Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: VanillaMilk95    13/08/2015    3 recensioni
Cosa succederebbe se i personaggi di Frozen vivessero ai nostri giorni?
Se Anna da sola dovesse prendersi cura di Elsa in quei anni bui della sua infanzia?
Se la storia che conoscevate alla fine fosse stravolta?
Anna continuerebbe nel nostro mondo reale a trovare il modo di salvare sua sorella?
Mi chiamo Anna e come ogni storia tutto iniziò quando nacqui. I miei genitori furono meravigliosi fino a quando scomparirono dalla mia vita, senza un come né un perché. Dovetti arrangiarmi con le mie proprie forze, e la mia vita stava andando come avevo programmato, fino a quando una parte importante della mia vita non ricomparve, stravolgendo ogni cosa. Ma quel qualcosa, alla fine, mi accorsi di rivolerlo ad ogni costo, insieme a mia sorella.
Ma prima di riaverla dovetti spalancare l'ultima porta; Con la frase di mio padre " Anche un fiore dopo una tempesta può tornare a sbocciare"
PS: spero vi piaccia, un saluto da "Luna the night_light"
Genere: Fantasy, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Hans, Kristoff, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Così presi coraggio e ad alternanza di giorni parlai con i miei genitori.
Non volevo parlare della loro assenza. Dovevo discutere della mia vita e su ciò che volevo fare.
Nel mio conto corrente durante la mia crescita avevano messo un bella somma di denaro. Fu allora che gli chiesi se avevo il permesso di spendere una piccola parte di quel denaro per cercare casa e incominciare ad avere una vita mia.
Non mi diedero un’immediata risposta. Ma forse capirono che fu la cosa giusta, ormai non ero più una bambina ero cresciuta ero una piccola donna, Pronta a farsi forza con le sue mani.

Dopo un’attenta ricerca, trovai una bella casa proprio a Tyholmen era al penultimo piano , con una vista stupenda di notte e si riusciva a vedere quasi tutta la città illuminata , non era come Arendelle, vecchia e ancora immersa nel passato. A Tyholmen ogni mattina ti svegli con la consapevolezza che ogni giorno sarà sempre futuro e che il tempo non si fermerà.
Prima di acquistare la casa cercai lavoro nelle vicinanze, era un negozio di giocattoli in centro città a quasi mezz’ora di viaggio , mi piaceva, anzi, lo adoravo. Dopo tutto sono sempre stata un po’ bambina dentro e ritrovarmi dentro ad un negozio di giocattoli era meraviglioso e aveva un non so che di magico.

Forse stavo rincominciando a vedere la luce del sole e mi stavo rialzando. La vita finalmente per Anna aveva il suo lieto fine! Almeno così  pensavo … mi accorsi presto che il vero lieto fine è solo quando tutto viene rimesso apposto.

erano passati due anni  ed era un giorno qualunque, nevicava la città intera era bianca e candida e la gente fuori sembrava felice , la gente andava e veniva dal negozio per comprare o solo per dare uno sguardo, io stavo sistemando uno degli scaffali con appoggiate delle bambole di pezza, quando sentì che qualcuno mi tirava il vestito.
- mi scusi … -
Mi chinai per capire cos’era, per mia sorpresa fu una bambina che aveva all’incirca 5 anni, i suoi capelli erano di colore castano miele con due codini e un vestitino giallo chiaro.
- oh ma ciao. Hai bisogno di qualcosa? Dove la tua mamma o il tuo papà?
La bambina con il dito in bocca indicò infondo un uomo alto con indosso una divisa da ufficio al telefono.
- è lui il tuo papà?
Lei annuì ancora una volta. - vorrei una bambola di pezza.
- ah si … è un’idea meravigliosa. Ma hai il permesso di tuo padre, per comperarne una?
La bambina annui sorridendo; non sapevo se aveva detto la verità ,  ma la mia priorità era accontentare il cliente piccola o grande che era, e se avessi dubitato il genitore poteva arrabbiarsi.
Ma per fortuna il padre smise di stare al telefono e si avvicinò alla sua figliola.
- allora Gerda , hai deciso? 
- non ancora - sorrise la bambina.
- qui abbiamo delle belle bambola di pezza appena arrivate , pronte per un nuovo amico, scegline una dentro allo scatolone se vuoi.
La bambina non se lo fece ripetere due volte e si fiondo nella scatola.
Io e il genitore ci scambiammo un sorriso , passarono svariati minuti, quando la bambina ne tirò fuori una entusiasta e subito se la strinse al cuore. - Voglio questa! - era una bambola con i capelli corti biondi dei pantaloncini e una maglietta azzurrina con una giacchetta di jeans , era un maschio , di solito le bambine scelgono le bambole con i vestiti più sgargianti. 
- sei sicura di volere quella? - rispose il padre 
Si! E’ per Kai , così non penserà  più all’influenza e starà meglio? - disse entusiasta.
Il padre gli sorrise teneramente - Kai ne sarà veramente felice.
Il gesto di quella bambina mi sbalordì, aveva scelto un giocattolo per un altro invece che per se stessa. - Kai e tuo fratello?
- si, - annui la bambina -è a casa a letto con la febbre ed e triste perché non può giocare fuori con la neve. Così gli regalo questa bambola! E sarà di nuovo felice!
- sei una bambina davvero dolce e generosa.- 
Mi chinai verso la scatola e presi una bambola con i due codini color miele. E un vestitino giallo chiaro come quello della bambina.
- per la tua bontà , ti do questa bambola .
- ma no … non possiamo. - ripose il padre 
- stia tranquillo è un regalo da parte mia
Il padre e la bambina mi ringraziarono , e andarono via con il sorriso tra le labbra ed io con il mio.  
Fu allora che una pesante nostalgia del passato ricomparve,  guardai il mio cellulare pensando ai miei genitori ,ma sfortunatamente era scarico , ma mi convinsi che era improbabile che potessi ricevere una loro telefonata, poiché se lo avrebbero fatto sarebbe stato verso sera. 
- Anna …  Anna! -  una voce scosse quei pensieri davanti a me c’era la mia collega. 
- si dimmi Mari - 
- c’è un infermiere al telefono che ti cerca - 
In quel momento non capì per quale motivo un infermiere mi avesse chiamata. Pensai che avessi mancato a qualche appuntamento per una visita, ma mi domandai come potessero sapere dove lavorassi, confusa presi il telefono.

- pronto?
- Salve ,  lei e la signorina Anna ? Era una voce seria e maschile 
- si … mi dica.
- e la figlia di Idunn e Agdar?
In quel momento sgranai gli occhi e rimasi quasi senza respiro, riuscì solo a dire una frase - si .. c-he … m-mmi dica
 - ieri sera i suoi genitori hanno avuto un incidente .- 

In queste situazioni puoi capire la gravità della situazione.
Se il medico ti inizia a spiegare il come e avvenuto e come anno trasportato la persona cara,  hai  ancora speranza di rivederli ,se ti dicono

- mi spiace … - E’ solo troppo tardi  … - non c’è l’hanno fatta. 
Il dottore mi spiego che erano in traghetto ma qualcosa era andato storto, i motori avevano preso fuoco e perdendo il controllo erano andati a sbattere contro gli scogli, al momento dell’impatto i miei erano nella loro stanze e  l’acqua li intrappolò immediatamente; in pochi minuti la loro camera fu inondata finendo per morire per annegamento . I soccorsi erano arrivati quasi subito ma per tutte le persone sotto coperta era troppo tardi. non c’era più niente da fare.
Rimasi in silenzio senza dire nulla. Penso che in quel momento il dottore si aspettò una reazione: pianti, urli o disperazione. Ma ero troppo scioccata, non riuscivo a realizzare l’accaduto, a rendere tutto ancora più insensato  c’era una strana canzoncina per bambini che echeggiava nel negozio .
- signorina è ancora in linea?-  chiese ancora il dottore
- si … - risposi con un fil di voce.
- lo so che forse non e il momento opportuno , ma ci sarebbe delle pratiche da firmare , l’ identificazione dei suoi genitori  e anche da discutere con gli assistenti sociali.
- cosa … as-sistenti sociali? - risposi stordita. - i-io … non sono più … non sono più  una bambina ho 23 anni.
- non per lei , per sua sorella.
- mi-a … mia sorella? Io non ho sorelle.-
Risposi confusa , forse … c’era un’altra Idunn e un altro Agdar con una figlia che si chiamava Anna . Si … non poteva essere altro.
-  Ne è sicura? Nei loro dati c’è scritto che i suoi genitori abitavano ad Arendelle, suo padre dovrebbe essere nato 44 anni a novembre e sua madre a gennaio 43 anni fà, hanno avuto la prima bambina Anna, in primavera di 23 anni fa e la seconda 9 anni fa a dicembre.
Le date dei miei e la mia coincidevano tutte , ma non potevo avere una sorella, 9 anni fa, quando successe l’incidente io avevo 15 anni, non ricordo affatto di avere avuto una sorella  e i miei non possono avermela tenuta nascosta … loro avevano i loro lavori e io ero sicura al 100% di non aver avuto una sorella - a me no che … -  all’improvviso un rumore come di vetri rotti rimbombò nella mia testa facendomi per pochi secondi venire una forte emicrania. Ma il dottore mi stava chiamando e io dovetti riprendermi in fretta 
- signorina e ancora in linea?
- si … mi dica - 
-   per essere sicuri , dovrebbe venire ad identificare i corpi.
- d-d’accordo. - risposi con voce tremante.
- sa dov’è il nostro ospedale? 
-Si ... faccio il più presto possibile.

Appena riattaccai, digitai subito il numero dei miei genitori ma il loro numero risultava occupato o inesistente, riprovai svariate volte ma nulla. Alzai il capo verso l’orologio mancava solo mezz’ora alla fine del mio turno.  Cosi  andai verso la direzione spiegandogli l’accaduto,compresero la situazione e mi fecero andare. Così presi il mio capotto, la borsa e corsi all’impazzata , non avevo la macchina per andare subito all’ospedale così iniziai a dirigermi alla fermata dell’autobus, lì vicino c’era una cabina telefonica provai svariate volte ma continuava ad esserci la segreteria telefonica.
L’autobus arrivò quasi subito ma a causa della neve mi ci volle quasi un’ora.

Finalmente scesi davanti all‘ospedale, non ebbi quasi coraggio di entrare, avrei voluto tornare indietro, ma per qualche strana ragione vi entrai come per dimostrare a me stessa che tutto questo era falso.
Appena arrivai, vidi molte persone, donne e uomini giovani e anziani che piangevano disperati, intanto il medico era lì immobile quasi senza emozioni e mi accompagnò in quella camera.
Stetti lì dentro per quasi mezz’ora e ne uscì senza dire nulla finché non scoppiai in un pianto disperato lasciandomi scivolare a terra . 
Loro non c’erano più …  se non avessi più ricevuto loro notizie avrei ipotizzato forse un ’odio nei miei confronti. Invece … stavano venendo dopo tanti anni insieme da me. Mi domandai perché mi era venuta quella malsana idea di trasferirmi in un posto così lontano.
Mi odiavo semplicemente per aver voluto quella solitudine  che uccise i miei genitori …  mi odiavo per non  aver detto la sera prima quanto gli volessi bene e che li avrei voluti perdonare di tutto. Ma era troppo tardi … loro erano morti.
Ritornai a casa sfinita barcollante come se la mia mente stesse comandando da sola. Non mangiai … mi sedetti sulla sedia in salotto e piansi finché non arrivai allo sfinimento e senza accorgermene mi addormentai  con la speranza che pure quella giornata fosse solo un sogno e che al mio risveglio sarei stata nella casa dei miei con loro che aspettano il mio risveglio.
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Salve a tutti , mi spiace per il terribile ritardo.
Allora in questo capitolo i genitori di Anna hanno avuto un terribile incidente e pultroppo non c'è l'hanno fatta, lasciando da sola o almeno cos'ì pensa, abbiamo una sorellina molto piccola di nome Elsa di soli 10 anni ( sorpresa!!) in cui Anna non ricorda  e non ha mai vista e i suoi genitori non gli hanno mai fatto parola . Ma Anna adesso e troppo disperata ,dimenticandosene quasi all'istante di avere una  sorella e del mistero celatosi nei genitori. Ma al più presto riceverà una telefona.
Anna ed Elsa staranno insieme come sorelle? anche se gli anni di divisione sono tanti? vedendosi dopo una tragedia simile?
lo scoprirete nei prossimi capitoli 

un saluto 

                                                                              " Misterygirl "

ps: mi scuso se ci sono sono errori di ortografia e grammaticali, spero che c'è ne siano il meno possibile. o correto anche il primo. aguro una buona lettura  e spero vi piaccia 
  
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