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Autore: Just a Shapeshifter    17/08/2015    3 recensioni
→Tratto dal primo capitolo:
"Vuoi che ti mostri com'è la mia dose di eroina Court?"
→Tratto dal secondo capitolo
Duncan non ce la fece più, era così occupato a prendersela con le proprie paranoie, non si era accorto che degli abbozzi di solchi stavano comparendo nel suo avambraccio per mezzo delle unghie.
Era agitato non poco il suo spirito, il pensiero secondo il quale non era Courtney a scrivere lo stava portando a un esaurimento nervoso.

¤ ¤ ¤
Una piccola ma emozionante ff da non perdere che vede come protagoniste due nostre care concorrenti a cui tutti si sono affezionati :3
P. è tornata con una chicca che attende di essere completata dal 2013.
Buona lettura ;3
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Courtney, Duncan, Heather
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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-Chapter 2-

-Polvere d'Angelo-





Con cautela Heather mostrò a Courtney che cosa succede quando le emozioni s'intensificano tramutandosi in gemiti inizialmente a labbra serrate.
Fu qualcosa di integralmente discordante con il piacere che quel ragazzo dalla ex cresta verde le faceva assaggiare. La mora d'occhi color della terra si sentiva attraversata come da dei fulmini prolungati che, irradiandosi fino al retro della nuca, producevano una situazione talmente compiacente da stringere gli occhi e divaricando le labbra impugnare il copri lenzuolo serramene tra le dita.
Avvertì dei piccoli baci nella sua parte più intima, più nascosta, più eclissata.
Le labbra di Heather così dannatamente morbide riaffiorarono in lei quei ricordi che da un po' di tempo non l'abbandonavano, erano ricorrenti, in particolare dopo le accese discussioni con quel punk del suo ragazzo; perché era così difficile accettare l'idea che una donna per essere felice non dovesse bisogno di un uomo?

Piccole forme geometriche dai colori sgargianti si aprivano e si chiudevano evidenziate da uno sfondo nero, diventando poi puntini bianchi di quando premi i palmi sugli occhi. Courtney riusciva solo a respirare una forma di godimento di cui solo l'altra ne era a conoscenza.
Quel respiro corto e ansimante era paragonabile all'immettere del sangue nelle vene, colpevole dell'arrossamento sulle guance della perfettina che, ovviamente, Heather intercettò comunque e sogghignando amorosamente le offrì delle carezze lungo i fianchi.
Era così incantevole la sua Courtney tanto che un pensiero sfiorò la mente della mora, una risposta incontrollata e innata aveva elargito lo schizzo di energia necessario per accendere la lampadina: Heather era lieta di donare piacere a Courtney.

La forza di volontà amalgamata alla gioia nel fare un'azione è il mix perfetto per completare il raggiungimento di un obbiettivo, ed Heather ne aveva uno nuovo, il quale per una volta non era trovare nuovi modi di mandare a quel paese Al. Alzò lo sguardo, fece una carrellata sul corpo ambrato di Courtney, un ultimo gemito corto e affannoso, affogato dal piacere e Heather si sentì le dita più strette; le fece raggiungere l'estasi.

¤ ¤ ¤


Sollevò una palpebra appiccicata, poi l'altra con il doppio della fatica precedente. Sbadigliò con fauci aperte, i canini ben in vista, come era solito fare allungò la mano alla sua destra facendola scorrere sulle pieghe del lenzuolo alla ricerca di Courtney.
"Ma dove..." per un momento, solo uno nella sua mente varcò la preoccupazione: lei se n'era andata, il proprio mondo fondato su irreali orgasmi fittizi era un fallimento, una stupida droga che rendeva larve umane, citando le parole della ragazza dalla pelle abbronzata. Cercò di non scomporsi e scuotendo la testa quel pensiero rimbalzò fuori.
Fece ruotare gli occhi formando una parabolica sul soffitto dando uno sguardo all'orologio digitale sul comodino, lampeggiavano in una luce verde acceso in contrasto, sul piccolo rettangolo scuro, le 12:34.
"Oh, spero che ci sarà carne al sangue con patate per pranzo." esordì sbadigliando nuovamente accompagnando le braccia dietro le orecchie alle quali però non sopraggiungeva il familiare rumore della ventola accesa.

Ci mise un po' Duncan a svegliarsi completamente, il sonno l'aveva catturato trascinando l'orologio avanti di quasi un'ora.
Ripeté il rituale mattiniero per una seconda volta dimenticando però di aver già svolto la stessa azione tre quarti d'ora prima. Si alzò un po' dondolante, riuscendo solo a scivolare con un piede sul tappeto e pestando il gomito sulla sponda in legno chiaro del letto matrimoniale.
Chiunque fosse stato in quella casa insieme a lui avrebbe potuto sentire una bestemmia urlata a denti stretti seguita da un grugnito che lo accompagnò fino alla porta del bagno.
"Vorrei tanto sapere chi è stato l'idiota che ha avuto la brillante idea di mettere un tappetino del cazzo ai piedi del let-" Ma non fece in tempo a finire la frase che appena la sua mano fece inclinare la maniglia di quella porta a vetro gratinata essa si staccò e con lei, ancora una volta, i piedi di Duncan dal pavimento.

Lavato, asciutto, pettinato e con qualche livido sul polso l'ex punk riuscì a conquistare la cucina, o stabilita da lui la mangiatoia rendendosi conto che magari avrebbe dovuto ascoltare quel presagio, il quale gli era balenato in mente per ben due volte.
Afferrò il cellulare sibilando nella mente a causa di una leve scossa di dolore vicino all'interno pollice.
Doveva sapere dov'era e che cosa stava succedendo.
Una mano si infilò nella tasca dei suoi pantaloncini, invece l'altra sbloccava lo schermo di un Samsung scassato, sgranò gli occhi nel preciso istante in cui cliccò la chat con Court, tuttavia non era per quest'ultima azione l'origine della sua ansia palpitante. "Dove cazzo è! D.o.v.e. p.o.r.c.a. p.u.t.t.a.n.a. É!" aspirò fuori dalla tasca il portafoglio con l'apprensione di chi detona una bomba e quel che è peggio, i cavi non hanno colore.
Aprì il portafoglio, ispezionò ogni piccola taschina, ogni più microscopico angolo e fece il giro della casa per ben tre volte, rovesciò il letto e prese a calci il comodino, esso per vendetta gli regalò un nuovo livido sul piede. Fu il caos.
"No no no no no no! Deve essere per forza da qualche parte i-insomma... l'avevo qui, non può essere andata lontano! Maledizione non ha mica le gambe!" il ragazzo dai capelli color della pece si era seduto per terra, in un angolo a caso dell'appartamento, completamente divorato da una sottospecie di crisi d'astinenza.
Non fu complesso arrivare ad un'unica soluzione: Courtney.

¤ ¤ ¤


Sembrava quasi una foto l'immagine di Heather e Courtney che segretamente dormivano appagate l'una tra le braccia dell'altra.
La mora la teneva stretta al soffice e candido seno, una mano si posava docile sulla schiena e l'altra le caldeggiava i capelli. Entrambe coperte fino alle spalle, o quasi, da quel lenzuolo rosso porpora assente ormai dal profumo di Al: quel misto fra playboy e Armani era come se fosse evaporato, trasferito altrove, o forse era solo Heather che non lo percepiva più.
Non fu un raggio di sole a destare il sonno della mezza asiatica, bensì una vibrazione sul comodino scortata da un nip nip fu l'inaugurazione di quello che sarebbe potuto divenire un pomeriggio dinamicamente vivo e acceso.


≪Senti Court. Ti conviene dirmi subito dove sei. Chiaro?!
Ho messo a soqquadro la casa, pensi che i tuoi stupidi scherzi siano divertenti?!
Ma che cazzo! La ero te la sei messa nel cervello?!≫ ₁₃.₄₂



Aggrottò le sopracciglia la mora alzando un lembo del labbro superiore.
Duncan... come si permetteva di trattare così la propria ragazza?
Colei che cercava da sempre, in tutti i modi, di farlo uscire da quel tunnel artificiale, un teatro dal sipario aperto in cui recitavano fittizie ombre su uno scenario psichedelico.
Non ci mise molto a prendere l'iniziativa.


≪Il telefono di Courtney al momento non è disponibile, prego non lasciare un messaggio.≫✔✔

≪Ma che cazzo? Ora fai anche la spiritosa?!
Senti signorina non ho tutto il giorno, dimmi dove sei che ti vengo a prendere.
Okay, va bene, ieri sera magari non avrei dovuto dirti di si, ma cavolo! Arrivare a derubarmi.
Cos'è uno scherzo?≫ ₁₃.₄₃

≪No. Non lo è affatto. Se vorrai rivedere la tua cara amata dovrai aspettare ancora un bel po'.
Vediamo quanto resisti. Sei un fallito Duncan.≫
✔✔

¤ ¤ ¤

Con energia si morse il labbro, maledizione che cosa gli era saltellato nella mente? Duncan non ce la fece più, era così occupato a prendersela con le proprie paranoie, non si era accorto che degli abbozzi di solchi stavano comparendo nel suo avambraccio per mezzo delle unghie.
Era agitato non poco il suo spirito, il pensiero secondo il quale non era Courtney a scrivere lo stava portando a un esaurimento nervoso.
"D-Dove.. dove diavolo può essere quella ragazza..."
Fece un grande respiro, o almeno gli parve visto che riuscì solo a far saltellare l'aria fuori dalla gola. Doveva trovarla o porre fine a quell'insopportabile mal di testa, magari con un po' di polverina degli angeli.

Che odioso paradosso.

¤ ¤ ¤


Il corpo ambrato di Courtney venne affettuosamente coperto sotto il lenzuolo paonazzo. Heather la guardò stampandole un bacio sulla fronte, cos'era quello? Un sorriso? Si, un sorriso sincero e umile si era dipinto sul volto della ragazza dai capelli color della pece, con una breve carezza se li spostò dietro l'orecchio destro, sfortunatamente ottenne l'effetto contrario, data la loro lunghezza formarono una curva sottile tra lobo e spalla.

Dopo aver celato la sua candida pelle da una vestaglia violetta, la ragazza si mise ai fornelli: era determinata a preparare un pranzetto che rispecchiava le sue doti culinarie adatto al risveglio di quella ragazza che occultamente dormiva nella sua culla.
Sinceramente non sapeva che cosa preferiva mangiare Courtney, sicuramente non si sarebbe messa a fare niente che avesse avuto a che fare con la gelatina verde o con qualunque altra cosa che avesse il medesimo colore, non voleva di certo rischiare.
Afferrò una pentola piana e tirò fuori dal frigo del petto di pollo impanato, fece scongelare le patate mettendosi all'opera, finché un tremolio proclamò l'ennesimo messaggio. Sperando che il mittente fosse Mr. ehituvialemanidallamiaroba:


≪Senti, chiunque tu sia non voglio rogne al contrario di quello che quella mi ha rubato.
Sto impazzendo cazzo! La voglio! Ora!≫₁₄.₂₀



"Uh! Impaziente il delinquente." Fu così disinvolto l'albore di un sogghigno che Heathy fu conquistata da una sensazione a lei familiare, lo avrebbe messo in ginocchio quel Duncan.
Non riusciva a capire il motivo per cui Courtney lo avesse privato di ciò che lo stava cautelamene riducendo una larva umana.
Sospirò declinando lo sguardo verso il basso interrogandosi sul motivo per il quale la ragazza avesse fatto una simile azione, in quel momento però anelò ancora una volta scaraventando fuori sia anidride carbonica che il quesiti riprendendo ciò che aveva iniziato.

Sennonché nell'istante in cui il pollo e le patate vennero disposte nei piatti, nel proprio interno gomito, Courtney dispose un'altra galassia.






Angolo di P:
Per iniziare ringrazio Raymox e AlexialoveAforH per aver lasciato una recensione nel primo capitolo :3
In secondo luogo dichiaro che avrei voluto finire la ff con questo capitolo, ma che purtroppo la cosa mi è sfuggita un po' dalle mani ^^"
scrivo troppo dettagliatamente?
è un pregio o un difetto?
♬ e il coccodrillo come fa, non c'è nessuno che lo sa ♬
Follia alle 5.10 del mattino :3 vi amo.
Fatemi sapere cosa pensate che succeda nel prossimo chapter! (e anche se i personaggi mantengono l'IC)

Spero di avervi regalato un buon tempo di lettura,
*sparisce collassa sulla tastiera*

  
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