Eccolo nuovamente a casa, dopo circa cinque mesi d’assenza.
Non era mai rientrato così spesso alla Tana come negli ultimi anni, ma vista la
situazione era meglio non far alterare ulteriormente sua madre.
Charlie posò la borsa nell’ingresso e si tolse il mantello: era infreddolito e
quindi si andò a posizionare immediatamente vicino al caminetto dopo aver chiamato, invano, un qualunque abitante
della casa che sembrava deserta. Dopo appena cinque minuti sentì un rumore
provenire dal piano di sopra, nemmeno il tempo di chiedersi chi fosse che Molly
entrò in cucina correndo ad abbracciarlo.
“È andato
bene il viaggio?”
Charlie
annuì.
“Ma come,
sei da solo?” Chiese Molly indispettita, senza dare tempo al figlio di
aggiungere altro.
“Sì,
perché?” Rispose il ragazzo sorpreso.
“Ah, non ti
ci mettere anche tu, eh? Sono anni che aspetto che tu ti presenti con una
ragazza, e ancora niente! Non vorrai fare lo scapolo a vita, vero?” Charlie fu
preso alla sprovvista e quel cucchiaio di legno che sua madre aveva preso in mano
per mescolare il contenuto di una
pentola non gli era mai parso più pericoloso. “A ben pensarci, non ti ho mai
visto con una ragazza… mi preoccupi, lo sai?”
Era vero, Molly non lo aveva mai visto con una ragazza ma per il semplice
motivo che di storie stabili e durature ne aveva avute poche, lui non era mai
stato un fan del rapporto di coppia. Fortunatamente per Charlie ad interrompere
quella conversazione ci pensò Ginny che ebbe il
tempismo di entrare in casa proprio in quel momento; il ragazzo ne approfittò
per andare verso la camera che condivideva con Bill a posare la sua roba e,
perché no, coricarsi anche un po’ sul letto.
I giorni che seguirono il suo rientro a casa furono frenetici: c’era poco
tempo, a detta di sua madre, per organizzare la cena della Vigilia, quella del giorno di
Natale e dell’ultimo dell’anno.
Molly passava quasi tutte le giornate ai fornelli e ogni membro della famiglia
libero doveva pulire e rassettare la casa: oltre ai soliti parenti, durante
questi giorni di festa, i signori Weasley avrebbero
conosciuto i genitori di Audrey e lei voleva assolutamente fare bella figura.
In tutto
quel trambusto a Charlie non sfuggì che il rapporto tra sua madre e i membri
della sua famiglia era migliorato, l’aria era molto più distesa dell’ultima
volta che era stato lì e soprattutto Bill sembrava molto più cordiale e servizievole
che nei mesi precedenti. Nei suoi modi, però, Charlie non notò nulla di
spontaneo. Non ebbe molte occasioni per parlare con il fratello, tra il suo
lavoro, i preparativi e qualche uscita con gli amici, tornava sempre a casa
stanco e appena si coricava a letto si addormentava.
Proprio a
causa di questo comportamento Charlie si annoiava, e se c’era qualcosa che
proprio non sopportava era non saper cosa fare o ritrovarsi alle undici di sera
con lo sguardo rivolto verso il soffitto e senza avere sonno. Da quando era
arrivato non avevano ancora parlato, gli mancavano le sedute notturne con Burrobirra e cioccolata fondente passate a parlare, che
l’argomento fosse serio o ludico non faceva differenza. Era riuscito a
scambiare due parole con George, un giorno che era venuto a cena, ma non era
riuscito a sapere nulla di rilevante, anzi, per il fratello era tutto
assolutamente normale.
La mattina
di Natale, quando Charlie scese con il suo nuovo maglione rosso con ricamata
una C in marrone trovò Bill intento a sorseggiare una tazza di tè, con un
espressione strana dipinta in volto. Ecco, quella era l’occasione giusta, il
momento che aspettava: lo osservò ancora per qualche secondo, l’espressione
dipinta sul volto del fratello l’aveva già vista… già, ma quando? Non riusciva
a ricordarselo. Infine entrò in cucina, pronto a sferrare il suo attacco ma gli
era sfuggito un piccolo particolare: Molly stava cucinando e lui non l’aveva
sentita armeggiare ai fornelli. Occasione sfumata.
Charlie
lasciò passare il giorno di Natale che fu devastante psicologicamente anche per
lui ma entro la fine di Santo Stefano
avrebbe portato a termine la sua missione.
Quello era un giorno di vacanza, nessuna visita, nessun pranzo o cena da
preparare e i Weasley ne approfittarono per
recuperare le forze. Mentre tutti facevano la pennichella pomeridiana Charlie
entrò nella sua camera; Bill stava sfogliando un giornale distrattamente, senza
guardarlo realmente.
Charlie si sedette sul suo letto dopo aver posato due tavolette di cioccolato e
una Burrobirra per Bill sul comodino. Bill lo aveva
guardato stupito, posando poi il giornale per terra: sul volto di Charlie era
comparso un ghigno che non prometteva niente di buono.
“Hai la
faccia da Fleur,” disse Charlie dopo aver bevuto un
sorso della sua Burrobirra e dall’espressione che
assunse il fratello intuì che il suo messaggio non era stato capito.
“Ho detto
che hai la faccia da Fleur!” Ripeté. “Hai la stessa espressione
di quando eri cotto di Fleur.
“Non vedo Fleur da quando ho firmato per il divorzio.” Rispose calmo
Bill.
“Lo so…
infatti vorrei tanto sapere chi è che ha preso il suo posto e quando ti
azzarderai a portarla a casa.” Charlie bevve un altro sorso di Burrobirra poi puntò su una delle due tavolette di
cioccolato fondente.
“Nessuna ha
preso il posto di Fleur.” Bill si sedette sul letto,
prese la sua bottiglia e iniziò a sorseggiare la bevanda.
Charlie
stava perdendo la pazienza: certo, quelli non erano affari suoi ma il fatto di
essere escluso dalla vita di Bill lo rendeva in un certo senso… geloso. Si
erano sempre detti tutto e dove non arrivavano le parole compensavano i gesti:
insomma, si erano sempre capiti al volo e ora questo cambiamento lo indisponeva,
e tanto anche!
“Beh, se non
vuoi parlarne…” disse infine.
“Non è che
non voglio parlarne, è che nessuno ha peso il posto di Fleur…
sono ancora felicemente single.” Ribatté Bill, un po’ stizzito, chiedendosi
come mai suo fratello lo conoscesse così dannatamente bene da accorgersi di
ogni suo minimo cambiamento. Anche se, valeva la stessa cosa per lui nel
confronti del fratello.
Charlie lo
scrutò per qualche istante: sì, Bill diceva il vero. “E allora, a chi stai
pensando?” Chiese e vide il fratello ricoricarsi sul letto e allungare poi alla
cieca una mano verso il comodino e prendere la tavoletta di cioccolata
rimanente.
“Non so…”
Ecco, quella
risposta stava a significare: “Penso a
qualcuno ma non sono ancora pronto per dirti chi è.”
“Qualcuno ci
sarebbe, ma è una situazione troppo complicata.”
“Cos’è, ti
ha dato il due di picche?” Buttò lì Charlie per stemperare un po’ la tensione
che si era creata.
“Non ci ho
nemmeno provato. E non è il momento giusto.”
“Però questa
persona ti piace… cos’è che ti frena?”
Bella
domanda, ottima domanda. Per Merlino, Charlie sapeva esattamente dove andare a
parare. Bill annuì. “La sua situazione. Non ha passato un bel periodo
ultimamente.”
Con questa
frase sapeva di avergli messo in mano la soluzione, la risposta a tutte le sue
domande, ma Charlie stranamente non ci arrivò
“Forse
potresti esserle di aiuto…” Buttò lì, non sapendo come stava realmente la
situazione.
“Al momento
no.”
Quella
conversazione era andata anche troppo per le lunghe e Charlie decise di
troncarla: aveva comunque raggiunto il suo scopo e se suo fratello era restio a
parlarne probabilmente aveva i suoi buoni motivi che un giorno, al momento
giusto, gli avrebbe rivelato. Ne era sicuro, era già successo in passato. “Oh…”
“E le tue
mille donne, come stanno?”
“Male…”
Rispose Charlie, “Non mi vedono da quasi una settimana, saranno disperate.
“Non dirmi
che tieni di nuovo il piede in due staffe…” rise Bill.
“No, solo in
una, ma ne ho parecchie dietro…” Si pavoneggiò come un adolescente Charlie.
“Merlino, pensa
se mamma ne venisse a conoscenza.” Bill si rimise seduto, ora quello in
difficoltà era suo fratello.
“L’altro
giorno ha detto che la preoccupo perché non mi ha mai visto in compagnia di una
ragazza.” Rispose serio.
Entrambi scoppiarono a ridere di gusto. Merlino, Charlie senza una ragazza… lui
che ai tempi di Hogwarts era molto gettonato e che anche dopo la scuola si era
dato da fare bene… a ben pensarci era stato il più furbo di tutta la famiglia.
Charlie non aveva mai provato quella sgradevole sensazione che prende la bocca
dello stomaco quando si va davanti ai propri genitori e si dice: “Voglio farvi
conoscere una persona, va bene se la invito a cena sabato prossimo?”
Grazie Saki! Sì, la situazione è ancora precaria per entrambi ma
ormai sono passati più di due anni e tra poco credo saranno pronti. Ovviamente
andandoci molto piano…