuò a pregare di non dover adempiere al suo obbligo.
"Subito!" ordinò Zacky, e il ragazzo non poté far altro che alzarsi controvoglia e dirigersi verso il terrazzino, seguito a ruota dagli altri, che non volevano perdersi nemmeno un secondo di quell'avventura. Per Zacky non fu affatto facile salire le scale con quindici centimetri in più sotto ai talloni e parecchio alcol in corpo, ma la voglia di sfottere Jimmy era talmente grande che superò anche quell'ostacolo.
"Dov'è questo mostro?" chiese il povero malcapitato, guardandosi intorno e sperando vivamente che se ne fosse andato. Speranza vana, dato che Morgana, indicando una grande ragnatela che si era formata nel corso di quella mattinata, fece notare a tutti la presenza dell'ospite non particolarmente gradito dentro al Pentacle.
"Ma perché non lo uccidete?" si lagnò Jimmy, osservando impaurito quel ragnetto che continuava tranquillo la sua vita, senza sapere che di lì a poco sarebbe finito spiaccicato.
"Perché non ci arriviamo" spiegò Morgana: effettivamente, la ragnatela era posta abbastanza in alto, ma la sua era solo una scusa: sarebbe bastata una scopa, o qualsiasi altro oggetto per scacciare quel dannato ragno; tuttavia Jimmy era molto più divertente da utilizzare, rispetto ad una scopa.
Il ragnetto, sentendosi al centro dell'attenzione, pensò bene di scendere a dare un'occhiata. Lentamente, si abbassò, appeso ad un filo, fino ad arrivare proprio di fronte al naso di Jimmy, che in quel momento non si azzardava nemmeno a respirare. Se avesse potuto, avrebbe pure fermato il suo cuore, per non farsi notare dal ragno.

 

Brian si alzò in piedi, imbarazzato e confuso, guardando Amelia restare immobile sul letto. Il ragazzo avrebbe voluto scusarsi, in un certo senso, ma non aveva il coraggio di parlare o fare una qualsiasi mossa. Restava fermo, guardando la ragazza.
La prima a scusarsi fu invece Amelia, che sussurrò un quasi impercettibile 'Mi dispiace'.
Brian tornò a sedersi sul letto, abbassando la testa e torturandosi le mani, in preda ad un certo disagio.
"Nessun uomo mi ha mai toccata da quando sono venuta qui" proseguì la ragazza, risparmiando a Brian la scelta delle parole per una conversazione, ma facendolo sprofondare un po' di più ad ogni frase. "Però è sempre tutto così simile"
"Simile a cosa?" chiese il ragazzo, balbettando appena, continuando a giocare convulsamente con le proprie mani.
"A tutte le altre volte" rispose meccanicamente Amelia. "Siete così uguali, prendete le ragazze e le considerate di vostra proprietà"
Ogni parola era una coltellata in più per Brian, una coltellata più profonda ogni volta.
"E non vi curate affatto di cosa potrebbe pensare una ragazza. A voi non interessa se sta bene, se le state facendo male, se ha voglia di continuare o se preferirebbe andarsene: voi andate avanti imperterriti, uccidendola lentamente"
Tutto quel discorso poteva sembrare un enorme e polemico rimprovero, ma il tono apatico e spento di Amelia lo faceva sembrare una semplice esposizione di fatti, come se fossero verità universale.
Per lei, quella era l'unica realtà. Per lei, quello era l'unico sesso che un uomo era in grado di concepire. Per lei, quel fare l'amore dolcemente, quel preoccuparsi costantemente di come stesse l'altro, quel sentirsi protetti pur essendo esposti completamente, esisteva solo nei libri.

 

Un piccolo applauso si levò quando finalmente Jimmy si decise a muoversi e allungò la sua mano verso il ragnetto che, incuriosito da quell'oggetto strano, decise di salirvi ed esplorarlo.
"Sto per morire" sussurrò Jimmy, immobilizzandosi nuovamente: non voleva assolutamente spaventare il ragno, o avrebbe attaccato e sicuramente l'avrebbe ucciso (per inciso, il ragno era più piccolo di un'unghia del ragazzo).
"Andrà tutto bene" lo rassicurò Morgana, battendogli una mano sulla spalla e avviando il cronometro. Il patto era che il dolce animaletto scorrazzasse addosso a Jimmy per un minuto e mezzo, e così doveva essere. Tuttavia, dopo soli venti secondi i ragazzi si erano già stancati di stare a guardare Jimmy saltellare a destra e a sinistra come in preda ad una crisi epilettica.
"Mi è entrato nella maglietta" urlò ad un tratto, ma ormai tutti stavano scendendo le scale, con in testa l'idea di tornare al bancone e buttare giù qualcos'altro.

 

"Non avevo in mente questo" balbettò Brian come giustificazione, quando in realtà era proprio quello a cui aveva pensato in quel momento. Il suo cervello continuava a ripetergli 'Te l'avevo detto', esattamente come la maggior parte delle volte in cui decideva di seguire le pessime idee che il suo istinto gli suggeriva.
"Volevi solo farmi sentire quant'era morbido il letto?" gli andò dietro Amelia: visto che lui aveva iniziato con le cazzate, tanto valeva proseguire.
Brian rimase in silenzio, non sapendo come rispondere. In tutta onestà, lui voleva solo chiederle perché all'inizio sembrava starci, perché si chiudeva continuamente in sé stessa, perché odiasse così tanto Salem e perché nessuno sapesse nulla della sua vita prima della California.
Lui voleva chiederle tutte quelle cose, voleva urlargliele in faccia e voleva ricevere delle risposte sincere seduta stante; ma sapeva che, da quel momento in poi, per quanto riguardava Amelia avrebbe dovuto sopprimere brutalmente il proprio istinto e ascoltare solo i deboli consigli senza palle della sua mente.
"Mi dispiace" mormorò Amelia alzandosi e dirigendosi verso la porta. "Ma penso che io non sia pronta a raccontarti tutto, e che tu non sia pronto ad ascoltarlo"
'Dove siamo, in una soap opera?' si chiese mentalmente Brian, mandando allegramente a fanculo Amelia e i suoi problemi. Seguì la ragazza giù per le scale, e il suo cuore si riempì di gioia nel vedere che gli altri avevano già provveduto a tirare fuori l'alcol.

 

"E' passato o no questo minuto e mezzo? Sento il mostro vagarmi addosso" gridò Jimmy, ansioso di togliersi di dosso quel ragno. Lo sentiva, il maledetto; lo sentiva correre sulla sua pelle, alla ricerca di un punto sensibile dove sferrare l'attacco letale.
"Ne sono passati tre" lo informò Morgana, dando un'occhiata distratta al cronometro, che in realtà segnava cinque minuti e sette secondi.
A Jimmy bastò quello. Si tolse in fretta la maglietta e si parò davanti a Matt, ordinandogli di esaminarlo per trovare eventuali morsi di ragno sparsi per il suo corpo.
"Ma se il ragno non era sotto la maglietta, allora dov'è?" fece notare Brian, arrivando alle loro spalle. Jimmy cacciò un urletto da ragazzina e, dopo aver lanciato via le scarpe, si tolse i jeans, facendo far loro un aggraziato arco in aria, finendo poi addosso al povero Zacky, che perse l'equilibrio sui tacchi e cadde rovinosamente a terra.
"Arrivi tu e abbatti la gente" commentò ammirata Morgana. "Cinque punti"
"Mi dai altri cinque punti se abbatto anche Matt?" propose il ragazzo. Nel sentire quella frase, Matt iniziò a correre, urlando e muovendo forsennatamente le braccia in aria: lui conosceva anche troppo bene il trucco di Brian per abbatterlo.
"Prima devi bere anche tu" dettò le regole Morgana, porgendo a Brian una bottiglia. "E' troppo facile buttare per terra da sobrio uno che è già ubriaco"
"E chi lo dice?" ribatté Jimmy, ormai non più sotto gli effetti del trauma causatogli dal ragno, ma decisamente sotto gli effetti dell'alcol. Posò i pugni chiusi sui fianchi e tirò fuori il petto, inspirando platealmente e guardando l'infinito. Morgana gli sfiorò la pancia e il ragazzo si piegò immediatamente in due, urlando che il solletico non era valido. Nel piegarsi troppo velocemente, si sbilanciò in avanti, mosse qualche passetto, picchiò la testa sul bancone e cadde clamorosamente all'indietro.
"Bel colpo, collega" si complimentò Brian, battendo il suo pugno contro quello di Morgana. "Entro fine serata conto di averli tutti per terra"
"Affare fatto" annuì Morgana, afferrando un bicchiere e proponendo un brindisi alla loro nuova alleanza.

"Penso che Obbligo o verità sia durato abbastanza" commentò Zacky, massaggiandosi la caviglia dolorante, che nella caduta aveva assunto una posizione alquanto innaturale per una caviglia umana.
"Ora facciamo il gioco della bottiglia" propose urlando un euforico Matt, che aveva già dimenticato che Brian l'aveva preso di mira per la losca scommessa che aveva intrapreso con Morgana.
In tutta onestà, nessuno voleva giocare al gioco della bottiglia, men che meno Brian e Amelia, che volevano evitare a tutti i costi l'imbarazzo di dover baciare qualcun altro, quando fino a pochi minuti prima si trovavano una tra le braccia dell'altro; tuttavia l'entusiasmo di Matt ebbe la meglio e in pochi secondi si ritrovarono tutti in cerchio, con al centro una bottiglia di vodka gentilmente svuotata da Brian.
Il primo a girare il pericoloso strumento fu Matt, dato che era stato lui a proporre quel gioco idiota. Per un attimo, il tempo parve fermarsi. La bottiglia girava, il collo puntava prima una persona, poi un'altra, senza decidersi a fermarsi; il vetro produceva un suono ipnotico, sfregando sul pavimento liscio della sala. Tutti i ragazzi trattennero il fiato quando la bottiglia iniziò a rallentare, e cinque di loro poterono tirare un sospiro di sollievo quando si fermò su Jimmy.
"Non voglio più giocare a questo gioco" si lamentò Matt, ma ormai era fatta e, grazie ad una sonora protesta, gli altri riuscirono a farlo avvicinare al malcapitato, che a causa della botta in testa di poco prima (o più probabilmente dell'alcol di poco prima) non era pienamente cosciente di quello che stava accadendo attorno a lui.
Fu una cosa molto rapida. Le labbra di Matt si posarono su quelle di Jimmy per mezzo secondo, per poi allontanarsi repentinamente. Matt passò un buon quarto d'ora strofinandosi la bocca sulla manica della felpa, mentre Jimmy continuava a passarsi la lingua sulle labbra, probabilmente non realizzando chi l'avesse appena baciato. Dopodiché, il buon Jimmy decretò che aveva trascorso abbastanza tempo nel mondo degli umani, si lasciò cadere all'indietro e si addormentò profondamente.
"Come ha fatto a prendere sonno così in fretta?" chiese Zacky sottovoce, osservando interessato il povero batterista, che aveva pure iniziato a russare sonoramente.
"Non è che me ne importi molto" commentò Brian, facendo spallucce: Jimmy si era addormentato, quindi le probabilità di baciarlo si erano ridotte a zero, e la cosa non gli dispiaceva affatto.
"Tocca a te" gli fece notare Morgana, allungandogli la bottiglia. Prima di far partire di nuovo quell'agonia, Brian osservò tutti i partecipanti uno ad uno: Matt che ancora si stava pulendo la bocca, Morgana che guardava Jimmy dormire beato, Zacky che si massaggiava la caviglia, che aveva assunto un colorito violaceo, Johnny che tentava di nascondersi e non farsi notare, Amelia. Amelia che non faceva assolutamente niente, che spostava lo sguardo da una persona all'altra, senza mai soffermarsi davvero su qualcuno. Brian diede un colpetto alla bottiglia, che iniziò a girare mentre il ragazzo pregava di non beccare proprio Amelia. Gli andava bene tutto, si sarebbe fatto pure Johnny, se avesse significato stare alla larga dalla ragazza e dal suo silenzio inquisitore.
Ovviamente, visto che la sfiga non è mai troppa, la bottiglia si fermò esattamente tra Amelia e Matt.

"E' più vicina ad Amelia" fece prontamente notare il ragazzo, che non voleva certo baciare il suo chitarrista: Jimmy gli era bastato.
"No, è più vicina a te" ribatté Brian, facendo calare un silenzio di tomba nella stanza.
"Scusami" mormorò atterrita Morgana "Ma tu preferiresti baciare Matt piuttosto che Amelia?"
Partì una risatina da parte di Johnny, che non era coinvolto in tutto quello e trovava la situazione alquanto divertente.
"Sì" annuì Brian, avvicinandosi a Matt, che iniziò ad indietreggiare spaventato.
"Amico, non farti confondere" tentò di difendersi "I maschi devono baciare le femmine e viceversa. Non lasciarti confondere; le persone dello stesso sesso non dovrebbero baciarsi. Insomma, dai, non vorrai andare contro Madre Natura"
Al sentire ciò, Morgana si alzò e partì incazzata in un discorso che aveva già fatto a molti, riguardo il diritto di amare una persona dello stesso sesso e cazzate varie. Matt parve sollevato da tutto ciò, dato che fu portato via quasi di peso da Morgana, salvandosi da Brian e dalla sua insana voglia di baciarlo.
Il chitarrista, tutto sommato contento di non aver dovuto limonarsi nessuno dei suoi compagni di gruppo, tornò a sedersi al centro della sala, intorno a quel cerchio improvvisato. Tutto sembrava tranquillo, per lui, in quel momento: era scampato brillantemente da Amelia, da Matt, da quello stupido gioco della bottiglia e dalle altre cazzate che quella serata avrebbe previsto.

"Fermi tutti" urlò Zacky, interrompendo ognuno dei ragazzi presenti nella stanza. Tutti fissarono il ragazzo e smisero di fare quello che stavano facendo: Morgana interruppe il suo ispirato sermone, Johnny smise di ridere, Jimmy si svegliò, più perché doveva andare in bagno che per l'ordine di Zacky, e Brian ricominciò a preoccuparsi.
"Lo bacio io Brian" decise Zacky, evidentemente troppo ubriaco per rendersi conto di cosa stesse dicendo.
"Che cazzo dici?" urlò il malcapitato, alzandosi in piedi e preparandosi ad una rapida fuga verso una non predestinata meta.
"In realtà... io ho sempre voluto farlo" mormorò Zacky, grattandosi la testa imbarazzato e procurando un'incontenibile risata a tutti. Mosse qualche passo verso Brian, che iniziò a correre intorno alla sala, inseguito dal suo potenziale amante.

Amelia aveva seguito il succedersi degli eventi passivamente, senza voler entrare in tutta quella confusione. In quel momento, decise che la situazione si era spinta decisamente troppo oltre, raccolse una bottiglia di birra (incredibilmente ancora piena) abbandonata sul pavimento e uscì nel piccolo giardino dietro il locale, che a quanto pareva era il luogo preferito di chi voleva svignarsela da situazioni noiose senza dare troppo nell'occhio.

 

Morgana rise sonoramente nell'assistere al dolce bacio tra Zacky e Brian, anche se a dirla tutta sembrava più uno stupro che altro. Con la coda dell'occhio notò la sua ragazza allontanarsi, mogia mogia, apparentemente sull'orlo delle lacrime. Morgana, ad un tratto, si sentì colpevole per quel viso triste: con tutto quello che era successo, aveva perso di vista Amelia, l'aveva palesemente ignorata, e quello era il risultato. E in parte era vero, Amelia non era solo incasinata per tutto quello che Brian stava facendo: a lei mancava la sua ragazza, le mancava sentirsi dire che era bella e che era importante, le mancavano i suoi abbracci protettivi, capaci di farla sentire al sicuro, e le labbra morbide di Morgana appoggiate sulle sue. Tutto quello le mancava da morire, e in quel momento avrebbe fatto di tutto per tornare indietro e non aprire il locale, se avesse potuto: in qualche modo, sentiva che proprio il Pentacle era la causa del loro allontanamento: troppe cose da sbrigare, problemi da risolvere, e in un attimo si erano già perse di vista.

Amelia sentì qualcuno abbracciarla da dietro, e sorrise nel sentire il fresco profumo di Morgana riempirle le narici, nel sentire la stretta salda e dolce che riservava solo a lei, nel sentire un bacio delicato posarsi sulla nuca.
"Scusami" sussurrò Morgana, contro la spalla di Amelia. "Lo sai che non voglio farti soffrire"
"Lo so" rispose Amelia, ormai con gli occhi lucidi. Lo sapeva davvero: Morgana, oltre tutte le apparenze, era una persona bellissima; l'aveva sopportata con tutti i suoi silenzi e le sue paranoie, c'era sempre stata ad ogni crisi di Amelia, senza fare troppe domande scomode, semplicemente ascoltando quello che lei voleva dire e non entrando in argomenti che non le andava di affrontare. Anche quando le cose non andavano bene tra loro, anche quando Amelia diceva di non volerla più vedere, per una paranoia o per l'altra, Morgana aveva atteso e si era fatta da parte, fin quando Amelia non era tornata a cercarla, in preda a qualche crisi esistenziale.
Forse Morgana non si era fatta notare per tutto il tempo, ma Amelia sapeva che c'era sempre stata.
E se quello non era amore, Amelia non sapeva come definirlo.

  
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