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Autore: Abby_da_Edoras    19/08/2015    7 recensioni
STORIA IN REVISIONE: PER FAVORE NON LEGGERE
Ho scritto questa ff dopo aver visto "Avengers 2: The Age of Ultron", perciò nella storia avranno piuttosto spazio anche i personaggi di quel film, sebbene sia sempre una ff della raccolta "Till the end of the line". In questa ff Bucky, che è guarito dall'infezione alla spalla in cui è innestato il braccio di vibranio grazie alle cure di Banner, fa finalmente conoscenza con il dottore che l'ha salvato e che ha spesso combattuto a fianco di Steve. Conoscerà anche Pietro Maximoff, altro giovane che, proprio come lui, è stato sottoposto a esperimenti da parte dell'Hydra. Nella ff introduco chiari accenni a un legame tra Banner e Maximoff e scene del salvataggio del ragazzo (che ho inventato di sana pianta perché mi è scocciato non poco che lo abbiano fatto morire nel film!).
Grazie a chiunque leggerà la ff. :)
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Steve Rogers
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Till the end of the line'
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Stardust

Stardust (prima parte)

 

 

Bring me to life

Bring me the starlight

Bring me the sun and moon

Release the stars tonight.

(“Stardust”- Delain)

 

 

Pietro Maximoff era molto emozionato all’idea di poter incontrare di persona il famigerato Soldato d’Inverno, che era stato per tanti anni il braccio armato dell’Hydra. Pur essendo stato lui stesso, con la sorella, volontario per gli esperimenti di Von Strucker, non aveva mai avuto modo di vedere il Soldato, anche se ne aveva sentito parlare spesso dal Barone e dai suoi uomini.

E poi era contento di avere una scusa per farsi portare in giro da Banner… Pietro approfittava di ogni occasione per appiccicarsi a lui e si divertiva un mondo nel notare quanto la cosa imbarazzasse il timido dottore.

Così, quella mattina, entrambi erano arrivati alla Stark Tower e attendevano l’ascensore che li avrebbe condotti al piano in cui si trovava l’appartamento di Steve Rogers.

“Sai, Doc, stavo pensando… è strano che l’Hydra si sia comportata in modo tanto diverso con me e Wanda rispetto a ciò che hanno fatto a Barnes” disse, come soprappensiero, Pietro a Banner. “Non che per noi sia stata una passeggiata, ma… accidenti! Ho visto i filmati sulle prove a cui veniva sottoposto il Soldato d’Inverno e facevano venire i brividi!”

Infatti, la sera precedente, Maximoff si era premurato di visionare tutti i filmati sugli esperimenti compiuti dall’Hydra su Bucky, compresi quelli più atroci che Stark aveva mostrato agli amici un paio di mesi prima.

“Quindi sai che Barnes ha sofferto molto” gli ricordò Banner, “inoltre adesso è ammalato. Potrebbe non aver voglia di parlare con te e tu avresti fatto un viaggio a vuoto.”

Pietro si strinse nelle spalle.

“Non sarà comunque un viaggio a vuoto” rispose con un sorrisetto furbo, “perché sono venuto qua con te!”

Come al solito, il ragazzo aveva trovato il modo di mettere in crisi il povero Banner!

“Non capirò mai perché ci tieni tanto a stare in mia compagnia” provò a dire, confuso.

Divertito dal suo imbarazzo, Pietro gli circondò le spalle con un braccio e lo attirò a sé.

“Perché mi piaci, Doc, e mi piace stare con te. Ti sorprende?”

Banner, spaventosamente a disagio, si chiese quanto ci avrebbe messo l’ascensore ad arrivare… Pietro, però, sapeva essere molto insistente e si fece ancora più vicino, costringendolo a guardarlo in faccia.

“Tu mi hai salvato la vita, Doc” disse, improvvisamente serio, “e non è cosa da poco.”

Banner, arrossendo sempre di più, cercò inutilmente di sfuggire a quello sguardo limpido.

“Anche tu hai salvato la vita a Clint, se è per questo…” si schermì.

Le porte dell’ascensore si aprirono e Banner ne approfittò per affrettarsi a entrare, ma era impossibile sfuggire a Maximoff che, in una frazione di secondo, gli fu di nuovo vicinissimo. Per di più, l’ascensore rappresentava uno spazio ancora più esiguo…

“Non mi sto riferendo semplicemente al fatto che hai curato le mie ferite e fermato le emorragie” precisò Pietro. “Ma non vuoi capire o fai solo finta? Io ero… come dire… spaventato, mi sentivo perduto in un’oscurità di dolore, paura e confusione e tu eri lì con me!”

Rievocando quei momenti, il ragazzo strinse ancora di più a sé Banner.

“C’era la tua voce a incoraggiarmi e confortarmi e la tua mano che stringeva la mia, per tutto il tempo” continuò. “E’ stato quello a impedirmi di… lasciarmi andare. Mi sono aggrappato alla tua mano e alla tua voce affettuosa per restare in vita, sentivo che, fino a quando mi fossi stato vicino, niente avrebbe potuto farmi del male e questo è ciò che penso anche adesso.”

“E’… una bella cosa che tu sia così riconoscente, ma non dovresti confondere la gratitudine con… altre cose” replicò il dottore, chiedendosi perché mai quell’accidenti di ascensore salisse così lentamente.

“Mi sa che sei tu a fare confusione” sorrise Pietro. “E ora stai un po’ zitto, ok?”

Con grande stupore e sconvolgimento di Banner, Maximoff lo strinse più forte e lo baciò, un attimo prima che le porte dell’ascensore si aprissero.

“Beh? Siamo arrivati, no? Andiamo, Doc!” lo incalzò poi Pietro, come se non fosse successo niente.

Banner andò a suonare all’appartamento di Steve Rogers in preda a un attacco di tachicardia… era veramente impossibile star dietro a quel ragazzo. Lo aveva davvero baciato? Era stato tutto talmente veloce che Banner poteva anche fingere di esserselo immaginato.

Chissà poi perché dovrei immaginarmi una cosa del genere… e, tra l’altro, perché Pietro mi chiama sempre Doc? Nessun altro lo fa…

Il motivo era proprio quello: Pietro aveva scelto di dare un nomignolo a Banner che nessun altro dei suoi amici usava, appunto per creare con lui una sorta di legame speciale e diverso da qualsiasi altro.

E, naturalmente, Banner lo sapeva benissimo, sebbene preferisse fingere che non fosse così!

Steve accolse i due ospiti con un grande sorriso: Bucky aveva riposato bene, reagiva positivamente ai medicinali, non aveva quasi più febbre e si era potuto alzare dal letto per sistemarsi nel divano del soggiorno.

“Buongiorno, Bruce. Ciao, Pietro. Mi fa piacere che siate venuti” disse. “Venite, Bucky è in soggiorno. Come va, Pietro, tutto bene? Come ti trovi tra gli Avengers?”

“Oh, alla perfezione, meglio di quanto potessi immaginare. Vero, Doc?” rispose allegro il ragazzo, scoccando un’occhiata d’intesa a Banner, che mormorò qualcosa di inintelligibile e si affrettò a seguire Steve verso la stanza che aveva indicato loro.

“Mi fa piacere che ti sia ambientato così in fretta e che tu vada tanto d’accordo con Banner” continuò Rogers, rivolgendosi ancora al giovane Maximoff.

“Sì, in effetti, siamo molto uniti!”

Steve lanciò un rapido sguardo al viso soddisfatto e sbarazzino di Pietro e all’espressione totalmente sconvolta di Banner e trasse le sue conclusioni.

Dunque era questo che intendeva Tony: Banner e Pietro sono innamorati! Beh, tanto meglio per entrambi: Maximoff ha trovato una figura di riferimento in questa realtà per lui nuova e Banner… si merita di avere finalmente qualcuno al suo fianco dopo tante umiliazioni e sofferenze. Nessuno può capirli meglio di me…

Steve fece accomodare in soggiorno Banner e Maximoff, mentre Bucky si limitò a osservarli con uno sguardo penetrante. Il modo di fare del Soldato non era dei più educati e Rogers si affrettò a fare le presentazioni.

“Bucky, questo è il dottor Bruce Banner che ti ha curato ieri” disse, con un sorriso che sperava compensasse la scortesia del compagno, “e lui è Pietro Maximoff.”

Il giovane annuì, continuando a fissare in silenzio prima l’uno e poi l’altro dei nuovi arrivati.

La situazione cominciava a diventare imbarazzante per tutti.

“Allora, mi fa piacere rivederti, Pietro” riprese Steve, rivolgendosi al ragazzo per trovare qualcuno che spezzasse quell’atmosfera di disagio collettivo. “Come dicevo prima, sono contento di vedere che stai bene e che sei diventato molto amico di Banner.”

“Molto più che amico” precisò Pietro, con il risultato di creare un imbarazzo ancora più grande nel povero dottore. “Mi ha salvato la vita, non solo curando le mie ferite, ma ancora di più restandomi vicino e incoraggiandomi a non mollare… Non potrò mai dimenticare quei momenti: da un lato ero spaventato, intontito dal dolore e dal sangue perduto, dall’altro, però, era come se sapessi che non sarebbe successo niente perché lui era lì.”

Infervorandosi sempre più, il giovane Maximoff prese a raccontare a Steve e Bucky tutto quello che era accaduto dopo che Banner si era occupato di lui. In effetti, se Steve voleva riscaldare l’atmosfera, ci era riuscito in pieno…

 

Mentre erano ancora sulla portaerei dello S.H.I.E.L.D., un’anima pietosa aveva dato a Banner una camicia, visto che la sua era ridotta a brandelli. Il dottore era riuscito nell’impresa di infilarsela e, nello stesso tempo, di non lasciare Pietro neanche per un secondo. Continuava a sostenerlo e incoraggiarlo, sollecitandolo a parlare perché non perdesse i sensi.

“Tra pochi minuti saremo in ospedale e lì si prenderanno cura di te” diceva, sempre stringendolo a sé e tenendogli la mano. “Mi stavi dicendo di come sei legato a tua sorella, no?”

“Wanda è… tutta la mia famiglia” mormorò il ragazzo, con voce debole.

“E’ bello che siate così uniti. Da quel che ho capito, tu la proteggi, ma anche lei si occupa di te.”

“Sì, lei è forte… spesso è lei che… Quanto manca ancora?” un lamento sfuggì dalle labbra di Pietro, che strinse più forte la mano del dottore.

“Siamo quasi arrivati. Non mollare ora, Pietro, siamo davvero molto vicini! Ecco, vedo già le luci dell’ospedale. Vuoi che Wanda venga con te?” Banner diceva le prime cose che gli venivano in mente pur di tenere il ragazzo vigile.

“Sì, ma… verrai anche tu con me?” chiese Pietro, stringendo ancora la mano del dottore e fissandolo negli occhi.

“Certo, vengo anch’io con te, se ti fa sentire più tranquillo” rispose Banner, leggermente intimidito dalla richiesta di Pietro ma deciso a fare qualunque cosa pur di aiutarlo.

“Allora va bene…”

Pochi minuti dopo, Pietro e le altre persone rimaste ferite furono sistemate su delle barelle e trasportate d’urgenza al Pronto Soccorso dell’ospedale. Il caso del giovane Maximoff era il più grave e il primario in persona venne a occuparsi di lui, mentre Banner e Wanda erano accanto alla sua barella.

“Portiamolo subito in sala operatoria” disse il primario agli infermieri che lo accompagnavano. Poi si rivolse a Banner: “Lei è un medico, vero? Ha fatto veramente un miracolo, questo ragazzo è vivo grazie a lei.”

“Mio fratello ce la farà, vero?” domandò Wanda, in tono ansioso.

“Faremo tutto quello che potremo, comunque ci sono buone speranze, signorina, deve ringraziare il dottore, qui, che l’ha assistito finora.”

Gli infermieri stavano per portare via la barella ma Pietro, con un enorme sforzo, si aggrappò di nuovo alla mano di Banner.

“Non mi lasciare…lo hai promesso, non lasciarmi…” disse, inaspettatamente.

Gli occhi chiari del ragazzo lasciavano trasparire un tale sgomento che spezzò il cuore di Bruce Banner. L’uomo gli prese affettuosamente la mano tra le sue e cercò di rassicurarlo.

“Io non ti lascio, Pietro” dichiarò, deciso. “Non mi è permesso venire con te in sala operatoria, ma sarò qui ad aspettarti. Sarò vicinissimo e, quando ti risveglierai, mi troverai accanto a te.”

“Lo prometti?”

“Lo prometto” rispose Bruce, senza capire cosa fosse quello strano calore che gli si diffondeva dentro. Forse una diversa manifestazione di Hulk? Ne dubitava fortemente…

Le parole di Bruce avevano tranquillizzato Maximoff, che si lasciò condurre in sala operatoria senza altre obiezioni.

 

Quando Pietro ebbe finito di raccontare, Steve era commosso e partecipe, sapendo che avrebbe fatto lo stesso per il suo Bucky; Bruce Banner era più a disagio di prima, rosso in viso e confuso; Bucky continuava a fissare il ragazzo, sempre più interessato a lui e alla sua vicenda. A questo punto era contento che fosse venuto, riteneva di avere anche lui diversi argomenti di cui parlare con il più recente prodotto dell’Hydra.

Fine prima parte

   
 
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