Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: LuciferWings    14/08/2015    4 recensioni
Raccolta di one shot con lo stesso filo conduttore: i Winchester devono occuparsi di un Castiel di tre anni.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Titolo: Baby in a trenchcoat
Titolo capitolo: L’unico modo per dormire
Fandom: Supernatural
Rating: Verde
Genere: Fluff, Slice of Life
Avvertenze: Nessuna
Trama: Raccolta di one shot con lo stesso filo conduttore: i Winchester devono occuparsi di un Castiel di tre anni.
Note: Ringrazio vaneae per il betaggio(?) e per il sopportarmi continuamente. Quella santa donna prima o poi mi ucciderà, lo so :')






Quel giorno ci ritrovammo ad affrontare quella strega, letteralmente, di Rowena. Stava blaterando qualcosa a proposito di Sam e Cas che l’avevano rinchiusa in un magazzino a fare ricerche con “l’altra rossa”, come la chiama lei, ed era veramente infuriata. Cas si fece avanti per fronteggiarla ed ella pronunciò un incantesimo. Non saprei ripeterlo, credo fosse in greco antico o qualche strana lingua morta; fatto sta che, dopo un gran fumo bianco, non vidi più Cas e la strega rossa. Sentii una specie di singhiozzo e guardai in basso. In mezzo al trench e al completo, seduto per terra, c’era un bambino con i capelli neri e due grandi occhioni blu.

“Cas?” Chiesi osservandolo. Il bambino, sui tre anni più o meno, si guardò intorno confuso per poi tornare ad osservarmi. Alzò le braccia e le tese verso di me, aprendo e chiudendo le manine. Mi voltai a guardare Sam sconvolto e lui mi incitò, con un cenno della testa, a prenderlo in braccio. Guardai Cas con ancora le braccine tese e lo tirai su tenendolo un po’ distante da me e osservandolo. Lui si sbilanciò verso di me fino ad avvolgere le braccia attorno al mio collo, appoggiando la testa sulla mia spalla. Lo avvicinai al mio torace e lo strinsi un po’ mentre il piccolo si rannicchiava contro di me.

“Prendi i vestiti, Sammy.” Dissi guardando il trenchcoat beige a terra. Mio fratello tirò su tutto e ce ne tornammo al bunker.

***

“Cosa dovremo fare ora?” Domandai perplesso osservando un Castiel di tre anni disegnare seduto a terra.

“Che ne dici di chiamare Bobby? Lui ci teneva spesso da piccoli, magari ci può aiutare in qualche modo.” Propose Sam ravviandosi i capelli. Lo guardai con un cipiglio serioso in volto ed annuii.

“Che abbiamo da perdere? Al massimo ci dirà di chiamare Gabriel o Balthazar e scaricarlo a loro, no?” Presi il cellulare e composi il numero di casa di Bobby.

“Pronto?” Rispose dopo quattro squilli e con voce assonnata.

“Bobby, sono Dean.” Affermai schiarendomi poi la voce. “Abbiamo un piccolo problema.” Dissi e pensai di aver fatto un bel gioco di parole.

“Che hai combinato questa volta, figliolo?” Chiese esausto l’uomo.

“Ehi, perché dovrei aver fatto qualcosa di male io?!” Chiesi oltraggiato da tale affermazione.

“Perché sei tu quello che si caccia più spesso nei guai, idiota!” Esclamò. Sbuffai e mi girai verso Sam che tratteneva a stento una risata.

“Comunque nulla.” Dissi imbronciato. “Non è stata colpa mia questa volta.” Sospirai. “Abbiamo trovato Rowena oggi. L’abbiamo affrontata ma lei ha... Beh, ha trasformato Cas in un bambino di tre anni.” Spiegai vedendo il piccolo girarsi verso di me al suono del suo nome. Si alzò e zompettò da me con un sorrisone, avvicinai il telefono al suo viso e dissi; “Dì ciao a zio Bobby.” Il piccolo sorrise e disse un ‘ciao zio Bobby’ a voce un po’ bassa arrossendo vistosamente. Ripresi il telefono e scompigliai i capelli a Cas mandandolo nuovamente a giocare.

“Quello era Castiel?” Chiese scioccato.

“Già.” Affermai. “Bobby, non sappiamo che fare, ci serve il tuo aiuto...”

“Arrivo ragazzo.” Disse risoluto il vecchio uomo. “Fammi prendere un paio di cose e parto immediatamente.” E con questo chiuse.

Guardai Sam e gli comunicai la notizia. “Dovrebbe essere qui per le cinque e mezza.” Sospirai passandomi una mano sul viso. “Per fortuna è un angelo e non ha i bisogni umani.”

“Già.” Riconobbe Sam. “Almeno quello.”

Appena finita quella frase, Castiel si alzò in piedi e si avvicinò a noi. “Dean.” Sussurrò. “Perché ho i pantaloni bagnati?” Chiese inclinando la testa di lato ed osservandomi. Sbattei la mano sulla fronte e sospirai sonoramente.

“Cancella quello che ho detto.” Dissi a Sam per poi tirare su Cas e tenerlo a debita distanza da me. “Vai a comprargli dei vestiti. Io cerco qualcosa da mettergli finché non torni.”

“Vado!” Esclamò il minore filandosela.

“Ciao ciao Sam.” Sorrise Cas facendo ciao ciao con la manina al gigante. Stornò lo sguardo verso di me e mise un broncetto adorabile. No, non l’avevo assolutamente pensato, no!

“Dimmi pulce.” Dissi mentre andavo verso il bagno per cambiarlo e fargli un bagno. Credo proprio di sì, non voglio che puzzi di urina.

“Poi disegni con me?” Sussurrò pianissimo abbassando lo sguardo e arrossendo. Lo feci sedere su un mobile e andai alla vasca per far scaldare l’acqua.

“Va bene, Cas.” Gli sorrisi e tornai da lui togliendogli i vestiti sporchi. Lo misi nella vasca ed iniziai a lavarlo piano.

“Dean?” Sussurrò il mio nome nuovamente ed io mugugnai aspettando che continuasse. “Sei il mio papà?” Bisbigliò giocando mestamente con l’acqua. Mi fermai di colpo e lo guardai stranito.

“No!” Dissi sconvolto. “Cioè, no. Non sono il tuo papà. Tu sei un angelo, Cas, e il papà degli angeli è Dio. Non che si faccia molto vedere però, eh...” Affermai in tono più pacato.

“Oh. E io devo andare da Dio? Perché io non ci voglio andare.” Bisbiglia. “Io voglio rimanere con te e Sam.” Alzò lo sguardo colmo di lacrime verso di me ed io gli passa una mano piena di schiuma fra i capelli bagnati, riprendendo a lavarlo.

“Certo che starai con me e Sam, pulce.” Sorrisi e lo tirai fuori avvolgendolo in un asciugamano. Lo portai in camera mia e lo asciugai per bene. “Ora fermo qua che cerco qualcosa da metterti finché Sammy non torna, va bene?” Chiesi guardandolo negli occhi. Il piccolo annuì seriamente e rimase seduto sul letto giocando con un lembo dell’asciugamano. Gli accarezzai la testa ed andai all’armadio cercando qualcosa.
Dopo un buon quarto d’ora di ricerca, decisi di prendere una vecchia maglia grigia degli AC/DC e fargliela usare come vestito. Il punto era: che usavo come mutande? Rovistai più a fondo, ma non volevo rovinare qualche mio capo d’abbigliamento con la sua pipì, quindi, armadio di Sam, avrai un faccia a faccia con me. Ghignai e raggiunsi Cas con la maglia, gliela feci indossare e lo presi in braccio.

“Quando ti scappa la pipì trattienila e dimmelo, okay? Così ti porto in bagno e non ti sporchi.” Gli consigliai entrando nella camera di mio fratello. Lo misi sul letto e andai all’armadio cercando qualche cosa.

“Va bene, Dean.” Rispose Cas. Appena trovato qualcosa glielo agganciai a mo di mutandina e lo ripresi in braccio.

“Come ti sta?” Domandai tornando alla biblioteca. Mi guardò confuso e scossi la testa. “Lascia stare.” Sorrisi e lo misi giù dov’era prima dell’incidente pipì a disegnare. Feci per andare in cucina a prepararmi il pranzo ma sentii qualcosa tenermi il jeans. Mi fermai e abbassai lo sguardo vedendo un cespuglio di capelli neri guardare in basso. “Che succede ora?”

“La mia pancia fa un rumore strano e mi fa male qui.” Disse indicandosi lo stomaco. Lo presi per mano e andai in cucina.

“Hai solo fame, pulce.” Lo presi in braccio e lo feci sedere sulla tavola. “Ora ti faccio un bel sandwich con la marmellata e il burro d’arachidi e poi starai meglio.” Andai alla dispensa e tirai fuori il tutto.

***

Verso l’una tornò Sammy. Era pieno di borse e borsette con vestiti e giochi per Cas.

“Ti sei lasciata prendere dallo shopping, Samantha?” Lo presi in giro e lui mi fece una linguaccia in risposta, dando i giochi alla pulce e lasciando i vestiti nelle borse sopra un tavolo.

“Dovremo cambiarlo.” Dissi osservando il modo in cui l’avevo vestito.

“Perché? Sta benissimo!” Risposi oltraggiato, per la seconda volta quel giorno, dalle parole di mio fratello. Egli sbuffò e si passò una mano sul viso.

“Quella maglia gli sta cinque volte. E poi che hai usato come pannolino?”

“Ti ricordi quella maglia di Stanford? Potrebbe essermi capitata sotto mano e... beh, sai com’è.” Risposi con un ghigno in volto.

“DEAN! NON L’AVRAI FATTO DAVVERO!” Urlò Sammy in preda al panico correndo in camera sua. Presi Cas in braccio e le borse dal tavolo andando poi a chiudermi in camera ridendo. Cambiai Cas e, quando fui sicuro che Sam non mi avrebbe ucciso, forse l’avrebbe fatto nel sonno, ma per adesso ero salvo, andai alla sala relax. Lasciai Cas a terra a giocare con il suo nuovo camioncino dei pompieri e mi stravaccai sul divano con una birra in mano. A quell’ora davano Dottor Sexy M.D. e per fortuna non avevamo casi, beh, almeno non fuori dal bunker.

Dopo una mezz’oretta, Cas si arrampicò sul divano e salì sul mio petto, accoccolandosi. Lo vidi girare la testa verso la tv osservando gli attori recitare, e poco dopo si addormentò con il pollice in bocca. Gli accarezzai piano la schiena e continuai a guardare la tv. Non l’avrei mai ammesso ma un po’ mi ricordava i vecchi tempi, quando dovevo badare a Sammy. Era stato difficile visto che ero un bambino anche io, ma con Cas sarebbe stato diverso, no? Beh, ci speravo.

***

Alle 6 apparve Bobby con la macchina stipata di scatoloni pieni di vecchie cose che usavamo quando John ci parcheggiava da lui. Lo aiutammo a portare tutto dentro e poi mi obbligarono a preparare la cena. Sbuffai e alzai gli occhi al cielo, ma andai in cucina e preparai hamburger per tutti. volevo fare qualcos’altro per Castiel, ma poi pensai che a tre anni Sammy mangiava di tutto, quindi non ci diedi peso e feci anche a lui un succulento hamburger alla Winchester. Mentre grigliavo la carne, Cas entrò in cucina con il nasino all’insù, annusando il buonissimo profumo della carne rossa.

“Dean, fame.” Affermò tirandomi un lembo della camicia a quadri.

“Fra poco è pronto, pulce. Di a Sam di farti lavare le manine.” Dissi mentre giravo gli hamburger e scaldavo un po’ il pane. Il moro annuì e corse via zompettando felice. Risi piano fra me e me e finii di preparare la cena. La servii nella sala relax, Bobby aveva preso la poltrona, come al solito, Sam era seduto a terra vicino al tavolino con un librone pieno di incantesimi, e vorrei sottolineare anche qui il ‘come al solito’, ed io mi sedetti scompostamente sul divano. Azzannai il panino e vidi la pulce fare lo stesso, ma il risultato fu diverso ed esilarante. Il bambino si era sporcato tutta la faccia e anche i vestiti. Gli misi meglio il piatto sotto il panino e gli ripulì il viso alla buona, poi lo lasciai finire.
Ad un certo punto sentimmo un rutto provenire da Cas e tutti ci girammo ad osservarlo. L’angioletto mi stava fissando sorridendo felicissimo.

“Questo mi ha reso davvero felice, Dean.” Disse e si accoccolò contro di me sospirando sazio. Non riuscii a fermare il piccolo sorriso che affiorò alle mie labbra e gli accarezzai la testa. Dopo aver finito di mangiare e aver visto la fine del film, Sam decretò che era ora di andare a letto per Cas. Lo prese in braccio e lo portò in una delle camere vuote del bunker. Io e Bobby continuammo a parlare e a guardale telenovelas bevendo birra, finché un Sam leggermente alterato non tornò con un Cas sbraitante fra le braccia. Quando il gigante mise giù il bambino, il moro si arrampicò sul divano e si accoccolò al mio petto come quel pomeriggio. Si girò verso la tv ma poco dopo si addormentò.

“Ma come...?” Chiese confuso mio fratello con un filo di voce.

“Che succede Sammy?” Sorseggiai la birra osservandolo.

“Prima non riuscivo a farlo dormire ed ora, in un minuto netto si è addormentato.” Rispose incredulo. Il suo sguardo vagò da me, al piccolo e poi a Bobby. Quest’ultimo si schiarì la voce e si alzò.

“Sarà ancora quella storia del legame profondo, ragazzo.” Affermò per poi prendere la sua bottiglia di birra vuota e andare verso la cucina. Osservai mio fratello e scrollai le spalle non sapendo come replicare.

“Lo porto a letto.” Dissi, e mi alzai tenendo stretto a me Castiel. “Notte Sammy.” Lo salutai con la mano e poi passai in cucina ad augurare la buonanotte anche a Bobby. Andai in una camera vuota e poggiai Cas sul letto, gli misi dei cuscini ai lati per non farlo cadere e me ne andai nella mia stanza.
Anche quella giornata era finita.






A/N: spero che quest'idea/prima os vi sia piaciuta (la mia beta ha detto che potrebbe morire dalla dolcezza ma vbb).
Pubblicherò ogni venerdì a settimane alterne (in quelle dove non dovrebbe esserci nulla pubblico 'In Another Life', se non l'avete letta fatelo perchè la fanfic è stupenda e in lingua originale è anche più djfghjkdh).
Dopo il momento pubblicità e il momento sclero volevo tornare alla fic; non so davvero come mi sia uscita sta cosa. Insomma stavo pensando alla frase "baby in a trenchcoat" e bum, mi sono messa a scrivere.
Spero che questa raccolta abbia molti capitoli, perché, non so, voglio che sia lunga haha
Se volete lasciare una recensione sarà ben accetta, a venerdì prossimo (o a quello dopo lol)

LuciferWings
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: LuciferWings