Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: ThorinOakenshield    10/08/2015    5 recensioni
Che dire? Innanzitutto che non si tratta di uno slash! Questa è una storia a capitoli sul rapporto di amicizia che intercorre tra Bilbo e Thorin.
Mi sono presa molte licenze ed è la prima fanfiction che scrivo, quindi siate clementi! xD
Allora, le vicende si svolgono dopo la Battaglia dei Cinque Eserciti e Thorin ha ottenuto il suo titolo di Re sotto la Montagna; Bilbo si è talmente affezionato ai nani che ha deciso di passare le vacanze a Erebor. Tutti i suoi amici sono entusiasti di questa decisione e, tra l'incoronazione di Thorin e vari festini, saranno tutti euforici e persi nella gioia del momento, ma qualcosa di terribile romperà l'incanto...
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bilbo, Fili, Kili, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Bilbo Baggins guardò ancora una volta la ghianda posata sul palmo della sua mano. Non gli diceva niente. Chiuse gli occhi e fece un respiro profondo, stringendo la ghianda. Voleva concentrarsi per provare a ricordare il sogno, o ciò che c’era stato prima. Il problema è che non ce la faceva a pensare con il sottofondo delle risate dei nani, i quali lo chiamavano di continuo e gli davano delle pacche sulla schiena.
“Scusate.” All’improvviso lo hobbit aprì gli occhi.
I suoi amici la smisero di ciarlare e lo guardarono preoccupati: la sua espressione non li piaceva per niente.
“Ho bisogno di un po’ d’aria, torno subito.” Senza aggiungere altro, il signor Baggins si alzò dalla panca di legno e uscì, sentendo gli occhi degli altri incollati sulla schiena.
 
L’aria fredda dell’inverno lo punse in faccia non appena mise piede fuori dal Drago che ronfa. Si strinse la giacchetta rossa e camminò verso le mura della città, venendo rallentato dal vento.
C’erano ancora molte persone in giro: chiacchieravano fra loro, ridevano, portavano i figli a spasso oppure stavano tornando a casa.
Una volta superata la porta, Bilbo si diresse a un torrente che aveva visto mentre lui e i nani stavano raggiungendo la città fortificata.
Lo hobbit si sedette sulla riva e alzò il capo: sopra di lui le stelle scintillavano nel cielo blu notte come mille piccoli diamanti.
“Tutto bene?” Bilbo fece un salto ma, quando riconobbe quella voce amica, si calmò.
Thorin Scudodiquercia era in piedi vicino a lui e lo stava guardando turbato.
L’ex scassinatore gli sorrise velocemente, nervoso. “S… sì, tutto bene!” mentì, poi riprese a guardare le stelle, sentendosi a disagio per la vicinanza del nano e per il silenzio che c’era tra loro.
Il Re sotto la Montagna sospirò fissando l’erba, sapendo che in realtà il suo amico non stava affatto bene. Si distrasse dai suoi pensieri quando notò che lo hobbit stava tremando. Non ci pensò due volte e circondò le sue spalle con il suo mantello.
Bilbo si sentì rincuorato da quell’improvviso calore, ma il nano? Non aveva freddo? Infatti gli disse: “Sei molto gentile, ma non voglio che tu ti prenda il raffreddore per colpa mia.”
“Sciocchezze,” rispose Thorin, “noi nani sopportiamo meglio il freddo.”
Il signor Baggins decise di non insistere, anche perché sarebbe stato inutile visto che il suo amico, quando prendeva una decisione, non cambiava idea neanche morto.
In maniera del tutto inaspettata, Scudodiquercia si sedette accanto allo hobbit. Quest’ultimo fece un verso di sorpresa: si aspettava che lo avrebbe trascinato dentro la taverna o che se ne sarebbe andato… il Re non gli dava l’idea di essere un tipo che si fermasse a guardare le stelle.
“Sdraiati,” gli ordinò Thorin.
Bilbo lo guardò sgranando gli occhi, faticando a interpretare quell’ordine. “Prego?” La sua voce era stridula, com’era quand’era seccato, ma cercò di celare la sua indignazione il più possibile.
Il nano ridacchiò. “Non voglio violentarti, ormai dovresti saperlo che mi piacciono le donne” disse. “Ti ho detto di sdraiarti perché così stai più comodo, ti viene il torcicollo se guardi le stelle seduto in quel modo.”
Stupido! Stupido! Stupido! Si rimproverò Bilbo dentro di sé. Come al solito aveva fatto la sua bella figura e ringraziò il cielo che fosse buio, così il nano non avrebbe notato le sue guance purpuree.
Alla fine lo hobbit si sdraiò accanto al suo migliore amico. In effetti così era più comodo osservare quei minuscoli diamanti sullo sfondo scuro.
“Sai come si chiama quella costellazione?” Thorin indicò un punto nel cielo.
Bilbo seguì il suo dito con lo sguardo e scosse la testa. “No,” rispose.
“Si chiama Valacirca,” gli spiegò il nano, “è una costellazione importante, è stata posta nel cielo da Varda come monito a Melkor e ai suoi servi.”
“Oh.” Bilbo, in realtà, non aveva capito un accidenti: chi diamine era Melkor? E Varda?
Scudodiquercia prese la saggia decisione di non parlare al suo amico di altre costellazioni, tanto non ricordava quasi niente della Terra di Mezzo, sarebbe stato come spiegare qualcosa di complesso a un bambino. Scavò nella sua mente in cerca di qualcosa che avrebbe tirato su il morale allo hobbit, alla fine la trovò e gli chiese: “Vuoi che ti canti una canzone?”
“Una canzone?”
“Sì, una molto bella che cantavo sempre a Fili e Kili quand’erano piccoli.” A Thorin piaceva cantare per i suoi amici, aveva una bellissima voce e gli dispiacque non aver avuto la sua arpa con sé, in quel momento.
“Va bene” rispose il signor Baggins. Aveva già avuto l’onore di sentirlo cantare e trovava che la sua voce fosse meravigliosa, quindi fu entusiasta della proposta del suo amico.
Il Re sotto la Montagna si schiarì la voce e intonò dolcemente:
 
È solo un’altra notte
E sto fissando la luna
Ho visto una stella cadente
E ho pensato a te
Ho cantato una ninna nanna
In riva al fiume e sapevo che
Se tu fossi stato qui,
L’avrei cantata a te

Tu sei dall’altra parte
Mentre l’orizzonte si divide in due
Io sono lontano dal vederti
Riesco a vedere le stelle
dai Monti Azzurri
Mi chiedo, non le vedi anche tu?


Quindi, apri gli occhi e guarda
Il modo in cui i nostri orizzonti si incontrano
E tutte le luci ci guideranno
Nella notte con me
E so che queste cicatrici sanguineranno
Mentre entrambi i nostri cuori sanguineranno
Tutte queste stelle ci guideranno a casa


Questa canzone il nano l’aveva scritta pensando a Gwarka, quand’era morta. Tuttavia non lo rattristiva, perché aveva il sapore della speranza: due persone che si volevano bene erano lontane ma, tutto sommato, non lo erano poi così tanto, perché ognuna di loro si sarebbe portata l’altra nel cuore.
Ebbene questo pezzo ricordava a Thorin quello che stavano passando lui e Bilbo. Il suo migliore amico era molto lontano da lui, non era più la persona che aveva conosciuto quella volta a Casa Baggins, però lui non l’avrebbe mai dimenticata. Qualsiasi piega avrebbero preso gli eventi.

Angolino autrice:
Eccomi qua! :D Dopo il solito e imperdonabile ritardo. Ringrazio ancora una volta chi legge e recensisce e ci terrei a precisare che, la canzone che canta Thorin, non mi appartiene, è di Ed Sheeran e si intitola All of the stars.
Un bacione enorme a tutti voi!
Lucri :)

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: ThorinOakenshield