Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Severia85    25/08/2015    2 recensioni
Questa breve OS è ambientata durante il secondo anno di Harry a Hogwarts: una notte inquieta per il professor Piton, in cui ricordi e pensieri si accavallano.
Piccolo missing moment che si è classificato al quarto posto nel contest "Di malinconia e ricordi nostalgici" di Chia_3
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
UNA NOTTE INQUIETA
 
La foresta era buia: i raggi lunari non riuscivano a penetrare il fitto intreccio di rami. Il mago si spostava con passi rapidi, verso ovest. Sotto i suoi piedi, foglie secche e rametti scricchiolavano in modo sinistro. Avvertì un fruscio alla sua destra, ma non si fermò a controllare. Sentiva crescere l’urgenza di raggiungere la sua meta, anche se, nonostante stesse ormai quasi correndo, questa sembrava sempre più distante. Aveva il cuore che batteva forte e il respiro ormai affannoso.
All’improvviso, comparso dal nulla, nero come la notte che lo circondava, apparve un essere privo di sembianze umane, nonostante fosse avvolto in un mantello. Il cappuccio sembrava vuoto, ma dal suo interno proveniva un sussurro roco:
“Severus... Severus... Perché mi hai tradito?”
“Mio signore...”
Il mago era impietrito: con la gola secca, muoveva gli occhi in ogni direzione, alla ricerca di un’improbabile via d’uscita.
“Severus... Severus... Ora verrai con me!”
“No!” tentò di urlare il mago, tuttavia dalla sua bocca non uscì alcun suono.
Provò a correre, eppure i suoi piedi erano pesanti come macigni. I rami degli alberi si allungarono verso di lui e, come artigli, gli imprigionarono le gambe e le braccia.
L’ombra si avvicinò e, con orrore crescente, Piton vide apparire due grandi occhi verdi e lingue di fuoco.
 
Severus si svegliò di colpo, madido di sudore. Nel buio della sua stanza, cercò a tentoni la bacchetta sul comodino.
Lumos.”
Un leggero chiarore illuminò la camera, permettendogli di distinguere le pareti di mattoni e i contorni dei mobili. Le lenzuola gli si erano attorcigliate attorno alle gambe, talmente strette che al mago occorsero diversi secondi per liberarsi.
Incendio.”
Nel camino, iniziarono a scoppiettare le fiamme, diffondendo luce e calore.
Intanto, il battito del suo cuore e il respiro avevano iniziato a regolarizzarsi. Si alzò e andò a sciacquarsi il viso, ancora sconvolto. Aveva sempre fatto incubi: poteva quasi dire di esservi abituato, anche se, col passare degli anni, erano diminuiti. Tuttavia, da quando Potter era arrivato ad Hogwarts, i brutti sogni erano tornati a tormentarlo. Quegli occhi lo dilaniavano: vederli ogni giorno era un’agonia. Inoltre, Silente aveva confermato i suoi sospetti: nel momento in cui Potter aveva appreso la propria natura di mago, Lui si era rafforzato. Mai avrebbe potuto immaginare che potesse introdursi a scuola, dentro le potenti mura di Hogwarts, possedendo il corpo di un insegnante, eppure era accaduto. Presto sarebbe ritornato: era una certezza che non lo lasciava dormire.
 
Era ancora notte fonda, ma non poteva pensare di tornare a letto, così, con pochi colpi di bacchetta, mise sul fuoco un calderone. Madama Chips lo aveva avvertito di aver terminato le scorte di pozione Ossofast per curare Potter; Potter: sempre lui che si cacciava nei guai, proprio come suo padre. Almeno, ora era quasi certo che quell’idiota di Allock non ospitasse nel suo corpo nessuna presenza indesiderata: era decisamente troppo stupido perché l’Oscuro decidesse di servirsi di lui. Eppure Hogwarts non era ancora al sicuro: pareva infatti che il mostro di Serpeverde si aggirasse nel castello, alla ricerca di una vittima: non era strano che avesse di nuovo gli incubi. Come avrebbero affrontato questa nuova minaccia? Lo stesso Silente sembrava sgomento e impreparato.
Ancora impegnato in questi pensieri, si mise a tagliuzzare le code di lucertola, aggiunse l’Aneto e l’essenza di Belladonna e lasciò a cuocere a fuoco lento, per quindici minuti. Quando la pozione fu quasi pronta, versò l’essenza di dittamo. Preparare pozioni lo rilassava: le sue mani si muovevano da sole, guidate da anni di esperienza e di tentativi, la sua mente si svuotava, concentrata solo sull’esatta sequenza degli ingredienti e sul loro giusto dosaggio.
Mentre si apprestava a distillare il liquido ottenuto, guardando fuori dalla piccola finestra, si accorse che le luci dell’alba avevano iniziato a colorare il cielo notturno. Presto sarebbe stato giorno e gli impegni scolastici lo avrebbero distratto dalle sue preoccupazioni. Avrebbe spiegato complicate pozioni a studenti privi di qualunque capacità, avrebbe dato compiti e inflitto punizioni, avrebbe regalato qualche punto ai Serpeverde: la solita routine. Bisognava andare avanti nonostante tutto, tenendosi pronti: solo quando Voldemort fosse stato sconfitto definitivamente, avrebbe potuto ritrovare la pace. Forse. Ma quando? Sospirò e socchiuse gli occhi, poi si rimise al lavoro. 

______________________________________

N.d.A.

Un piccolo missing moment (da collocare durante il secondo anno) quarto classificato al contest "Di malinconia e ricordi nostalgici" di Chia_3
Gli elementi da usare erano: lenzuola - pozione a scelta - alba
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Severia85