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Autore: GiadaGrangerCullen    11/08/2015    1 recensioni
"Intrappolata nel tentativo di un sorriso. Con il desiderio di parlare, di urlare al mondo ciò che aveva dentro. Sorrideva, ma era una trappola, uno specchio per le allodole. Senza di lui, Lily era niente.
Intrappolata dalla sua stessa ostinazione. Con il desiderio di confessare tutto, di scrivere a quel qualcuno ciò che da tempo nascondeva. Sorrideva, si fingeva compiaciuta. Ma senza di lui, Lily era triste."
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Sirius Black | Coppie: James Potter/Sirius Black, James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Intrappolata nel tentativo di un sorriso. Con il desiderio di parlare, di urlare al mondo ciò che aveva dentro. Sorrideva, ma era una trappola, uno specchio per le allodole. Senza di lui, Lily era niente.

Intrappolata dalla sua stessa ostinazione. Con il desiderio di confessare tutto, di scrivere a quel qualcuno ciò che da tempo nascondeva. Sorrideva, si fingeva compiaciuta. Ma senza di lui, Lily era triste.

Perché da quando James Potter aveva iniziato ad uscire con Sirius Black, il mondo le era crollato addosso. Non aveva mai pensato che i due con il tempo potessero diventare più che amici, non aveva mai visto dei ragazzi come dei potenziali rivali nella conquista del cuore di Potter. Eppure era successo, segretamente i due Malandrini uscivano assieme e Lily faceva i sorrisini ad entrambi, si fingeva entusiasta, mentre dentro di lei qualcosa andava sgretolandosi. Non poteva confessare a nessuno che era segretamente innamorata di James Potter, non ora che lui era così felice con Sirius e che erano diventati così buoni amici. Si era addirittura azzardata a dargli dei consigli per aiutarlo a sistemare dei piccoli diverbi con il suo partner durante una ronda, sapeva mascherare davvero molto bene il dolore e sperava che prima o poi quella stupida cotta le sarebbe passata. Quel che le importava era la felicità di James, nient’altro.
Quell’idiota di Potter continuava a pavoneggiarsi con tutte le ragazze, a mostrare i suoi muscoli (neanche troppo sviluppati) e a mascherare in ogni modo la sua omosessualità. A Lily la cosa dava doppiamente fastidio, perché se James fosse stato il suo ragazzo, non gli avrebbe mai permesso di comportarsi in quella maniera, sarebbe stata gelosa. Vedeva tutto quell’esibizionismo come una mancanza di rispetto verso Sirius e sebbene non le piacesse l’idea che i due stessero insieme, odiasse scoprirli a baciarsi e toccarsi in qualche corridoio deserto, la cosa la disturbava ugualmente. Forse perché in fondo Lily non aveva mai perso la speranza che si lasciassero e che James corresse da lei per farsi consolare e per innamorarsi nuovamente di lei. James Potter, però, non era il suo ragazzo e mai lo sarebbe stato, doveva metterselo bene in testa. Ormai, però, per la rossa era difficile sfuggire al fascino del suo compagno di Casa e proprio non ci riusciva a smettere di pensare a lui, a cercare di guardare altrove. Il loro rapporto di amicizia era diventato troppo forte, troppo indelebile, ma comunque troppo poco per la Evans, che desiderava ardentemente un bacio, un bacio vero, un bacio che non avrebbe rifiutato con un schiaffo come negli anni precedenti. In risposta a questo desiderio c’era solo il vuoto, un vuoto che cresceva dentro Lily e invadeva tutto il suo essere. E lei desiderava solamente poter rispondere con un sorriso agli occhi di chi le faceva la corte, ma il suo cuore era spento, ormai. Tutto in lei era diventato freddo, vuoto, inutile. I suoi occhi avevano perso quella vivacità che l’avevano sempre caratterizzata e per di più, dal mondo esterno a Hogwarts, arrivavano solo brutte notizie. Sempre più gente moriva, sempre più innocenti venivano rapiti e scomparivano. L’intera strada in cui Lily viveva era stata fatta saltare in aria, centinaia di morti. L’angoscia di non sapere cosa ne fosse della sua famiglia la rendeva scostante. Se ne stava spesso in biblioteca da sola o su in guferia, aspettando notizie. Per giorni le lacrime erano alle porte dei suoi occhi, le sembrava che nulla potesse avere più senso, ma non piangeva, non voleva cedere al dolore. Si nascondeva dietro al suo solito sorriso spento, tirato. Una mattina, poi, poco prima di Natale, arrivò una lettera. Era Petunia, era viva. Non portava, però, buone notizie. Fu in quel momento che il mondo le crollò addosso. La consapevolezza di essere sbagliata crebbe fortissimo in lei, fece appena in tempo ad uscire dalla Sala Grande prima che i singhiozzi la colpissero e, accasciata dietro un’armatura in un corridoio abbandonato, lasciò sfogare tutto quello che per mesi si era tenuta dentro.

Intrappolata nel tentativo di costruirsi una vita. Con il desiderio di essere felice, di innamorarsi. Sorrideva, ma era già morta dentro. Senza di lui, Lily era persa.

Intrappolata dalla guerra. Con il desiderio di combattere, di trovare vendetta. Non riusciva più a sorridere. Senza di loro, i suoi genitori, Lily era sconfitta.

Chissà quanti minuti, ore o secoli dopo, qualcuno trovò la Evans rannicchiata in un angolo del castello. Era un qualcuno di amico, che la abbracciò forte. Lei si strinse in quell’abbraccio come se ne dipendesse la sua stessa vita. Una voce le prometteva che sarebbe andato tutto bene, che ci sarebbe stato sempre lui a proteggerla, che la amava. A quella parola, Lily si calmò. Con gli occhi rossi per il troppo piangere, ma ormai asciutti, lo guardò negli occhi e le prime e uniche parole che le uscirono di bocca in quella terribile giornata furono: “Vaffanculo, Potter!”, seguite da uno schiaffo sulla guancia. Subito dopo era in piedi e fuori dal campo visivo del ragazzo.
Ci sarebbero voluti ancora dei mesi a quel malandrino di un Potter per farsi perdonare per il terribile giochetto che aveva architettato con il suo migliore amico per farla ingelosire, mesi perché lei smettesse di urlargli che le aveva fatto il peggiore scherzo del mondo ogni volta che le si avvicinava. A Lily ci sarebbero voluti mesi anche per superare il trauma di essere rimasta orfana, forse anche più di quanti le ci vollero per fare pace con James e per mettersi finalmente insieme a lui.
Alla fine, però, era riuscita a sorridere per davvero. Aveva trovato qualcosa per cui lottare, il tempo di Hogwarts era finito, Lily e James si erano sposati e avevano avuto uno splendido bambino.  Purtroppo, però, la felicità non è fatta per durare a lungo.

Intrappolata nel tentativo di salvare suo figlio. Con desiderio di poter uscire un giorno da quella loro prigione dorata. Sorrideva, perché nonostante tutto erano ancora tutti e tre insieme. Senza di loro, Lily sarebbe persa.

Intrappolata dalla paura di morire. Con il desiderio di salvare suo figlio. Non sorrideva più, suo marito era morto. E presto lei l’avrebbe raggiunto.
   
 
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