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Autore: eli_mination    10/08/2015    4 recensioni
Il Barian World è scosso da una minaccia imminente. Una divinità sconfitta millenni fa si sta per risvegliare, portando distruzione e morte. L'unica soluzione? Sette umani, ai quali è stato tramandato un potere particolare, in grado di debellarla. Riusciranno nel loro intento?
[STORIA SOSPESA]
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Sette Imperatori Bariani, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta, Violenza
Capitoli:
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“Cavolo, che giornata oggi!” disse una voce femminile.

Due ragazzi stavano passeggiando per New York, dopo una dura giornata di scuola.

“Già… Ci stanno caricando di interrogazioni e di compiti! Fortunatamente mi sono preparato, altrimenti la media sarebbe calata…” disse il ragazzo.

Entrambi avevano diciassette anni ed erano simili. Lei aveva i capelli rossicci, ricci e lunghi fino alle spalle, con occhi verde scuro, con indosso la divisa scolastica: una gonna rossa, una giacca bianca e una camicia del medesimo colore. Lui invece aveva i capelli rossi corti, con un ciuffo che gli copriva un occhio. Indossava la divisa maschile, con gli stessi colori di quella femminile. I due erano gemelli.

“Tu stai zitto, che il voto più basso che tu abbia mai preso è stato B…” disse la ragazza.

“Beh, è vero, ma voglio avere risultati eccellenti, visto che questo è l’ultimo anno a scuola…” disse il ragazzo.

“Non vedo l’ora che finisca, così siamo finalmente liberi!” disse la ragazza.

“Non è proprio così…Dopo dovremo cercare lavoro!” disse lui.

“Lo so, ma non ne posso più di studiare!” disse lei, mettendosi le mani nei capelli “Sono stata abbastanza fortunata ad aver preso D all’interrogazione di oggi!”

“D non è un bellissimo voto, ma almeno non hai preso F…”

“Juniper! Nathan!”

I gemelli si girarono. Una ragazza, della stessa età dei gemelli, stava venendo verso di loro. Anche lei aveva la divisa scolastica ed era bionda, con lunghi capelli lisci e occhi castani.

“Anne! Quante volte ti ho detto che devi chiamarmi Juny, e non Juniper?” disse la ragazza arrossendo.

“Ma Juniper è un nome stupendo! Mia cugina si chiama così!” disse Anne “Comunque, tornate a casa?”

“Si. Dopo ho gli allenamenti per la squadra di basket. Fra tre giorni abbiamo la partita di qualificazione, quindi è meglio riposarsi…” disse il ragazzo.

“Io stasera esco…” disse Juniper.

“Eh?! Non me lo hai detto!” disse Nathan.

“Lo so, l’ho saputo ieri sera…” disse la ragazza.

“E con chi esc-“

Anne interruppe Nathan:

“Io lo so con chi esce! Con Da-“

“Zitta!!” disse Juniper, arrossendo.

Ma Nathan intuì subito.

“Da… Un momento! David Fender ti ha chiesto di uscire?” le chiese sbalordito.

David Fender era il capitano della squadra di football nella loro scuola. Era il ragazzo più desiderato tra le studentesse del liceo.

“Beh, si…” disse Juniper arrossendo.

“Fai attenzione a lui! So che esce con dieci ragazze diverse alla settimana!” disse Nathan, facendosi serio.

“Ma non è un’uscita romantica! È solo un’uscita tra amici. Nulla di serio!” disse Juniper, mettendo le mani davanti a sé.

“Beh, lo spero… Sai, non voglio che tu soffra…” disse Anne “Non voglio vedere un’amica soffrire!”

“Grazie, Anne! Tranquilla, non mi farò film mentali!” disse Juniper.

“Di nulla, sei una mia cara amica, mi sembra il minimo! Comunque, ora devo andare! Ci vediamo domani! Ciaooo!”

Anne aveva salutato i due gemelli e se n’era andata, mentre Nathan e Juniper proseguivano per la strada verso casa.
Improvvisamente il cielo diventò scuro, coperto interamente da nuvole cariche di pioggia.

“Oh, no! Sbrighiamoci, non ho portato l’ombrello!” disse Nathan, iniziando a correre.

“Va bene!” disse Juniper facendo lo stesso.

In quella situazione, i due presero la strada più corta per arrivare a casa, visto che stava iniziando a piovere.
Dopo un chilometro stavano ancora continuando a correre, cercando di non rallentare, anche se la fatica si faceva sentire ad ogni passo. Erano stanchi, ma dovevano arrivare a casa prima dell’imminente acquazzone.

La loro corsa fu però interrotta da una caduta improvvisa. I due ragazzi erano caduti a terra, come se avessero colpito in pieno un muro.

“Ahi!” si lamentava Nathan, rialzandosi a sedere e massaggiandosi un braccio dolorante.

“Ma cosa è stato?!” disse Juniper, rialzandosi.

Davanti a loro non c’era nulla, a parte il vialetto che stavano percorrendo.

“Non lo so, ma andiamo avanti!” Nathan si era rialzato ed era tornato a correre, ma aveva nuovamente sbattuto contro qualcosa. La botta lo fece arretrare di qualche passo. Aveva una mano sul naso.

“Questo è…veramente strano!” disse Juniper.

Avanzò con il braccio teso in avanti. Continuava a camminare finché la sua mano non toccò qualcosa di solido. Era come se ci fosse un muro invisibile, una barriera che impediva loro di andare oltre.

“Che cosa strana…” disse Nathan.

Juniper percorse il muro con la mano, cercando di capire dove finisse. Dopo aver percorso qualche metro con la mano su quella barriera tornò indietro.

“Non finisce…” disse Juniper, sconsolata.

“Beh, ci tocca tagliare di qua!” disse Nathan indicando a destra un marciapiede.

“Allora andiamo!” disse Juniper, correndo in quella direzione, seguita da Nathan.

Nel frattempo, aveva iniziato a piovere. Inizialmente erano piccole gocce, poi si trasformò in un temporale.

Fortunatamente, i due gemelli riuscirono ad arrivare a casa poco prima che iniziasse a diluviare. Erano un po’ bagnati, ma non eccessivamente.

Erano da soli in casa poiché i genitori si trovavano a Los Angeles per lavoro da tre giorni.

Entrati in casa, posarono gli zaini e si tolsero le scarpe, poi andarono nelle proprie stanze a togliersi la divisa e mettersi qualcosa di più comodo. Poi ognuno trovò il proprio metodo per svagarsi. Nathan con i videogiochi, Juniper completando una ricerca per la scuola.

Dopo un paio di ore, i due fratelli si ritrovarono a parlare di quello che era accaduto quel giorno nel salone di casa, seduti sul divano mentre guardavano la televisione.

“Mi sembra fin troppo strano. È… assurdo! Queste cose esistono solo nei film di fantascienza!” disse Nathan, senza distogliere lo sguardo dal televisore.

“Hai ragione, è assurdo! Non so a cosa pensare… Come è possibile che noi non riuscissimo a superare quelle specie di barriera?”

Entrambi i gemelli erano perplessi. Non sapevano a cosa pensare.

“E se ci fosse qualcosa che noi non dobbiamo vedere, oltre quella barriera?” chiese Nathan, voltandosi verso la sorella gemella.

“La stai prendendo sul serio?” chiese Juniper, preoccupata.

“Non si può mai sapere… Magari potremo tornare a vedere…” disse Nathan.

“Quando?” chiese Juniper.

“Potremmo tornare domani pomeriggio, dopo la scuola. Può darsi che domani la barriera sia sparita.” disse Nathan.

“E a qual punto avremmo perso solo tempo.” disse Juniper, scuotendo leggermente la testa.

“Si, ma io sono curioso! Voglio andare fino in fondo alla storia!” disse Nathan, alzandosi in piedi.

“Beh, speriamo di riuscire a scoprire qualcosa…” disse Juniper, andando in camera sua. “Vado a prepararmi, tra poco devo uscire con David! Tu non dovevi andare agli allenamenti?”

“Ah, si! Me ne sono dimenticato! Quello che è successo oggi mi ha confuso un poco…” disse correndo in camera sua.

Juniper aveva l’armadio spalancato, che conteneva tanti vestiti, di ogni tonalità e stile possibili. Sceglieva con calma dei vestiti, poi li posava, li osservava e infine li riprendeva, molto indecisa su cosa indossare.

“Non so cosa mettere!” disse, prendendo in mano due vestiti, uno rosa pallido e uno nero.

“Juny, hai milioni di cose da indossare! È impossibile che non sai cosa mettere stasera!” disse Nathan, prendendo il borsone e indossando le scarpe.

“Tu quale sceglieresti?” chiese Juniper, mostrando i due vestiti al fratello.

“Quello rosa! Quello nero è troppo elegante…” le rispose, cercando di infilarsi un paio di scarpe vecchi, usati per praticare attività fisica.

“In effetti hai ragione…” disse la sorella.

Nathan era pronto ad andare agli allenamenti, così diede un bacio sulla guancia a sua sorella per salutarla, raccomandandole di tornare presto e di passare una bella serata. Sua sorella annuì, dicendo che avrebbe fatto attenzione.
 
 
Il giorno dopo i due ragazzi uscirono da scuola un’ora prima, siccome mancava un professore all’ultima ora, e andarono a controllare il vialetto dove avevano trovato quella barriera invisibile. Nathan era così curioso che correva molto velocemente. Voleva saperne di più, pensando di avere davanti una scoperta sensazionale. Quale segreto nascondeva quella barriera?

“NATHAN!! Non correreee!!” disse Juniper, cercando di stare dietro al fratello.

Improvvisamente si arrestò, facendo cenno alla sorella di fare lo stesso per evitare che andasse a sbattere. Erano arrivati nel punto preciso.

“È qui?” chiese la sorella, ansimando per la lunga e faticosa corsa.

“Esattamente…”

Nathan si avvicinò con la mano cercando di capire dove fosse il punto preciso. Con grande sorpresa, però, la sua mano non incontrò nessun muro invisibile.

“È sparito!” disse il ragazzo, facendo cenno a Juniper di avvicinarsi “Andiamo!!”

“Ok, però stiamo attenti!”

I due si incamminarono, cercando di rimanere cauti. Percorsero pochi metri, quando sentirono una voce dietro di loro, che li fece voltare:

“Dove state andando?”

La voce era di un ragazzo piuttosto strano, con dei capelli viola lunghi fino alle spalle, con le punte all’insù, e occhi azzurri. Indossava una giacca viola, una maglia marrone, un jeans e un paio di scarpe bianche. All’apparenza doveva avere diciotto o diciannove anni.

Vicino a lui c’era una ragazza, poco più bassa, che aveva i capelli blu, con due ciocche azzurr, dagli occhi magenta. Lei aveva un vestito bianco e azzurro, con un paio di mocassini. Lei doveva avere sedici o diciassette anni.

“Stiamo andando a casa.” Mentì Juniper.

“Voi non dovevate uscire tra un’ora?” chiese la ragazza in modo freddo.

“Mancava un professore…” disse Nathan. "Un momento...Ma come facevano a saperlo?" pensò dopo.

“E perché passate di qui?” chiese la ragazza.

Juniper iniziava a spazientirsi. Il comportamento di quella ragazza le stava dando sui nervi.

“Forse perché questa strada porta a casa nostra?”

“Voi non dovete assolutamente passare di qui!” disse il ragazzo, senza distogliere lo sguardo da Juniper.

“E chi saresti tu per dircelo? Sei il presidente?” chiese la gemella.

“Sono…”

Il ragazzo si paralizzò, come se avesse visto un mostro. La ragazza invece si mise sulla difensiva.

“Cosa c’è?” chiese Juniper, notando subito lo strano comportamento dei due.

“Allora?” li incitò Nathan.

Nessuno dei due rispose , si limitarono ad alzare il braccio verso i due gemelli. Le loro mani si illuminarono di una luce color azzurro, che sembrava attirare una leggera brezza.

Nathan si accorse di cosa stavano per fare.

“Juny! A terra!!”

Nathan si gettò a terra, tirando a sé anche la sorella. Nel medesimo istante, quel bagliore fu rilasciato dai due sconosciuti e viaggiò veloce.

“Ma siete pazzi?! Cosa vi abbiamo fatto?!” disse Nathan, rialzandosi, mentre la sorpresa  del momento lasciò il posto a una grande rabbia.

“Prima di giudicarci, guardatevi le spalle” disse la ragazza, indicando il viale.

I due si girarono e si trovarono davanti a uno spettacolo che, fino ad allora, per loro risultava impossibile da vedere nella vita reale.

Un mostro color nero pece era davanti a loro. Era alto quasi un metro e mezzo, ricoperto da un liquido nero denso e appiccicoso che gocciolava per terra. Aveva una grande mandibola, con denti affilati, e le orbite erano prive di occhi. Gli arti erano sottili e alle mani aveva degli artigli bianchi e taglienti.

“Che…diavolo…” disse Juniper con voce flebile, con un’espressione a metà tra il sorpreso e il terrore.

Il mostro si avvicinò a lei con un balzo. Juniper arretrò piano, cacciando un urlo per lo spavento. Il mostro allungò un braccio verso di lei, pronto a colpirla. La ragazza chiuse gli occhi e si preparò al colpo. In quel momento, il mostro fece un balzo. Poco dopo una luce bianca colpì il mostro, facendolo cadere a terra. La creatura si stava contorcendo dal dolore.

“Sei…sei stato tu?” disse il ragazzo dai capelli viola, guardando Nathan con stupore.

Juniper si girò. Nathan aveva ancora il braccio teso e la sua espressione era carica di sorpresa.

“Sono stato io… sul serio?” si chiese, guardandosi la mano.

Dopo un paio di minuti, il mostro si dissolse.

L’espressione dei due ragazzi cambiò. Ora sorridevano, come se avessero appena raggiunto un obiettivo.

“Allora…avevamo ragione!” disse la ragazza.

“Già, sorellina, questi due ragazzi sono Mezzi-Bariani!” disse il ragazzo.

“Mezzi-Bariani?!” dissero i due gemelli all’unisono.

“Ah, scusateci per i toni bruschi di prima. Dovevamo essere sicuri di quello che pensavamo. Comunque, io sono Nasch, e lei è mia sorella Merag.” Disse il ragazzo, indicando prima sé stesso, poi la ragazza che aveva vicino “Anche se non sembra, noi veniamo da un altro mondo, il Barian World. E io ne sono il re, mentre lei è un’imperatrice. Veniamo chiamati Bariani.”

I due gemelli ascoltarono attentamente le parole di Nasch.

“Comunque, vi abbiamo visto sbattere contro lo Scudo Invisibile creato da noi.” Disse la ragazza.

“Ma allora…siete stati voi!” disse Juniper, indicando i due fratelli.

“Beh, si… Era uno scudo fatto di energia Barian. Anche voi ne avete un certo quantitativo all’interno dei vostri corpi. Quello scudo possedeva troppa energia per voi. Ecco perché non riuscivate ad attraversarlo.” Disse Merag.

“Ma…cosa sarebbero i Mezzi-Bariani?” chiese Nathan.

“Bene, è molto semplice…”

Nasch raccontò una storia riguardo il loro mondo. Raccontò di una certa divinità sconfitta tempo fa grazie all’uso di un grande quantitativo di potere. Il re Bariano di quel tempo aveva esaurito quasi tutte le energie e in punto di morte le liberò, dicendo che sette umani avrebbero avuto questo potere. Aggiunse anche che la divinità si sarebbe risvegliata e che queste energie sarebbero servite per sconfiggerla nuovamente e per farla cadere in un sonno eterno, dal quale non si sarebbe più potuta risvegliare.

“E voi siete uno di questi sette umani a possedere il potere Bariano…” aggiunse Merag.

I due ragazzi non ci potevano credere. Erano in possesso di un potere che avrebbe potuto sconfiggere un nemico potentissimo.

“Beh, a questo punto vi aiuteremo… Credo che tutto ciò sia vero. Nathan ha sprigionato quel potere…” disse Juniper.

“Già… Però volevo chiedervi una cosa...” disse Nathan, facendosi avanti.

“Fa’ pure!” disse Nasch.

“Ecco…perché avete messo quella barriera?” disse Nathan.

“Beh, era per vedere come reagiva a voi. E poi sappiamo che voi percorrete questa strada, quindi ce ne siamo potuti accorgere subito.” Disse Nasch.

“Bene, ma come ci prepareremo?” chiese Juniper.

“Vi aiuteremo noi, state tranquilli!” disse Merag.

“Ah, capisco. Beh, ci divertiremo molto, mi sa!” disse Nathan.

“Beh, diciamo di si!” disse Nasch, sorridendo.

I sette umani erano stati trovati. Ora tocca agli Imperatori allenarli e farli diventare forti abbastanza da poter sconfiggere la divinità. È ora che inizia la vera storia dei sette combattenti leggendari, i cui poteri li hanno resi noti come “Mezzi-Bariani”.



Angolo Autrice

Bene, e anche Mister  "Piovra sulla testa" e sua sorella hanno trovato i loro...ehm, Mezzi-Bariani...
Beh, come al solito grazie mille per le recensioni e se volete darmi qualche consiglio su come migliorare la storia fatevi avanti ;)
Chissà cosa succederà più in avanti... Non vi resta che aspettare la prossima settimana! Ci vediamo al prossimo capitolo! Sciauuuuu!!!
 
  
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