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Autore: Stilinski24    25/08/2015    0 recensioni
Louis era assolutamente ed inequivocabilmente incapace di cucinare qualsiasi cosa.
Ci aveva provato una volta, mettendoci tutto il suo impegno, e il risultato fu che quasi mandò a fuoco la propria casa nel giro di pochi minuti.
Ma una cosa riusciva a farla. Era stato aiutato parecchie volte all’inizio, ovvio, ma poi ce l’aveva fatta tutto da solo.
Sua madre gli aveva fatto comprare dei dolci già fatti. Doveva solo metterli in forno e poi aspettare che fossero pronti. Così era lì a comprare dei Cupcake già pronti.
Era nella corsia giusta, stava camminando lentamente per cercare le scatole che li contenevano.
Quando li ebbe trovati passò in rassegna tutti i gusti possibili; alla panna, alla fragola, alla crema, al caffè ed infine quelli al cioccolato. Era l’ultima scatola.
Allungò la mano per poterla prendere e sbatté contro un’altra mano, che decisamente non era la sua. La fissò per un momento.
Era letteralmente più grande della sua e aveva due anelli, uno sul medio e l’altro sull’anulare.
> disse una voce maschile.
Era roca e profonda.
Genere: Erotico, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano passate quasi tre settimane dalla sera in cui Harry venne picchiato dal padre; i lividi erano completamente spariti ma non si poteva dire lo stesso riguardo ai piccoli tagli. Quello appena sopra l’occhio era ancora visibile mentre quello sul labbro si intravedeva appena, se non si fissava le labbra del ragazzo, cosa che Louis faceva abitualmente ogni volta che vedeva e parlava con il riccio.
Quando, la mattina dopo l’accaduto, i due si erano svegliati, si erano ritrovati abbracciati nel letto e dopo vari sorrisi imbarazzati e silenzi prolungati, si erano dati il buongiorno. Successivamente avevano guardato entrambi il telefono scoprendo molte chiamate senza risposta. Harry era stato chiamato parecchie volte da sua madre e Niall aveva chiamato entrambi almeno una decina di volte. I due ragazzi si accorsero con orrore di aver lasciato il povero Horan in quel bar.
Lo chiamarono immediatamente e, dopo varie imprecazioni del biondo, che si lamentava del fatto che lo avevano scaricato in quel posto senza dire niente, li informò che lo avevano accompagnato a casa gli amici di Nick. I due si scusarono nuovamente ma non dissero quello che era successo la sera prima. Finito di parlare con Niall, fecero colazione per poi andare a casa del minore.
Quando la madre aprì la porta, tirò a sé il figlio, in un abbraccio a dir poco soffocante. Una volta entrati in casa, Louis si presentò e raccontarono quello che era successo. Anne, la madre di Harry, chiamò immediatamente la polizia e così partì la caccia all’uomo. Louis però non disse che sapeva dove abitava e cosa gli avesse fatto.
Ovviamente, dopo quello che era successo, Anne non lasciò più il figlio  a casa da solo. Così se lei doveva uscire o aveva un turno in ospedale, stava a casa Gemma e viceversa, ma quando uscivano tutte e due, Louis, si fermava a casa del riccio fino alla mattina dopo o al rientro di una delle due. Ormai era diventata un’abitudine che i due ragazzi dormissero nel letto insieme abbracciati per poi svegliarsi e fare colazione. E, a dirla tutta, loro amavano quel stile di vita.
In quel momento, Louis, stava tornando a casa a piedi. Era stato da Harry fino alle 22:30 mentre aspettavano il rientro di sua sorella. Harry si era offerto di portarlo a casa in macchina ma Louis rifiutò, dicendo di voler fare una passeggiata, visto che non abitavano lontanissimi.
Stava camminando tranquillamente con le mani in tasca quando sentì dei rumori dietro di sé. Si voltò ma non vide nulla; iniziò a camminare più velocemente e tirò fuori il telefono dalla tasca. Guardò il proprio riflesso nel display del cellulare e poi vide un movimento dietro di sé. Si bloccò per un istante e subito fece partire la chiamata. Dopo pochi squilli risposero.
<< Lou? >>
<< Ciao Haz >>
<< Come mai mi chiami? Saranno 15 minuti che te ne sei andato. È successo qualcosa? >>
<< No, no assolutamente niente >> rispose subito, cercando di nascondere la tensione creata dalla paura << Volevo solo sentire la tua voce, tutto qui >> Dall’altra parte del telefono ci fu silenzio, si sentiva solo il respirare del ragazzo. << Hazza.. ci sei? >>
<< Si.. si ci sono. È solo che non mi aspettavo che dicessi una cosa del genere.. è come dire che ti piace la mia voce >> gli rispose facendo una leggera risata.
<< Infatti è così. Mi piace davvero la tua voce >> gli disse Louis. “ Mi piacciono anche altre cose di te, o meglio.. mi piaci tu ” avrebbe voluto aggiungere.
<< Oh.. grazie. Anche a me piace la tua. Soprattutto quando ridi >>
Louis fece una risata sommessa, immaginandosi Harry diventare rosso per l’imbarazzo, poi lo sentì sbadigliare.
<< Scusa.. immagino stessi andando a letto >>
<< Già, ma non fa niente >>
<< Tranquillo. Ti ho sentito prima di andare a letto è questo l’importante.. buonanotte Haz >>
<< Scusami, davvero, ma ho sonno >> un altro sbadiglio << Buonanotte Boo >>
<< Ah, Harry! >> urlò Louis al telefono sperando che il riccio non avesse riattaccato.
<< Dimmi >>
<< Ti.. ti voglio bene >>
Harry sorrise, dall’altra parte del telefono << Anche io.. più del lecito >> gli disse per poi riattaccare.
Louis sorrise alle parole del riccio. Più del lecito.. gli voleva più che bene? Era quello il senso?
<< Guarda chi c’è qui. Ti ricordi di me Tomlonson? >>
Louis sorrise. << È Tomlinson >>
<< Quel che ti pare >> disse l’uomo facendo un gesto con la mano, come per scacciare una mosca << Dopo la tua visitina mi sono informato su di te. Karatè, vero? >> gli disse sorridendo, mentre alle spalle di Louis arrivavano altri due uomini << Voglio proprio vedere come te la cavi se ne hai tre contro; vogliamo provare amici miei? >>
Gli uomini risero e fecero qualche passo, circondando Louis.
Quando uno degli uomini allungò una mano verso di lui, il maggiore, si difese subito schivando i colpi e mandandolo a terra senza tante cerimonie. Subito dopo partì all’attacco anche l’altro ma, ancora una volta, lo mise fuori gioco.
<< Posso andare ora? >> chiese Louis, guardando il padre di Harry.
L’uomo sorrise e si fece da parte, facendogli segno di andare. Louis lo superò deciso ad andare a casa.
<< Quindi.. Harry è a casa vero? Credo che andrò a fargli una visit- >>
Non fece in tempo a finire la frase che Louis gli fu subito addosso. Lo buttò a terra e si mise con le ginocchia sul suo petto.
<< Cosa non ti è stato chiaro nella frase “ non toccare Harry ”? >>
Iniziò a stringere la mano intorno alla gola, ma quasi subito dopo, venne sollevato e buttato a terra. Uno degli uomini che aveva steso prima si era rialzato e lo aveva preso. Era talmente concentrato sul padre di Harry che non se ne accorse. Fece per alzarsi ma Des gli fu subito sopra e iniziò a colpirlo.  Sentì dolore in ogni punto e sentì qualcosa di caldo e denso colargli dalla testa.
Quando aveva visto il riflesso dell’uomo nel proprio telefono, Louis, aveva capito che le cose si sarebbero messe male; motivo per cui voleva sentire la voce di Harry prima che succedesse qualcosa. E, anche in quel momento, Louis pensava al riccio. Pensava al suo viso, al suo sorriso, alle sue fossette, alla sua voce. Harry era diventato il suo punto fisso, il suo tutto. Pensava a tutto ciò e poi, all’improvviso, vide solo nero.
Nel frattempo, Harry, era a casa nel suo letto che sorrideva felice per la chiamata di Louis, allo scuro di tutto quello che stava succedendo al maggiore. 
  
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