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Autore: ValeFury_EH    13/08/2015    4 recensioni
In quei tre giorni la mora, continuava a rimuginare su cosa stessero facendo i due bambini chiusi in quella stanza: aveva pensato a qualsiasi cosa anche le situazioni più scettiche. Ma non avrebbe mai potuto immaginare cosa stesse davvero accadendo in quella stanza a casa del dottor Agasa.
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ran ancora non si spiegava cosa facesse Conan nella stanza di Ai a casa del dottor Agasa: era da tre giorni ormai che non lo vedeva, da tre giorni che ogni volta che lo chiamava, per sapere se stesse bene e cosa stesse facendo, lui rispondeva sempre: “niente Ran, sono cose da bambini, stai tranquilla” richiudendo immediatamente la conversazione in faccia alla karateka. Più volte aveva chiesto al dottor Agasa spiegazioni, ma anche lui non sapeva niente: vedeva i due finti bambini solo per mangiare e quando finivano tornavano immediatamente in camera loro chiudendo a chiave la porta della stanza. In quei tre giorni la mora, continuava a rimuginare su cosa stessero facendo i due bambini chiusi in quella stanza: aveva pensato a qualsiasi cosa anche le situazioni più scettiche. Ma non avrebbe mai potuto immaginare cosa stesse davvero accadendo in quella stanza a casa del dottor Agasa.
 Ai saltò in piedi urlando di gioia: la sua regina aveva appena “mangiato” il re dell’amico, rimasto a terra visibilmente affranto, mentre guardava la scienziata esultare. “A ti ho battuto ancora Kudo!” disse lei mentre prendeva un gesso e si avvicinava verso la lavagna posta in un angolo della stanza. “Be mio caro detective, credo proprio che ti ci vorrà molto piú della tua intelligenza investigativa per battermi” disse mentre scriveva il numero quarantacinque sotto al suo nome e lasciava il numero trentotto sotto il nome del moro. Il detective rimpicciolito si alzò in piedi allungando la mano destra verso la coetanea “facciamo un’altra scommessa” disse lui con espressione determinata “ultimo gioco: chi vince questo vince tutto!” disse guardando l’amica dritta negl’occhi. Ai a quella determinazione negl’occhi dell’amico sorrise, strinse forte la mano del finto bambino e disse “ok Kudo ci sto! Anzi scegli tu il gioco” sentendosi dire così al moro brillarono gl’occhi “aspetta qua!” disse prima di scomparire nel corridoio difronte alla stanza. Ai si sedette a terra sorridente, per l’atteggiamento dell’amico, e pensierosa: ripensava alle serie di eventi che li avevano portati a scommettere su chi tra i due finti bambini fosse più bravo nei giochi, visto che i detective boys raramente li vedevano giocare come gl’altri ragazzini, avevano chiesto loro chi fosse il più bravo e così da tre giorni erano rinchiusi in quella stanza a divertirsi e sfidarsi l’un l’altro. Ai rise ancora pensando alle diverse espressioni che Conan aveva tirato fuori in quei tre giorni. La scienziata arrossì a quei pensieri. Era proprio innamorata di quel piccolo detective che ogni volta la faceva ridere. La figura di Conan con in mano il gioco da tavolo “Cluedo” fece ridere di gusto l’amica. Conan pensò che Ai era proprio bella quando, in rare occasioni, rideva. Un sorriso spensierato e puro che scacciava via ogni cosa intorno al piccolo detective occhialuto, lasciando spazio solo a lei. Il moro arrossì lievemente. “Va bene Kudo starò al tuo gioco” disse la ramata levando dal pavimento la tavola degli scacchi e facendo posto al nuovo gioco. Iniziarono la partita e a Conan sembrava già di avere la vittoria in pugno. Immaginate la faccia di lui nel vedere l’amica stracciarlo completamente al gioco in cui era sicuro di poter vincere. “Mi spiace Kudo ma anche…” “rivincita!” disse lui stroncando la frase dell’amica, senza staccare gl’occhi dal tabellone e iniziando a rimettere tutte le pedine e le carte al proprio posto sul tabellone. Ai sorrise nel vedere l’amico ancora una volta così determinato a vincere. “D’accordo detective, rivincita!” E così passarono tutta la notte a giocare, dove, da una parte Ai vinceva ogni volta esultando, mentre Conan urlava “rivincita!” ogni volta che si concludeva il gioco. Immaginate la faccia di Ran quando il mattino seguente vide i due, addormentati, sdraiati a terra: Ai aveva la testa sulla pancia di Conan mentre quest’ultimo teneva ben stretta la mano dell’amica. Ran sorrise a quella visione.

Ore dopo: telefono di shinichi Kudo
“Guarda che carini!” diceva un messaggio scritto da Ran, che in quel momento il detective rimpicciolito stava leggendo, con allegata una foto che ritraeva lui e Ai addormentati vicini, con la mano di Conan che teneva, avidamente stretta a se, la mano dell’amica. “Oh merda!” esclamò Conan sperando che nessun’altro avesse visto quella foto. Ma caso volle che anche Agasa avesse fatto una foto ai due bambini addormentati che aveva prontamente inviato ai detective boys. La ramanzina che il giorno dopo Mitsuiko, Ayumi e Genta fecero a Conan, lasciando stare Ai che si diceva essere ignara di tutto ciò che era successo quella sera e scaricando la colpa completamente sul piccolo detective. La ramata lì vicino ai suoi amici, rideva sotto i baffi, guardando l’amico in quella situazione. “Ehi! Dammi una mano!” bisbigliò ad Ai “no mio caro detective veditela da sola stavolta” disse lei mentre rientrava a casa del dottor Agasa sorridendo. Conan la vide e fu entusiasta di vedere la sua migliore amica essere felice in quel momento. Poi tornò a essere sgridato dai suoi coetanei ~aaaaahhhh! Qualcuno mi aiuti!~ Pensò il finto bambino disperato.

  
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