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Autore: TheDoctor1002    11/08/2015    6 recensioni
Artemis conosce il mare. Lo ha solcato in lungo e in largo quando era in marina, vi ha disseminato terrore una volta cacciata e ancora oggi, dietro l'ombra del suo capitano, continua a conoscerlo.
Il suo nome è andato perduto molti anni fa: ora è solo la Senza-Faccia. Senza identità e senza peccati, per gli altri pirati è incomprensibile come sia diventata il secondo in comando degli Heart Pirates o cosa la spinga a viaggiare con loro. Solo Law conosce le sue ragioni, lui e quella ciurma che affettuosamente la chiama Mama Rose.
Ma nemmeno la luce del presente più sereno può cancellare le ombre di ciò che è stato.
Il Tempo torna sempre, inesorabile, a presentare il conto.
"Raccoglierete tutto il sangue che avete seminato."
//
Nota: trasponendola avevo dimenticato un capitolo, quindi ho riportato la storia al capitolo 10 per integrarlo. Scusate per il disguido çuç
Genere: Azione, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Corazòn, Donquijote Doflamingo, Eustass Kidd, Nuovo personaggio, Pirati Heart
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 2: Estremi rimedi all'Inferno

"Ti prego, Iva-sama!" ripetè la donna con un sorriso "Lo sai che la tua amicizia è un onore, ma non posso davvero accettare."
"Andiamo, splendore, pensaci bene!" Incalzò lei "Non è necessario che diventi una Newkama! Ti adoreranno lo stesso, saresti un idolo!" 
"Ne abbiamo parlato tante volte, è impossibile che io ti segua a Kamabakka" spiegò l'altra "Ho una ciurma e un capitano, ho dei doveri nei loro confronti! Cosa direbbero di me se non tornassi?"
"Quando ti metti in testa una cosa è davvero impossibile smuoverti, non è così? Non credevo di arrivare a dirlo, ma ci rinuncio: tu avrai pure a disposizione tutto il tempo del mondo, ad ogni modo per me non vale lo stesso e finirei per invecchiare prima di riuscire a convincerti. Cambiando discorso, ho appena realizzato che, in una settimana, ancora non hai mai risposto ad una mia domanda: cosa ci fai quaggiù? Un carcere di massima sicurezza non è certo il luogo migliore per una vacanza."
"Oh, non sono in vacanza. Anzi, oserei dire che non sono mai stata più impegnata, anche se è difficile a dirsi."
"Forse per qualcuno che non ti conosce, caramellina." rimbeccò Iva "Arrivi qui e dopo pochi giorni Impel Down cade a pezzi. Una coincidenza piuttosto insolita, non credi? Inizio a pensare che, durante i tuoi viaggi, ti porti dei guai per non annoiarti lungo la strada."
Artemis rise appena "Non c'è bisogno di portarmeli, sono loro a cercare me. Questi guai in particolare, ad essere sincera, sono effetti collaterali di cui non sapevo nulla. Credimi o no, sono venuta fin qui per Luffy dal cappello di paglia, per lui e nessun altro. Quel ragazzino per cui scalpitano nella sala affianco sarà la chiave di volta di processi inimmaginabili. Finora non ho mai incontrato nessuno di talmente importante. Credimi se ti dico che la storia verrà segnata dalla sua presenza. Se sia un bene o un male, ancora non so dirtelo, staremo a vedere, ma ho un buon presentimento."
"Potrei chiamarlo presentimento, ma sarebbe più corretto chiamarlo Time-time no mi, mi sbaglio?"
"In effetti, non ti sbagli" ammise la mora, portando alle labbra il bicchiere di vino che le era stato offerto poco prima.
La porta della stanza privata di Ivankov fu spalancata all'improvviso e Inazuma entrò, troncando a metà il discorso di Artemis.
"Iva-sama! Lui è qui!"
Il regino dei Newkama rivolse uno sguardo di intesa alla sua ospite, convinto che sapesse di quella comunicazione fin dall'inizio.
Normalmente, Artemis sarebbe stata felice di ricevere una notizia simile, se non altro perché confermava ancora una volta come le sue previsioni fossero sempre inequivocabilmente e indiscutibilmente giuste.
Tuttavia l'elettricità nell'aria, il sangue sulla giacca dell'uomo-forbice e quella sua vocina interiore di cui andava tanto orgogliosa, le dicevano che stava andando tutto inequivocabilmente e indiscutibilmente male.
Certo, come se un'insurrezione a Impel Down, Barbabianca che si aggirava come un falco sopra Marineford e un combattimento tra due dei quattro imperatori non fosse una situazione da definire inumanamente difficile.
"Dispiace se dò un'occhiata?" Si limitò a chiedere timidamente "Me la cavo abbastanza bene con le medicazioni, potrei dare una mano."
"Vieni pure, caramellina." Sospirò Ivankov, lasciando con riluttanza la sua poltrona e avviandosi verso l'uscita della stanza "Ultimamente questo posto si sta facendo fin troppo affollato."
Il regino Newkama chiuse la porta alle sue spalle, non senza qualche borbottio, e i tre si avviarono così lungo le strette scalinate che portavano all'imboccatura del livello cinque. 


Artemis fissò interdetta i due corpi insanguinati che giacevano ai suoi piedi. 
"Wonder-boy sembra coperto di...cos'è quel liquido? Acido? Ha l'aria corrosiva."
"È il veleno di Magellan" spiegò Inazuma "beh, uno dei tanti, perlomeno."
"Non sembrano neppure vivi" continuò lei, rivolta all'imponente figura avvolta in succinti abiti rosa e al suo secondo "Ma questo col cappello è sicuramente quello di cui parlavo poco fa. Potrei provare ad occuparmene io, se non ti andasse di darmi una mano, ma dovresti comunque ospitarmi per un altro giorno o due. Credimi, è davvero importante."
All'improvviso, quello avvelenato strinse la sua mano sulla caviglia di Artemis, attirando la sua attenzione.
Era una presa davvero forte, per qualcuno in quelle condizioni.
Lei gli si avvicinò, portando l'orecchio vicino alle sue labbra così che non si sforzasse troppo.
"Von-chan" riuscì appena a pronunciare con la gola riarsa dai gas del direttore della prigione "Lui si è battuto con i lupi per me. Dovete aiutarlo."
La figura al suo fianco sembrava priva di sensi, ma non c'era traccia di veleno sulla sua pelle.
Nonostante il level five fosse una tundra gelata, l'uomo che Artemis aveva identificato come Mr. Two Von Clay era nudo dalla vita in su.
La pelle in molti punti era livida e il freddo ed i lupi avevano aperto diversi tagli. 
"Aiutatelo, vi supplico" ripetè Luffy con determinazione. 
Iva-sama sembrava sorpresa, rivolse loro uno sguardo interdetto.
"L'altro se la caverà ma, senza il tuo aiuto, Cappello di Paglia non supererà le prossime tre ore. Dipende tutto da te, Iva."
Per un istante, il regino tacque, rivolgendo ad Artemis uno sguardo indagatore, cercando consiglio in quella figura che, con gesti delicati, studiava un modo di trasportare Mugiwara senza ferirlo ulteriormente o restare bruciata dai veleni.  
"Portateli giù" sentenziò infine "Qualcuno si occupi di Von-boy. Per quanto riguarda l'altro, ci penseremo io e te, Artemis. L'unica possibilità sarebbe quella di un'infusione curativa, ma sono ormoni pericolosi: anche nella possibilità che riuscisse a sopravvivere, perderebbe dieci anni della sua vita e non sappiamo se guarirà del tutto."
Artemis sorrise, sollevando Luffy di peso come se fosse un fuscello. Lui non sembrò nemmeno accorgersene, ma un barlume di lucidità lottava ancora per non abbandonare il suo sguardo. 
"Non preoccuparti. È una roccia: con il nostro aiuto se la caverà"
Solo una cosa sembrò oscurare per un istante il volto di Artemis: una sola parola che Luffy sussurrava tra i denti, quasi un riflesso condizionato.
Lei sapeva bene a chi appartenesse quel nome, quella manciata scarsa di lettere.
Lo ricollegava alle fiamme, al fuoco e alla lava.
Lo ricollegava alla morte, alla perdita e al dolore.
"Ace."

-//-//-//-

"Non per essere scortese, ma posso sapere chi sei? E, soprattutto, cosa ci fai sulla mia nave?"
Il ragazzo fissava perplesso la figura che era comparsa sul ponte all'improvviso.
Lei, avvolta in una tuta da meccanico bianca e con il volto nascosto da una maschera gialla, non sembrava disorientata né preoccupata dalla reazione che il suo ospite avrebbe potuto avere alla vista di una sconosciuta sulla sua imbarcazione. 
"Sono un tecnico." Si giustificò con voce calma, quasi stesse spiegando un concetto ovvio "Ho sentito che ti serve una mano con il tuo monoposto. Vorrei darci un'occhiata, se non ti dispiace."
L'espressione sul viso di Ace si fece ancor più confusa, per quanto fosse possibile, ma constatò presto che Artemis non intendeva rappresentare una minaccia. 
"Uh, capisco." Affermò quasi sovrappensiero, avvicinandosi alla sua inattesa ospite "E qual è il tuo nome?" 
"Mi chiamano la Senza-faccia. Dubito che qualcuno mi conosca con un nome diverso, quindi penso dovrai accontentarti di questo. Allora, ti interessa?"

Il guasto era una bazzecola, solo un pezzo sbeccato e semi-nascosto che sistemò in pochi istanti.
Pugno di Fuoco insistette perché prendesse i soldi della riparazione, ma lei continuò a rifiutare. 
"Ace" gli aveva detto, parlando col tono di una madre apprensiva "non mi interessano i soldi: l'ho fatto perché stai a cuore a uno che conosco. È un favore, accettalo. C'è solo una cosa che voglio in cambio: promettimi che starai attento. Questo mare è più pericoloso di quanto sembri e, per quanto tu sia forte, non devi mai permettere che questo ti impedisca di vedere la forza nei tuoi nemici. Non sottovalutare chi ti trovi davanti, mai. Promettimelo."
Per la prima volta, lui sembrò serio.
Ascoltò quelle parole con attenzione, sentendo la preoccupazione nella voce della misteriosa figura comparsa dal nulla.
"Ho capito!" Realizzò all'improvviso, incurvado le labbra in un mezzo sorriso "Devi essere amica di mio fratello Luffy, non è così?"
"Una specie" rispose "E sono venuta fin qui apposta per avvertirti: non sottovalutare Teach. Quell'uomo ha dei poteri che potrebbero reggere il confronto perfino con i tuoi e i miei: non prenderlo alla leggera."
"Quel ragazzino è sempre stato così assurdamente apprensivo" sorrise Ace, quasi senza ascoltarla "Ma anche io gli ho dato motivi per esserlo."
Oh, nemmeno immagini. 
"Non dovrei dirtelo." Ammise  Artemis "Sto infrangendo una delle più importanti regole dei viaggi temporali e interdimensionali, ma devi sapere: nell'ultima linea temporale, hai deciso di restare ad Alabasta insieme a tuo fratello fino alla fine. Proseguendo il tuo viaggio, Barbanera ti ha catturato e portato a Marineford. Se davvero non ti importasse di te, se per caso dovessi ancora sentire che quegli stronzi hanno ragione a dire che il figlio di Roger sta bene morto, almeno pensa a Luffy. Non fare idiozie: lui ha bisogno di te."

-//-//-//-

Gli aghi di Ivankov ebbero qualche difficoltà a trapassare la pelle di gomma di Luffy.
Il leggero sussulto del ragazzino, che parve accorgersi appena della puntura, spinse Artemis a dubitare che l'infusione stesse andando a buon fine . 
Non passarono che pochi istanti prima che un grido potente e nero di dolore squarciasse l'aria umida della Grotta.
Dalla gola di Cappello di Paglia scaturì un verso quasi animalesco, manifestazione di una sofferenza che pochi sarebbero stati in grado di sopportare.
"I-io devo farcela" Gridava lui "Io salverò Ace!"
Aveva mentito, al largo delle coste di Alabasta.
Artemis aveva visitato il mondo dopo la Guerra decine di volte  in altrettante linee temporali e, per quante raccomandazioni potesse avergli fatto, Ace, quel mondo, non era mai riuscito a vederlo.
Erano quelli che in gergo si chiamavano Eventi Fissi: tratti di storia definiti ed immutabili, incisi nell'esistenza.
A volte gli studiosi li chiamavano Crocevia del Tempo perché, per quanto diverse tra loro potessero essere le realtà alternative, quelli erano passaggi obbligati che le accomunavano tutte. 
Credi davvero di riuscire a opporti a una storia già scritta, Wonder-boy? 
"Lo salverò, torneremo indietro insieme!"
"Va' pure, Iva-sama. Da qui me ne occupo io."
Ivankov non poté fare a meno di notare la corazza di ghiaccio che la ragazza aveva indossato.
"Fai attenzione, caramellina" si raccomandò prima di lasciarla "e cerca di non strafare: il tuo capitano mi farebbe a fettine se ti succedesse qualcosa. O FORSE NON MI FAREBBE NIENTE!" 
Un fugace sorriso percorse le labbra della ragazza, alleggerendo appena il cuore di Iva, che uscì dalla stanza appena rincuorata. 
In verità, ciò che aveva generato quel sottile raggio di sole era stata la parola "Capitano", che l'aveva fatta ritornare nel rassicurante metallo del sottomarino, circondata dal calore opprimente delle macchine di cui si era sempre presa cura, affiancata da quei compagni che, dopo tanto tempo, erano per lei come dei figli.
Le mancava, quella sua famiglia.
Anche Luffy ha una famiglia ad aspettarlo. Non permetterò che ritorni in una bara. 
Lo sguardo folle di Cappello di Paglia si aggrappò disperatamente al sorriso dipinto di nero sulla maschera gialla di Artemis, quasi fosse l'ultimo brandello di una nave dopo un naufragio.
Lei lo osservava con distaccata professionalità, lasciando scorrere le mani sul petto ferito di lui, posizionandosi in corrispondenza del cuore. 
"Allaccia le cinture, Wonder-boy: non sarà affatto una passeggiata. Accelerated Timelapse."
Quando quelle parole scaturirono dalle labbra di lei, fu come se le avessero estratto l'anima dal corpo, trasformandola in cavi di luce che si strinsero attorno al torace di Luffy.
Sentiva il corpo di lui sgretolarsi come gesso nella sua presa e riforgiarsi frammento per frammento.
Le urla si fecero più assordanti che mai e Artemis iniziò a percepire sulla lingua il sapore stomachevole del sangue.

Passarono dieci ore.
Dieci ore di lavoro ininterrotto e grida, non si era mai sentita così sfibrata.
Fuori dalla grotta, le voci dei Newkama urlavano a Luffy di non arrendersi. 
Con una certa riluttanza, Artemis ruppe i legami e si allontanò dal ragazzino, trascinandosi fino ad una delle pareti e lasciandosi scivolare fino a sedersi sul pavimento. 
Sollevò appena la maschera e col dorso della mano tolse dalla guancia alcuni residui di sangue, rivolgendo a Cappello di Paglia uno sguardo. 
"Adesso tocca a te, Wonder-boy. Non posso davvero fare nient'altro."
Dalla superficie su cui era steso, Luffy emise un sospiro. 
"Qualcosa...qualcosa c'è."
"Già parli? Certo che sei un osso duro. Di cosa hai bisogno?"
Il ragazzino tacque per un momento, doveva riprendere fiato.
Sospirò ancora, come per prepararsi ad urlare, infine ebbe quella che Artemis scoprì essere la sua più comune reazione a praticamente qualsiasi cosa:"SANJI! CIBO!"
La voce infantile di lui quasi le perforò i timpani.
Si decise ad aprire la porta, percependo chiaramente la tensione dalla sala affianco. 
"È tutta insanguinata!" Commentarono gli Okama vedendola "Io dico che il ragazzino non ce l'ha fatta!" 
"Ma non l'hai sentito prima? Quel grido non può certo averlo tirato lei! No, no: cento berry che invece s'è salvato!" 
"D'accordo, ma lei come diavolo ha fatto a ridursi in quello stato?" 
Solo allora Artemis realizzò le condizioni in cui versava.
Il frutto aveva aperto numerose lacerazioni, crepando la sua pelle e lasciando trasparire frammenti di muscolo da fori grandi quanto un'unghia sparsi su braccia e gambe.
Man mano che l'adrenalina andava scemando, iniziava a percepire il bruciore delle ferite e le sembrava di  sbriciolarsi come intonaco ad ogni singolo movimento. 
Law si sarebbe infuriato a morte, vedendola così.
Senza dubbio, l'avrebbe curata e le avrebbe girato intorno con un'espressione di biasimo dipinta in faccia per giorni, senza mai rivolgerle la parola. 
"Allora?! Non avete sentito che ha detto?" Il tono autoritario che aveva sviluppato dopo lunghi anni nella sua ciurma riuscì a sovrastare il vociare di tutti i presenti.  "Portate tutto il cibo che avete: crudo, cotto...conoscendolo non ha importanza, basta che sia energetico. Deve rimettersi in forze."
I Newkama sfrecciarono come saette verso le dispense, dando il via ad una trafila che sarebbe continuata per diverso tempo.
Appena riuscì a liberarsi, Artemis si trascinò fino ad Ivankov. 
"Sai, penso di aver bisogno di un po' di riposo anche io..." ammise. 
"Hai...accelerato i processi? È perfettamente guarito?"
"Per guarire da un avvelenamento simile potrebbero servire mesi, ma sicuramente sta meglio di prima" rispose con un debole sorriso "perfino il Dottorino non avrebbe saputo fare di meglio in così poco tempo."
"Giusto parlando di lui, guarda in che stato sei ridotta." L'ammonì Iva "Se non ti rimetto in sesto mi ucciderà. E stavolta non sto scherzando." 
Artemis restò in silenzio, mentre Ivankov dava alcune disposizioni e continuava nel frattempo a parlarle.
Non che riuscisse a capire cosa stesse dicendo, ma dalle parole che riuscì a cogliere, si trattava quasi certamente di un rimprovero.
Tutto sembrava ovattato ed estraneo.
"Promettimi che mi porterai" chiese lei, di punto in bianco, fissando un punto imprecisato tra la folla "promettimi che mi farai arrivare fino a Marineford" 
"A Ma-Marineford?" Balbettò Iva "Sei uscita completamente di senno? A stento ti reggi in piedi, come puoi pretendere di arrivare fino a-" 
"Promettimelo, Iva. Faccio totale affidamento su di te: devo arrivare lì e proteggere Wonder-boy, qualsiasi cosa accada. Posso fidarmi?" 
Ivankov fece per ribattere, ma non aveva il tempo nè le energie per discutere.
Inoltre, c'era il rischio che lei si infervorasse, peggiorando ancora di più la sua situazione.
"E sia, signorina Testa Dura, ti porterò fino a Marineford. Contenta?" 
Un debole sorriso illuminò il volto di Artemis, la quale ebbe appena la forza di pronunciare un "Si, molto" prima di crollare per il sonno.

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Ancora una volta mi trovo a ringraziare il pazientissimo Aven90, il mio beta che, davvero, contando gli errori che c'erano in bozza, mi chiedo come mai non mi abbia ancora scaricata :')

   
 
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