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Autore: Caroline94    23/08/2015    0 recensioni
"Si era sempre chiesto cosa si provasse quando vedi la persona a te più che cara soffrire.
Si era sempre chiesto quale sarebbe stata la sua reazione in una situazione del genere.
Si era sempre chiesto quale potrebbe essere la situazione e chi fosse quella persona.
Mello si era posto molti interrogativi ma quello che più premeva in quel momento era uno solo: si era posto le domande giuste?"
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matt, Mello | Coppie: Matt/Mello
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Si era sempre chiesto cosa si provasse quando vedi la persona a te più che cara soffrire.
Si era sempre chiesto quale sarebbe stata la sua reazione in una situazione del genere.
Si era sempre chiesto quale potrebbe essere la situazione e chi fosse quella persona.
Mello si era posto molti interrogativi ma quello che più premeva in quel momento era uno solo: si era posto le domande giuste?
Matt aveva sempre detto che andava tutto bene, che non c'era alcun problema, lo avrebbe fatto lui tranquillamente... ma Matt aveva detto anche di aver smesso di fumare mentre il portacenere era sempre pieno.
Si appoggiò con la schiena al muro e staccò un pezzo di cioccolato dalla tavoletta che aveva tra le mani, guardando fisso davanti a sé.
Matt aveva accettato di prostituirsi solo perché erano a corto di soldi, solo perché erano nella merda fino al collo e non c'erano vie d'uscita; aveva voluto farlo solo lui, Mello doveva organizzare gli incontri e decidere i prezzi ma non doveva assistere. Erano queste le condizioni.
Mello non doveva essere né nella stanza né fuori; sapere che lui guardava o anche solo ascoltava metteva Matt a disagio, impedendogli di fare il lavoro come si doveva: e un cliente insoddisfatto non paga.
Come aveva potuto essere così stupido? Come aveva potuto non notare subito che c'era qualcosa che non andava?
Staccò un altro pezzo di cioccolato coi denti, stavolta con più forza, quasi rabbia.
Matt diceva troppe cose ma non potevi mai sapere se erano vere o false perché era capace di mentire con una disinvoltura tale che lui avrebbe potuto credergli persino se diceva di aver visto un cane a guida di un quod.
Cazzo, perché quel coglione doveva sempre fare di testa sua?! E perché lui, che era arrivato ad essere tra i prescelti per diventare il successore di L, non era riuscito a capire cosa significasse lo strano comportamento dell'amico in quelle settimane?
Passava tutto il tempo in camera sua, quasi non giocava più coi videogiochi, dormiva poco, sobbalzava ogni volta che provava anche solo a sfiorarlo; era un comportamento innaturale... no, ripensandoci non era poi tanto innaturale...
Si portò la tavoletta alle labbra ma si fermò quando un urlo soffocato uscì dalla porta chiusa accanto al quale era seduto; non era un urlo di piacere come imponevano le circostanze ma di dolore, seguito da gemiti di negazione rotti da singhiozzi.
Quel che restava della tavoletta si spezzò tra le sue mani e cadde sul pavimento dove restò, abbandonata.

Mello si era sempre chiesto cosa si provasse quando vedi la persona a te più che cara soffrire.
La collera sovrastò ogni pensiero razionale e l'ira l'aveva accecato... così come il dolore
Mello si era sempre chiesto quale sarebbe stata la sua reazione in una situazione del genere.
Aveva già la pistola tra le mani quando sfondò la porta con un calcio, carico d'ira e intento omicida
Mello si era sempre chiesto quale potrebbe essere la situazione...
Uno stupro in piena regola
...e chi fosse quella persona.
Matt... il suo Matt

Raggiunse il letto in poche falcate parandosi alle spalle di colui che causava tanta sofferenza nel suo Matt e gli puntò la pistola alla nuca.
"Prendi i tuoi soldi ed esci da qui" sibilò gelido, il grilletto che scricchiolava sotto la pressione del suo dito. Non sapeva cosa gli desse la forza di non ridipingere le pareti con le cervella di quel tizio sta di fatto che la sua mano restava ferma nel silenzio che era calato, rotto solo dai respiri sconnessi del ragazzo steso sul materasso.
"Fuori!" urlò mentre sparava un colpo che sfiorò l'orecchio dell'ex cliente e andava a distruggere la lampada.
L'uomo non se lo fece ripetere due volte, balzò giù dal letto, afferrò i suoi vestiti e schizzò via.
Scese di nuovo il silenzio.
Matt si tirò lentamente su poggiandosi con le braccia al materasso, tenendo lo sguardo basso. Tremava.
La pistola scivolò dalle mani del biondo e cadde sulla moquette sbiadita, si avvicinò lentamente e salì sul letto inginocchiandosi accanto al rosso; alzò una mano e gli scostò una ciocca di capelli dal viso, portandola dietro l'orecchio. Solo allora vide le lacrime inondare il volto pallido del ragazzo.
Come aveva potuto fargli quello? Come aveva potuto accettare che facesse una cosa simile? Come aveva potuto rallegrarsi dei debiti estinti quando quei soldi venivano dalla sofferenza del suo migliore amico? Del suo... compagno?
Allungò le braccia e accolse il suo corpo tra di esse, cingendogli la schiena, stringendolo a sé... non l'avrebbe fatto mai più. Neanche se gli offrivano un milione di dollari: Matt era più importante di qualsiasi somma di denaro.
Il ragazzo si abbandonò sulla sua spalla e scoppiò in singhiozzi.
"Mi dispiace, Mello..." mormorò.
"No, dispiace a me" rispose lui accarezzandogli i capelli.
Avrebbe trovato un altro modo per guadagnare soldi, a costo di vendersi lui stesso, ma nessuno avrebbe mai più toccato Matt, nessuno lo avrebbe fatto soffrire... lui era suo e di nessun altro.
   
 
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