"Bastardo...
Maledetto, giuro che se avessi il potere di disintegrarti saresti
già in altre
dimensioni!"
A chi appartengono codesti soavi pensieri, chiederete voi? Ebbene,
l'autrice
risponderà: sono parte integrante della nottata di Arles,
Grande Sacerdote del
Grande Tempio di Athena. Ma chi può mai essere
così terribile da turbare il
sonno del Cavaliere e della sua controparte ("Perché non mi
lasci sognare
Aiolos in santa pace?! Almeno non ci penso!")?
Non esiste risposta più semplice: il raffreddore! Sdraiato a
letto, con la
temperatura interna poco sopra i trentotto gradi, che per un uomo
equivale a
lasciatemi morire qui, è inutile tentare di salvarmi, Arles
bestemmiava in
tutte le lingue a lui conosciute. Non voleva restare sveglio
perché sentiva
caldo e nausea, non voleva addormentarsi perché Saga avrebbe
infilato il
Sagittario nei suoi sogni e non voleva prendere medicine
perché la piattola di
Gigars gli dava del drogato (più o meno velatamente) circa
sette volte al
giorno.
Che fare?
Alla fine vinse la stanchezza, e presto sogni agitati popolarono la
mente di
Arles: il più normale includeva Deathmask che cavalcava
Paciolla cantando
l'Inno Nazionale Italiano mentre Aiolos indossava una maschera da
sacerdotessa
e gli correva davanti nudo ridendo come un matto (per la gioia di
Saga). Mentre
il cavaliere della Nona Casa si cimentava in una personalissima
rivisitazione
del Lago dei Cigni, con tanto di calzamaglia alla Rudol'f Nureyev
comparsa da
chissà dove a coprire tutto quel ben di Dei (secondo il
modesto parere di Saga,
per Arles erano le vergogne) al vento, comparve una figura sfocata al
fondo
della scena.
Un lungo mantello copriva quella che sembrava una figura femminile, e
mentre
Deathmask diceva "Facciamola unire a noi, amico!" Arles si
svegliò.
C'era davvero una figura ammantata sulla porta, accompagnata
dall'idiota di
Deathmask.
"Era ora che ti svegliassi, mezz'ora che ti chiamo! Ti ho portato
compagnia, caro" ghignò malefico il Cavaliere facendo
sbraitare Arles: "Cretino,
ti ho detto che non voglio più concubine qui dentro! E poi
non vedi in che
condizioni sono?!"
Il Cancro incrociò le braccia dietro la testa e
appoggiandosi allo stipite
disse: "Sono sicuro che apprezzerai, io intanto mi dileguo".
Detto
fatto,
in un lampo la porta fu chiusa e Arles cercò di tirarsi su
per dire alla gentil
donzella che no, diamine, non aveva intenzione di passare una notte
bollente
con lei, dato che già era bollente lui e gli serviva
qualcosa che raffreddasse,
tipo un bel cocktail con tanto di iceberg (pensieri suoi, eh, le
autrici non c’entrano
assolutamente!).
Prima ancora che potesse proferire parola un limpida voce chiese, forse
esitante: "Davvero non vuoi più concubine?".
Quando
finalmente mise a fuoco la figura che ormai si era avvicinata ai piedi
del suo
letto si rese conto che la voce e gli occhioni verdi erano di Niraja.
Questa si
tolse il mantello sorridendo, e al borbottio ininterrotto di Arles
("Beh,
no, te l'avevo detto che ti amavo, no? Io non sono uno che parla a
caso, e poi
come hai fatto ad entrare? E per di più col favore di Death!
Adesso neanche più
dei miei sottoposti posso essere tranquillo", il tutto pronunciato
senza
prendere fiato e guardando qualcosa di estremamente interessante sopra
la
spalla destra della donna mentre Saga se la rideva, felice di non
essere
l'unico che diventava cretino per amore) rispose felice:
"Proprio vero che a voi uomini l'influenza fa male! Sdraiati, ci penso
io"
"Io.. No, sto più o meno bene, voglio dire, sono un
Cavaliere!"
Sbuffò orgoglioso Arles.
Nonostante
le proteste avanzate, si ridistese e accarezzò la schiena di
Niraja mentre
questa gli passava un panno umido sulla fronte.
"Dove l'hai preso, Ciliegina?"
"Era sul tuo comodino e l'acqua era fresca, segno che l'hanno messo da
poco... non ti sei accorto di nulla?" Chiese, alzando un sopracciglio
(rosso come i capelli) in un modo adorabile che fecce alzare
ulteriormente
anche la temperatura corporea di Arles.
"A dire il vero no, ma almeno per una volta Deathmask ha fatto qualcosa
di
buono" ammise sospirando di sollievo al contatto con il panno fresco, e
sussultando quando si rese conto che il suddetto pezzo di stoffa si era
spostato sul petto e sull'addome.
"Che dolcezza, non ti accorgi che vengono a metterti acqua fresca e
nemmeno che ti tolgo le coperte di dosso!" Ghignò Niraja "A
quest'ora
potresti già essere fuori di qui, legato e imbavagliato, se
io lo volessi"
concluse schioccandogli un bacio sulle labbra.
"Ecco, a questo proposito, non mi hai mai detto perché
volete tanto
rapirmi!" Disse Arles curioso dopo aver risposto felice al bacio e
avergliene rubato un secondo, ben più intenso.
"Non sono fatti tuoi" questa volta fu il turno della rossa di
guardare qualcosa di assolutamente imperdibile appena sopra la grigia
chioma
del Sacerdote (probabilmente i complicati intarsi della testiera,
chissà).
"Mi dispiace ma non sono d'accordo" con uno sforzo maggiore del
solito trascinò Niraja nel letto accanto a sé.
"Se volete rapirmi
significa che riguarda anche me, no? Ah, tra l'altro anche se sono
momentaneamente fuori quadro rimani leggera come una piuma" disse
baciando
il collo della compagna e respirando sul suo lobo in attesa di una
risposta.
Com'era prevedibile questa tardò ad arrivare, forse fermata
dal caldo respiro
dell'uomo o forse da altro. Nonostante tutto dopo un po' disse: "Non
è
stata un'idea mia..."
"Ne sono felice lo stesso, almeno sei arrivata qui"
Il lungo silenzio che seguì vide scene che fecero sciogliere
Saga, nonostante
il suo ribrezzo per la metà del cielo dotata di vagina:
Arles e Niraja si
scambiavano baci passionali mentre lui le accarezzava i folti capelli.
Lentamente la temperatura nella stanza salì (e non solo
quella corporea del
Sacerdote), e Arles si sentì in dovere di mettere in guardia
la sua donna:
"E se ti attacco l'influenza??"
"E sticazzi, mezz'ora dopo ti svegli?" Rise lei "comunque
tranquillo, che la pelle dura ce l'ho anche io, non sarò
Cavaliere ma sono
donna" concluse con malizia mettendosi a cavalcioni sopra di lui e
ricominciando a baciarlo.
Via via che le effusioni si facevano più intense Arles
sbottonò il semplice
gilet di jeans che copriva la donna; si sentiva bruciare mentre le
accarezzava
il decolleté e questa giocava con il suo petto disegnando
intricati ghirigori.
Dovette però rendersi conto che bruciava non solo di
passione bensì anche di
febbre quando, alzando gli occhi, vide il bel viso di Niraja che
sfocava
trasformandosi in quello di Saga e poi di Aiolos.
Spostò la bella ciliegina da una parte e parlando
apparentemente da solo disse:
"Ma pezzo di cretino, non potevi proprio farne a meno?!" Lei lo
guardò stupita e chiese: "Cosa c'è? È
quella tua controparte con gli occhi
tristi e i capelli blu?"
"Seh, e pure gay fino al midollo. Un vero maestro nel dar crollare la
libido, nulla da dire". Fece una smorfia imbarazzata (Saga se la rideva
come
un matto) e accarezzò il viso di Niraja: "Sei bellissima
comunque"
ghignò cercando di tirarla di nuovo a sé. Questa
sgusciò via come un gatto e si
accoccolò vicino a lui prendendo di nuovo il panno umido.
"Eh no caro, se non ti controlli più e avete anche le
allucinazioni (che
palle, non so mai se in questo caso devo parlare al singolare o al
plurale)
significa che la febbre si è alzata, quindi è
meglio se non facciamo sesso,
potresti sentirti peggio. E poi non dicevi che ti è crollata
la libido?"
Lo prese in giro lei ridendo e baciandolo.
"Eh?! Oh ma andiamo, io mi riprendo subito" borbottò Arles
rifiutandosi
di ammettere che in realtà si sentiva davvero male "poi con
una meraviglia
così..." il suo sorriso famelico fu smorzato da una fila di
bianchi denti
messi in mostra in modo sornione, malizioso e allo stesso tempo
fanciullesco...
una roba da tagliare il fiato, insomma.
"Nah nah, non mi freghi" cantilenò la proprietaria di quella
meraviglia di sorriso "conosco la medicina e il pronto soccorso di base
quanto basta per capire che tu stanotte non farai sesso".
"No fammi capire... Siamo qui, soli, per una volta non c'è
nessuno che
scassa le palle e io e te non lo facciamo per colpa della mia
controparte
mongola che mi fa passare per impotente??!"
Il lungo silenzio carico di pathos che seguì fu spezzato da
un semplice:
"… Si, esatto. Ma io non me la prenderei troppo, alla fine
dei conti ha la
febbre anche lui, giusto?"
"Ok, ok" disse ragionevolmente Arles. "… Io lo ammazzo."
Aggiunse poi lasciando cadere la testa sul cuscino. Per i minuti
seguenti
sembrò comicamente in punto di morte. Niraja gli passava il
panno umido,
all'inizio preoccupata ma poi divertita e sbuffante allo stesso tempo.
Decise
quindi che il metodo migliore per combattere la noia sarebbe stato
prendere a
schiaffi l'amante e percularlo per bene: "Su, su, dai, cosa sei, un
bimbo
con la polmonite? Pensavo voi cavalieri aveste più palle!"
Disse
sbellicandosi dalle risate.
"Avresti potuto verificare di persona se non ti fossi rifiutata di fare
sesso con me!" Rispose il Cavaliere, vincendo per il battutone un bel
pugno in testa e un tenerissimo broncio.
"Il fatto che tu abbia la febbre non ti autorizza ad uscite di questo
genere. E non provare - sbottò divertita alla vista di Arles
con un dito alzato
come per interrompere - a dire che deliri per la febbre. Hai appena
trentotto
gradi, diamine!" Risero insieme fino a quando Niraja assistette per la
seconda volta al cambiamento di colore dei capelli e dello sguardo di
Arles. Da
folti e grigi i capelli diventarono folti e blu, mentre gli occhi
acquistarono
un colore normale e un sfumatura malinconica. L'uomo che aveva ora di
fronte le
stava tuttavia sorridendo.
"Saga?" Chiese lei esitante.
"Si, proprio io. Penso che pagherò caro questo attimo di
divertimento, ma
volevo chiacchierare due minuti con te in circostanze più
felici della prima
volta. Giuro che tra poco te lo lascio" rise.
Parlarono per un po' del più, del meno e di Arles (che nel
frattempo lanciava
improperi irripetibili che facevano scoppiare a ridere Saga e
successivamente
Niraja, dato che glieli ripeteva). All'improvviso sembrò
molto stanco, segnale
che i tentativi di Arles di prendere il sopravvento stavano finalmente
dando i
loro frutti.
"Ti saluto, bella donna - salutò Saga - Arles ha fatto
proprio il terno al
lotto con te! Cercherò di non disturbarvi più
(forse), e se ti fa stare male
trovo il modo di ammazzarlo dall'interno!"
"Lo dice anche lui, ma in teoria se muore uno non muore anche
l'altro?" Chiese perplessa lei.
La faccia di Saga fu impagabile; assunse una posa pensierosa, e mentre
si
arrovellava su questo bel problema ritornò Arles. In quella
posa Niraja lo
trovò bello e allo stesso tempo buffo, e lo (anzi, li)
derise perché non
avevano mai pensato a questa cosa.
"Hei, ho ben altro a cui pensare io! Come ad esempio..." Si
fermò e
ascoltò attentamente qualcosa che le orecchie di Niraja non
potevano udire.
"Come ad esempio i bastardi infami che origliano!!" Sbraitò
facendo
sobbalzare la donna. Udirono distintamente Deathmask e Aphrodite
correre via
ululando dal ridere (solo gli dei sanno come avessero fatto a
trattenersi fino
a quel momento) mentre il primo urlava: "Domani ti aiuto a cercare le
palle, bello!"
I due si guardarono negli occhi a lungo, fino a quando...
"No, e che cazzo, non ridere anche tu te ne prego! Ma dov'è
la furia
divina quando serve?" Motteggiò uno sconsolatissimo Arles
mentre la sua
ciliegina si rotolava nel letto dalle risate.
"Siete fantastici, te lo giuro! Ma giuro anche che prima o poi ti
rapirò" disse quando ebbe finito di ridere puntandogli
contro un dito
ammonitore.
"Non si indica, Ciliegina, non lo sai che è maleducazione?"
Rispose
divertito il puntato tirandola a sé e baciandola divertito.
"Mh, vedo che stai già molto meglio. Posso andare
tranquilla"
"E no dai, resta ancora un po'. Comunque che carina, ti preoccupavi per
me?"
"Eh per forza, voi uomini quando avete un po' di influenza sembra
sempre
dobbiate morire!" Si giustificò lei guardando in ogni
direzione tranne che
davanti al suo viso. "E poi lo sai, non posso restare qui, è
quasi
l'alba"
"Oh, di già? Come vola il tempo quando ti diverti! Buona
giornata,
bellezza" sorrise serafico baciandola ancora per un po' e lasciandola
andare a malincuore. Quando Niraja giunse alla finestra prima di uscire
disse:
"Mi piace Saga, è simpatico! È bello avere
l'amante e il migliore amico
gay nella stessa persona, più comodo" gli fece una
linguaccia che la
ringiovanì di dieci anni e saltò via lasciando
Arles con un palmo di naso.
Quando si riadagiò sui cuscini, deciso a riposare almeno
un'oretta, si sentiva
molto meglio, anche se questo non cancellava per nulla gli istinti
omicidi che
affollavano la sua mente. Decise che nonostante tutto, era stata una
bella
nottata.
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Poche ore dopo Arles girava con tanto di tunicone, maschera ed elmo
all'Arena,
dove aspiranti Cavalieri e Gold si allenavano. Si tenne in un angolo
fino a
quando non incrociò lo sguardo di due di questi in
particolare (si poté
percepire lo sguardo lampeggiante perforare la maschera). I due
Cavalieri lo
raggiunsero in disparte, e Deathmask si fece avanti con espressione
colpevole,
che mutò improvvisamente quando gli porse qualcosa. Arles
guardò cosa fosse e
subito dopo si ritrovò a lanciare dietro ai due idioti due
biglie di metallo
insultandoli, mentre questi correvano via ridendo come dei cretini.
MISSIONE SANTUARIO, TENTATIVO NUMERO 14 (se così possiamo
chiamarlo): FALLITO
By: EnkeliNoManigoldo
Angolino mio: si, ho cambiato nick e si, mi sono divertita un sacco a
scriverlo, spero vi piaccia!