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Autore: martinapedrazzini8    11/08/2015    1 recensioni
Storia camren, crossover grey's anatomy da come si può intuire dal titolo. Si tratta della mia prima ff. Beh, buona lettura.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Mi dirigo nel mio nuovo ufficio dove trovo David aspettarmi appoggiato alla mia scrivania. -Ehi Dav, come stai?- gli chiedo mentre lo abbraccio. -Ciao Lauren, tutto bene, ho appena visto i nuovi specializzandi e devo ammettere che quest’anno c’è una vasta scelta- dice muovendo le sopracciglia in modo malizioso e scatenando una risata da parte mia. -Oddio David stai a pensare sempre a quello?- gli chiedo sempre continuando a ridere. -La penserai come me appena li vedrai, fidati.- risponde lui. -A proposito, devo andare che quest’anno tocca a me fare l’accoglienza a quelli del primo anno, mi accompagni?- -Molto volentieri, dai andiamo- mi dice mentre iniziamo a incamminarci verso l’entrata dell’ospedale dove ci attendono i nuovi arrivati. Ci siamo, non molto distanti da noi si trovano i nuovi specializzandi, faccio un cenno a David come per procedermi e richiamare l’attenzione dei ragazzi. David si schiarisce la voce forte in modo tale da farsi sentire e sovrastare il brusio che creano parlottando fra di loro e appena tutti si girano verso di noi la noto, lei, la ragazza che occupa la mia mente di giorno, di notte, diciamo costantemente, da un paio di mesi, da quel fatidico giorno, è proprio qui a pochi metri da me. Flashback *suono del cercapersone* ‘non ho nemmeno il tempo di prendere un caffè tra un’emergenza e l’altra, questa giornata sembra non finire più ed è ancora pomeriggio e dovrò fare il turno fino a domani mattina. Sono ancora al mio ultimo anno di specializzazione mancano solo poco più di due mesi e le giornate finalmente diventeranno meno pesanti da chirurgo, non vedo l’ora.’ Penso fra me e me mentre sbuffo e mi dirigo in proto soccorso dove hanno richiesto un consulto ortopedico. Appena arrivata un’infermiera mi informa della situazione, una ragazza sulla ventina ha avuto un incidente stradale molto grave. Stava attraversando la strada in bici quando una macchina spunta dal nulla a tutta velocità e la investe. Hanno fatto accertamenti sullo stato dell’autista e si è scoperto che si trovava sotto l’uso di sostanze stupefacenti. Inizio a visitare la paziente e mi rendo conto che anche Normani è qui con me, a quanto pare hanno richiesto il suo aiuto e mi sembra corretto notando che la ragazza si ritrova un pezzo di manubrio della bici infilato nel fianco. La ragazza continua dimenarsi per il dolore e si vede che è spaventata allora cerco di richiamare la sua attenzione per distrarla almeno un po’. -Ciao, io sono Lauren, tu come ti chiami?- le chiedo il più dolcemente possibile. -D-dinah- mi risponde con la voce tremolante. -Bene Dinah, fra poco ti daremo qualcosa per il dolore e poi ti opereremo subito, vedrai che andrà tutto bene, stai tranquilla okay?- le dico con un tono rassicurante. Lei si limita ad annuire. Facendo un controllo rapido prima di entrare in sala ho scoperto che la ragazza si ritrova con un polso slogato e il femore fratturato. Faccio appena in tempo a finire il controllo che bisogna portare la paziente in sala operatoria perché il manubrio sta causando una emorragia interna. Appena in sala, mentre Normani cerca un modo per riuscire a estrarre il manubrio, cerco di sistemare la frattura del femore e mi rendo conto che si tratta di una frattura multipla del femore distale. Con il bisturi faccio un’incisione e inizio ad operare quando ad un tratto riescono a estrarre il manubrio, ma Dinah va in arresto cardiaco. -Lauren cerca di richiudere il prima possibile, serve più sangue possibile se vogliamo che non muoia. Opererai un altro giorno, aiutami qui.- mi dici Normani. Decido allora di mettere un fissatore esterno temporaneo, metto dei fili di metallo e delle viti che verranno successivamente fissate ad una barra al di fuori della pelle. Questo dispositivo è un telaio stabilizzante che permetterà di mantenere le ossa nella posizione corretta fino a quando non la riopererò. Finito il fissaggio vado di fronte a Normani e inizio ad aiutarla. Per fortuna riusciamo a rianimarla e a bloccare l’emorragia. -C’è una ragazza che chiede come sta andando l’operazione, penso sia una sua parente.- ci avverte un’infermiera che è appena entrata in sala. -Lauren vai pure a informare la ragazza, tanto ora ho tutto sotto controllo, devo solo chiudere e portarla in terapia intensiva, se supera la notte potrai operarla domani per il femore.- dice Normani senza guardarmi intenta a concludere l’operazione. Così mi dirigo fuori dalla sala operatoria per informare la parente della mia paziente. Un’infermiera mi indica una ragazza girata di spalle. Mi avvicino e le tocco gentilmente una spalla per richiamare la sua attenzione, appena si gira rimango senza fiato. Occhi scuri, profondi, i più belli che abbia mai visto, le donano un’aria così innocente. Pelle ambrata e viso dolce incorniciato da dei lunghi capelli castani. -Lei è la dottoressa che ha operato Dinah?- una voce, la sua voce, mi riporta alla realtà. -S-si- mi schiarisco la voce prima di continuare. -Si sono io, lei è una parente?- -No, no. Sono la sua migliore amica, ma la prego mi dica che sta bene.- mi supplicò la piccola ragazza. -Non potrei dirle niente prima dell’arrivo dei suoi genitori o comunque un parente.- le dico dispiaciuta. -La prego, i suoi genitori sono morti, io sono tutta la famiglia che ha.- mi dice con le lacrime agli occhi. -Eh va bene signorina..?- -Camila, Camila Cabello, mi dia del tu.- mi risponde. -Okay, io sono Lauren Jauregui. La tua amica è ancora in sala operatoria, ma l’operazione sta per concludersi. Ha dovuto subire un intervento molto complicato, ma è andato tutto bene. Domani, in base a come sta Dinah, dovremmo rioperare per sistemare il femore, per ora le abbiamo installato un fissatore esterno. Appena potrà ricevere visite ti verrò a cercare.- concludo guardando Camila e sorridendole. -Grazie, grazie mille davvero.- mi risponde con le lacrime agli occhi e abbracciandomi di slancio. Io le sorrido imbarazzata e appena si stacca dall’abbraccio mi dirigo a cercare Normani per chiederle come si sia concluso l’intervento. OH EHI, VOLEVO INFORMARVI CHE IL FLASHBACK NON SI È CONCLUSO QUI, MA SICCOME DIVENTAVA TROPPO LUNGO DA SCRIVERE TUTTO IN UN SOLO CAPITOLO, HO PENSATO DI DIVIDERLO IN PIÙ PARTI. EH NIENTE ERA SOLO QUESTO CHE DOVEVO DIRE, QUINDI, BOH, AMACABANANE A TUTTI.
   
 
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