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Autore: extraordinharry    13/08/2015    41 recensioni
La sfiga è la mia compagna di vita. Sono quel tipo di persona che se schiacciasse nell’opzione “hai dimenticato la tua password?” otterrebbe come risposta “cazzi tuoi”. Mai vinto nulla, mai eccelso in qualche disciplina, mai arrivata ai traguardi che mi sono imposta. Tanto che mi sono stancata e ho smesso di sperare nelle cose.
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Tiro fuori il telefono dalla tasca, proprio nello stesso esatto momento in cui lo sento vibrare. Un nuovo messaggio.
Numero sconosciuto: Ash, c’è una grandissima gnocca davanti a me con un culo che porca troia, ci farei bungee jumping!
Rimango interdetta qualche secondo. Cosa?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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HEYYOOO

Non riuscivo ad aspettare a lunedì, perciò mi sono detta: ma sì, concludiamola oggi la storia!

Spero riuscirete ad uscirne vive e soprattutto che vi piaccia come finale.

Ci sentiamo all'aieah (:

 

30. Epilogo – From 5 to 10.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dicembre.

 

Stringo la mano di mio fratello e ci sorridiamo, prima di entrare in Chiesa. Non è piena come l'anno prima, ma riconosco molti ex compagni di scuola. Harry ed io camminiamo lungo la navata centrale fino ad andare a sederci accanto a nostro padre.

I One Direction sono dietro di noi e Arnold mi poggia una mano sulla spalla, sorridendo dolcemente. «Tutto bene?» sussurra. Annuisco in risposta.

Non so ancora come stia, onestamente. Oggi è passato un anno dalla morte di Louis, un anno dal suo funerale e sono cambiate così tante cose che è come se gli ultimi dodici mesi li avessi passati su una giostra panoramica, e oggi è il giorno in cui finalmente si è fermata e mi ha concesso di scendere.

Il prete inizia la cerimonia per l'anniversario della morte di Louis e la Chiesa cala in un silenzio profondo. La mia mente vaga in ogni direzione possibile, distraendosi continuamente. Non riesco ad ascoltare una singola parola che viene detta.

Volgo il capo a destra e inaspettataente sorrido nel vedere Helena e Zayn seduti vicini, presi per mano. Quei due formano la coppia più strana del mondo, ma sono cambiati come mai mi sarei aspettata. Zayn ha fatto una generosa donazione alla fondazione contro il bullismo dei 5 Seconds Of Summer, ha chiesto pubblicamente scusa, è stato sospeso e bocciato a scuola e attualmente sta ripetendo l'ultimo anno. Helena si è presentata tempo fa sotto casa mia, chiedendomi scusa per tutto quello che ha fatto.

 

«Lo so che forse le mie scuse adesso ti sembreranno false come non mai, che forse è troppo tardi ma... Io ci tengo a farlo comunque. Voglio chiederti scusa per il modo in cui ti ho trattata. Ti ho sempre trattata male, facendoti sentire inappropriata, non abbastanza magra o carina. E sai perché mi comportavo così? Perché ero gelosa di te.»

Ricordo di essermi messa a ridere in quel punto.

«No, parlo sul serio Mary.» mi bloccò. «Magari esteticamente posso sembrare più bella di te, per via dei miei capelli biondi e perfettamente lisci o del mio corpo snello e statuario. Ma tu mi batti caratterialmente. Hai un carattere che avrei sempre voluto avere io: sai essere gentile, seria e divertente quando serve. Hai un cervello che forse non sarà portato per la matematica, ma che risulta comunque affascinante nella sua complessità. Sei particolare, non ho mai conosciuto una persona come te. E soprattutto sai perdonare. Mi hai perdonata tante volte, più di quanto lo meritassi. Ti chiedo scusa per averti tradita, per averti demolita così. Spero solo tu un giorno possa vedere quello che vediamo noi altri in te.»

 

La chioma bionda di Helena si volta verso di me e mi sorride timidamente. Io ricambio, decisa a perdonarla anche in questa situazione. Zayn si accorge dei nostri sguardi e i suoi occhi incontrano i miei. Mi impongo di guardarlo con meno odio, ma forse non sono ancora pronta a perdonarlo.

Grazie a loro ho capito che le persone che tentano di buttarti giù in realtà ti rendono più forte. Le persone che ti fanno sentire mai abbastanza in realtà sono gelose di quello che sei, vorrebbero essere come te. Ho capito che le persone sbagliano, che per capire gli errori che hanno fatto devono sbatterci contro. La morte di Louis ha fatto capire a Zayn quanto stesse sbagliando nella sua vita, gli ha fatto cambiare radicalmente modo di comportarsi.

Il mio sguardo corre a Niall, seduto lontano da me. Accanto a lui c'è Rachelle, una ragazza con cui sta uscendo. Credo mi stia finalmente dimenticando, anche lui sta voltando pagina. Il biondo nota il mio sguardo e sorride debolmente.

Ho capito che non sempre puoi ricambiare l'amore degli altri, per una volta non sono stata io quella rifiutata. Ho dovuto allontanare Niall una volta per tutte dopo il bacio di quella notte, l'ho spronato a passare al capitolo seguente, a conoscere un'altra persona.

D'altronde la vita è così. E' troppo breve per rimanere ancorati a una persona che non potrà mai provare ciò che proviamo noi per lei. Allora impariamo a lasciare andare le persone che non possono far parte della nostra vita nel modo in cui vorremmo. Capiamo che non c'è futuro, che non esiste un "noi". Andiamo avanti e iniziamo un nuovo libro, come ha fatto Niall.

Continuo a guardarmi intorno, incontrando le ciglia voluminose e lunghissime di Beddy. Lei mi fa l'occhiolino e io mi trattengo dal rabbrividire e abbracciare Liam per difendermi da lei.

Finalmente ho chiarito le cose anche con lei.

 

«Tesoro, scendi un attimo in salotto!» urlò Liam dal piano di sotto, con un tono di voce un po' spaventato. «C'è una ragazza che dice di chiamarsi Beddy.»

Mi buttai giù dal letto in un singolo istante e in tempo record fui al piano inferiore, con gli occhi spalancati. Come aveva fatto a scoprire dove abitavo? La scena che mi si presentò davanti mi fa sorridere ancora oggi.

«Così tu sei Liam Pain.» disse Beddy con le braccia conserte e le tette prominenti.

«Payne.»

«Pain.»

E forse il tono minaccioso alla "è come dico io, non mi contraddire, o le mie tette ti soffocheranno" convinse Liam a lasciar correre sul suo cognome. «Sei amica di mia figlia?»

«Non è possibile che tu esista.» schioccò la lingua sul palato e con la mano toccò i doppi menti di mio padre. «Ma se fossi un ologramma la mia mano ti oltrepasserebbe.»

«Perché dovrei essere un ologramma?» Liam iniziò ad offendersi.

Beddy sbatté le ciglia e giuro che sentii il Monsone di cui parlavano i Tokio Hotel nel 2009. «Perché tu non esisti. Sei solo un ologramma che tenta di infiltrarsi nei One Direction come fece un tempo con i Two Directions. Tu, tu sei una fonte di dolore e schifo. Dentro i tuoi doppimenti potrei nascondere una bomba nucleare e portarla in aereo senza farmi nemmeno notare, talmente sei grasso.»

Fu in quel momento che decisi di intervenire. «Beddy! Cosa ci fai qui?» risi nervosamente.

I suoi occhietti si illuminarono vedendomi. «Melanzana.» con la lingua si leccò il labbro. «Non credi sia un caso del destino incontrarci?»

«Veramente siamo in casa mia, non è poi un caso...» il suo dito si posa sulle mie labbra.

«E' ora della verità.» sussurrò. «So che tu e Calum vi siete lasciati perché lui se la sta spassando in tour e si sarà già scopato trenta ragazze in una settimana.» e lì la ringrazia per la delicatezza. «Prego, amo. Ora, sei pronta a guardare avanti?» si alzò in punta di piedi puntandomi le tette davanti.

Arretrai. «Beddy... Io sono etero. Fattene una ragione.»

«Non c'è futuro per noi due?» mormorò con gli occhi lucidi.

«E' ora che tu torni a casa, Beddy.» Liam tentò di liquidarla.

Beddy si voltò di scatto con un ringhio. «Tu, schifoso pezzo di lardo inesistente, non osare cacciarmi!»

 

Quella sera dovemmo chiamare la polizia per allontanare Beddy da casa nostra. La fecero salire in macchina ammanettata, per quanto si dimenava. Urlava insulti contro Liam, dandogli dell'ologrammo, per poi minacciarlo "smettila di far finta di esistere, ciccione, io lo so che tu non sei reale! Ti ammazzo se non la smetti. Anche se non posso ammazzare una persona che non esiste."

Harry, accanto a me, sta sorridendo a Beddy in modo un po' troppo allegro. Secondo lui Beddy era solo una ragazza entusiasta della vita, che andava semplicemente sedata in dosi che daresti a un cavallo, ma non maligna. Penso si frequentino. A quanto pare l'attrazione per la mia melanzana era passeggera.

Sorrido e sono contenta che le cose siano cambiate per le persone attorno a me. Forse per me non sono cambiate in meglio, ma le vite di chi fa parte della mia sì e credo di potermi accontentare.

I One Direction stanno scalando le classifiche mondiali, proprio come un tempo. Liam non è più il 40enne lasciato dalla moglie, che beve birra a qualsiasi ora del giorno e pensa di non avere più niente per cui lottare nella sua vita. Si è riscattato completamente. E okay, magari ha ancora qualche doppio mento, ma la musica è fatta per essere ascoltata e non guardata. E okay, i suoi doppi menti fanno rumore quando sfregano tra loro, ma i produttori riescono benissimo ad eliminare quei rumori anomali negli studi di registrazione.

Ho capito che non importa quanto tu abbia perso nella vita, quanto tu sia lontano da casa. Ciò che è andato perso non sempre rimane tale e spesso è sotto i tuoi occhi per tutto il tempo, ma tu sei troppo cieco per notarlo. La strada verso casa può essere lunga e in salita, piena di insidie, ma vale la pena di essere percorsa se ti porta in un posto sicuro. No?

Ho imparato che non bisogna mai lasciarsi andare, ma lottare per migliorarsi, per tornare la persona che si era un tempo.

«Oggi preghiamo per Louis Tomlinson, venuto a mancare l'anno scorso.» annuncia il prete.

Mi aspettavo di non farcela, di piangere, di sentire ancora la voragine nel petto. Invece mi ritrovo a sorridere. Sorrido debolmente, ma con sincerità. Ripenso a Louis e capisco che doveva andare così.

Spesso perdiamo le persone migliori, quelle che rendono la nostra vita colorata, quelle che riescono a tirare fuori il meglio di noi. Spesso perdiamo chi non merita di andarsene e pensiamo sia ingiusto, pensiamo che quel Dio lassù ci odi e voglia vederci soffrire. Non è così.

Ho capito che il gesto di Louis è stato compiuto per disperazione, perché non aveva altra scelta. Il mondo era un posto troppo brutto per lui che era così meraviglioso. Ed è grazie a lui se Zayn adesso è una persona meno superficiale, più sensibile. E' grazie a lui se coloro che un tempo lo insultarono adesso si sono pentite e hanno chiesto scusa uno ad uno alla sua famiglia. Il suo gesto ha cambiato la nostra scuola e le vite di tutti quelli che lo hanno conosciuto.

Mi manca da morire ogni giorno, anzi, oserei dire ogni istante della mia vita. Ma la sua mancanza inizia ad essere meno dolorosa. Sto accettando che lui non c'è più. Riesco quasi a immaginarlo mentre vola, vestito da Peter Pan, nell'Isola Che Non C'è. Forse dovrei sentirmi stupida, ma decido di riderci su. Infondo, se dovessi morire, vorrei che le persone a me care mi immaginassero in un posto in cui sono felice. Nel letto di Adam Levine, per esempio.

Così, tutto quello che è successo nell'ultimo anno mi ha fatta crescere. Ha rafforzato la mia corazza rendendomi più forte di prima. Ma non forte nel senso che sono inscalfibile, che niente può farmi male. Il contrario. Sono forte perché ho provato dolore e invece che lasciarmi trascinare giù da esso, l'ho abbracciato e me ne sono servita per risalire a galla. Mi ci sono aggrappata con tutte le forze, in questo ultimo mese, per non affondare. Adesso ho i segni, ho i segni di quello che ho passato. Mentre quelli di Louis stanno diventando cicatrici che ricordo con un sorriso, forse per quelle lasciate da Calum ci vorrà ancora un po' più tempo perché si rimarginino e spariscano, ma sono pronta a fare il possibile per lasciarmelo alle spalle.

Le persone entrano nelle nostre vite senza chiederci il permesso, diventano importanti, diventano parte della nostra quotidianità. Ci abituiamo della loro presenza, tanto che gli crediamo quando promettono di esserci per noi. E quando se ne vanno rimaniamo senza niente, come se andandosene si fossero presi l'aria che respiriamo. Dobbiamo solo reagire nel modo giusto. Non prendendo a colpi una sagoma di cartone, ascoltando Taylor Swift sdraiati a letto piangendo o ingurgitando quantità enormi di alcol per dimenticare. Dobbiamo provarle tutte per riportare nella nostra vita chi se n'è andato, perché solo così dimostreremo di essere nel giusto noi. Noi abbiamo lottato, al contrario loro. In un futuro, quando ci ripenseremo, non avremo rimpianti.

Per questo io non ne ho nei confronti di chi ho perso, compreso Calum.

Per questo io oggi sorrido e non piango.

Ho passato gran parte della mia vita cercando di non cadere, credendo fosse da deboli. Ora penso che cadere non sia da deboli. E' da deboli rimanere a terra.

Il flusso dei miei pensieri si interrompe quando in fondo alla Chiesa noto delle figure familiari. I miei occhi non possono credere a quello che vedono. Sbatto le ciglia più volte, come a voler mettere a fuoco il meglio possibile i quattro ragazzi poggiati alla parete.

Luke ha sempre lo stesso sguardo da pesce lesso, ma il suo viso sembra più maturo grazie all'accenno di barba bionda che lascia incolta. Anche i capelli sono diversi, meno spettinati verso l'alto, più ricadenti di lato.

Michael ha i capelli lilla e sorrido. Non è cambiato di una virgola, è un eterno bambino. Mi ricorda Louis.

Ashton non ha più la bandana in testa e ne rimango sorpresa. Ha i capelli molto più lunghi e riccioluti e vorrei alzarmi in piedi per chiedergli cosa stia aspettando a tagliarseli per poi donarli a Michael.

Ho paura a guardare chi rimane. Calum. I miei occhi si posano con timore su di lui, per poi trovarlo quasi uguale a sempre, se non fosse per il ciuffetto biondo che campeggia innocentemente tra la chioma nera. Guarda fisso davanti a sé con la mascella serrata e la braccia unite dietro la schiena. Vorrei corrergli incontro e buttarmi tra le sue braccia, ma non credo lui ne sarebbe contento.

Mi volto di nuovo e prendo respiri profondi per calmarmi. Sapere che lui è qui mi agita tantissimo, talmente tanto che temo in un infarto.

La cerimonia finisce e ci riversiamo tutti fuori. Cammino lentamente, tenendo fissi gli occhi sulle vans total black di Luke. I ragazzi rimangono lì, fermi, ma non capisco il perché.

Le mani sudano quando le distanze si accorciano. Harry mi circonda i fianchi, probabilmente ha visto anche lui i ragazzi.

E poi gli passiamo accanto. Così vicini che sfioro il braccio di Luke. «Mary.» non riconosco la voce che mi chiama sollevo lo sguardo puntandolo sui 5SOS.

Mi stanno fissando tutti e quattro, compreso Calum. Non riesco a identificare bene le loro emozioni e non voglio provarci nemmeno, perciò distolgo lo sguardo ed esco dalla Chiesa.

L'aria di dicembre mi investe e mi libero dalla presa di Harry. «Vado da Lou.» mormoro. Lui annuisce di rimando.

Scendo gli scalini, ricordando di come mi avesse incoraggiata a entrare Calum un anno prima. Attraverso il cancello del cimitero mentre tutti i presenti alla messa sono ancora sulle scalinate e stanno parlando.

Cammino sull'erba con qualche difficoltà viste le trappole mortali che porto ai piedi, comunemente chiamate come "scarpe col tacco."

Mi fermo davanti alla lapide di Louis. Seconda stella a destra, questo è il cammino e poi dritto fino al mattino. Sorrido e accarezzo la pietra fredda con la mano. Aspetto le lacrime tanto attese che non arrivano e volgo gli occhi verso il cielo. Un anno fa era nuvoloso e cupo; lo paragonai alla perdita del sole, Louis. Oggi il sole c'è, è come se Louis stesse mandando il suo calore a tutti noi.

Sento dei passi alle mie spalle, un paio di scarpe che camminano nell'erba. Non mi volto, spero sia chi sto pensando. Poi i passi si fermano a pochi metri da me.

«Mary.» è la sua voce. Non la sentivo da mesi.

Ma niente batterà le emozioni che mi colpiscono quando mi giro e lo vedo con i miei occhi, a pochi passi da me. Non lo vedevo da un anno e trovarlo qui, così vicino, mi sembra irreale. «Ciao.» la mia voce è atona.

Cala un silenzio che stranamente mi mette a mio agio. Non ho poi così tanta voglia di parlargli; non ho voglia di sentire le sue giustificazioni. "Senti, mi dispiace, ma ho conosciuto Taylor Swift e ho capito che tu non reggevi il confronto nemmeno con l'unghia del suo alluce."

«Io...» inizia con un tono dispiaciuto.

Lo interrompo. «Come stai?» mi impongo di sorridergli debolmente.

Calum è confuso, ma mantiene la calma e mi risponde con gentilezza. «Bene, sì, il tour è stato molto stancante ma sono felice delle esperienze che ho fatto. Tu... come stai?»

«Bene, grazie.»

Mi giro verso la lapide di Louis e passo ancora una volta la mia mano sulla pietra fredda, come se quelle carezze potessero arrivare al mio amico.

«Siete cambiati tutti. E Ashton non mette più bandane. Sono impressionata.» mormoro dopo un po', tornando a puntare i miei occhi nei suoi.

Hood fa qualche passo avanti. «In un anno immagino sia normale...» borbotta in modo confuso.

Annuisco. «Già.» gli sorrido. «E' ancora più normale notare di più i cambiamenti se te li ritrovi schiaffati in faccia all'improvviso, dopo mesi che non vedi quella persona.»

La sua mano si allunga verso di me e con indifferenza mi tiro indietro. «Mary, io...»

«Tu cosa?» inclino il capo. «Era solo un'affermazione. Siete tutti cambiati in meglio. Sembrate più grandi e...»

I suoi occhi neri si fissano nei miei, inchiodandomi e zittendomi. «Durante questi mesi leggevo spesso una poesia che è diventata ormai la mia preferita.» mormora con voce incerta. «Si chiama A Valediction: Forbidding Mourning di Jhon Donne.» fa una pausa e io tengo i miei occhi nei suoi, incitandolo silenziosamente a parlare. «Parla di un uomo che sta dicendo addio alla sua amata per intraprendere un lungo viaggio. Lui paragona il suo andarsene al modo in cui un uomo valoroso muore silenziosamente, senza lamenti, consapevole di essere arrivato a un punto di fine. E quest'uomo sprona la sua amata a salutarsi in modo pacato, senza cascate di lacrime o sospiri tempestosi. Perché loro due sono come le stanghette di un compasso. Mentre la donna è quella fissa, immobile al centro del cerchio, lui rappresenta la gamba che lo disegna. Gira attorno a lei, inclinandosi, per poi completare il suo disegno e ricongiungersi alla parte mancante.» rimango stupita dalle sue parole, ma non voglio darglielo a vedere. «Così mentre l'uomo è via, lei lo aspetta, perché sa che tornerà sempre da lei.»

«Una poesia davvero molto bella, ma sai che ho un debole per Shakespeare io.» commento in tono troppo acuto. «Anche se questa è indubb...»

«Perché fai così?» mi interrompe con un sussurro e per la prima volta noto i suoi occhi. Sono lucidi, colmi di dolore, alla ricerca dei miei.

Mi stringo nelle spalle. «Così come?»

Ride nervosamente. «Come se andasse tutto bene.»

«Perché va tutto bene, Calum.» ribatto freddamente.

Ci fissiamo per secondi che sembrano infiniti. «Davvero, non capisco.» spezza il silenzio Hood, volgendo il capo verso il cielo e venendomi incontro.

Incrocio le braccia al petto. «Non capisci come sia possibile che vada tutto bene? Cosa ti aspettavi tornando qui, Calum?» apre la bocca per rispondere ma lo blocco. «La so già la risposta, non sprecare fiato. Ti aspettavi di trovarmi incazzata con te perché sei sparito per mesi e mesi, senza chiamarmi, mandarmi messaggi o almeno avvisarmi di non volermi più sentire. Poi contavi su qualche parolina dolce, l'analisi di wikipedia di una poesia, qualche "scusami" pronunciato con la faccia dispiaciuta degna da Oscar e poi libero dai sensi di colpa. Perfetto, gente, Calum Hood se l'è cavata un'altra volta. E dopo aver mostrato a tutti quanto lui e i suoi amici siano fedeli alla loro Fondazione contro il bullismo, hanno preso parte alla cerimonia per Louis» esclamo contenta. «Grazie per esservi fatti vivi, davvero, avete un cuore grande.» mi porto le mani al petto e lo osservo commossa, per poi tornare seria e trafiggerlo con un'occhiata gelida. «Abbiamo finito? Vorrei andarmene.»

Calum scuote la testa e mi afferra per le spalle. «Lasciami spiegare.»

«Spiegare cosa, Calum?» gli urlo contro. «Di quanto sia una cogliona per essermi fatta prendere in giro infinite volte da te? Credimi, questo argomento è stato oggetto di discussione nella mia testa per almeno gli ultimi cinque mesi. Ormai ho finito le argomentazioni e non ci tengo ad aggiungerne altre.»

«Non sei una cogliona, no, Mary...»

Lo allontano gentilmente. «Hai ragione, il coglione qui sei tu.» gli do una pacca sulla spalla, assumendo un tono amichevole.

Il ragazzo davanti a me si prende la testa tra le mani ed emette un sospiro profondo. «Lo so che sono sparito nel nulla senza spiegarti un cazzo, ma c'è un motivo se l'ho fatto. E non era intenzionale.»

Mi suona tanto di "poliziotto, guardi, lo so che ho ucciso quest'uomo, ma c'è un motivo se l'ho fatto. Non era intenzionale. Il proiettile è partito da solo! CharlieCharlie ha premuto il grilletto con una matita!". «Hai trovato di meglio da fare che chiamarmi, l'ho capito da sola, non ho bisogno di spiegazioni.»

«Non è assolutamente così, te lo giuro.»

«Senti, Calum, io non ho voglia di sentire le tue giustificazioni buttate in aria tanto per levarti di dosso il senso di colpa.» gli spiego. «Davvero, va bene così. Ho passato mesi infernali, nemmeno te lo immagini. Ho lanciato una palla contro le parti basse di una tua sagoma di cartone, mentre il mio psicologo mi osservava sconvolto, indeciso se chiamare un manicomio per chiudermi lì dentro o direttamente la polizia. Ho ascoltato Taylor Swift in camera mia, alle due di notte, piangendo, soffocando i singhiozzi nel cuscino per non farmi sentire. Provavo ad uscire, a respirare aria pulita, parlavo con la gente, frequentavo molti club scolastici per non rimanere sola e pensare a te. Però quando mi trovavo a casa da sola il dolore prendeva il sopravvento. Urlavo, ti chiamavo. In risposta c'era solo l'eco della mia voce e la tua voce nella segreteria telefonica.» sussurro lentamente per fargli assimilare ogni singolo dettaglio. «Poi ho provato con l'alcol. Frequentavo pub e discoteche, bevevo quanto potevo, riuscendo a dimenticare per qualche oretta il tuo stupido volto. Finivo piegata in bagno a vomitare l'anima e la cosa peggiore del mal di testa martellante che mi ritrovavo il giorno dopo era il tuo ricordo, sempre lì, vivido. Ho pure baciato Niall!» esclamo ridendo, incredula. Calum strabuzza gli occhi. «E non mi guardare così perché non ne hai il diritto.»

«Mary...»

«Chiudi quella cazzo di bocca e fammi finire. Cos'è, dopo non avermi parlato per mesi e mesi adesso ti è tornata la voglia e vuoi recuperare tutte le chiamate che non hai fatto o che hai rifiutato?» grido a pochi centimetri dalla sua faccia, con il viso proteso verso l'alto, nonostante i tacchi.

Lui non dice nulla e sorrido, contenta che abbia capito.

«Quindi, dicevo, dopo questo periodo di quasi alcolismo, mi sono data una regolata. Ed è arrivata proprio la fine, sai? Il mio compleanno.»

«Il dodici novembre, lo so, sarei voluto ven...»

«Sì, il dodici novembre, buona memoria Calum.» mi congratulo ironicamente, poggiando poi alla lapide di Lou gettandole un'occhiata triste. «Hanno organizzato una festa per me, a casa. E io per tutta la sera mi sono guarda intorno, sperando che tu e i ragazzi sbucaste dal nulla, facendomi il regalo migliore. Perché io ci ho creduto fino a quel giorno, ci ho sperato che ti facessi vivo. Controllavo il telefono, fremevo anche per un semplice "auguri". Esatto, mi sarei accontentata di una singola parola, senza punto, con l'iniziale minuscola. Avrebbe significato che non ti eri dimenticato di me.»

«Non mi sono mai dimenticato di te, Mary.» mormora afferrando il mio indice con il suo e sollevandomi all'altezza del mio volto. «Ricordi quella notte, sotto la luna?»

E come potrei dimenticarla? «Calum, sono finalmente andata avanti, sto voltando pagina. Non comparire di nuovo illudendomi ancora e ancora.»

«Sono qui per impedirti di voltarla.»

«L'ho già girata, va bene?»

«Allora farò parte della nuova.»

«Ho bruciato il libro.»

«Te ne compro uno nuovo.»

«Non so leggere.»

«Te lo leggo io.»

«E cosa ci sarebbe scritto?» chiedo.

Libera i nostri indici, per poggiare la mano sul mio fianco e avvicinarmi a lui tanto che i nostri nasi quasi si sfiorano. «Ci sarebbe scritto perché sono sparito in tutti questi mesi. Ti leggerei di come la nostra casa discografica, in accordo con il manager, avesse deciso di cambiare i nostri numeri di telefono, buttando le vecchie sim perché eravamo troppo distratti: in particolare io. Arrivavo in ritardo alle interviste, andavo via prima dai meets per parlare con te al telefono. Sostenevano mi stessi comportando in maniera poco professionale, così sono intervenuti. Avendo cambiato numero non avevo più il tuo, non sapevo come rintracciarti e se ci avessi provato il mio manager avrebbe dato di matto.» sospira tristemente. «Non ho mai voluto chiudere i rapporti con te, Mary, e non immagini quanto ci abbia sofferto immaginando quanto ti potessi sentire delusa da me, o ancora peggio, abbandonata.»

Impiego qualche secondo per assimilare bene quello che mi ha detto. «E' la verità?»

Scatta in avanti, afferrandomi il volto e fissando i suoi occhi neri nei miei marroni. «Ovviamente. Te lo giuro. Puoi chiedere anche a Luke e agli altri.»

«Non ho più sentito nemmeno loro. Credevo fossimo amici, ormai...» ammetto in tono dispiaciuto. Prima Luke mi rompe il cazzo per mesi offrendomi la sua lattuga, poi sparisce nel nulla senza mandarmene nemmeno un pacco d'addio?

Sul volto di Calum si dipinge il primo sorriso sincero del pomeriggio. «Hanno dovuto tagliare i ponti con te anche loro, perché se avessero tenuto il tuo numero io avrei sicuramente preso i loro telefoni per chiamarti. A Luke è dispiaciuto molto, tanto che voleva mandarti della lattuga...»

Ah, ecco, adesso lo riconosco. «E adesso cosa succede?»

«Adesso il tour è finito e niente e nessuno mi impedisce di stare con te o di chiamarti quanto cazzo voglio, Mary.» afferma. «A meno che Paris Hilton non si sia messo in testa di stare con te dopo quel bacio che gli hai dato.»

Devio il suo sguardo. «Diciamo che non era un bacio...»

«Siete andati a letto insieme?!» urla sconvolto.

Rido debolmete. «No, quello no, ma i baci sono stati numerosi...»

Hood sbuffa. «Okay, posso accettarlo, infondo è tutta colpa mia se sono successe così tante cose. L'importante è che abbiamo chiarito e possiamo stare insieme.» mi sorride, chinandosi verso di me per baciarmi.

Con la mano lo spingo via, contrariata. «Credi sarà così facile?»

«Cosa ho sbagliato?»

«Ho perso tutta la fiducia che avevo in te, Cal. Lo so che non è colpa tua se non ci siamo più sentiti, ma ci sono stata male. Non so nemmeno se tu sia stato con altre ragazze, se debba partire di nuovo, non so nemmeno quanto faccia sette per otto in questo momento... Non so niente.»

Il suo sopracciglio si inarca verso l'alto. «Quella tabellina non la sapresti in ogni caso.» Roteo gli occhi al cielo e lui sorride per la mia reazione. «Non sono stato con nessuna, a meno che Monica conti.»

«Monica?» mi allarmo. Lo sapevo che mi avrebbe cornificata allegramente. Calum non può rimanere con il suo uccello chiudo dentro la gabbia, tranquillo, ha bisogno di lasciarlo volare. «Chi è?»

«La mano supersonica.»

Lo guardo.

Mi guarda.

Le sue gote si colorano di rosso e io capisco. «Ah.»

«Farò di tutto per riconquistare la tua fiducia, te lo prometto.»

«Io...»

«Possiamo bruciarlo davvero quel libro e scriverne uno nuovo, in cui mettiamo tutti i bei momenti passati insieme, di come sbagliare il numero di Ashton mi abbia fatto conoscere la ragazza di cui sono innamorato tutt'ora. Cancelliamo tutti gli errori fatti e continuiamo a vivere il nostro libro.»

Così imparo un'altra cosa importante, osservando Calum davanti a me parlare con il cuore in mano. Imparo che non sempre siamo forti quando riusciamo ad andare oltre una persona che ci ha fatto del male, ma lo siamo di più quando la perdoniamo e non permettiamo all'orgoglio di vincere. Perché chiudere i rapporti se queste tornano da noi e ci chiedono scusa? Ci priviamo noi stessi della felicità.

Per tanto tempo ho sempre pensato di essere l'amica bruttina di Helena, quella che sarebbe stata friendzonata da Niall e Louis, quella che non vince in niente, che non ha nessun talento particolare, con un carattere pessimo e una famiglia distrutta. Mi sono definita un cinque, un mediocre, vicino alla sufficienza ma incapace di raggiungerla.

«Calum, che voto mi daresti tu?»

«Come?»

Con la spalla gli do un colpo e gli indico di andare via e di seguirmi. «Un voto da uno a dieci.»

«Prima di conoscerti pensavo fossi un cinque, perché eri vicina alla sufficienza ma era come se facessi di tutto per non raggiungerla, ti lasciavi andare, cadevi e rimanevi a terra. Non accettavi aiuto da nessuno, sebbene gli altri ci provassero a tenderti una mano. Poi ho iniziato a conoscerti, ho capito perché volessi rimanere sul tuo mediocre: avevi paura che impegnandoti per raggiungere un buon voto, mostrandoti completamente agli altri, questi ti trovassero un quattro o un tre, insomma un voto ancora più basso. Ti ho vista come un sette, come un otto, ti ho amata in ogni caso... In ogni numero?» sorridiamo. «Solo dopo averti sentita adesso parlare ho capito quanto tu in realtà sia vicina al dieci, se solo la perfezione esistesse. Sei davanti a me, completamente diversa, bella come non mai, cresciuta in ogni senso. La perfezione non esiste perché non abbiamo un modello fisso al quale fare riferimento, ma tu sei il mio. Ti sei aperta a me non conoscendomi, mi hai mostrato quello che c'era dentro di te, mi hai perdonato quando hai scoperto chi fossi, mi hai perdonato adesso e sei sicuramente il modello a cui voglio fare riferimento.»

Con la mano accarezzo il suo volto, sentendo la sua pelle a contatto con la mia provocarmi i brividi lungo la schiena. «Cosa ti fa pensare che ti abbia perdonato?»

«Il modo in cui mi guardi.»

Arrossisco. Non mi ero accorta di guardare Calum in un modo particolare, ma ha ragione. L'ho perdonato nel momento esatto in cui l'ho visto in Chiesa, poggiato alla parete insieme ai ragazzi. «Forse hai ragione, Kiwi.»

«Sei pur sempre la mia canzone preferita.» mormora avvicinandosi alle mie labbra e sfiorandole leggermente con le sue.

«E tu il mio continente preferito.» poso un bacio sulle sue labbra, non spingendomi troppo oltre.

Quando mi stacco, lui sorride, ma ha un grosso punto di domanda stampato in fronte. «L'America?» domanda.

«L'Asia.»

Alza gli occhi al cielo. «E da quando è il tuo continente preferito?»

«In realtà non lo è, ma volevo dire una cosa romantica.»

Le sue braccia mi cingono i fianchi mentre le mie vanno verso il suo collo. «Molto romantico, sì.»

E finalmente le nostre labbra si uniscono in un vero bacio. Ci baciamo per minuti che sembrano eterni, per tutti questi mesi in cui non ci siamo né visti né sentiti. «Sono pronta a fare il grande passo, Suzuki.» sussurro staccandomi dalle sue labbra, senza fiato.

Lui sgrana gli occhi. «Cazzo. Non ho preservativi. Vado a chiederli ad Ashton!»

Scoppio a ridere e lo fermo prima che inizi a correre alla velocità di Bolt per raggiungere Ex Bandana-Boy. «Cretino, intendevo conoscere i tuoi.»

Sembra un po' deluso. «Ah va bene...»

«Com'è il tempo in Cina? Freddo? Caldo? Mite?»

 

5 mesi dopo.

Divertente l'accaduto della notte scorsa, a Los Angeles.

I One Direction, noti come ex Two Directions, stavano aprendo una delle tappe del tour dei 5 Seconds Of Summer quando uno dei membri, Liam Payne, ha preso la rincorsa per lanciarsi sulla folla come una vera rockstar.

Peccato che i fan si siano spostati lasciandolo sbattere rovinosamente contro il suolo.
 

 

Avvistati Calum Hood e la ragazza Mary Payne.

Sono proprio una bella coppia, ma a quando le nozze?
 

 

Liam Payne, membro dei One Direction, non finisce di farci divertire.

Nella scorsa tappa di apertura ha battuto le leggi della fisica ed è riuscito a tenere il microfono con i suoi doppi menti.

I fisici di tutto il mondo stanno studiando il fenomeno.


 

Luke Hemmings e Mary Payne – ragazza di Calum Hood – sono stati paparazzati per le strade di Miami in una pausa dal tour.

I due si dividevano un pacco di lattuga.

Sotto le foto.


 

La scorsa notte Liam Payne è caduto durante "No Control", rompendosi una gamba.

Il resto dei One Direction è corso all'ospedale con lui, non volendolo lasciare solo.

Al loro posto è salito sul palco Harry Payne, figlio di Liam, che ha intrattenuto il pubblico mostrando una serie complicatissima di posizioni dello yoga.

Il ragazzo è stato scortato giù dal palco quando ha iniziato a invitare tutti i presenti a provare l'erba.


 

Ragazzina sale sul palco durante l'assolo di Liam Payne, colpisce il cantante nelle parti basse e dopo avergli preso il microfono urla: "Tu non esisti, schifoso ologramma!"

Mary Payne si scusa successivamente: "Si chiama Beddy, ha sempre avuto qualche problema."


 

Calum Hood chiede sul palco, davanti ai fan, la mano della ragazza Mary Payne.

Ancora si cerca di capire il senso della frase di Luke Hemmings: "Cal te l'ho detto che avresti dovuto chiederglielo con un pacco di lattuga davanti".

La ragazza ha detto comunque sì.


 

Si è tenuto ieri il matrimonio tra Calum Hood – componente dei 5 Seconds Of Summer- e Mary Payne.

Una bellissima cerimonia in riva al mare.

A quanto pare, però, la Signora Hood è svenuta quando ha visto che tra gli invitati c'era anche Adam Levine e ha proposto un matrimonio a tre.
Fonti vicine alla coppia raccontano di un certo Mr. Emmy, ex psicologo di Mary, che ha insistito per fare il discorso dicendo: 
"Mi sembra ieri che quella piccola cretina si sdraiava nel divanetto del mio studio. 
E adesso è sposata.
Mary, sono contento tu abbia trovato la felicità. 
Ma ricorda: rimango comunque io la star di questa storia." 

Noi e i fan auguriamo il meglio a questi due ragazzi e speriamo che il loro amore possa durare.

 

 

THE END.

 

 

 

AIEAH.

E' bello vedere "THE END" alla fine. Non voglio fare sceneggiate in stile "ommioddio no è finita, sto piangendo, non voglio mettere che è completa!", perché non è così che mi sento.

Sono felice di averla finita perché rappresenta un po' la fine del viaggio di guarigione della protagonista. Ovvero Mary, che in tanti aspetti è uguale a me.

Come ho scritto su ask qualche tempo fa, questa storia si basa su diverse tematiche in particolare e scriverla non è stato facile, perché ho messo così tanto di me che avevo paura a mostrarlo qui su EFP (nonostante l'abbia già fatto con una One Shot, ma quella è un'altra storia).

Volevo scrivere una storia come sfogo personale. Volevo sfogarmi come ha fatto Mary con Mr. Emmy e con Calum, per poi esplodere come una granata negli ultimi capitoli con la morte di Louis. Volevo far capire a me stessa – e magari anche a chi legge e si è sentita molto spesso come Mary – che non sempre abbiamo un giudizio adatto a noi stessi. Ci mettiamo davanti a uno specchio e facciamo di tutto per vedere la nostra immagine distorta, vediamo solo i nostri difetti, li amplifichiamo fino a farli diventare enormi e finiamo per odiarci. E le persone attorno a noi non sempre ci aiutano a superare i nostri problemi, anzi, molto spesso siamo circondati da amici come Helena, che ci sorridono nascondendo dietro la schiena un coltello e ci pugnalano alle spalle, approfittano della nostra debolezza tanto che alla fine non serve nemmeno più nascondere quella lama. Arrivi a pensare di meritare un trattamento del genere, perché sei la prima a riconoscere la tua mediocrità, quel 5 stampato in fronte che non vuole saperne a diventare un 6. Ci sei vicina, ma rimani nella mediocrità. In fondo è più facile fallire volutamente e mantenere la tua media di 5 piuttosto che lottare per un 7 e vedere i tuoi sforzi diventare vani.

Qui entra in gioco Calum. Calum è stato quello che mi ha colpito di più tra i ragazzi; saranno stati i suoi occhi neri, il sorriso, il modo in cui si muove quando è sul palco o la sua voce, insomma è un insieme di cose. Ho racchiuso in Calum quel tipo di amore che spero di trovare io un giorno e che auguro a tutte voi. Non starò a dire frasi fatte alla Tumblr "lui ha salvato Mary", perché non è vero. Calum Augustus Thomas Robin Hood le ha teso una mano quando era a terra, facendole vedere i suoi pregi, la bellezza che nascondeva. Le ha fatto capire che i 5 non solo possono raggiungere il 6, ma arrivano anche a superarlo fino a trasformasi in 8 o chissà, 9? 10? E quando Mary l'ha capito lo ha amato, ha rifiutato la mano che lui le tendeva e si è rialzata da sola. Forse lui non si è sempre comportato bene con lei, ma sono dell'idea che bisogna sbagliare nella vita per capire ciò che è giusto realmente. Una volta in piedi ha afferrato la mano di Calum, quindi mi piace pensare che lei si sia "salvata" da sola.

Volevo parlare anche delle vere amicizie, come quella di Louis e Niall con Mary. Loro ci sono sempre stati per lei, ma non se n'è mai veramente accorta se non dopo la morte di Lou. Questo perché molto spesso non ci accorgiamo del valore di una vera amicizia – troppo impegnati a perdere tempo dietro chi non tiene un minimo a noi – fino a quando questa non svanisce. Scegliere le giuste amicizie non è facile, lo so, ma non è nemmeno impossibile. Più che altro è quasi impossibile friendzonare un ragazzo come Niall Horan...

La morte di Louis, poi. La morte di Lou è stato il modo di rivivere la morte di mia nonna, avvenuta la scorsa estate. L'ho vissuta di nuovo scrivendo il capitolo del funerale con Hallelujah nelle cuffiette e i lacrimoni che mi cascavano dagli occhi, tanto che mi sono dovuta fermare per rimproverarmi "brutta stronza, la vuoi finire si o no? Scrivi il capitolo e non fare l'anguilla!". Tutto questo però voleva anche avvicinarsi a voi che avete letto; speravo poteste rivivere la morte di una persona a voi cara, sentirvi vicini a Mary. Non per il gusto di farvi soffrire ricordando cose spiacevoli, ma perché quando mia nonna è morta desideravo tanto che qualcuno si sentisse esattamente come me, che potesse capire pienamente l'uragano di emozioni che mi frullava in testa. Leggevo solo messaggi in cui mi si offriva uno sfogo, "se vuoi parlarne io ci sono", "mi dispiace". Mi limitavo a ringraziare. Ed è qui che entrano in gioco i 5SOS. Il giorno in cui lei è morta, siamo andati nella clinica in cui era ricoverata, che aveva un obitorio. Non dimenticherò mai quel pomeriggio, quelle 5 ore passate lì, perché ancora oggi mi riprometto di non voler più vedere una bara aperta. E' terribile osservare il corpo di una persona che ami immobile, privo di vita, freddo, come se fosse pietrificato. Dopo aver pianto il 70% di acqua che avevo in corpo mi ero seduta in una panchina nel giardino della clinica con mia madre accanto, ho messo le cuffiette e ho fatto partire Amnesia dei ragazzi. L'ho ascoltata tutto il tempo, senza fermarmi, senza passare ad altre canzoni. Ed è andata così per almeno 5 giorni, fino a quando non mi son detta "smettila di fare l'anguilla" (pt.2). Per questo ho iniziato ad amare i 5OS, perché quella canzone mi ha trasmesso così tanto in un momento in cui pensavo di non poter sentire nient'altro se non il dolore di una perdita. Non sapevo i loro nomi, a malapena ricordavo le loro facce, ma quella canzone mi è entrata nel cuore.

C'è davvero tanto di me in questa storia, ed è per questo che non finirò mai di ringraziarvi per averla seguita, per essere state pazienti, per avermi fatto sapere le vostre opinioni con le recensioni o sui vari social. Questa fanfiction mi è servita a superare alcune piccole cose che ancora mi tormentavano, in modo che il percorso della Mary protagonista della storia fosse anche quello di Mary/Extraordinharry/Cucchi che la scriveva.

Quindi grazie a ognuna di voi per essermi stata accanto anche quando i capitoli magari non erano niente di speciale, quando ritardavo con l'aggiornare o quando distruggevo la vita dei personaggi. Grazie per avermi permesso di condividere con voi parti del mio carattere che non pensavo avrei mai davvero messo online (suona un po' strana come cosa vero?). Grazie per aver insultato in ogni capitolo Helena, per aver riconosciuto la bellezza di Mary, per aver amato Louis e Niall, per aver riso della stupidità di Luke, per aver amato Michael e Ashton, per esser state dalla parte di Liam (il nostro caro birromane che aveva solo bisogno di una spinta per riprendere in mano la sua vita) e per aver odiato Zayn agli inizi ahaha

Grazie, infine, perché se la protagonista ha trovato la sua piccola fetta di felicità è stato solo grazie a voi. Senza il supporto necessario questa storia sarebbe rimasta incompleta, lasciandola ferma al suo 5.

Auguro davvero a tutte di poter trovare una persona che vi tenda la mano come Calum, che vi faccia sentire amate, che sbagli, che sia un coglione ma che sappia alla fine cosa è giusto o sbagliato. Vi auguro di eliminare dalla vostra vita le amicizie tossiche come quella di Helena e Mary, di riuscire a superare l'assenza delle persone a cui tenete di più capendo che non abbiamo un controller per regolare la nostra vita, ma che possiamo semplicemente fare le nostre scelte e vedere come influenzeranno il nostro futuro. In fine, vi auguro di poter vedere la vera bellezza che è in voi e che magari spesso non riuscite a cogliere, perché per me siete tutte dei meravigliosi 10.

Un ultimo ringraziamento va a diverse persone vicine a me che hanno seguito questa storia. L'Ohana, ovvero: Giadina, la nostra piccola cromosomina, ma anche una delle persone più dolci e gentili che abbia mai conosciuto.

Beddy, sbrodolatte, una pazza psicopatica a cui voglio un bene immenso. Emmy, Ricciolo Selvaggio dell'Est, che è sempre sveglia la notte e mi fa compagnia, innamorata di Pippo e prossima all'essere la matrigna più figa del mondo.

Els, denti di latta o Doppia E., che è rompicazzo a livelli elevati, ma che sa comunque farsi volere bene. Anche se ha un corpo che invidio.

Sedia, la zoccolona, la mia riccia preferita.

Maio, il nostro Michael Jackson, a cui voglio bene. (sto scherzando, Maio)

Viola, la mia puledrona inglese (si fa per dire), perché ha seguito questa ff nonostante steste passando un anno fuori e perché è finalmente tornata nell'Ohana e mi era mancata tantissimo.

Due personaggi di questa storia sono ispirati a due di loro, come potrete notare dai nomi, ed è stato davvero divertente vedere le loro reazioni ai capitoli in cui comparivano. Recentemente litighiamo spesso e si sono create diverse... faide? Mi sono incazzata pure io, ma vi voglio un bene enorme e nonostante i problemi avuti so di poter contare su di voi in qualsiasi momento. E Maio, non ti montare la testa, perché rimani comunque una merda :-)

Grazie anche a Erica – la mia Graty – e a Blade, per aver confabulato su questa storia come mi avete riferito. In particolare volevo solo mettere per iscritto, qui, quanto voglia bene a Erica. La conosco da tre anni ormai e il mio bene per lei non è diminuito di una virgola, mi sopporta quando sono insopportabile ed è una delle persone più belle che abbia mai conosciuto. PeC Agente.

Grazie a Ilwater, per incoraggiarmi sempre e per essere quel tipo di amica di cui tutti avrebbero bisogno. E per le sue recensioni, che si ostinava a scrivere nonostante potesse mandarmi un messaggio su whatsapp ahaha

Grazie a quella merda del mio migliore amico, Fanni, perché ha letto i capitoli in anteprima, perché penso gli unici libri che abbia letto siano quelli di scuola e sapere che ha seguito questa fanfiction è una bella soddisfazione.

Grazie a...

MA QUANTO E' LUNGA STA COSA NO MA STIAMO SCHERZANDO

Basta basta, ho davvero esagerato.

Un grazie finale a tutte voi che avete letto o anche solo semplicemente aperto questa pagina.

Ma ancora di più grazie a chi è arrivato a questa frase, perché sono stata davvero troppo lunga.

D'ora in poi mi troverete ad aggiornare la ff su Luke: Tattoo. :)

Per qualsiasi cosa:

Facebook – Mary DomenicaDagosto

Twitter - @cucchiaia

Ask.fm - @cucchiaia

Wattpad – cucchiaia

#STAYSTRONG

 

Ps.

Spoiler di un capitolo che non esiste: Mary e Calum avranno due figli e li chiameranno uno Muraglia e l'altro Cinese.

No, scherzavo, ne avranno tre: Chin, Chon e Chan.

Okay ho davvero finito. 

   
 
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