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Autore: EternallyMissed92_    22/08/2015    8 recensioni
È la maledizione dei Signori del Tempo, dopotutto, ricordi?
Allora lasciami qui da solo.
E sii felice nel tuo nuovo mondo.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimers: Niente mi appartiene; Doctor Who è di proprietà della BBC.
Note dell’autrice: dunque, parto col dire che mi sono avvicinata a questo bellissimo telefilm da appena due settimane e mi sono guardata le prime due stagioni tutte d'un fiato. Mi sono subito innamorata di Nine, lui è il mio Dottore e Dio solo sa quanto ho sofferto quando si è rigenerato, quante lacrime ho versato e quanto dolore ho sentito nel mio povero cuore. Mi sono così tanto affezionata a lui (e l’amore che provo per Nine lo noterete nelle ultime righe) che, inizialmente, non riuscivo ad accettare Ten. Ma dopo qualche episodio, anche lui mi ha conquistata e pure il finale della seconda stagione che ho visto giusto ieri sera mi ha lasciata in uno stato pietoso, così come mi successe con la prima. E la breve storia che ho scritto qualche oretta fa è nata proprio da questo season finale. Ho cercato di entrare nei pensieri di Ten, sconvolto dalla perdita di Rose, scrivendo direttamente in prima persona. Se la storia dovesse farvi schifo, beh, vi capisco: dopotutto, io sono nuova in questo fandom e ancora non ho visto il resto delle stagioni, per cui non so come si evolverà il personaggio, ma ho avuto il bisogno quasi fisico di scriverla e questo è ciò che ne è uscito.
Vi auguro buona lettura, allora, e ogni commento o critica, purché costruttiva, è sempre bene accetta! -Martina-.

  

Un ringraziamento speciale alla mia Sivi,

che mi ha convinta a cominciare Doctor Who

e a cui ho deciso di dedicare la storia.

Grazie di cuore, davvero.

 

 

FAREWELL, MY LOVE

Ho visto le lacrime rigare le tue guance.

Ho visto i tuoi occhi pieni di dolore guardarmi per l’ultima volta.

Ho sentito la tua voce tremare mentre mi dichiaravi il tuo amore.

Ho visto il tuo viso scomparire lentamente in quel cielo norvegese, come fosse fumo.

Ed ora mi ritrovo di nuovo qui, nel mio TARDIS.

E mi sento già solo.

Dannatamente solo.

Solo come non mi sono mai sentito nei miei lunghi novecento anni di vita.

Il silenzio è assordante.

Guardo il vuoto davanti a me.

Lo stesso vuoto che ti ha risucchiata, che ti ha portato via per sempre da me per inghiottirti ed intrappolarti nel tuo mondo parallelo.

Chiudo un attimo le palpebre e lascio che le lacrime scendano a bagnarmi il volto.

Ho bruciato un sole solo per dirti addio, ma non sono stato comunque capace di dirti quanto ti amassi.

Il tempo era scaduto.

Non mi era più possibile tornare indietro.

Non potrò mai più rivederti, Rose, e non immagini quanto questo pensiero mi distrugga.

Il mio respiro si spezza all’improvviso.

I miei due cuori accelerano il battito.

Il mio petto viene dilaniato, sottomesso ad un dolore che non ho mai provato prima d’ora.

Boccheggio.

Cos’è questo dolore lancinante?

Cos’è questo dolore così umano?

Cosa mi sta succedendo?

È forse giunto il momento in cui persino il Dottore ha bisogno di un dottore?

Ma saprà curare il vuoto che hai lasciato nei miei cuori?

Riuscirà a cicatrizzarlo?

Mi guarirà da questo male terribile?

Cosa farò senza di te, adesso, Rose?

Rose!

Stringo le mascelle.

Il dolore sembra placarsi, ma è solo una mera illusione.

Questo dolore rimarrà dentro di me per sempre, come una malattia a cui non si trova una cura.

Riapro gli occhi.

Sono ancora umidi di pianto.

Mi asciugo il viso con un gesto secco delle mani.

Ci siamo abbandonati a vicenda ad un destino che non lascia scampo, che non perdona, e ora vorrei solo trovare un modo per sistemare le cose, per aggiustare tutto, per riportarti qui da me.

Vorrei ribellarmi al tempo e allo spazio per poterli piegare al mio volere.

Però non posso.

Mi dispiace.

Ma forse è meglio così, Rose.

Avresti vissuto tutta la tua vita con me, ma io non avrei potuto vivere la mia con te.

Ti saresti privata di un’esistenza normale a causa mia.

Ti saresti consumata, anno dopo anno, e sarebbe stato tremendo vederti invecchiare, ammalarti forse, e poi morire.

E non c’è niente di peggio del vedere la morte travolgere ed aggredire con la propria falce la persona che si ama.

Credimi, Rose.

Lo so.

È la maledizione dei Signori del Tempo, dopotutto, ricordi?

Allora lasciami qui da solo.

E sii felice nel tuo nuovo mondo.

Ma non dimenticarti di me.

Non farlo.

Ti prego.

Pensami, qualche volta.

E se vuoi ricordarmi, c’è una cosa che puoi fare.

Sì, una cosa soltanto.

Vivi una bella vita.

Fallo per me, Rose.

Vivi una vita fantastica.

Vivi, così che possa continuare a vivere anch’io.

   
 
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