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Autore: Stella cadente    16/08/2015    5 recensioni
Francia, 1482:
Parigi è una città che nasconde mille segreti, mille storie, mille volti e mille intrecci.
Claudie Frollo è un giudice donna che tiene alla sua carriera più di ogni altra cosa al mondo.
Olympe de Chateaupers è una giovane ragazza da poco al servizio del giudice e, sebbene sia spavalda e forte, si sente sempre sottopressione sotto lo sguardo austero di quella donna cinica ed esigente.
Nina è una semplice ragazza di quindici anni, confinata nella cattedrale a causa di un inconfessabile segreto..
L’arrivo di Eymeric, un giovane ramingo gitano, sconvolgerà le vite di queste tre donne, in un modo diverso per ognuna.
Ma alla fine, di quali altri segreti sarà testimone Parigi?
Genere: Fantasy, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Gender Bender
Capitoli:
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XVI.
Fredda come la notte, fredda come la morte
 
 
Eymeric
 
Quando Frollo scomparve nel buio di quell’immenso Palazzo, per un attimo restai imbambolato, incapace anche solo di formulare un pensiero compiuto. Non riuscivo a raccapezzarmi di ciò che era appena successo.  Anche perché aveva tentato di uccidermi.
Quella donna è folle.
Me lo ero ripetuto spesso.
Eppure la sensazione che provavo, ora, dopo aver sentito quelle parole,  era molto simile a quella di quando l’avevo baciata nel sotterraneo… ma come se fosse triplicata di intensità.
Era così forte che mi stordiva, e il risultato era che non capivo più niente.
Era Claudie Frollo, che diamine.
Ma le parole che mi aveva detto poco prima mi avevano in qualche modo colpito. In altre circostanze, probabilmente mi avrebbero disgustato, mi avrebbero lasciato pieno di orrore. Avrei voluto fuggire, in circostanze normali.
Perché non lo avevo fatto?
Ero rimasto semplicemente lì, con gli occhi sbarrati dalla sorpresa, a lasciarmi incantare dal suo modo di parlare intenso e passionale, così diverso rispetto a quello che usava di solito.
Lei stessa mi era sembrata diversa, in quei brevi attimi in cui aveva esposto i suoi veri sentimenti, come se si fosse completamente scarnificata di fronte a me. 
Come se fosse diventata un’altra persona.
Avrei dovuto correrle dietro, chiederle spiegazioni, ma qualcosa mi teneva lì, ancorato al pavimento di quella residenza che non era mia – che era di un funzionario pubblico, con cui in teoria avrebbe dovuto esserci un rapporto freddo, distante e pressoché assente.
Il fatto che provasse un sentimento per me era così… sbagliato. Quella donna aveva ucciso delle persone. Aveva condannato cittadini in nome della Giustizia, costringendoli in realtà al suo potere che cresceva sempre di più.
Lei uccideva, condannava, imprigionava.
Solo una persona senza cuore sarebbe stata in grado di fare cose simili.
Ma, in quel momento, avrei detto tutto di Claudie Frollo, tranne che fosse senza cuore. Il suo cuore sembrava invece il luogo più caldo e oscuro al tempo stesso che avessi mai visto. L’immagine del suo volto pallido solcato da lacrime, quegli occhi chiari che esprimevano solo la disperazione e la frustrazione più totale, quelle parole che raccontavano emozioni troppo a lungo represse, mi avevano in qualche modo fatto sentire come se Claudie Frollo fosse letteralmente entrata in collisione con me.
Tutto ciò era semplicemente assurdo, privo di una qualunque spiegazione logica.
E dovevo scappare.
L’impulso che mi attraversò in quel momento fu quello di fuggire.
Dopo solo qualche attimo, tornai nella mia stanza, aprii la finestra e uscii nel buio di Parigi.
 
****
 
 
Avevo fatto attenzione, mentre letteralmente scalavo con agilità le pareti del Palazzo di Giustizia, e adesso mi ritrovavo a terra, con il cuore a mille e uno strano senso di colpa che mi strisciava nello stomaco. Quell’edificio imponente non era diventato casa mia, non aveva nulla di caldo o di familiare… ma allora perché mi sentivo terribilmente vuoto?
Mi voltai una volta indietro – distrattamente, quasi senza accorgermene –  ma fu un errore.
«Sapevo che lo avresti fatto.»
Frollo era sul ciglio dell’enorme portone del Palazzo.
Come è riuscita a capirlo?
Il giudice mi fissava, con piccole ombre di lacrime che stonavano sul suo viso.
Ebbi un flash della prima volta che l’avevo vista da vicino, quando mi aveva inseguito, e l’immagine che mi trovavo davanti mi sembrò allucinante al confronto.
Un volto pallido, di solito contratto in un’espressione arrogante, che adesso era triste, ferito, arrabbiato, sofferente, disperato.
Non ero abituato a vederle addosso così tanta umanità.
«Voglio solo sapere una cosa» disse, interrompendo il silenzio.
La fissai di rimando.
«Ditemi.»
«Perché hai detto una menzogna?»
Aggrottai le sopracciglia.
«Hai detto che credi di amarmi.»
Aveva riacquistato il suo solito tono freddo. Anche se quella nota così odiosa non c’era più, adesso sembrava comunque che mi stesse facendo un interrogatorio all’Inquisizione.
Inghiottii un groppo che mi si era formato in gola.
«Sì» la mia voce uscì fuori in una specie di rantolo.
È così sbagliato.
Incrociò le braccia con un gesto aristocratico e calmo, come se non avesse nessuna fretta.
«Ebbene, perché lo hai detto, se ciò non corrisponde a verità?»
«Non lo so.»
Per un attimo sembrò ferita, ma si ricompose subito e mi guardò dall’alto in basso.
«Bene» si limitò a dire. «Ora sparisci, stregone
La guardai per un istante in cui mi sentii come bloccato da qualcosa, la stessa forza invisibile che poco prima mi teneva piantato al pavimento.
Ma poi corsi nel buio, lasciandomi alle spalle lei e il Palazzo di Giustizia, senza più indugiare, senza più voltarmi indietro.
Dovevo andare alla Corte dei Miracoli e fuggire via da Parigi.
E in fretta, anche.
 

 
Non odiatemi per i capitoli brevi, vi prego, ma Hugo mi ha contagiato con la sua variabilità nella lunghezza dei capitoli – che alla fine non sono quasi mai davvero lunghi – non ci posso fare niente. Scusatemi :’(
Detto ciò, credo che a questo punto sarete un po’..disorientati (almeno, io lo sarei)? Le cose stanno cambiando ancora, ma in maniera un po’ strana. Insomma, non so se sono l’unica a vederlo, ma il rapporto che c’è tra questi due non è molto normale, in effetti. Anzi, per niente, oserei dire.
Come penso abbiate già notato, capitolo breve, ma abbastanza intenso – almeno, mi auguro per voi ...
Spero che vi sia piaciuto :)
Alla prossima,
Stella cadente
  
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