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Autore: Aldore1n    25/08/2015    1 recensioni
Anno 3000. I giovani cavalieri di bronzo del futuro continuano la loro avventura per salvare dalle grinfia del male la nuova dea Atena. Riusciranno Liam, Kenzo , Dimitri e Rebecca a sconfiggere i terribili Cavalieri Naturali e i loro Generali? Secondo libro della mia trilogia sui Cavalieri Dello Zodiaco, celebre manga del maestro Masami Kurumada. Tutto è nuovo, dai personaggi alle skill, per quest, la storia, si può definire un'originale. Ciò che conservo meticolosamente è la filosofia del fumetto. Non vi aspettate il continuo della serie tv. Tutto è nuovo! Bruciate il vostro Cosmo
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Saori Kido
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6
 
L'ARCO TITANICO DI ARTEMIDE! APPARE OTO
 
 
Fu il coraggioso Pedro a raccontare tutto l'accaduto al loro salvatore. Sedettero per un po' nella capanna adibita a mensa, su alcuni sgabelli metallici racimolati qui e là. L'odore del rancio, acre e pesante, impregnava ancora quel luogo. Dimitri a stento riusciva a credere a tutto ciò che i Temis avevano fatto. " Persone malvagie" pensò quando udì dell'enorme cava scavata al centro dell'isola ' "Gente senza scrupoli" quando venne a sapere dei poveri turisti fatti prigionieri insieme agli abitanti di Espinoza e costretti a lavorare ininterrottamente. Marilen riuscì a procurarsi dell'acqua pulita in una tinozza che usò per tamponare la lunga ferita del piccolo Pedro, marchio crudele dei droni robot. Vedendo il giovanissimo isolano stringere i denti e i pugni per il dolore ad ogni tocco della pezzuola inumidita, Il cavaliere del Cigno giurò a se stesso che avrebbe fatto pagare caro ai Temis tutto il male portato nel mondo. Ascoltato tutto il necessario , si alzò, dirigendosi verso il suo scrigno, adagiato su di un tavolinetto alle sue spalle.
 
« Dove vai?» chiese Pedro « Ci lasci già?» il suo accento, né americano, né latino, sembrò divertire un po' tutti.
 
« Coraggioso Pedro» rispose Dimitri mettendogli una mano fra i folti e stepposi capelli scuri « non devi avere più preoccupazioni. Penserò io a sistemare i cattivi e a liberare tutta la gente ancora prigioniera».
 
« Dici sul serio? Non scherzi? » disse Marilen strattonando leggermente la tuta da combattimento del giovane Saint all'altezza della coscia destra « Libererai anche il mio papà?».
 
«Marilen, lascia stare in pace Dimitri» la rimproverò la madre.
 
«Stia tranquilla signora» fece il Saint inginocchiandosi verso la bionda bambina « Puoi starne certa piccola!».
 
« Ma come farai?» continuò Pedro alzandosi a sua volta e rimettendosi la canotta logora ed impolverata « ti ho già detto che la cava brulica di robot e tu sei solo».
 
L'espressione di Dimitri cambiò, divenendo più seria, più glaciale. Quando si rimise sulle gambe le sue ginocchia scricchiolarono, poi, con due brevi passi raggiunse Pedro, poggiandogli una mano sulla spalla.
 
« Io non sono solo piccolo amico mio. Ho le stelle che mi proteggono e amici che mi aspettano. Non saranno delle stupide macchine a fermarmi».
 
Pedro non sapeva bene quello che sentiva, ma tramite il contatto con quel biondo ragazzo apparso dal nulla come la neve, riusciva a sentire un'energia grande e calda, che placò le sue paure e le sue perplessità.
 
« Grazie Dimitri, a nome di Espinoza e di tutti i presenti» concluse sorridendo il bimbo poliglotta.
 
Prima che il Cavaliere di Atena lasciasse il capanno mensa, la madre di Marilen lo chiamò in disparte mormorando qualcosa al suo orecchio:
 
« Dimmi una cosa, tu vieni dalla Russia, dico bene?».
 
La domanda prese alla sprovvista il biondo eroe che si limitò ad accennare un si col capo.
 
« Non avrai problemi quindi a capire la lingua di quel luogo, giusto? Non voglio che i bambini capiscano».
 
Il dubbio continuava a divorare la mente di Dimitri. cosa voleva quella donna e perché i bambini non dovevano ascoltare? Poi tutto fu svelato un momento dopo, proprio nella lingua che avevano prestabilito. Lo spigoloso accento sovietico dava un tono ancora più aspro a quelle parole che raccontavano della situazione disperata della cava.
 
« Pedro non può saperlo, perché non ha ancora visto» diceva la donna, scandendo per bene le frasi nell'idioma che li accomunava « di comune accordo, noi adulti abbiamo deciso di non parlare ai nostri figli di quello che succede laggiù. La gente si ammala, ogni giorno. Quella porcheria...sta avvelenando tutti noi. Molta gente non è sopravvissuta» gli occhi cominciavano a diventare umidi alla vista dei bambini che giocherellavano spensierati «L'energia Polaris è radioattiva per noi umani ed inoltre più ne sottraiamo, più la terra intorno a noi diventa arida e fetida, come se...»
 
« Morisse!» continuò Dimitri.
« Esattamente. Non sono una geologa, ma credo che prelevare quell'energia non sia salutare per il pianeta. Inoltre c'è dell'altro che devi sapere».
 
« Continua , sono tutto orecchie».
 
« I robot non sono gli unici a sorvegliare la cava. Chi li comanda è uno strano uomo, vestito con una sorta di corazza grigia. Non so bene che ruolo abbia in questa storia, ma quando ho incrociato i suoi terribili occhi viola ho sentito il mio corpo contorcersi. Mi fa tanta paura e credo sia pericoloso».
 
" Che sia il guardiano di cui mi ha parlato l'uomo di colore ad Hycacal?" Si domandò Dimitri « Stia tranquilla ora. Badi ai ragazzi. Hanno bisogno di lei. Penserò a tutto io» concluse, tornando a parlare in americano.
 
« Buona fortuna, che il cielo ti assista figliolo».
 
Dimitri non disse altro, si limitò a strizzare l'occhio al piccolo Pedro che lo stava osservando da lontano. 
La calura era aumentata nuovamente e il paesaggio cominciò a mutare sempre più. La dura e secca terra stava cominciando a diventare sabbia sempre più sottile e morbida. Ogni tanto, il verso acuto di qualche gabbiano echeggiava nella volta celeste, priva di nuvole. Anche la leggera brezza della costa aveva cessato di spirare, facendo aumentare il calore percepito. Un rivolo di sudore sgorgò dalla tempia sinistra del Cavaliere del Cigno, che immutevole e statuario, avanzava  in quello che stava divenendo sempre più un deserto. Si fermò dopo una lunga camminata per masticare una capsula                   idro-ristoratrice, una delle invenzioni del nuovo millennio. Si trattava di una compressa ionizzata, che racchiudeva nella sua struttura molecolare una quantità di idrogeno ed ossigeno tale da formare, all'interno dello stomaco, un litro di acqua purissima. Tali pillole erano spesso usate dagli sportivi estremi e dagli abitanti dei paesi desertici. A consegnargliele fu proprio Josè, quasi come se sapesse della critica situazione che stava caratterizzando Cayo Ingles. Non molto lontano da dove si trovava, il Saint riuscì a scorgere una duna molto alta. La sabbia si era ammassata in maniera innaturale , formando strati di vario colore e natura. Il beige e l'ocra si intervallavano al bronzo e al marrone. Di sicuro a formare quella sorta di montagna non era stato il vento. Dalla parete liscia e friabile spuntavano, distorti e irregolari, alcuni rami.
 
" Cosa succede a questo posto" pensò osservando l'ammasso informe, poi decise di circoscrivere la zona, cercando un passaggio per attraversarlo. Fece alcuni passi quando sentì chiaramente un urlo provenire dall'interno della barriera di terra e sabbia. Tastò il terreno e si rese conto che non sarebbe stato difficile arrampicarsi per un po', usando come appigli quei rami distorti che formavano una sorta di scala a parete naturale. Con cautela raggiunse l'apice e quello che vide gli mozzò il fiato. Un cratere profondo una trentina di metri e largo quanto un campo di calcio si apriva sotto di lui. Aveva , finalmente, raggiunto la cava descritta dal piccolo Pedro e vide anche i poveri ospiti dell'Isola lavorare incolonnati con i robot che formavano due cordoni. Gli sventurati prigionieri erano costretti a passare fra le schiere metalliche e ronzanti di droni con addosso pesanti cisterne. Spostando lo sguardo verso quello che sembrava l'ingresso a nord della cava, vide un uomo a terra che veniva colpito ripetutamente alla schiena da un’elettro-frusta. Le urla di dolore squarciavano il silenzio della valle, un'enorme e desolata distesa di morte arida. Non pensò molto ad una strategia. La rabbia accecò i suoi occhi mentre si precipitava con un balzo all'interno dell'enorme scavo. 
"Squashhh”  con un calcio terribile il drone su cui atterrò scoppiò in mille pezzi ghiacciati, per la sorpresa di tutti i prigionieri.
 « Correte via, presto! Al riparo! » urlò Dimitri, mettendosi in posizione da combattimento.
«Allarme! Allarme!» gracchiò uno degli automi cominciando a far fuoco coi suoi cannoni, colpi che il giovane Saint evitò con estrema facilità.
Prima un calcio, poi un pugno ben assestato, virata a destra, capriola sul lato destro, montante di sinistro. Dimitri sembrava una saetta impazzita, scintillante per via del Cosmo che lo avvolgeva. I droni sembravano come giocattoli distrutti da un bambino. Furono decimati in pochissimo tempo. Si voltò per assicurarsi che i prigionieri fossero tutti al sicuro. Altri droni sbucarono dall'ingresso ai sotterranei, cercando di sorprendere Dimitri. Nessuno riuscì ad avvicinarsi, nemmeno minimamente. La furia glaciale del russo spazzò via tutto. Un uomo, alto, con la barba folta e in disordine, i capelli neri ricci, scavato in viso dalla fame, si avvicinò ansimando al guerriero biondo chiedendo chi fosse e se fosse un amico. 
 
« Stia calmo ora, sono un amico. Mi manda Pedro, il bambino dell'accampamento. Siete tutti qui?».
 
« Sia ringraziato il cielo» rispose l'uomo abbracciando il suo salvatore. Aveva il petto nudo e i segni di numerose frustate ovunque « Quei maledetti. Ci hanno presi tutti. Ci hanno strappato i nostri figli e ci costringono a lavorare. Molti non sono sopravvissuti, gli altri sono bloccati nella cava di Polaris. Lì sotto è un inferno, non abbiamo acqua nè riparo dalle radiazioni». 
 
« La prego, mi dica esattamente dove sono gli altri prigionieri. Li porterò fuori io».
 
« Certamente, ti farò strada io. Ci sono troppi cunicoli. Rischieresti di perderti. Ti avviso, il calore è insopportabile, faresti bene a toglierti quella tuta strana che indossi».
 
« Non si preoccupi per me, presto, coraggio, non c'è un minuto da perdere».
 
L'uomo lo sorpassò e cominciò a dirigersi verso la piccola rientranza nella terra, portale d'ingesso della cava. Varcò appena l'uscio quando il suo petto fu trapassato da una luce intensissima, simile ad un lampo. Dimitri fece appena in tempo a scansarsi dalla traiettoria, ma la luce gli trafisse la spalla sinistra. Quando tutto tacque ,l'uomo guida era già a terra inerme, mentre Dimitri urlava a perdifiato per via del dolore lancinante. Era come se una freccia lo avesse colpito, facendosi strada nella sua resistentissima tuta da combattimento, poi nella sua pelle ,fino ad intaccare muscoli ed ossa.
 
«Dimitri del Cigno, quale piacevole sorpresa» la voce dell'uomo che avanzò uscendo dalla cava sotterranea era gelida e decisa «Non ti aspettavo così presto, anzi al dire il vero non credevo saresti arrivato qui nel Pacifico. Sai com'è, delle farfalline mi hanno detto che la tua vita era appesa ad un filo. Poco male» concluse con un lieve sorriso.
 
Il dolore era un tormento continuo. Sotto la tuta da combattimento, il Saint di Atena poteva sentire l'umido del sangue. Non aveva corpi estranei conficcati, ma con un dito indice poteva sentire lo stesso il piccolo foro nella carne. Non perse ulteriore tempo. Con la mano destra tamponò la ferita e con un piccolo sforzo la congelò. Le fitte sembrarono calmarsi da subito. Si rimise sulle gambe, ma muovendo l'arto danneggiato capì che la ferita era più grave del previsto. "Devo stare attento" si disse
"Il Dottor Smith mi ha detto che non devo subire troppi danni, il mio corpo ancora non si è ristabilito del tutto". Guardò negli occhi il suo nuovo avversario, occhi grandi e viola che gli conferivano un'espressione ancor più malinconica. Il nemico aveva una folta chioma verde. Era abbastanza alto, col fisico ben allenato che sporgeva da sotto la corazza di onice grigia dai riflessi argentati. C'erano anche dei dettagli rossi come il sangue. Doveva avere più o meno la sua età e da quel che aveva assaggiato poco prima,. Doveva essere un avversario terribilmente forte.
 
«Tu devi essere il guardiano dell'isola» disse, poi gli occhi ruotarono sul povero prigioniero senza vita «Che tu sia maledetto! Quell'uomo non ti aveva fatto nulla e tu lo hai ucciso a sangue freddo! Te la farò pagare».
 
«Belle parole cavaliere di Atena, ma prima lascia che mi presenti. Il mio nome è Oto , Cavaliere Naturale dell'Arco e come hai ben detto sono stato incaricato dai signorini Temis di sorvegliare Cayo Ingles».
 
«Bene. Ora che so che sei tu quello che cercavo, posso procedere. Armatura del Cigno, vieni a me!».
 
Prima di aprirsi, lo scrigno contenente le sacre vestigia tremò per poi eruttare fasci di luce brillante. La Cloth, raccolta sul suo totem, si scompose nelle varie componenti che volteggiarono fino ad agganciarsi sul corpo del giovane Saint. Finalmente il Cigno D'argento fece la sua prima comparsa sui campi di battaglia.
 
" Che potenza straordinaria!" pensò Dimitri sentendo scorrere nel suo corpo l'intenso Cosmo della sua armatura.
 
«Cosa c'è cavaliere? Conti le dita delle tue mani? Io sono qui che aspetto» puntualizzò Oto.
 
L'aura di Dimitri aumentò improvvisamente, ammantandolo di candida luce dalle sfumature azzurre. Sembrava avvolto da fiamme di ghiaccio che si dondolavano calme nell'etere.
 
«Scusami. Ero meravigliato dalla forza della mia nuova armatura. E' la prima volta che la indosso. Ora proverò su di te la nuova forza che Liam mi ha donato con tanta fatica» le fiamme azzurre ora vorticavano con molta più passione « Cygnus: Perfect Frost!» urlò alla fine attaccando con vigore l'avversario.
 
La tempesta ghiacciata, composta da miliardi di cristalli, si abbatté sul cavaliere dell'Arco che non si mosse. Ben presto una robusta coltre gelida lo imprigionò, rendendolo simile ad una statua.
 
"Qualcosa non va! E' stato troppo semplice" constatò Dimitri, restando in posizione di difesa.
 
La tomba di ghiaccio cominciò a creparsi in quello stesso istante. Lo stritolio delle placche che si spaccavano era acuto e fastidioso. In men che non si dica, Oto fu di nuovo libero di muoversi.
 
«E tu questo lo chiami “gelo perfetto”? Mi aspettavo di più dai Bronze Saint» disse spazzando via con una mano la polvere di ghiaccio che ancora aveva addosso.
 
"Costui è molto pericoloso. Nessuno, tranne il mio maestro e quel Generale di nome Delo era riuscito a rompere i miei ghiacci perenni".
 
«Non fare quella faccia biondino. E' normale che tu sia inferiore. La mia Natural Armour non gelerà con un attacco così meschino. Facciamo così, ti permetto di riprovare. Noi guardiani sappiamo essere magnanimi dopotutto».
 
«Smettila! Io non sono qui per essere preso in giro da te» nuovamente le fiamme azzurre e bianche tornarono a vorticare «Io ti batterò! Salverò questa gente e la dea Atena. I miei compagni aspettano che io ritorni».
Dimitri partì all'attacco in quell'istante. Ci mise tutta la sua energia e la sua abilità, ma i pugni che sferrava a velocità sovrumana venivano tutti schivati da Oto. Il guardiano si muoveva sinuoso, prima virando a destra poi parando i colpi a sinistra. Il Saint di Atena dovette arrestare la sua carica, capendo che tutto era inutile.
 
«Hai il fiatone Cigno? Mi deludi sempre più. Finirò questa battaglia e dopo punirò ad uno ad uno quegli stupidi schiavi».
 
«Non osar levare mano su di loro, o io…» Dimitri fu interrotto.
 
«Tu cosa? Se non riesci nemmeno a colpirmi.  Scoprirai ora la mia potenza. Assaggerai il potere scaturito dalle frecce titaniche contenute nel mio pugno destro, dono prezioso della somma Artemide» l'aura vermiglia di Oto fece la sua comparsa ruggendo «Ecco la mia tecnica segreta: Diamond Arrows!».
 
Proprio come aveva spiegato il crudele cavaliere naturale, i pugni scagliati a velocità inaudita apparivano come dardi lucenti. La scia rossa che lasciavano alle spalle parevano disegnare una rete. Dimitri cercò di schivare l'attacco, ma non fu abbastanza veloce. Pur concentrandosi al massimo per percepire i movimenti e le traiettorie del nemico, incassò numerosi colpi. Alcuni di essi si infransero sul Cigno D'argento, altri si conficcarono lì dove l'armatura lasciava scoperto il corpo. Il dolore fu dieci volte superiore a quello precedente alla spalla e fiotti di sangue fuoriuscivano da braccia ,gambe e addome. La situazione fu, da subito, critica.

angolo dell'autore
 
Salve a tutti amici ed amiche. Ditemi la verità, questo Oto l'ho fatto troppo cattivo! Heheheheh, ne vedrete delle belle. Col ringraziarvi delle numerose visite ( sopratutto te, Sasha98, che sei la fan n1 * verrà linciato per questo*) colgo l'occasione di augurarvi buon rientro a lavoro, a scuola, ecc ecc. Vi avviso che andrò in ferie ( quest'anno mi tocca Settembre) e non pubblicherò fino al martedì 22 settembre. Non vi preoccupate, non vi lascerò soli. Sarò sempre su facebook e su twitter. Ormai i contatti li conoscete. Se ancora non li conosci o te ne sei dimenticato, sappi che puoi trovarli sul mio blog ( dove ho messo anche il disegno del nuovo cattivo). Andate su www.saintseiyanextgeneration.wordpress.com . Grazie sempre dell'appoggio che mi date. Bruciate il vostro Cosmo!
 
   
 
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