Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Lukeee    15/08/2015    3 recensioni
Se un fiore può crescere e sbocciare tra i sassi, può un amore sopravvivere a intrighi e guerre?
Dal testo:
“Sei pronta a seguirmi? Sarà una via oscura e…e molto difficile. Sei pronta a mettere in gioco tutta te stessa?”
Per un istante che durò millenni si fermò.
“Noi…noi danzeremo coi draghi”
Non sapeva se prenderla come un’affermazione o una domanda. Ma era sicura della scelta che aveva preso. E decise che era la seconda opzione.
Trovò la forza di parlare, mentre il cuore accelerava.
La notte era oramai scesa e le stelle assistevano a quello che forse sarebbe stato ricordato come il principio di una nuova era.
Lei gli sorrise sinceramente. E poi, lentamente, le sue labbra articolarono poche ma inequivocabili parole.
“Yes Trystane. We will dance with dragons”
- Myrcella Baratheon - Trystane Martell - Aegon VI Targaryen - Arianne Martell - Jon Snow - Cersei Lannister - Jaime Lannister - Tommen Baratheon - Howland Reed - Daenerys Targaryen - Mark Ramius (New) - Stone Temple/Jon Connington - Daario Naharis/Euron Greyjoy - Tyrion Lannister
Storia che rende giustizia a una delle tante inutili vittime del finale di stagione.
Ora e sempre, long live the lioness
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Myrcella Baratheon, Nuovo personaggio, Trystane Martell, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap 9


Long live the lioness



 



We are not now that strength which in old days
moved earth and heaven, that which we are, we are;
one equal temper of heroic hearts,
made weak by time and fate, but strong in will
to strive, to seek, to find, and not to yield.


Ulysses, Alfred Tennyson

 





 

“Che differenza c’è tra un eunuco e un Tyrell?” aggiunse, con la solita malizia e ironia.
L’ennesima battuta sulle tanto odiate rose. Ne sarebbero mai venuti fuori?
Questa volta non provò nemmeno a indovinare a cosa alludesse. Di certo era un modo azzeccato per iniziare il discorso e rompere il ghiaccio…ma stava diventando esagerato. O forse no? Forse era lei l’unica a esserne stanca?
Trystane lasciò passare la solita manciata di secondi aspettando una risposta. Lo sguardo della regina era divertito. Tirò a indovinare.
“L’odore? A no, quella è un analogia…”
Il giovane dorniano scosse la testa, comunque compiaciuto dalla risposta.
Quanto a Jaime, era in disparte, in un angolo, a versarsi del vino. Dal suo sorriso si poteva intuire che apprezzava quelle provocazioni.
Il tempo scadde e lui riprese nuovamente a parlare.
“L’eunuco almeno si atteggia per quello che è”
Questa era davvero forte. Ma proprio per questo era una delle più divertenti.
Cersei non si trattenne.
Dal fondo della stanza, il fratello tornò stringendo il vino nella mano. In quella sana.
“Questa si adatta perfetta a Ser Loras…” disse ridacchiando il cavaliere in bianco.
Solo a sentirlo nominare, la sorella si incupì. Le promesse di Twin Lannister erano difficili da rompere. Ma da morto, non poteva di certo impedirle di temporeggiare.
Trystane riprese a parlare.
“Moltissimi anni fa un Tyrell propose un trattato di pace al principe…”
Sorrise mentre rievocava quel ricordo.
“Offriva la mano della sua quarta, quinta figlia…oppure era una nipote? Comunque, una donna di poco peso reale.”
Si portò alle labbra la coppa, bevendo un piccolo sorso.
“La proponeva allo zio del principe, noto anche, per la sua armatura da battaglia, come la serpe nera. Chiedeva la fine delle ostilità e…aiuto nello strappare il potere al Tyrell legittimo.”
Fece una pausa, come per studiare le migliori parole.
“La risposta gli fu presentata durante un banchetto di corte. Il principe gli aveva mandato un baule bellissimo, tanto che, credendo che fosse un dono per confermare la promessa, lo volle aprire di fronte a tutti.”
Sorrise ancora.
“Dentro al baule c’era un gigantesco serpente nero. Si scatenò il caos e molti rimasero a terra.         Avevano chiesto la serpe nera…ed era stato accontentato…” concluse ridacchiando.
“Non conoscevo questa storia…” disse Jaime, divertito.
Trystane sospirò.
“Le rose non ne vanno particolarmente orgogliose…il complotto fu represso nel sangue e tutta la faccenda secretata. Per i Tyrell, quel matrimonio e quell’alleanza non fu nemmeno mai proposta
Seguì un silenzio disteso. Il primo, da quando quella conversazione era cominciato.
Ma la voce di lui lo ruppe ancora.
“Un'altra alleanza è invece forte…quella tra Martell e Lannister.”

“Ecco” pensò lei. Ci siamo. Il giro che Trystane aveva fatto per giungere a quell’argomento era stato molto lungo, ma era sensato.
“Quando venne accordata, la pace venne preservata a Dorne e presto riportata in tutti i sette regni”
Appoggiò la coppa sul tavolo.
“La pace è bellissima e sembra solida, imperturbabile. Ma in realtà, è debole e precaria. Basta poco per rovesciarla.”
Dicendo questo, urtò la coppa con la mano. Questa si rovesciò sul tavolo e un rigagnolo di vino rosso colò sulla superfice.
“Qualcosa di grande, di importante, di terribile è all’orizzonte.”
Se si parlava di politica, si trasformava. Tutta la sua ironia, allegria, malignità scomparivano, per lasciare posto a un solenne e deciso uomo. “Due volti della stessa medaglia” pensò Myrcella. Una medaglia che amava in ogni caso.
La faccia di Cersei, dai sorrisi e risate di prima, era ora diventata una maschera di marmo.
“Non sappiamo esattamente quanto sia distante. Ma quando arriverà, dovremo essere pronti. I piani stesi, la fiducie verificate, le alleanze rafforzate.”
Si fermò un istante.
“E le promesse mantenute”
A questo punto, si alzò in piedi.
Dovevamo essere il sigillo di questa alleanza. E invece…
Venne a porsi dietro di lei.
Sei anni di rinvii, temporeggiamenti, imprevisti. È ora di porre la parola fine. È ora di porre il sigillo a questa alleanza.”
Cersei aspettò un paio di secondi, come per accertarsi che avesse finito, e poi prese la parola.
“Il sigillo? Sposarvi?” chiese. Si fermò un istante
“Perché tutta questa fretta? Per cosa dobbiamo essere pronti?” il suo tono era confuso, sorpreso.

Forse Trystane era stato troppo impetuoso. Ma per affrontare sua madre ci voleva una forza del genere. Trovò lei ora la forza di parlare.
“La pace è durata, fino ad ora. Ma le amicizie cominciano a scricchiolare. E mio fratello…”
Non avrebbe mai e poi mai voluto dover finire a parlare di quello, ma era inevitabile.
Questa malattia lo sta…lo sta sfinendo, corrodendo, sbriciolando. Oramai fa fatica anche a parlarmi.”
Ripensare a questo le fece male, molto male. Soprattutto ripensare a come fosse peggiorato nelle ultime settimane. Ma si sforzò di andare avanti.
“Quanto prima che la Tyrell mandi Tommen alla Cittadella e si impossessi del trono?” Il tono della sua voce era oramai quasi disperato.

“Forte. Sì forte” si ripeté mentalmente.
“E non oso immaginare che ordini daranno ai maestri…lo faranno impazzire, lo faranno peggiorare ancora, qualsiasi cosa pur di dire che non è più in grado di essere il re. E a quel punto?”
Raccolse ogni briciolo di energia che aveva dentro per imporsi di non lasciar cadere nemmeno una lacrima, non lì, non ancora.
Voleva dire qualcos’altro, ma le parole le morirono in gola.
La voce di sua madre ruppe il silenzio lanciato dalla sua domanda. Ma il tono non era decisamente quello che si sarebbe aspettata.
“Myrcella, parlare così di tuo fratello…” parole ostili, inviperite.

Cosa? Questo era davvero troppo… No, non poteva averla fraintesa. Come poteva aver capito che a lei non importava niente di lui? Era assurdo.
Una parte di lei voleva urlare, urlare, urlare. Urlare la verità, ciò che aveva represso, quel dolore smisurato per quanto Tommen stesse subendo. Avrebbe voluto urlare ciò che loro due erano, ciò che li legava e che lei mai e poi mai lo avrebbe abbandonato.
Avrebbe voluto urlare contro sua madre, per quello che aveva detto, per quello di cui l’aveva incolpata.

Ma senza sapere come riuscì a reprimere questa voglia, questa rabbia furiosa.
E mentre ricacciava tutto indietro, si morse il labbro per trattenere quelle parole rabbiose.Si morse tanto forte che una goccia di sangue scarlatto le scese lungo il mento. Sentiva quell’inconfondibile sapore metallico in bocca.
La forza che prima la stava spingendo a urlare guidò ora le sue parole.
Quello che mi lega a Tommen…non lo posso descrivere. E vederlo così…”
Una mano invisibile le stringeva la gola, rendendole difficile parlare.

“Mi ha fatto tanto, tantissimo male. Essere qui, impotenti, mentre lui soffre…”
Sentiva gli occhi lucidi, colmi di lacrime pronte a cadere. Ma non lo avrebbe permesso.
“Ciò che mi lega a lui però…non mi impedisce di guardare la realtà per quella che è. Questa realtà…mi spaventa terribilmente.”
Passò la lingua sulle labbra, portando via il sangue che continuava a uscire dal taglio che si era fatta.
Ma come sono la prima a guardare in faccia la realtà, sarò l’ultima a smettere di sperare…”
Abbassò la testa. Il sapore del sangue in bocca aveva un che di dolce, di confortante.
Il silenzio che seguì le sue parole faceva male alle orecchie.
Myrcella…” sua madre provò a parlare, molto più cauta e affranta di prima.
Ma fu subito stroncata da una voce forte e decisa.
“Taci Cersei. Lei ha ragione…hanno fottutamente ragione…”
Il cavaliere bianco batté un pugno sul tavolo
“Tutte le follie e gli smacchi che hai fatto subire ai Tyrell...credi che li abbiano dimenticati? Ti, anzi ci ripagheranno cento volte con la stessa moneta…”
L’espressione della regina era terribilmente sorpresa…e…inviperita, inviperita per essere stata scavalcata così.
“Come?! Dimmi come quella troietta si impossesserà del trono?!” urlò piena di rabbia contro il fratello.
Jaime provò a rispondere, ma il giovane dorniano fu più rapido.
“Con un erede in grembo sarà tutto dannatamente facile…”
Cersei lo guardò, colta in contropiede…che davvero non ci avesse mai pensato?
Trystane riprese a parlare “E anche se il re non facesse tempo a darglielo…”
Il comandante della guardia reale completò la frase.
“Si trascinerà a letto ogni uomo di Approdo del Re…e a quel punto, con Tommen tra le grinfie degli arcimaestri, chi oserà mai sostenere che quello non è figlio suo?”
A questo punto gli scappò una risata, una risata disperata. “Ride per non piangere” pensò Myrcella.
“Sedici anni di reggenza assicurati per i Tyrell…un concilio ristretto pieno di alfieri dell’Altopiano…e un principe cresciuto per essere unicamente una rosa”

La prospettiva era a dir poco agghiacciante. E il fatto che loro potessero fare praticamente nulla per evitarla lo era anche di più. La faccia di Cersei rispecchiava alla perfezione questa sensazione.
Con la voce spezzata provò a rispondere.
“E allora cosa dobbiamo fare Jaime?”
Lui per tutta risposta strinse forte il braccio della sorella.
“Noi? Non siamo più noi a dover agire…”
Il suo sguardo cadde sulla figlia e su Trystane.
“Guarda in faccia i nostri nemici Cersei…Margaery, Loras, Ramsay…e tutti gli altri”
Prese un lungo respiro.
Tornò a guardare negli occhi la sorella.
“Questa non è più la nostra guerra. Questa è la loro guerra... Il nostro tempo è finito. È tempo di farci da parte. Noi tramontiamo, loro sorgono
Sospirò, con un sorriso amaro sul viso.
“Noi non siamo più ora la forza che nei giorni lontani muoveva la terra e il cielo: noi siamo ciò che siamo, un'uguale tempra di eroici cuori, infiacchiti dal tempo e dal fato, ma forti nella volontà di combattere, cercare, trovare e non cedere mai.”

Nulla avrebbe potuto fermalo. Le parole fluivano come un fiume in piena.
“Combatteremo allo stenuo come abbiamo sempre fatto, non cederemo, mai. Ma non saremo più noi a decidere. Questo è il loro presente e quello che da scrivere è il loro futuro.”
Tornò a rivolgersi verso di loro.
“Abbiamo solo un’ultima cosa da fare. Avete ragione, dobbiamo mantenere una promessa.”
Fece un lungo sospiro.
Questo matrimonio s’ha da fare.”




 

 

-        -        -        -        -        -        -        -

 

 

Castello Nero

 

 

“Howland Reed?” chiese Jon, quasi più deluso che stupito.
Riportò alla memoria tutto quello che sapeva su quell’uomo.
“Lord dell’Incollatura…la Torre delle Acque Grigie”
L’altro annuì, sorridendo leggermente.
“Mio padre mi disse una volta che…”
Si portò una mano alla fronte, cercando di distinguere tra i ricordi.
“Che ti doveva la vita…che l’avevi salvato da…”
Howland abbassò il capo.
“È molto più complicato di così…fu un combattimento terribile e bellissimo allo stesso tempo…affrontammo le migliori spade al mondo. E tanti compagni rimasero a terra.”
Il suo volto, nel riportare alla memoria quei ricordi, si fece malinconico e sofferente.
“Comunque si, Arthur Dayne lo stava per uccidere e io glielo impedì... E poi…”
Prese un lungo sospiro.
“Ned andò a riportare Alba a Stelle al Tramonto, alla sorella di Arthur, Ashara Dayne.”
All’udire quel nome Jon si sentì gelare. Quelle vecchie voci. Sussurrate da cameriere, servette, popolino. Che avevano fatto prima infuriare prima Catelyn e poi…
Il lord dell’Incollatura percepì il suo disagio. Gli lanciò uno sguardo.
“La notizia della morte del fratello la sconvolse a tal punto che…si uccise.”
Senza sapere dove e come, trovò la forza per continuare a parlare.
“A Grande Inverno…c’era chi mormorava che lei…”
Inghiottì a fatica.
 Che lei fosse mia madre”
La reazione che vide in Howland fu…indescrivibile. Sembrava commosso…commosso da cosa però? Dalla sua ingenuità?
Ma era qualcosa di più. Sconcerto, compassione, una punta di divertimento, comprensione…
Scosse la testa.
“Questo è il motivo per cui sono, anzi siamo, qui.”
Guardò un istante Aegon. Il giovane drago annuì.
“È ora che tu sappia la verità.” Sospirò ancora.
“Cosa ti ha detto Eddard ti tua madre?”

Quella domanda era forse uno scherzo?
“Niente…assolutamente niente…” Mentre pronunciava queste parole rivide quella scena. Ned Stark sul cavallo, pronto a partire per il sud. E quella frase. “Al mio ritorno, parleremo di tua madre.” Ma da Approdo del Re, il protettore del nord non era più tornato.
Nello sguardo dell’uomo delle paludi ci fu un lampo.
“E invece ti avrà parlato sicuramente di lei…in altra chiave però…

Che cosa? Cosa andava blaterando questo perfetto sconosciuto? Era forse matto?
L’espressione di Howland però era tirata, seria e segnata da…da quel qualcosa che si prova quando si è sicuri di fare la cosa giusta.
“Sai perché eravamo tanto a sud?” gli chiese.
Non attese però una sua risposta.
“Finita la guerra, Ned prese me e altri uomini a lui fedeli e andammo a cercare sua sorella”
Una strana sensazione invase il lord comandante.
Lyanna Stark? La sorella minore rapita…
“Era scomparsa dopo il torneo di Harrenhal. Rapita, pensarono subito gli Stark e i Baratheon, dal principe Rhaegar. Fuggita, direi io, col senno di poi…”
Lo sguardo di Jon andò un attimo a Aegon. Il principe sembrava...assorto.
“Il combattimento di cui ti ho parlato prima avvenne dove Lyanna era stata portata…”
Il sospiro che seguì queste parole fu… solenne.
“Eddard assistette impotente mentre la sorella moriva tra le sue braccia. E le promise…”
Oramai il lord comandante pendeva dalle labbra del crannogmen.
“Le promise che avrebbe nascosto e cresciuto il figlio che lei aveva avuto come se fosse…un suo bastardo.”
Jon sentì il cuore fermarsi. Il respiro gli si mozzò. Il tempo stesso parve arrestarsi. Le sue pupille si dilatarono. Gli arti si immobilizzarono.
E nella sua mente…alla gelida sorpresa seguì il caos più totale.
Mentre i pensieri si sovrapponevano, si incrociavano, si combattevano dentro di lui perse ogni cognizione del tempo.
Potevano essere passati secondi così come ore quando tornò lucido. Anche se lucido era una parola grossa. Senza sapere in che modo, era riuscito miracolosamente a rimanere in piedi.
Una morsa invisibile gli attanagliava la gola.
Con uno sforzo enorme riuscì a parlare.
“Lyanna Stark…”
Howland gli sorrideva, un sorriso sincero, comprensivo.
“Si Jon. Era tua madre.”
Il caos di ricordi che l’aveva attanagliato fino a qualche istante prima riguardava tutti quella donna che non aveva mai potuto conoscere.
Ora invece un nuovo pensiero lo fulminò. Da quando era sulla barriera, aveva  conosciuto il freddo più estremo. Eppure quello, se comparato alla gelida realizzazione che lo attraversò, pareva tepore di primavera.
Se Lyanna era sua madre…
Non lo ordinò, ma il suo corpo lo fece per lui.
Lo sguardo andò a cadere su Aegon.
Uno sguardo in cui era racchiusa una domanda che mai e poi mai aveva pensato di poter mai porre in vita sua.
Il principe carpì ciò che era racchiuso in quell’occhiata.
E con quell’inconfondibile malinconico sorriso stampato sul volto, annuì.

Non era possibile. No, stava sognando. Lo stavano prendendo in giro…
Si prese la testa tra le mani, mentre si arrendeva definitivamente al conflitto interiore che lo dilaniava dentro.
Lyanna…ma soprattutto Rhaegar. E per tutta la vita aveva creduto che…
Pensieri come questo si riproponevano in continuazione, insieme a nuove ed agghiaccianti realizzazioni, constatazioni, deduzioni. Tutte le sicurezze, tutto quello che fino ad allora era stato per lui un punto fermo, spazzato via.
Ogni certezza, messa in discussione.
Ma c’era anche posto per Ned. E nel ripensare a lui, non gli pareva possibile ciò che aveva fatto. Nonostante quello che provava per la moglie, l’aveva spacciato per il suo bastardo. Nonostante l’amicizia che lo legava a Robert, aveva nascosto in casa sua il figlio del nemico. Nonostante la devastante guerra che aveva dovuto combattere, aveva cresciuto e protetto il frutto dell’unione proibita che aveva scatenato il conflitto.
Una domanda gli sorse spontanea.

Perché?
Con questa domanda che gli ronzava nella mente, rialzò il capo.
Guardò Howland, che gli lesse nel pensiero.
“Per lei. Per sua sorella. Per tua madre” sussurrò.

Si, tutto aveva un senso. Era qualcosa di terribilmente folle, rischioso e soprattutto…
Quello che sentiva ora era…nuovo, strano, indescrivibile. Quello che provava verso Eddard Stark, l’uomo che per vent’anni aveva chiamato padre, era…dire rispetto, ammirazione, gratitudine era riduttivo.

Ma una voce lo distolse dai suoi pensieri.
The dragon must have three heads…”
I suoi occhi viola tornarono a incrociarsi con quelli di Jon. Quel lampo di prima si ripeté. Ma ora entrambi riuscirono a coglierlo. Ed era qualcosa che Jon non aveva mai sentito, mai provato prima. Era qualcosa che solo…
La voce di Aegon risuonò solenne, potente e incredibilmente amichevole.
“So che questa proposta ti è già stata e l’hai rifiutata per onore. Per rispetto del giuramento fatto”
I loro sguardi erano stretti in una indissolubile attrazione magnetica.
Sono lo scudo che protegge i domini degli uomini…”
Prese fiato.
“Un giuramento fatto da Jon Snow. Che impegna Jon Snow. Non te… Non più…”
Sospirò.
“Non sono qui per importi nulla. Sono qui a farti un’offerta. Se vorrai potrai uscire da questa stanza per ciò che veramente sei.”
Si fermò a prendere fiato per un’ultima volta.
“Jon delle case Targaryen e Stark, lord di Grande Inverno, Protettore del Nord e…”
Inghiottì a fatica, mentre i suoi occhi viola brillavano, al pensiero di cosa stava per dire. Un sorriso tornò a dipingersi sul suo volto. E questa volta, oltre all'infondibile malinconia, c'era davvero felicità.
“E mio fratello” 

 

 



 

Note dell’autore:

 

Questo capitolo…aspettavo da tanto di scriverlo. Immaginare come Jon venga a sapere la verità…
È oramai scontato che Jon non sia figlio di Eddard e una donna qualunque…le teorie sono numerose come i debiti della Grecia.
Quella di Rhaegar e Lyanna è la più probabile, sensata e con i maggiori sostegni, oltre a essere la più bella. Per questi motivi e per lo sviluppo che volevo dar alla storia l’ho scelta.
Del resto, ne sapremo presto di più. È quasi sicuro che in The Winds Of Winter (il prossimo libro) avremo la rivelazione “ufficiale”, da parte probabilmente di Bran o di Melisandre. Anche dalla prossima stagione mi aspetto qualcosa, hanno scelto l’attore per interpretare un flashback di Ned. L’età (13-14 anni) mi lascia supporre che probabilmente vedremo anche Lyanna a Winterfell.
Piccola nota: per chi avesse un déjà-vu, la poesia in alto è la stessa che M cita al processo in Skyfall. Ok, forse ho esagerato nel metterla in bocca a Jaime, ma mi sembrava perfetta per trasmettere ciò che volevo. Non sono poi per niente un amante di Manzoni, ma quella frase dei Promessi Sposi calzava troppo bene per chiudere...(anche se andava modificata ovviamente)
Ho già scritto fin troppo, quindi chiudo ringraziando tutti quelli che lasciano feedback e spero che questo nono capitolo vi sia piaciuto. Fatemi sapere come sempre cosa pensate a proposito di come sto sviluppando la trama.
Per chi sente già odore di confetti e torta nuziale…beh, vi posso dire che manca davvero poco.
Al prossimo capitolo dunque e, ora come sempre, long live the lioness.

 

 

Moved earth and heaven, that which we are, we are;

One equal temper of heroic hearts,

Made weak by time and fate, but strong in will

To strive, to seek, to find, and not to yield.

 



   
 
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