Thailandia
“Go to Thailand, fall in love with a man.”
Matt si svegliò insolitamente presto, quella mattina.
Si strofinò gli occhi sbadigliando, poi guardò l’ora dall’orologio elettronico appoggiato sul comodino di fianco a letto.
“Le cinque e mezza?!” si meravigliò.
Dopotutto, era andato a dormire solo un paio d’ore prima.
Ma ormai era sveglio e non riusciva a riprendere sonno, per cui decise di alzarsi.
Tirò su la tapparella della finestra e si affacciò.
Per un momento credette di essere in paraidso, poi si ricordò che era semplicemente in Thailandia.
Era in pausa dal tour, alloggiava con la sua band in un albergo lontano da occhi indiscreti, in mezzo alla natura.
Si godette l’aurora che pian piano iniziò a tingere di un arancione delicato quella fresca mattina primaverile.
Restò fermo appoggiato al davanzale per molto tempo, prima di accorgersi che qualcuno lo fissava.
Sentendosi osservato, si voltò per controllare nella sua stanza, ma non c’era davvero nessuno.
Subito sentì un “psst” provenire da fuori, e automaticamente girò la testa alla sua destra: affacciato alla finestra accanto alla sua, c’era Brian.
“Ehy, mi hai fatto spaventare” disse Matt a bassa voce, quasi per paura di farsi sentire.
Brian fece una delle sue risate a mezza voce, poi lo guardò con occhi che sorridevano.
Matt non aveva mai pensato che il suo chitarrista potesse apparire così bello illuminato dai raggi candidi dell’alba.
“Scusa” sussurrò Brian, distogliendolo dai suoi pensieri.
“Come mai sei sveglio?” gli chiese timidamente Matt, giusto per avere qualcosa di cui parlare, e quindi una scusa per continuare a guardarlo.
“Stavo per chiederti la stessa cosa” rispose Brian, piegando leggermente la testa di lato.
Matt scrollò le spalle.
“Mi sono svegliato,” disse solo, “e tu?”
Brian sospirò e spostò lo sguardo sulla natura davanti a lui, poi lo riportò su Matt.
“Io non ho proprio dormito.”
Rimasero a chiacchierare per circa un paio d’ore, finchè Brian non si stufò del fatto di parlare dalla finestra.
“Perché non vieni qui?” chiese quindi a Matt, ottenendo come un risposta un “sì” fin troppo immediato che lo fece sorridere, mentre le guance del cantante si tinteggiarono leggermente di rosso.
Poco dopo si trovarono quindi seduti per terra nella stanza di Brian, a fissarsi senza sapere cosa dire.
Matt non lo sapeva, ma anche Brian provava quacosa. Amore, certo, ma non era semplicemente quello.
La connessione che Brian sentiva di avere con Matt non l’aveva mai provata prima. Ogni fibra del suo corpo gli diceva, gli urlava che Matt era l’unico. Era lui.
Per cui, per entrambi fu quasi naturale quello che successe dopo, come se sapessero esattamente cosa fare.
Erano rimasti per qualche minuto in silenzio, poi Brian allungò una mano verso il volto di Matt.
Gli accarezzò dolcemente le labbra con le sue dita affusolate, poi ci appoggiò le proprie per qualche secondo, prima di staccarsi e guardarlo sorridendo.
Era stato un bacio casto, senza pretese.
Matt fu sorpreso da quel gesto, ma subito sorrise di rimando.
Era proprio come nelle favole, dove l’amore è puro, innocente. In quel momento, Brian e Matt si sentivano in pace.
La giornata passò piuttosto in fretta.
Jimmy e Zacky torturarono Johnny per l’intero pomreiggio, fin quando quest’ultimo non si rifugiò dietro quell’armadio che era Matt, il quale pose fine alle sue sofferenze.
Brian passò gran parte della giornata a strimpellare qualche nota sulla sua acustica, cercando un nuovo ritmo.
Matt si era fermato ogni tanto ad ascoltarlo, come se il ritmo cercato da Brian fosse quello del suo cuore.
Quella sera la trascorsero, come al solito, nel bar dell’albergo. Ma mentre Zacky, Jimmy e Johnny si ubriacarono quasi subito, Matt e Brian vollero volutamente restare lucidi, e si limitarono a bere pochi bicchieri di birra.
La notte era limpida, ma Brian e Matt erano troppo impegnati a scoprire l’uno il corpo dell’altro, per badare alle stelle.
Dopo il bacio innocente che si erano scambiati quella mattina, i sospiri e i gemiti che riempivano il silenzio di quella notte erano decisamente meno casti.
Il risveglio fu però la parte più bella: erano ancora abbracciati, quando Matt socchiuse gli occhi.
Brian sembrava così tranquillo, il respiro regolare.
Matt osservò la fragilità di quel momento e ne assaporò la delicatezza, aspettando il risveglio di Brian.
Si sentiva stranamente tranquillo, come se nulla potesse rompere l’incantesimo di quell’istante.
Doveva essere quel posto. Forse tutta quella pace là fuori lo aveva contagiato interiormente.
Sentiva di avere il cuore leggero, e che la consapevolezza di Brian stretto ancora a sé gli desse la forza di respirare.
Matt respirava. Respirava grazie a Brian.
Si strofinò gli occhi sbadigliando, poi guardò l’ora dall’orologio elettronico appoggiato sul comodino di fianco a letto.
“Le cinque e mezza?!” si meravigliò.
Dopotutto, era andato a dormire solo un paio d’ore prima.
Ma ormai era sveglio e non riusciva a riprendere sonno, per cui decise di alzarsi.
Tirò su la tapparella della finestra e si affacciò.
Per un momento credette di essere in paraidso, poi si ricordò che era semplicemente in Thailandia.
Era in pausa dal tour, alloggiava con la sua band in un albergo lontano da occhi indiscreti, in mezzo alla natura.
Si godette l’aurora che pian piano iniziò a tingere di un arancione delicato quella fresca mattina primaverile.
Restò fermo appoggiato al davanzale per molto tempo, prima di accorgersi che qualcuno lo fissava.
Sentendosi osservato, si voltò per controllare nella sua stanza, ma non c’era davvero nessuno.
Subito sentì un “psst” provenire da fuori, e automaticamente girò la testa alla sua destra: affacciato alla finestra accanto alla sua, c’era Brian.
“Ehy, mi hai fatto spaventare” disse Matt a bassa voce, quasi per paura di farsi sentire.
Brian fece una delle sue risate a mezza voce, poi lo guardò con occhi che sorridevano.
Matt non aveva mai pensato che il suo chitarrista potesse apparire così bello illuminato dai raggi candidi dell’alba.
“Scusa” sussurrò Brian, distogliendolo dai suoi pensieri.
“Come mai sei sveglio?” gli chiese timidamente Matt, giusto per avere qualcosa di cui parlare, e quindi una scusa per continuare a guardarlo.
“Stavo per chiederti la stessa cosa” rispose Brian, piegando leggermente la testa di lato.
Matt scrollò le spalle.
“Mi sono svegliato,” disse solo, “e tu?”
Brian sospirò e spostò lo sguardo sulla natura davanti a lui, poi lo riportò su Matt.
“Io non ho proprio dormito.”
Rimasero a chiacchierare per circa un paio d’ore, finchè Brian non si stufò del fatto di parlare dalla finestra.
“Perché non vieni qui?” chiese quindi a Matt, ottenendo come un risposta un “sì” fin troppo immediato che lo fece sorridere, mentre le guance del cantante si tinteggiarono leggermente di rosso.
Poco dopo si trovarono quindi seduti per terra nella stanza di Brian, a fissarsi senza sapere cosa dire.
Matt non lo sapeva, ma anche Brian provava quacosa. Amore, certo, ma non era semplicemente quello.
La connessione che Brian sentiva di avere con Matt non l’aveva mai provata prima. Ogni fibra del suo corpo gli diceva, gli urlava che Matt era l’unico. Era lui.
Per cui, per entrambi fu quasi naturale quello che successe dopo, come se sapessero esattamente cosa fare.
Erano rimasti per qualche minuto in silenzio, poi Brian allungò una mano verso il volto di Matt.
Gli accarezzò dolcemente le labbra con le sue dita affusolate, poi ci appoggiò le proprie per qualche secondo, prima di staccarsi e guardarlo sorridendo.
Era stato un bacio casto, senza pretese.
Matt fu sorpreso da quel gesto, ma subito sorrise di rimando.
Era proprio come nelle favole, dove l’amore è puro, innocente. In quel momento, Brian e Matt si sentivano in pace.
La giornata passò piuttosto in fretta.
Jimmy e Zacky torturarono Johnny per l’intero pomreiggio, fin quando quest’ultimo non si rifugiò dietro quell’armadio che era Matt, il quale pose fine alle sue sofferenze.
Brian passò gran parte della giornata a strimpellare qualche nota sulla sua acustica, cercando un nuovo ritmo.
Matt si era fermato ogni tanto ad ascoltarlo, come se il ritmo cercato da Brian fosse quello del suo cuore.
Quella sera la trascorsero, come al solito, nel bar dell’albergo. Ma mentre Zacky, Jimmy e Johnny si ubriacarono quasi subito, Matt e Brian vollero volutamente restare lucidi, e si limitarono a bere pochi bicchieri di birra.
La notte era limpida, ma Brian e Matt erano troppo impegnati a scoprire l’uno il corpo dell’altro, per badare alle stelle.
Dopo il bacio innocente che si erano scambiati quella mattina, i sospiri e i gemiti che riempivano il silenzio di quella notte erano decisamente meno casti.
Il risveglio fu però la parte più bella: erano ancora abbracciati, quando Matt socchiuse gli occhi.
Brian sembrava così tranquillo, il respiro regolare.
Matt osservò la fragilità di quel momento e ne assaporò la delicatezza, aspettando il risveglio di Brian.
Si sentiva stranamente tranquillo, come se nulla potesse rompere l’incantesimo di quell’istante.
Doveva essere quel posto. Forse tutta quella pace là fuori lo aveva contagiato interiormente.
Sentiva di avere il cuore leggero, e che la consapevolezza di Brian stretto ancora a sé gli desse la forza di respirare.
Matt respirava. Respirava grazie a Brian.
Nota: la frase all'inizo è una citazione di Jared Leto.