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Autore: Mordred90    07/08/2015    4 recensioni
Allora, ho deciso di scrivere questa storia perché ho sempre voluto leggere un Cross Over con i nostri amatissimi giocatori in versione maghi!
La trama ruota intorno ad un mio OC, maschio, ma non tralascerò i nostri amatissimi personaggi, anzi.
Dal testo:
Non mi fermai a sentire quello che dicevano, ignorandoli per posare i miei occhi sul giovane apparso al mio fianco.
Sussultai nel notare quanto fosse chiara la sua pelle, soffermandomi per un istante sui capelli cremisi prima di comprendere:
Hiroto Kiyama, uno dei Prefetti di Serpeverde.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Claude Beacons/Nagumo Haruya, Jordan/Ryuuji, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Xavier/Hiroto
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tassorosso – Terza Parte

 

Sospirai, per l'ennesima volta della giornata, stringendomi le braccia al petto mentre attraversavo uno dei corridoi freddi e gelidi. La partita di due giorni prima mi aveva reso incredibilmente famoso, tanto da impedirmi di passare inosservato come ero solito fare. Probabilmente aveva a che fare anche con il fatto che, finalmente, tutti potevano vedere il mio viso e, di conseguenza, i miei strano occhi etero cromatici. Non ero abituato a tutte quelle attenzioni, così come non ero abituato a dover camminare con calma misurata per via delle costole rotte. Ebbene si, non solo l'impatto con il bolide mi aveva quasi portato a farmi un volo di parecchi metri ma, ciliegina sulla torta, mi aveva rotto due costole e me né aveva incrinate altre tre. Yu – uh, ero un rottame. Ero così preso dai miei pensieri da non notare lo sbuffo divertito che era risuonato nel corridoio apparentemente vuoto. Il mio piede incontrò una sporgenza nella pietra, sbilanciandomi violentemente e portandomi a cadere rovinosamente a terra. Socchiusi le labbra in un ringhio di dolore, mentre la mia cassa toracica pulsava con violenta crudeltà, tanto da togliermi il fiato per qualche istante. Serrai le palpebre, stringendo i pugni con rabbia prima di tirarmi cautamente a sedere – ogni movimento un'agonia indescrivibile ed ogni respiro a bruciarmi come fuoco i polmoni – prima di allungare una mano a prendere la mia borsa, caduta poco lontano. Era dalla nostra vittoria che continuavo ad avere dei piccoli, dolorosi, incidenti. L'avevo tenuto segreto a tutti quanti, preferendo rimanere in silenzio e subire le angherie di una certa serpe di mia conoscenza. Tutte quelle botte e cadute di certo non mi aiutavano a guarire, anzi, non facevano che peggiorare le mie delicate condizioni. Magia o meno ci voleva almeno una settimana per rimettere insieme delle ossa così malamente frantumate e – volente o nolente – non avevo le forze per oppormi a niente al momento. Scossi il capo, allontanando quei pensieri con un cenno stanco delle dita prima di alzarmi in piedi con attenzione. Ci misi dei minuti a riprendere il mio già precario equilibrio, prima di sorridere appena – soddisfatto. In fondo non potevo lamentarmi, Hiroto mi salutava per i corridoi sempre e si fermava anche a chiacchierare con me volentieri. Nonostante il bullismo che mi veniva rivolto quei due giorni erano stati i più belli della mia, breve, vita.
< Oh, un grifoncino sperduto...> Sussultai nell'udire la voce, fintamente, mielosa di Reina mentre i suoi passi risuonavano come una minacciosa marcia nel corridoio.
< Yagami. > Ringhiai a mo di saluto, scrutandola con attenzione e tenendomi pronto ad un suo – probabile – assalto. Lei si limitò a sorridermi, rigirandosi una ciocca tra le dita con sufficienza.
< Mi mancava vedere la tua espressione quando ti tormento! > Rise lei, facendo un ulteriore passo nella mia direzione mentre io piantavo i piedi per terra, serrando le labbra in una smorfia irata. Prima che potessi rendermene conto lei alzò una mano, rovesciandomi addosso qualcosa di liquido che mi coprì il viso, gocciolando lentamente sui miei vestiti e per terra in una piccola pozza nerastra. Inchiostro – compresi, allora, passandomi le dita tra i capelli ormai tinti di nero.
< Non osare mai più rivolgergli la parola, sono stata chiara? > Ringhiò lei, abbandonando ogni tentativo di fingersi gentile, mentre mi puntava minacciosamente un dito contro. Non volevo allontanarmi da Hiroto proprio ora che, dopo cinque lunghi anni, avevo una piccola possibilità. Eppure sapevo che se non l'avessi fatto le ripercussioni sarebbero state molto peggiori di quelle subite fin ora. Reina era una vera serpe, e non si sarebbe fermata davanti a nessuno pur di avere ciò che voleva.
< Cristallina. > Sputai con rabbia, girandomi di scatto ed andandomene a testa alta, con la sua risata che seguiva i miei passi a ricordarmi la mia codardia. Mi odiavo, con tutto il cuore. Allungai il passo, conscio di dovermi cambiare il più in fretta possibile – prima d'incontrare uno dei miei compagni di casa. Abbassai lo sguardo, puntandolo sul pavimento per assicurarmi di non cadere nuovamente – non l'avrei sopportato.
< Shun! > La voce mi sorprese, ma non abbastanza da impedirmi di impattare contro il corpo del povero Tassorosso – dovetti soffocare un grido di dolore, cercando di ignorare il dolore lancinante.
< Midorikawa? > La voce gentile di Endou mi raggiunse, portandomi ad alzare il viso verso il ragazzo che mi aveva afferrato. Gli occhi grigi di Shirou mi stavano scrutando preoccupati, mentre mi aiutava a ritrovare l'equilibrio.
< Scusatemi io....> Mormorai sommessamente, cercando di ricacciare indietro le lacrime ed il nervosismo che avevo accumulato negli ultimi giorni. L'albino scosse appena il capo, togliendomi un po' d'inchiostro dal viso con la manica del maglione.
< Che ti è successo? > Chiese gentilmente il castano, affiancandosi all'amico e scrutandomi perplesso mentre io sospiravo, stanco.
< Niente. > Cercai di sorridere, con scarsi risultati, mentre mi tormentavo l'orlo della felpa con le dita.

< Certo. Sono qui se vuoi parlare, lo sai. > Riprese dolcemente Shirou, scrutandomi con i suoi occhi incolore alla ricerca di un minimo segno di cedimento.
< Andiamo, ti accompagniamo al tuo dormitorio. > Aggiunse Mamoru, sorridendomi esitante e afferrando la mia borsa per aiutarmi.
< NO. > Urlai, sgranando gli occhi subito dopo mentre il panico si faceva lentamente strada nel mio petto. Shirou piegò il viso di lato, aggrottando le sopracciglia mentre l'amico faceva un passo indietro, sorpreso dal mio scatto d'ira.
< Ehi, andiamo. > Il giovane Tassorosso non si fece scoraggiare dal mio urlo, stringendomi dolcemente una mano prima di incamminarsi per il corridoio, mentre io mi lasciavo guidare docilmente. Endou ci seguì in religioso silenzio, mentre le lacrime iniziavano a farsi strada sul mio viso – presto macchiate di nero – prima di picchettare ritmicamente sulla mia uniforme.
Sapevo che non era più tempo di nascondersi.

 

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< Io lo odio. > La voce, insistente e particolarmente irritata, del mio migliore amico mi costrinse ad alzare lo sguardo dalla mia colazione. Il ragazzo era arrivato in ritardo, con il viso rosso per l'ira ed i capelli leggermente scompigliati, notai – non senza una certa sorpresa – che poco dopo era entrato anche Suzuno, in condizioni simili ma molto meno arrabbiato, sembrava. . .deluso? Incrociai, perplesso, lo sguardo del Serpeverde che si limitò a scrollare le spalle e a dirigersi verso il suo posto. Strano.
Che è successo? > Chiesi, gentilmente, dopo aver nuovamente rivolto la mia attenzione a Nagumo. Da quando Endou e Shirou mi avevano riportato al dormitorio, in condizioni molto patetiche, i miei compagni erano diventati terrificantemente iperprotettivi – si comportavano come delle mamme chiocce, preoccupate per il loro pulcino.
< Nulla...> Mormorò in riposta il rosso, sedendosi davanti a me con un sorriso finto quanto una Barbie e gli occhi puntati verso il basso. Sembrava un cucciolo sperduto, non riuscivo a capire se era più arrabbiato o triste. Allungai una mano e gli diedi un tenero buffetto sulla guancia, sorridendogli appena.
< Sai che con me puoi parlare di tutto, vero? > Gli chiesi, sospirando appena quando scosse il capo e tornò ad assassinare il proprio cibo con la forchetta. Mi dispiaceva quasi per quelle uova, si. Le stava accoltellando come fossero la causa di tutti i suoi problemi. Che avesse litigato, di nuovo, con Suzuno? Ma per quale motivo? Ultimamente andavano quasi d'accordo ed io mi ero iniziato a crogiolare nell'idea di vederli finalmente insieme. Sospirai nuovamente, passandomi una mano tra i capelli, non ci capivo più nulla. Leggermente scocciato mi guardai intorno: Maki e mio fratello stavano discutendo della partita, si ancora, mentre Fidio chiacchierava animatamente con Diam di non-so-cosa. Aggrottai appena le sopracciglia cercando Gouenji con lo sguardo, del nostro Capitano non c'era nemmeno l'ombra. Strano, pensai, era sempre uno dei primi ad arrivare – almeno per la colazione.
< Oh, guarda! > L'esclamazione, maliziosa, di Maki mi portò ad osservare la porta da cui stavano entrando – non ci credo – Gouenji e Shirou, mano nella mano come una bellissima coppietta. Mi trattenni a malapena dall'esultare, mentre il duo si dirigeva verso il nostro tavolo con noncuranza, ignari dei nostri sguardi sconvolti. Finalmente!
< Buongiorno! > Ci salutò con un'enorme sorriso il Grifondoro, mentre Shirou accennava un sorriso imbarazzato. Regalai ad entrambi un'enorme sorriso, facendo segno al Tassorosso di sedersi vicino a me.
< Come ti senti? > Mi chiese subito il ragazzo, accomodandosi al mio fianco mentre il suo – oddiochecarini – ragazzo prendeva posto accanto a lui. Io scossi il capo, passandogli un braccio attorno alle sue spalle.
< Bene! E tu? > Domandai malizioso, accompagnato dalla risatina di Maki, osservando compiaciuto l'albino che assumeva un violento color pomodoro.
< Bene...benissimo...ehm. > Mormorò lui, distogliendo lo sguardo mentre Gouenji gli stringeva la mano con un'enorme sorriso.
< Ah, l'amore. > Commentò Haru, posando il viso su una mano e sospirando teatralmente, guadagnandosi le risatine di tutto il gruppo. Piegai appena il viso di lato, spostando quasi automaticamente i miei occhi sul tavolo Serpeverde. Suzuno stava parlando animatamente con Nepper, il quale sembrava voler scappare, mentre Reina faceva la civetta con Hiroto. Aggrottai le sopracciglia, automaticamente, cercando di identificare l'espressione del ragazzo. Le sue labbra erano strette in una linea severa, quasi non volesse stare lì a sentirla, mentre il suo sguardo vagava un po' ovunque per la sala. Appena i suoi occhi verdi incrociarono i miei un sorriso delicato illuminò il suo viso, era così dannatamente bello quando mi sorrideva in quel modo che il cuore sembrava volermi uscire dal petto. Fu allora che notai lo sguardo fiammeggiante d'ira della ragazza al suo fianco, sapevo bene che mi stava odiando ancora di più – dovevo prendere una decisione e, non volendo far preoccupare ulteriormente i miei compagni, mi costrinsi a distogliere lo sguardo senza ricambiare il gesto dolce del ragazzo di cui ero, mio malgrado, innamorato. Mi odio.
< Shun? > Girai il viso verso Nagumo, mentre tamburellavo nervosamente con le dita sul tavolo, lanciandogli un'occhiata perplessa. Mi stava scrutando curioso, come fossi improvvisamente diventato un problema particolarmente difficile di cui non aveva la situazione. Sapeva che odiavo essere fissato. Aprì le labbra, prima di mormorarmi piano < Sei strano oggi. >
< Senti chi parla! > Risposi di rimando, con una nota di esasperazione nella voce, conscio di quanto sembrassi sulla difensiva in quel momento. Odiavo la situazione in cui ero finito, non ce la facevo più.
< Shun...> Shirou interruppe la discussione sul nascere, guardandomi leggermente divertito prima di aggiungere piano < Kiyama ti sta fissando. >
< E tu ignoralo! > Arrossii violentemente, agitando appena una mano e lanciandogli un'occhiata severa, mentre Nagumo e Ryuuji mi fissavano sconvolti. Oh, sapevo bene che non avevano la minima idea di cosa mi passasse per la testa. Normalmente sarei stato al settimo cielo per una cosa del genere ma, visto e considerato che Reina mi costringeva ad ignorarlo, ero piuttosto irritabile sulla questione. Ma questo loro, ovviamente, non lo sapevano.
< EH? > Il mio non-ancora-per-molto migliore amico sbatté le mani sul tavolo con un'esclamazione di sorpresa, appena ripresosi dallo shock, attirando l'attenzione di buona parte della popolazione scolastica. Fantastico, ci mancava solo questa.
< Non voglio parlarne. > Ringhiai tra i denti, lanciandogli uno sguardo significativo prima di afferrare la mia borsa e fiondarmi, piuttosto letteralmente, fuori dalla sala. Non mi interessavano le reazioni degli altri, non mi interessava la risata divertita di quella serpe di Reina. Non mi interessava di come il collare mi stesse stringendo, dolorosamente, il collo. Non mi interessava più nulla.
Volevo soltanto sparire.



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SALVE!
Scusatescusatescusate ; ;
So di essere terribilmente in ritardo ma ho avuto dei problemi piuttosto seri che mi hanno tenuta lontana dalla mia Fan Fiction ; ;
PERDONATEMI ; ;
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e, come sempre, critiche - commenti - consigli sono ben accetti!
*Regala biscotti*
Grazie per essere arrivati fin qui!

 

  
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