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Autore: eugeal    07/08/2015    0 recensioni
Questa storia è uno spin-off di "A World that Will Not Turn to Ash" e si colloca dopo il finale, quindi leggetela solo dopo l'altra per non rischiare spoiler.
Guy è diventato il Guardiano Notturno al posto di Marian. Queste sono le sue avventure.
Genere: Avventura, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Guy di Gisborne, Marian, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
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Guy portò il cavallo fuori dalla stalla, tirandolo per la briglia e gli lanciò uno sguardo leggermente preoccupato. Anche se erano passati tre giorni dalla sua avventura nel pozzo della miniera abbandonata si sentiva ancora piuttosto dolorante e temeva che cavalcare non sarebbe stato affatto piacevole.
Ma nel pomeriggio avrebbe dovuto recarsi a Nottingham per versare allo sceriffo la quota delle tasse, perciò tanto valeva fare uno sforzo in più e andare a controllare come procedevano i lavori di Knighton Hall in sua assenza.
Allan lo aspettava sulla strada, già a cavallo e pronto a partire.
Gisborne non era sicuro di aver fatto bene a rivelargli la verità su Archer e temeva che conoscere quel segreto avrebbe potuto metterlo in pericolo, ma era contento di non essere più costretto a mentire all'amico e di non dover sopportare il sospetto nel suo sguardo.
- Giz, sei sicuro di sentirti abbastanza bene per cavalcare?
- Come ho già detto anche a Marian poco fa, sì. È un fastidio trascurabile e ho sopportato dolori ben peggiori. E non posso permettermi di farmi vedere troppo debole davanti allo sceriffo, lo sai.
Allan sogghignò.
- Scommetto che Marian voleva impedirti di uscire. In questi giorni non ti ha perso di vista per un solo attimo.
Guy sorrise. Allan non era andato tanto distante dalla verità, ma a lui non dispiaceva affatto.
Sembrava quasi che la ragazza avesse paura di vederlo scomparire nel nulla da un momento all'altro e negli ultimi giorni non aveva fatto altro che trovare qualche scusa per restare accanto a lui e tenerlo d'occhio, accettando con riluttanza di allontanarsi da Guy solo al momento di andare a dormire. Gisborne sospettava che se non fosse stato per la presenza di Sir Edward, Marian non lo avrebbe lasciato solo nemmeno di notte.
- Mi ha lasciato andare solo quando le ho promesso che non mi sarei messo in pericolo in alcun modo. - Ammise, divertito.
- E farai bene a mantenere la promessa perché mi ha ordinato di tenerti fuori dai guai a qualsiasi costo e non ho alcuna intenzione di affrontare la sua collera se dovesse succederti qualcosa.
Guy ridacchiò, poi si guardò intorno, sentendo gli sguardi degli abitanti di Locksley fissi su di lui.
- Perché mi guardano così? - Chiese ad Allan, a bassa voce.
- Credo che non sappiano cosa pensare di te. Li hai terrorizzati per anni, molti pensano che tu abbia sedotto Marian e che viva nel peccato con lei sotto gli occhi del padre, alcuni di loro sono ancora convinti che tu sia tornato dal mondo dei morti o addirittura dall'inferno. E poi di punto in bianco hai salvato la vita a tre dei loro bambini comportandoti da eroe quando nemmeno Robin era riuscito ad aiutarli.
Un uomo si avvicinò a loro, esitante.
- Sir Guy, se per voi non è di troppo disturbo, posso chiedervi di seguirmi? Mia moglie vorrebbe parlare con voi, ma non può lasciare soli i bambini.
- È il padre di due di quelli che hai salvato. - Sussurrò Allan, notando lo sguardo stupito di Guy.
Gisborne annuì e lui e Allan seguirono l'uomo fino a una delle case e Guy pensò che quella era la prima volta che entrava in una delle abitazioni di Locksley dopo esservi stato invitato e non con la forza per eseguire qualche ordine di Vaisey.
La madre di Tom e Matt corse loro incontro e si gettò in ginocchio ai piedi di Guy, scoppiando a piangere.
- Signore, non potrò mai ringraziarvi abbastanza per quello che avete fatto! Mi avete restituito la vita! Avete salvato i miei bambini!
Guy la fissò, a disagio.
- Va bene. Alzatevi, ora…
Il marito si affrettò a tirare in piedi la moglie e la abbracciò per cercare di calmarla, poi si rivolse a Gisborne.
- Perdonate la mia Martha, Sir Guy, è ancora molto agitata per quello che è successo. Vi siamo davvero grati per aver salvato i nostri figli. Se ci fosse qualcosa che possiamo fare per sdebitarci, qualsiasi cosa, siamo a vostra disposizione, signore.
Guy accettò quelle parole con un gesto noncurante e si avvicinò al letto che era accanto al camino, semi nascosto da una tenda. Matt era steso, con le coperte tirate fino al mento, mentre il fratello, seduto sul bordo del giaciglio stava usando un coltellino per modellare una freccia giocattolo.
Tom sorrise a Guy e gli fece un cenno di saluto, mentre il bambino più piccolo spalancò gli occhi nel vedere il cavaliere nero che si avvicinava e scoppiò a piangere, nascondendosi sotto le coperte.
- Sir Guy! Siete venuto a trovarci! - Disse Tom, allegramente, poi notò che Gisborne stava guardando Matt con un'espressione sconcertata e si scusò per il comportamento del fratello. - Non fate caso a lui, quando eravamo nel pozzo è rimasto svenuto per tutto il tempo, non ha ancora capito quello che avete fatto per noi. Lui crede ancora che se si comporta male verrete a tagliargli la lingua, ma non preoccupatevi, gli spiegherò bene che non è vero.
- Ora devo andare. - Disse Guy. - Voi non infilatevi in altre gallerie o in altri posti pericolosi, non verrò a salvarvi un'altra volta.
Voltò le spalle ai bambini e fece per uscire dalla casa, ma sulla soglia si fermò a guardare i genitori.
- Avete detto che fareste qualsiasi cosa, se ve lo chiedessi?
I due contadini annuirono senza esitare, un po' preoccupati al pensiero di quello che Gisborne avrebbe potuto chiedere loro.
- Qualsiasi cosa, Sir Guy.
- Allora evitate di usare il mio nome per minacciare i vostri figli disobbedienti, non lo gradisco. Non ho mai tagliato le mani o la lingua ai bambini e non ho alcuna intenzione di iniziare a farlo. - Disse in tono duro, poi uscì dalla porta e rimontò a cavallo.
La coppia di contadini lo fissò senza riuscire a trovare nulla da rispondere e Guy li guardò, divertito dalla loro espressione confusa, poi lanciò ai loro piedi un sacchetto che toccò terra con un suono tintinnante.
- Divideteli con la famiglia dell'altro bambino e fate in modo che abbiano i pasti e le cure necessarie. Non ho fatto tanta fatica per poi vederli morire di fame. - Ordinò Guy, poi colpì i fianchi del cavallo coi talloni e partì al galoppo prima che gli altri due potessero rispondergli.

Marian cercò di concentrarsi sul cucito, ma tra un punto e l'altro non faceva che fermarsi per guardare fuori dalla finestra. Sapeva che era sciocco da parte sua, ma non sarebbe stata tranquilla fino al ritorno di Guy.
Devo calmarmi. È uscito solo da poche ore e poi perché dovrebbe succedergli qualcosa? Allan è con lui, farà in modo che resti al sicuro.
Il suono degli zoccoli di un cavallo al galoppo che si avvicinava la fece sussultare. Mise da parte ago e filo e corse alla finestra per guardare fuori, ma il cavaliere che si stava dirigendo verso la casa non era né Guy né Allan.
La ragazza si affrettò a scendere al piano di sotto per vedere di chi si trattasse e, quando arrivò nella sala principale, vide che Thornton aveva già accolto lo sconosciuto.
- Lady Marian, c'è un messaggero con una lettera per voi.
L'uomo annuì.
- Mi sono fermato a chiedere informazioni per raggiungere Knighton, ma mi hanno riferito che adesso vivete qui.
La ragazza fece un piccolo sospiro nel ripensare alla sua vecchia casa.
- Sì, è così.
- Ho una lettera per voi da Lady Glasson.
Marian lo guardò perplessa. Non aveva notizie da parte della nobildonna da anni, da quando le aveva scritto per chiederle di accogliere Annie e il suo bambino.
Il figlio che quella ragazza aveva avuto con Guy.
La ragazza prese la lettera. Qualunque cosa ci fosse scritta voleva essere da sola quando la avrebbe letta.
- Volete fermarvi a mangiare qualcosa prima di ripartire?
- Vi ringrazio, mia signora, ma il viaggio è lungo, vorrei rimettermi in cammino subito se non vi dispiace.
Il messaggero ripartì e Marian tornò nella sua camera per leggere la lettera.
Ne scese pochi minuti dopo, in fretta.
Sir Edward la fermò sulla porta.
- Dove vai?
- Devo parlare con Robin, è importante. - Disse, poi corse fuori di casa prima che il padre potesse protestare.

I fuorilegge erano radunati intorno al fuoco, cercando di indovinare che tipo di carne fosse quella che Much aveva messo negli spiedini che stavano mangiando quando il suono dell'allarme fece scattare tutti in piedi.
Robin uscì dalla porta segreta per andare a controllare chi fosse e ne tornò poco dopo, seguito da Marian.
La ragazza sembrava agitata e preoccupata, ma il suo stato d'animo non le impedì di sorprendersi nel vedere una donna sconosciuta seduta accanto al fuoco insieme ai fuorilegge, Djaq e Will invece non si vedevano da nessuna parte.
Robin notò lo sguardo stupito di Marian.
- Lei è Meg. L'abbiamo aiutata a fuggire dalle segrete del castello qualche tempo fa e ha deciso di unirsi a noi.
Marian sussultò.
Meg!
Guardò la ragazza, senza riuscire a capire se si trattasse della stessa donna che aveva visto tra le braccia di Guy. Una certa somiglianza c'era, ma non avrebbe potuto giurarci. La taverna era buia e fumosa e la donna che aveva visto era vestita e truccata in modo tanto vistoso quanto invece erano semplici gli abiti e il viso della ragazza seduta accanto al fuoco.
Robin la distolse da quei pensieri rivolgendosi a lei.
- Come mai sei qui? È successo qualcosa a Locksley?
- No, non a Locksley.
Porse a Robin la lettera che aveva ricevuto poco prima.
- È di Lady Glasson. Ti ricordi Annie?
- La madre del bambino che avevamo trovato nella foresta?
Marian annuì.
- Proprio lei.
Robin sorrise nel ricordare il neonato che aveva complicato così tanto la vita al campo.
- Chi potrebbe mai dimenticarlo? Stanno bene?
La ragazza sospirò.
- Seth cresce sano e forte. Annie sta morendo.
- Cosa?!
- Lady Glasson dice che l'anno scorso c'è stata un'epidemia di scarlattina e sia Annie che Seth si sono ammalati. Ma il piccolo è guarito completamente, mentre la madre non si è mai ripresa del tutto. Ora è peggiorata e i medici pensano che non vivrà a lungo.
Robin scosse la testa, sinceramente dispiaciuto. Quando la ragazza era partita con il figlio tutti loro le avevano augurato di iniziare una nuova vita piena di felicità, ma a quanto pareva la fortuna non l'aveva accompagnata.
- È davvero triste. - Disse Robin, poi guardò Marian. - Ma perché sei corsa qui a dirmelo? Volevi l'aiuto di Djaq? Lei e Will vivono vicino a Clun, ora.
- No, temo che sarebbe inutile. Lady Glasson dice che lei è troppo anziana per poter badare a un bambino così piccolo e nessuno dei suoi servitori è disposto ad accoglierlo quando Annie morirà. Mi ha scritto per sapere se Seth ha qualche parente in vita che possa occuparsi di lui, altrimenti cercherà una nuova famiglia che lo prenda con sé.
- Quel bambino ha un parente in vita.
- Guy.
- Ancora non ho capito perché ne stai parlando con me. Dovresti dirlo a Gisborne, oppure lo hai già fatto e non vuole saperne nulla?
Marian sospirò.
- Guy non sa che io sono al corrente di tutta questa storia. Ti ricordi? All'epoca me ne hai parlato tu, ma io avrei dovuto esserne all'oscuro. Sarebbe strano se gliene parlassi ora, non voglio che i torti del passato possano mettersi tra noi.
- In pratica hai paura che scopra tutte le singole volte che lo hai preso in giro in passato.
Marian arrossì e fece cenno di sì con la testa.
- Molte cose le sa, gliele ho dette, ma non tutte. Appartengono al passato ormai, e vorrei che restassero lì.
- E io che c'entro?
- Tu conosci la verità, puoi dire di essere rimasto in contatto con Annie in qualche modo…
- Vorresti che fossi io a parlarne a Gisborne?!
- Lo so che ti sto chiedendo molto e che non vorresti avere più nulla a che fare con Guy, ma quel bambino è innocente, non ha colpe. Ti prego, Robin.
- E a te andrebbe bene che Gisborne prendesse con sé il figlio che ha avuto con un altra donna?
Marian sussultò a quelle parole, poi fece un sospiro abbattuto.
- Non lo so, davvero. Ma che a me piaccia o no è il padre di Seth. È giusto che lo sappia.
Robin prese l'arco.
- Lo farò. - Cedette. - Torna a casa, ti farò sapere.
- Guy è a andato Nottingham.
Robin alzò un sopracciglio con aria sarcastica.
- Pensi che non sia in grado di trovare Gisborne? Ora vai.
Robin accompagnò la ragazza fino alla porta del campo e la guardò andare via, poi andò a sellare il proprio cavallo, preoccupato e rattristato.
Non sapeva come avrebbe reagito Guy a quelle notizie, ma di sicuro la loro non sarebbe stata una conversazione piacevole e Gisborne si sarebbe trovato a dover affrontare anche quella situazione quando era già sotto pressione a causa di tutto il resto.
Temo che ti servirà molta forza, fratello mio. Ma io ti aiuterò.
   
 
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