A Vale e Francy
Le
Bianche YinYang
A
cui voglio un mondo di bene
A
Sil
Che
ama i poeti maledetti.
..:Toujours:..
*Blanc Comme La Neige*
[parole 503]
Montmartre, Paris,
1899
E i
suoi lunghi capelli venivano mossi da quel vento freddo, che subdolo si
infiltrava dalla finestra cigolante, mentre il tramonto infuocava quel cielo
stranamente limpido di fine inverno, incendiando anche le increspature
dell’acqua putrida della Senna.
E i singhiozzi
della ragazza furono sovrastati dal rumoroso cadere delle carte, sollevate
dalla scrivania dalla brezza insidiosa; e cadendo, quei fogli pieni di
sentimenti e d’inchiostro circondavano i due amanti come petali di rosa
bianchi, sporcati dalla penna del peccato.
Tenten
lasciò scivolare la mano gelida e tremante sul volto freddo e umidiccio del
ragazzo, in un gesto tenero e pieno d’amore, a cui mai si era lasciata andare
in sua presenza prima di allora.
Improbabile
che Neji percepisse il suo affetto in quel momento, contratto nell’agonia di un
dolore causatogli da alcol e droghe, ma forse ancora di più dal rifiuto di un
mondo a cui non si era mai sentito legato, di cui voleva cantare le semplici
bellezze senza trovare parole mai adatte.
Un
nuovo singhiozzo della ragazza, una lacrima dettata dalla sua impotenza in quel
momento e dall’odio per quella povertà che le impediva di pagare un medico per
salvare l’unica persona che l’avesse fatta sentire importante, esistente, viva.
“Neji…
vado a chiamare aiuto…” singhiozzò la giovane, accarezzando il volto pallido e
consunto dell’amante appoggiato sulle proprie ginocchia, ancora disteso a
terra, così come l’aveva trovato rientrando a casa.
“No…
resta qui… tu… per me… sei…” sussurrò Neji, le parole che uscivano come un sussurro
debole e roco dalle labbra esangui.
“…il
sole.” concluse la sua frase ella, in uno spasmo di pianto che la portò a
piegare il volto verso quello del ragazzo, baciandolo con passionale
disperazione, assaporandone il sapore di vita per quei brevi e preziosi
istanti.
E il
ricordo del loro primo incontro riaffiorò nella sua mente come illuminato di
una luce candida e soffusa, come il colore degli occhi di Neji, e della neve, e
della luna; gli occhi dell’artista più desiderato dal popolo e odiato dalla borghesia
il giorno in cui adocchiò lei al Le Chat
Noir, lei, la più insignificante
tra tutte le cameriere; la neve che fioccava su Parigi, quella sera in cui lui,
senza rivolgerle parola, la riaccompagnò a casa e, silenzioso e freddo come la
neve, le rubò un bacio ancora prima di chiederle il suo nome; la luna che aveva
illuminato il loro amore di notte, ingarbugliato fra lenzuola e versi d’amore
dedicati a quella cameriera, decantata come la sua musa, il suo sole.
La vita
vuota di Tenten aveva trovato senso fra quelle strade degradate di una Parigi
di fine secolo, fra le braccia di un poeta maledetto, scostante e burbero, ma
che a suo modo l’aveva saputa amare immensamente; e non poteva fare a meno di
pensare che per lei l’amore aveva assunto il colore del bianco, e bianco sarebbe
per sempre stato, bianco come i fogli su cui Neji scriveva con l’inchiostro la
sua arte, e su cui la morte scrisse di nero la sua fine.
*Angolino di Sakurina*
Ecco
qui la seconda flash.
Dopo
il ‘700 e i giardini di Versailles, rimaniamo in Francia, a Parigi, dove Neji,
poeta maledetto, consumato da droga e alcol e dai vizi di una vita sregolata e
ai margini di una società borghese che non riesce ad accettare, muore fra le
braccia della sua amante. Tenten, una semplice cameriera in uno dei locali più
in voga di fine secolo, “Le Chat Noir”, viene intravista da Neji e sarà amore
folle. Dopo una appassionata storia d’amore, Neji muore nell’appartamento in
cui ha vissuto con Tenten, lasciandole solo delle poesie come ricordo dei suoi
sentimenti.
Nella
prima shot il contrasto fra le tenebre e la luna, in
questa l’inchiostro sulla carta, messi con l’intento di sottolineare il
contrasto fra bianco e nero, yinyang. Che mente
contorta, la mia. U_U
Alla
prossima flash,! *O*
Un
bacio,
Luly