Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: lulubellula    19/08/2015    1 recensioni
Rumbelle, what if, post "Skin Deep".
"L'amore ha ucciso molto più di qualsiasi guerra" e questo Rumple lo sa bene, non fa che ripeterselo da anni, soprattutto dopo l'arrivo di Belle al Castello Oscuro. Non fa altro che ripeterselo finché le parole non perdono del tutto significato.
Una volta oltrepassato il limite vorrebbe tornare sui suoi passi, fingere che nulla sia accaduto ma non può poiché tutte le azioni portano con sé delle conseguenze, delle conseguenze del tutto inaspettate.
RumbelleBaby
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Regina Mills, Signor Gold/Tremotino
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Chasing Stars
 
La prese in braccio appena in tempo per impedirle di cadere rovinosamente a terra e battere la testa contro lo spigolo del tavolo e il pavimento.
Aveva le mani fredde e bianche, quasi di marmo, il suo corpo era diventato esile, più di quanto lui ricordasse e aveva il volto pallido e caldo.
Rumple cercò di ritrovare un bagliore di lucidità di fronte allo spavento per quello che stava accadendo a Belle, la sua Belle, le avvolse le braccia attorno al collo e la avvicinò a sé nel tentativo di trasportarla in camera della donna di modo che potesse riposarsi e che lui potesse pensare a qualcosa di sensato per farla stare meglio.
Non appena il corpo di Belle aderì al suo, lui sentì il profumo dei capelli della giovane inebriargli i sensi, quel misto di rosa canina e profumo di carta stampata lo avvolse in un turbinio di emozioni e ricordi tale per cui gli ci volle un attimo per riprendersi.
Avanzò verso la stanza della giovane cercando di fare il più piano possibile, non voleva infatti che lei si sentisse ancora peggio, preferiva di gran lunga tentare di risvegliarla non appena lei si fosse trovata su di una superficie morbida e non nel bel mezzo di un locale pieno di potenziali oggetti con i quali si sarebbe potuta ferire.
In quei momenti la casa gli era sembrata tanto grande e tanto vuota da fargli mancare il respiro, la sua risata e i suoi maldestri tentativi di pulire e riassettare gli avevano riempito le giornate e le serate degli ultimi due inverni, gli avevano regalato un’ombra di gioia e serenità che ormai non aveva nemmeno più sperato di provare.
Una volta arrivato nelle camera da letto di Belle si accorse di quanto fosse diventata spoglia e vuota, oltre al letto, allo specchio e ad una scrivania sghemba non vi era molto altro e questo non era altro che colpa sua.
Colpa sua e della sua stramaledetta idea di prendere le distanze da lei, colpa sua e di quella notte a causa della quale lui le aveva fatto passare i sorci verdi in quelle ultime settimane come se amarsi fosse stato sbagliato, come se amarla per la prima volta fosse stato quasi un approfittarsi della sua bellezza, della sua gioventù e della sua ingenuità di donna che non ha vissuto abbastanza per essere navigata di fronte alle brutture del mondo esterno.
Adagiò Belle sul suo letto e le rimboccò le lenzuola, poi avvicinò la mano sulla fronte della giovane e la ritrasse qualche istante dopo preoccupato per la febbre alta.
Il corpo della donna fu scosso da brividi e lei cominciò a lamentarsi in preda allo stato di malessere che sembrava attanagliarle i sensi.
Rumple, preoccupato, fece comparire dal nulla un catino colmo di acqua e ghiaccio e dei fazzoletti che si apprestò a inumidire e a porre sulla fronte di Belle, ripetendo quella stessa azione più e più volte e sperando con tutte le sue forze che funzionasse.
Belle sembrò trovare un relativo giovamento dal rinfresco donatole dagli impacchi freddi ma appariva ancora molto stanca e ammalata e i fazzoletti diventavano tiepidi in breve tempo a contatto con la sua pelle.

Rumple decise di lasciarla riposare per qualche ora e di ripetere gli impacchi in tarda serata se fosse stato necessario e andò a consultare alcuni libri in biblioteca nella speranza che potessero offrirgli qualche indicazione per aiutare Belle a combattere la febbre.
Ricorrere alla magia sarebbe stato troppo pericoloso, c’erano di mezzo i sentimenti e mischiare amore e potere sarebbe stato ancora peggio, la cura sarebbe stata peggiore del malanno in sé, meglio non rischiare.
I libri della biblioteca che aveva regalato a Belle dicevano tutto e niente, consigliavano di far bere molto e di non coprire troppo la persona con la febbre alta, impacchi di acqua fredda e riposo, esattamente quanto lui aveva già fatto.
Chiuse uno di quei libroni con troppo forza, gettandolo a terra per la rabbia che aveva preso possesso del suo intelletto e se andò fuori dalla biblioteca sbattendo la porta.

Decise che lasciare Belle nella sua stanzetta non fosse indicato per le sue condizioni e la trasportò nella sua camera da letto dove avrebbe trovato un letto più ampio e una stanza più adatta ad accoglierla.
La sistemò sul letto e tolse le coperte lasciandole solo un sottile strato di lenzuola a coprirla e provò a farle bere un po’ di brodo caldo.
La donna, aiutata da Rumple che la aiutò a sollevare leggermente il busto, aprì faticosamente gli occhi e lo guardò con la vista annebbiata; sul volto dell’uomo si dipinse per qualche istante un’espressione sollevata.
“Belle – le disse piano – prova a bere un po’ di brodo, anche solo qualche sorso, sei troppo debole, devi cercare di rimetterti in forze”.
Lei annuì piano e aprì leggermente la bocca a contatto con il cucchiaio, bevve qualche sorso a fatica e poi scosse la testa per far capire a Rumple che non avrebbe più potuto sopportarne nemmeno un’altra goccia.
Le ronzavano le orecchie, le sembrava di avere un intero sciame d’api piantato nel cervello, era insopportabile, tutto quel ronzio le dava la nausea e la faceva stare, se possibile, anche peggio.
“Ok, ok, non preoccuparti, è già qualcosa” le disse Rumple, ponendole un altro impacco, l’ennesimo, sulla fronte e cercando di tranquillizzarla.
Belle iniziò a piangere in preda allo sconforto, si sentiva strana, distrutta, come se il suo corpo non fosse più davvero suo ma di qualcun altro e lei non potesse farci proprio un bel niente.
“Belle”.
Rumple non sapeva che cosa fare, era da troppi anni il Signore Oscuro, troppi per potersi ricordare che cosa volesse dire essere un uomo, fatto di carne, di sangue, di sentimenti, di compassione verso il prossimo.
“Vediamo se posso fare qualcosa per farti stare un po’ meglio”.

Si avvicinò per rimboccarle nuovamente le lenzuola e sentì qualcosa, non seppe dire cosa o come o perché fosse accaduto, ma percepì una presenza nell’aria o comunque in mezzo a loro.
Si ritrasse turbato e andò a prendere una boccata d’aria.
Non poteva essere, insomma, era del tutto impossibile che lo fosse, continuò a ripetersi in modo quasi ossessivo.
In cuor suo sapeva benissimo quello con cui aveva a che fare: magia, un essere magico.
Era da tutta la vita, anzi, da buona parte della sua vita che la magia occupava un posto ingombrante nello scorrere dei suoi infiniti giorni in quella terra, l’aveva sedotto, lusingato, castigato e lui l’aveva respinta, cercata, bramata e questa volta era stata proprio lei, la magia, a ritrovarlo.
A venire a prenderlo a calci nel sedere e a ricondurlo da qualche parte, ma dove? E da chi?
E se questa fantomatica presenza magica non proveniva da lui, perché ne era certo, e nemmeno poteva essere Belle, lei era una principessa senza arti magiche al seguito, allora chi poteva esserne la fonte?
“Non può essere –nella sua mente si stava facendo strada un’idea che sino ad allora non aveva trovato nemmeno un briciolo di spazio tra le altre elucubrazioni – non può essere” continuò a ripetere con la voce tremante di chi aveva il panico e la gioia che si stavano facendo largo nella sua anima contemporaneamente, che lo bruciavano fino ad arderlo completamente, come il fuoco brucia l’olio e ne trae luce finché questo non si esaurisce e tutto si spegne e diventa buio.
Erano passate sei settimane e quasi sei giorni da quella notte e solo in quell’istante Rumple si rese conto che non avrebbe mai più potuto far finta che non fosse successo nulla tra lui e Belle perché la prova era lì, evidente agli occhi di tutti, ai suoi almeno e stava per cambiare per sempre le loro vite, in un modo del tutto inaspettato e che gli faceva un’enorme, incredibile, immensa paura.
 

Angolo autrice:
Spero che abbiate gradito questo capitolo e che vogliate leggere anche i prossimi. Questa storia mi frullava in testa da un bel po' ma non avevo mai trovato tempo/voglia/ispirazione per metterla nero su bianco, speriamo che ora sia la volta buona.
Ringrazio di cuore Alice che mi punta una pistola alla tempia incoraggia a scriverla con suggerimenti e con buoni consigli.
Al prossimo capitolo
lulubellula

 
 
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: lulubellula