Anime & Manga > Detective Conan
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Autore: ValeFury_EH    08/08/2015    4 recensioni
Vi dico solo che Conan fa delle strane similitudini nei confronti di Ai.
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NON ESSERE UNA MOSCA, SII PIUTTOSTO UN QUOKKA.
In quell’istante Ai aveva capito di amare davvero molto l’aria pulita: essa si era sovrapposta al ricordo dell’odore pungente e viziato che si sentiva nel laboratorio dell’organizzazione, che spesso gli tornava alla mente. Il vento, l’aria pura e i rumori della natura intorno a lei avevano spazzato via i ricordi di una vita passata, portando con loro l’odore di una vita nuova che Ai inspirava in ogni istante di quel momento. Grazie a questo, la scienziata sapeva che quell’ennesima gita scolastica non sarebbe stata poi cosi noiosa come se l’era immaginata. La maestra aveva dato loro un foglio e una matita dicendo poi ai bambini di trovare un posto di loro gradimento e disegnare ciò che li circondava. Ai non era minimamente brava a disegnare, si limitò solo a trovare un posto appartato per stare sola. Stranamente i detective boys l’avevano lasciata sola, portandosi dietro il povero Conan, visibilmente svogliato. ~Per il disegno inventerò una scusa~ pensò la finta bambina. Si era seduta davanti a un ruscello: era stata subito incantata dal colore che arrivava da quel piccolo corso d’acqua, era un blu così limpido e puro che gli ricordavano i suoi occhi, quelli di lui, il detective liceale intrappolato nel corpo di un bambino. Quell’Occhi che l’avevano salvata più e più volte dall’oblio, come una luce alla fine di una galleria stretta e buia. Persa nei suoi pensieri, con le ginocchia al petto, braccia intorno alle gambe e mento ben piantato nell’avvallamento creatosi dall’avvicinamento delle due cosce, era seduta lì da chissà quanto. Una figura occhialuta con l’espressione visibilmente annoiata la risvegliò “si farò così!” disse il finto bambino rimanendo in piedi accanto alla ramata “dirò che il foglio mi è volato via dalle mani!” sentenziò lui, prima di cadere a sedere con un tonfo a terra. “Ehi!” disse la scienziata “quella è la mia scusa, cercatene un’altra detective!” concluse osservando il moro accanto a lei seduto a gambe incrociate, braccia conserte e occhi chiusi “Uffa! E adesso che scusa mi invento?” sbuffò il detective mentre si sdraiava a terra con le mani dietro la nuca e i gomiti in alto. Ai lo osservò per tutto il tempo che era là, in ogni sua espressione e movimento. La finta bambina pensò che alcune volte il famoso detective rimpicciolito sembrasse davvero un bambino di 7 anni. Ai sorrise lievemente a quel pensiero. Si era proprio innamorata di quel bambino occhialuto che si faceva in quattro per salvare chiunque dovesse essere salvato, anche lei che lo aveva ridotto in quello stato. “Ai” disse il Conan attirando l’attenzione dell’amica che sentendo il tono della sua voce serio, aveva smesso di sorridere “perché continui ad essere come le mosche” lei che ormai era abituata alle strane uscite del detective chiese “Kudo mi faresti il favore di spiegarti meglio?!” “Voglio dire le mosche quando si posano su qualcosa o qualcuno appena sentono il minimo movimento scappano via, perché tu fai lo stesso, perché ti ostini a scappare ogni volta che c’è qualche pericolo, invece di affrontarlo?” disse Conan che non aveva ancora minimamente guardato la coetanea. A quelle parole Ai cambiò immediatamente espressione, spostando lo sguardo sul ruscello davanti a loro. “Parli dell’organizzazione vero?” passò un intero minuto senza risposta. Ai lo prese per un sì. Aspettò un altro minuto poi chiese “e allora secondo il grande detective che animale dovrei essere?”  Conan sorrise ci pensò un po’ e infine disse “un’ape” Ai sorrise silenziosamente verso l’amico “be mio caro investigatore privato quando le api pungono e quindi “reagiscono” poi muoiono” il moro rise “hai ragione tu” disse. Ad Ai piaceva vederlo ridere soprattutto se quella risata l’aveva scaturita lei. “Allora” disse lui interrompendo i pensieri della ramata “devi essere solo te stessa penserò io a reagire per te” disse lui che per la prima volta guardò Ai dritta nell’Occhi. La scienziata arrossì, ma non volle distogliere lo sguardo dai suoi occhi blu in cui ogni volta trovava la forza di andare avanti. Il vento forte che scompigliò i capelli di entrambi, ruppe quel momento perfetto. I due rimasero in silenzio con i propri pensieri. La risata del detective smorzò il silenzio “che cos’hai da ridere kudo?” la ramata, incuriosita, aveva inclinato la testa e poggiato la guancia sinistra sul ginocchio destro. “Dovresti essere un quokka” concluse lui “sai, sono animaletti socievoli e sorridono sempre” disse mentre osservava il cielo. “E perché dovrei…” “perché quando sorridi sei carina” disse stroncando la frase dell’amica e arrossendo visibilmente. Alla fine di quella frase i cuori dei due persero un battito, per poi ricominciare a pompare il sangue nei loro corpi. Ai sorrise di gusto e Conan arrossì ancora di più vedendo l’espressione dell’amica scaturita da lui. “Ok Kudo, mi hai convinto sarò un quokka” disse Ai guardandolo. “Bene, ne sono felice” disse lui alzandosi velocemente da terra e porgendo la mano alla scienziata “Andiamo si è fatto tardi” “E la tua scusa Kudo?” disse Ai afferrandogli la mano e tirandosi su. “Cavolo me l’ero scordato!” disse lui sbuffando “aaaaaa ci penserò mentre andiamo, ora sbrighiamoci!” disse stringendo la mano di Ai e iniziando a correre. La ramata seguiva il ragazzo da dietro correndo insieme a lui. Amava davvero quel finto bambino e lo avrebbe sempre amato anche se lei non sarebbe mai stata ricambiata, questo lo sapeva, eppure l’intesa che c’era tra loro due faceva sempre sperare la piccola scienziata in qualcosa di più che una semplice amicizia. Ci sperava davvero. “Ehi schinichi!” disse Ai attirando l’attenzione di lui “si?” chiese senza girarsi “hai la faccia sporca!” disse lei sorridendo “cavolo! Pure questo adesso. Uffa ci penserò dopo. Ora sbrighiamoci!” Ai sorrise come mai aveva fatto prima e Conan con la coda dell’occhio lo vide: vide il più bel sorriso che avesse mai visto in tutta la sua vita.

Ore dopo: Agenzia investigativa kogoro mori
“Ehi! Ma non ho la faccia sporca!”

  
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