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Autore: bambolinarossa98    25/08/2015    2 recensioni
"Erano semplici comparse nella sua vita che sparivano dopo un pò, come quei cittadini dei videogiochi più violenti che scappavano terrorrizati quando distruggervi le loro città o uccidevi qualcuno.
Quel Mello era stata una semplice comparsa per lui, né più né meno"
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Il primo incontro tra Matt e Mello alla Wammy's House, così come lo immagino...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matt, Mello | Coppie: Matt/Mello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il rumore ticchettante lo rilassava, pigiava i tasti della PSP con disinvoltura e precisione quasi automatica rannicchiato contro il muro della sua camera. Le urla dei bambini che giocavano in cortile, però, gli davano fastidio eccome.
Un areo telecomandato passò davanti la finestra facendo una giravolta, Matt gli lanciò solo uno sguardo prima di dare le spalle al rettangolo di cielo azzurro.
"Che noia" borbottò cercando di escludere le urla dei bambini. Era così concentrato nel gioco che non si accorse dell'oggetto contundente che volava a gran velocità verso di lui finché non lo colpì in pieno sulla nuca.
"Accidenti!" esclamò portandosi una mano sulla parte soggetta all'attentato, scrutò la stanza alla ricerca di ciò che l'aveva colpito e vide l'aereo poggiato a terra vicino alla sua schiena; doveva essere volato attraverso la finestra. Lo guardò con disprezzo, gli voltò la faccia e continuò a giocare alla sua console.
Aveva appena passato il ventesimo livello quando avvertì il fiato di qualcuno sul collo... quasi non ci fece caso.
Lui non faceva mai caso a ciò che riguardava il 'mondo esterno', semplicemente non lo interessava.
L'elastico dei suoi occhialini, pigramente poggiati sul collo, venne tirato e rilasciato subito dopo così da risuonare in uno schiocco secco sulla sua pelle.
A quel punto non poté più ignorare colui che gli rivolgeva tanta 'attenzione', alzò gli occhi verdi solo per immergersi in due pozze color del cielo che lo fissavano con interesse, i capelli biondi gli incorniciavano il viso pallido e sottile e tra le mani stringeva il giocattolo che aveva attentato alla sua vita solo pochi istanti prima.
"Perché non esci a giocare?" chiese curioso il biondo.
"È noioso" rispose lui.
"Non ti annoia stare tutto il tempo vicino a quegli apparecchi?"
"No" fu la secca affermazione.
"Mello! Sbrigati a prendere l'aereo!"
"Ma quanto ci metti?"
"Ehi, Mel, ti sei perso?"
Il bambino, che evidentemente si chiamava Mello, spostò lo sguardo sulla finestra per poi avvicinarcisi.
"L'ho trovato! Prendetelo!" rispose mettendolo in vista e lanciandolo ai compagni. Poi si avvicinò nuovamente a Matt che era tornato a giocare, s'inginocchiò accanto a lui e lo fissò con curiosità.
"Posso giocare anche io?" chiese.
"No" rispose il rosso.
"Perché?"
"Perché no"
"Non è una risposta valida"
"Per me si"
"Ma la domanda l'ho posta io, quindi voglio una risposta valida"
Matt rialzò lo sguardo su di lui per la seconda volta e lo osservò con più attenzione... una cosa che effettivamente non aveva mai fatto. Lui le persone a malapena le guardava figuriamoci osservarle con attenzione.
Il viso non gli diceva nulla ma il nome si: Mello era il bambino più intelligente dell'istituto, forse il migliore dell'intera Wammy's House... dopo Near.
Era ovvio che un tipo brillante come lui pretendesse risposte altrettanto brillanti.
"Il gioco è mio e ci sto giocando io" rispose "Compratene uno se proprio vuoi" tagliò corto riportando la sua attenzione alla console.
Il bambino sembrò indispettito: "Noi non abbiamo soldi nostri" ricordò "Tu come lo hai avuto?"
"È mio" ripeté "Me l'ha comprato mio padre"
"Hai un padre?"
"L'avevo"
Passarono alcuni secondi di silenzio, Matt fece una smorfia contrariata e abbassò la testa di scatto sulla propria partita rannicchiandosi di più contro la parete color ocra.
"Allora posso giocare con te?"
Ma che voleva quello? Con tutti i bambini che c'erano all'orfanotrofio proprio a lui doveva dar fastidio?
"No"
"Perché?"
"Non mi piace giocare con gli altri" rispose.
"E perché?"
Ma lo faceva apposta o cosa?
"Perché gli altri bambini sono petulanti e fastidiosi e io voglio stare tranquillo" sbottò irritato.
"Non ne hai un altra?" chiese ancora Mello ignorando le sue parole.
Matt pensò alla NintendoDS chiusa nel cassetto della sua scrivania, poi lo guardò dall'alto in basso.
"No" rispose con la stessa disinvoltura con cui smanettava alla PSP "Ho solo questa"
"Mh... peccato. Quando hai finito di giocare me la fai usare un pò?"
"No" esclamò seccato pigiando i tasti con più forza "Torna fuori a giocare con il tuo aeroplano e lasciami stare"
Mello si alzò in piedi e stavolta lo guardava con astio: "Sei proprio antipatico. Ti odio" disse per poi uscire rumorosamente dalla stanza.
Al rosso non restò che tirare un respiro liberatorio: finalmente se n'era andato. Le ultime parole di Mello non lo avevano minimamente sfiorato: a lui non importava di stare antipatico a qualcuno tanto, lui, quel qualcuno non lo calcolava di striscio.
Erano semplici comparse nella sua vita che sparivano dopo un pò, come quei cittadini dei videogiochi più violenti che scappavano terrorrizati quando distruggervi le loro città o uccidevi qualcuno.
Quel Mello era stata una semplice comparsa per lui, né più né meno.


Il diciannovenne Matt sbatté gli occhi un paio di volte prima di girarsi verso il lato del cuscino occupato da una scompigliata chioma bionda; si girò di schiena e guardò il soffitto.
Non capiva se ciò che aveva vissuto era un sogno o semplicemente un ricordo... beh, un ricordo era, della prima volta che incontrò Mello, ma non riusciva a capire perché gli fosse venuto in mente alle quattro del mattino. Si strofinò gli occhi e gettò uno sguardo alla sottile schiena illuminata dalla luce.
Una comparsa, ecco cos'era stato Miheal Keehl quel giorno per lui... poi... già, e poi?
Poi, d'un tratto, era divenuto un suo compagno di avventure finendo tra i personaggi principali della storia, per diventare così il centro della storia.
Respirò a fondo e si mise su un fianco facendo passare il braccio oltre la vita del ragazzo e stringendolo a sé... dopotutto chi ha mai detto che le comparse non sono importanti?
   
 
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