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Autore: LatersBaby_Mery    26/08/2015    9 recensioni
Dopo aver letto numerose volte gli ultimi capitoli di “Cinquanta sfumature di Rosso” ho provato ad immaginare: se dopo la notizia della gravidanza fosse Christian e non Ana a finire in ospedale? Se in qualche modo fosse proprio il loro Puntino a “salvarlo”?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 29.

POV ANASTASIA

 
Deglutisco più volte e respiro profondamente. Ho caldo, mi manca l’aria e sento gli occhi bruciare a causa delle lacrime.
Una parte di me vorrebbe volare fino al ventesimo piano dell’edificio, urlare contro tutti e chiedere che cazzo ci facesse quella donna qui, ma un’altra parte di me è completamente paralizzata, muta e spaventata.
“Vuole scendere qui, signora?” chiede gentilmente Sawyer.
“N-no..” balbetto continuando a guardare verso il punto dove ho visto uscire Elena “Voglio andare a casa..”
“Certo, signora..” risponde ripartendo subito.
Durante il viaggio verso casa non riesco a frenare le lacrime che mi bagnano le guance, pensavo che il capitolo Elena fosse chiuso, invece ancora una volta la sua presenza mi turba in un modo che non credevo possibile.
Cosa ci faceva alla GEH? Cosa voleva da Christian?
Queste domande continuano a tormentarmi fin quando non arriviamo a casa. Sawyer mi accompagna in salone e si accerta che io stia bene prima di ritirarsi nel suo studio. Mi dirigo in cucina e prendo un bicchiere d’acqua, bevo e lo poso sul bancone, e in quel momento mi accorgo che sto tremando.
Com’è possibile che dopo tanti mesi quella donna mi faccia ancora quest’effetto??
“Si sente bene, Mrs Grey??” domanda Gail entrando in cucina.
“Eh?? Sìsì, grazie Gail..” rispondo distrattamente.
“La vedo un po’ pallida, vuole mangiare qualcosa? Ho preparato il sugo al ragù..” dice premurosamente.
“No, la ringrazio Mrs Jones, ma non ho fame..”
“La prego, si sforzi un po’, non può digiunare nelle sue condizioni..”
La dolcezza che mette nelle sue parole mi fa sentire quasi in colpa.
“Preferisco fare prima un bagno, poi dopo mangerò qualcosa” la rassicuro.
Mrs Jones mi sorride e poi riprende a sbrigare le sue faccende.
Invece di salire al piano superiore, però, mi dirigo nell’ufficio mio e di Christian, e apro il piccolo mobiletto dove teniamo le chiavi delle auto e i doppioni delle porte, recupero quelle della mia R8 bianca e quelle della portafinestra dello studio. La apro e sbuco sul retro della villa, faccio il giro fino ad arrivare all’entrata del garage. Per quanto non voglia farmi sentire, è impossibile non fare rumore, ma ora l’importante è infilarmi in macchina e andare in giro, non so dove, ma non ce la faccio a stare chiusa in casa. Mi sento oppressa e i pensieri si ingigantiscono.
Finalmente ho la possibilità di guidare un po’ la mia macchina che è l’unica con il GPS guasto, sentivo questa mattina Taylor che lo diceva a Christian, quindi credo che potrò stare un po’ in santa pace senza che mi trovino subito.  
Metto in moto e parto, esco dal garage, percorro il vialetto di ghiaia, supero il cancello d’ingresso e finalmente mi sento un po’ più libera. Guido con calma, cercando di liberare la mente dai pensieri, ma è praticamente impossibile. Non faccio altro che rivedere davanti ai miei occhi l’immagine di Elena che varca il portone della GEH con quell’aria trionfante. Ma che aveva da sorridere in quel modo poi??
Mentre sono in coda sulla I-5, il cellulare dalla mia tasca comincia a squillare, la suoneria è quella abbinata al numero di Christian: sicuramente Sawyer e Gail hanno sentito il rumore della saracinesca del garage e lo hanno avvisato. Non mi va di rispondere, per cui ignoro il telefono e proseguo per la mia strada. Non appena ne ho la possibilità, prendo il cellulare e lo imposto sulla vibrazione, così almeno la suoneria non mi darà più fastidio.
Finalmente uscita dal traffico dell’autostrada, proseguo verso una direzione a caso, e all’improvviso mi ritrovo davanti al Freeway Park. Parcheggio l’auto e scendo, per fortuna oggi c’è il sole e non ho freddo senza giacca. Entro nel parco e avanzo lentamente lungo il sentiero di ghiaia circondato dall’erba bassa. Ci sono decine di bambini che giocano, gruppi di ragazzi che fanno pic-nic, coppiette distese all’ombra dei grandi alberi. La mia tasca destra non smette mai di vibrare, ma questa volta decido di rispondere, so perfettamente Christian di cosa è capace, ci manca solo che sguinzagli tutti gli agenti di polizia di Seattle per ritrovarmi.
“Sì Christian??”
“Ana!!” urla “Si può sapere dove diavolo sei?? Perché sei uscita di nascosto??”
“Per prima cosa non urlare” lo ammonisco, con voce ferma “E poi volevo stare un po’ da sola..”
“Da sola? Ma perché? Cos’è successo??” chiede, stavolta a voce più bassa.
“Christian, ti prego non fare domande, ti ho risposto solo per non farti preoccupare.. tranquillo sto bene..”
“Ana ti prego, mi stai facendo preoccupare da morire.. torna a casa..”
“Ciao Christian..” dico prima di attaccare.
Scorgo da lontano un chiosco e mentre ci arrivo mi ripeto di non piangere. La voce di Christian al telefono era quasi disperata, e Dio solo sa quanto sia stato difficile restare impassibile. Ma non ce la faccio a tornare a casa e affrontare l’argomento Elena. Mi fa ancora troppo male. Ho bisogno di restare un po’ per conto mio e passeggiare tranquilla.
Raggiunto il chiosco, prendo un tramezzino e un succo di frutta, e mi siedo a mangiare su una panchina di cemento grigio. Mentre cerco di mandare giù i morsetti di tramezzino, ripenso alla scena di un paio d’ore fa, e le lacrime tornano a fare il loro ingresso agli angoli dei miei occhi.
Perché Elena era lì? È stata lei ad andare alla GEH o Christian a chiamarla? Quanto tempo sarà stata con Christian?
Nonostante siamo sposati da quasi nove mesi e stiamo per avere un bambino, una piccola parte di me ha sempre paura che Christian possa rendersi conto di avvertire la mancanza della sua vita di prima. Inoltre adesso che la dottoressa ci ha sconsigliato di fare sesso, magari Christian si è accorto di non riuscire a stare in astinenza e… oddio no, per favore, non potrei sopportarlo.
Una volta finito il tramezzino, prendo a sorseggiare il mio succo di frutta con la cannuccia, e nel frattempo un vociare poco distante da me attira la mia attenzione. Un bimbo di un anno o poco più corre in circolo, seguito dal papà che poco dopo lo afferra e lo fa volare, scatenando le risate del piccolino.
“John dai basta, ha appena mangiato!” lo rimprovera una ragazza seduta lì accanto.
“E vabeeene!” sbuffa l’uomo “Dai scricciolo, torniamo dalla mamma, mi sa che è un po’ gelosa..” dice prima di sedersi accanto alla ragazza e darle un bacio sulle labbra, mentre il bimbo si rifugia tra le braccia della sua mamma.
Accarezzo istintivamente il mio pancione, sentendo i piedini di Teddy che spingono verso la parte alta della mia pancia, e in quel momento il mio cellulare vibra di nuovo. Lo prendo e trovo un messaggio di Christian
Sawyer mi ha detto tutto. Ti prego lascia che ti spieghi, torna a casa, mi sento morire senza sapere dove sei. Ti amo
Le lacrime ricominciano a scendere mentre lo leggo, mi sembra quasi di sentire nelle orecchie la voce rotta di Christian.
“Che cosa devo fare??” sussurro sfiorandomi il ventre ormai duro.
Guardo nuovamente quella famiglia, e provo ad immaginare me, Christian e Puntino tra qualche mese. Tutte le volte in cui proviamo a fantasticare sulla nostra vita in tre, Christian è sempre così dolce e fa sempre tanti bei progetti. Ci sono tutti i presupposti per i quali possiamo essere felici come quella famiglia.
Perché allora deve arrivare quella strega pedofila a rovinare tutto??
Forse, però, posso provare io a fare il primo passo. Christian ha detto che potrebbe spiegare, ed io voglio proprio sentire cos’ha da dire. Non posso provare a riaggiustare la situazione se non gli do la possibilità di parlare.
Mi alzo da quella panchina e ripercorro il sentiero al contrario, per arrivare all’uscita. Mi infilo in macchina e parto spedita verso la I-5, e poi verso la Big House. Non appena varco il cancello d’ingresso, il mio cuore comincia a battere forte, e mi basta vedere Christian che mi aspetta impaziente sotto il portico per rendermi conto che sono una stupida, e che non desidero altro che buttarmi tra le sue braccia e restarci per sempre.
Senza riuscire ad attendere oltre, fermo l’auto nel bel mezzo del vialetto e non appena vedo Christian correre verso di me, le mie gambe si muovono da sole, e in pochi secondi mi ritrovo tra le sue braccia, e scoppio a piangere.
“Amore mio..” mormora Christian con il naso tra i miei capelli.
“Perdonami, Christian..” dico tra le lacrime.
“Sssh, sssh.. basta..” mi rassicura accarezzandomi la schiena.
Poi mi prende il viso tra le mani e mi guarda negli occhi. “Ti prego non farmi più prendere uno spavento del genere, mi è crollato il mondo addosso quando Sawyer mi ha telefonato, e mi sono sentito morire quando non sapevo dove fossi, non rispondevi al cellulare.. ho pensato..” si ferma, credo per trattenere un singhiozzo, ha gli occhi pieni di lacrime, ed io mi sento profondamente in colpa “..ho pensato al peggio, che avessi deciso di lasciarmi oppure…”
Lo zittisco incollando le mie labbra alle sue, mi stringo a lui e lo sento pian piano rilassarsi. “Sono stata una stupida, perdonami ti prego.. solo che ho visto Elena e…”
“Vieni..” dice prendendomi per mano “Ora ti spiego tutto..”
Rientriamo in casa e Christian mi fa sedere su un divano del salone, poi sparisce nel suo studio e torna con un foglio in mano. Lo appoggia sul tavolino e si siede accanto a me, prendendomi le mani.
“Ho convocato io Elena nel mio ufficio stamattina, e se non te l’ho detto è stato solo per non farti agitare, ma se avessi immaginato tutto questo te l’avrei detto.. Comunque, il motivo per cui ho voluto parlare con lei è questo..” prende il foglio e me lo porge.
“Cos’è?” chiedo senza leggere.
“E’ l’atto di cessione della mia percentuale del salone di bellezza. In fondo è lei che ci mette l’anima da cinque anni ormai, e così ho ceduto a lei le mie quote, e questo perché non voglio più avere alcun tipo di contatto con lei, neanche professionale.. La voglio fuori dalla nostra vita per sempre..” spiega con assoluta calma.
Ecco, in questo momento mi sento davvero una merda. Non dimenticherò mai lo sguardo preoccupato e spaventato di Christian di qualche minuto fa, e la sua voce minacciata dal pianto, e tutto per colpa mia. Se solo fossi entrata semplicemente alla GEH e avessi chiesto spiegazioni direttamente a lui…
Mi lascio andare contro lo schienale del divano e mi copro gli occhi con le mani, ricominciando a piangere.
“Hey..” mormora Christian scostandomi le mani dagli occhi e attirandomi contro il suo petto. “Non voglio vederti così, ti prego..”
Mi culla e mi bacia più volte i capelli, mentre io cerco di calmarmi. “Io ho visto Elena uscire e ho pensato… non lo so cos’ho pensato, però ho avuto paura che tu.. che tu potessi allontanarti da me, ora che non possiamo neanche fare l’amore..”
“Sssh, basta..” mi posa due dita sulle labbra “Mi fa male sentirti parlare così.. Ana, niente e nessuno mi faranno allontanare da te, sei tutta la mia vita, perché non lo capisci?? E non me ne frega un cazzo se non possiamo fare l’amore, sarei disposto a stare in astinenza anche per nove mesi, perché questo piccolino mi sta regalando le emozioni più belle della mia vita, insieme a quelle che mi regala la sua mamma da quasi un anno..” mi sfiora il pancione e mi bacia le labbra.
Gli allaccio le braccia al collo e lo stringo forte a me. “Giuro che non accadrà mai più.. ti amo!” dico prendendogli il viso e baciandolo più volte.
“Anche io ti amo! E capisco che tu possa esserti sentita turbata quando hai visto Elena, però la prossima volta vieni da me e ne parliamo.. a volte le cose sono più semplici di come le immaginiamo..”
“Hai ragione..” gli accarezzo il viso e poi mi stringo a lui. Restiamo così non so per quanto tempo, poi Christian con uno scatto veloce mi prende in braccio e mi porta in cucina. Mi fa sedere a tavola e poi chiede a Mrs Jones di impiattare la pasta.
“Ora devi mangiare” ordina con voce dolce.
“Agli ordini!!”
“E fai poco la spiritosa..”
Gli mostro la linguaccia e poi comincio a mangiare.
Dopo pranzo Christian mi chiede cosa voglio fare.
“Ma non devi tornare a lavoro??” chiedo sorpresa.
“Non mi va..”
“E quindi fai come ti pare?”
“Il bello di essere il capo!” dice scrollando le spalle.
“Beh, allora.. che ne diresti di un po’ di televisione?”
Lo vedo tentennare un po’, poi alla fine accetta.
Siamo sul nostro enorme divano nella stanza della televisione, Christian seduto con le gambe allungate sulla penisola, ed io distesa con la testa sulle sue cosce e una mano intrecciata alla sua.
Giro i diversi canali in cerca di un programma carino, e poi mi fermo non appena leggo “Ostetriche in sala parto”
“Vuoi davvero vedere un programma del genere??” domanda Christian.
“Beh.. sì, tra poco toccherà a me, e sono curiosa..”
“Vabè..” sospira.
Mezz’ora dopo rifletto sul fatto che forse non è stata un’ottima idea scegliere questo programma: vedere quelle donne in preda al dolore e sapere che tra poco sarò al loro posto non è molto confortante, però per certi versi è bello vedere come si evolve la situazione, e non appena nascono i bimbi comincio a piangere insieme a loro.
“Dai amore.. non fare così..” dice Christian.
“Sì scusa..” mi asciugo le lacrime “Solo che.. dev’essere così bello stringere il proprio bambino per la prima volta..” mi metto a sedere e spengo il televisore “Manca solo un mese, ci pensi??”
Christian mi attira tra le sue braccia e sorride. “Certo che ci penso, non riesco a pensare ad altro ormai, e sono sicuro che anche per noi sarà bellissimo!” dice con aria sognante.
 

Qualche giorno dopo...

POV CHRISTIAN
 
Mi scoppia la testa e mi fanno male i tendini della mano dopo aver firmato almeno una quarantina di fogli. Chiedo ad Andrea di portarmi un caffè prima della riunione che si terrà tra mezz’ora. Ho bisogno di fermarmi un attimo, la pausa pranzo non è bastata a ricaricarmi.
Per fortuna, a darmi un po’ di energia, arriva una mail di Anastasia.
 

Da: Anastasia Grey
A: Christian Grey
Data: 23 aprile 2012  16:07
Oggetto: La dimora del principe.
 
Amore,
gli operai del mobilificio sono appena andati via. Hanno montato tutti i mobili nella cameretta di Puntino e.. è semplicemente favolosa. Non vedo l’ora che torni per farti vedere com’è venuta.
Spero che la tua giornata stia andando bene.
Ci manchi tanto. Ti amiamo.

Anastasia Grey,
direttore editoriale in maternità, GIP

 

Da: Christian Grey
A: Anastasia Grey
Data: 23 aprile 2012  16:13
Oggetto: Meno di due ore…
 
…e sarò lì da te. Anche io sono impaziente di vedere la cameretta, ma sono sicuro che sarà fantastica.
La mia giornata è frenetica come al solito, oggi mi sento particolarmente stanco.
Anche voi mi mancate tanto, amori miei.
 
Christian Grey,
amministratore delegato, Grey Enterprises Holdings Inc.

 

Da: Anastasia Grey
A: Christian Grey
Data: 23 aprile 2012  16:18
Oggetto: Infermiera a domicilio.
 
Se vuoi penso io ad alleviare la tua stanchezza. Ho voglia di stordirti di coccole.
 
Anastasia Grey,
direttore editoriale con laurea in scienze infermieristiche, GIP

 

Da: Christian Grey
A: Anastasia Grey
Data: 23 aprile 2012  16:24
Oggetto: Solo quattro parole.
 
NON VEDO L’ORA!
Ora ho una riunione, a dopo piccola.
Ti amo.
 
Christian Grey,
amministratore delegato malaticcio, Grey Enterprises Holdings Inc.

 
A malincuore spengo il computer e mi dirigo in sala riunioni. Ne esco dopo un’ora, stanco ma soddisfatto.
E finalmente posso uscire da qui e tornare a casa.
È incredibile come in pochissimo tempo la visione della vita possa mutare totalmente: fino ad un anno fa restare in ufficio anche fino alle 20 non mi faceva né caldo né freddo. Adesso, invece, non appena scoccano le 18 è come se avessi una molla sotto al sedere. Sono impaziente di tornare a casa, perché adesso ho un motivo per tornare a casa, ho qualcuno che mi aspetta, e che mi trasmette ogni giorno il calore di una famiglia e l’amore vero.
Prima di rientrare, però, chiedo a Taylor di fermarsi davanti ad un negozio che ho scoperto qualche tempo fa, e ora è arrivato il momento di farci un acquisto. Esco dal negozio con la mia busta tra le mani e un sorrisetto ebete sul viso, ma non posso farci nulla, sono felice quando compro questo genere di cose, soprattutto perché so che anche Anastasia ne sarà felice.
Quando torno a casa, poso la busta all’ingresso e mi dirigo subito in cucina, dove mi accoglie un delicato quanto indecifrabile profumo.
“Buonasera Mr Grey” mi accoglie sorridente Gail.
“Buonasera Mrs Jones, cosa sta preparando?”
“Tortino di pollo, patate al forno, e poi sua moglie mi ha chiesto di fare il dolce alle mandorle..”
Ho già l’acquolina in bocca. “A proposito di mia moglie, dov’è?”
“In giardino..”
Mi dirigo verso la porta finestra e la apro piano per non fare rumore. Ana è sull’altalena a due posti, con una mano che regge un libro, e l’altra che accarezza il pancione. Mi fermo sugli scalini ad osservarla: diventa ogni giorno più luminosa e più bella. È così tenera con quei capelli arruffati e quell’espressione concentrata. Senza riuscire a resistere oltre, scendo i quattro scalini e mi avvio verso di lei, che non appena sente i miei passi solleva lo sguardo dal libro.
“Amore” dice sorridendo.
“Buonasera piccola..” la raggiungo e la bacio dolcemente, poi mi chino e saluto il nostro cucciolo “Ciao piccolino, come stai?”
“Si muove tantissimo, mi sa che anche lui sente la tua mancanza..”
“Ma ora papà è qui..” dico lasciandole qualche bacio sulla pancia e poi sedendomi accanto a lei.
“Cosa leggevi??”
Ana solleva il libro per mostrarmi la copertina: Tess dei d’Urbevilles.
“Ancora??” chiedo ridendo “Li stai consumando questi libri..”
“Cosa vuoi farci, sono diventati i miei preferiti..” afferma prima di baciarmi. Poi mi conduce in casa e saliamo al piano superiore a vedere la cameretta di Teddy: aveva ragione Anastasia, è favolosa. I mobili erano già belli in negozio, ma qui, con le pareti dipinte, il piccolo divanetto, la sedia a dondolo, le tende, il tappeto, e l’enorme orsacchiotto di Gail in un angolo, sono qualcosa di unico.
“Uau, tutto bianco e azzurro, sembra un pezzetto di cielo” osservo.
“Ti piace?”
“E’ bellissima.. però, secondo me manca qualcosa..”
Anastasia mi guarda interrogativa, le faccio segno di aspettare e scendo a prendere la busta che avevo con me quando sono arrivato, poi salgo di nuovo su e gliela porgo.
Ana la apre, curiosissima, e mostra un enorme sorriso quando vede la targhetta di legno azzurro, a forma di orsacchiotto, con la scritta in basso “THEODORE RAYMOND”.
“Amore è dolcissimo!” esclama gettandomi le braccia al collo. Amo il suo essere così dolce, e il fatto che si emozioni anche per queste piccole cose.
Appendiamo la targhetta fuori alla porta della cameretta, e fa proprio una bella figura.
Scendiamo in salone e ci accoccoliamo sul divano, e mia moglie mantiene fede alla sua promessa di stordirmi di coccole, stringendomi forte e regalandomi baci mozzafiato.
 
Dopo cena Ana propone, ora che finalmente ci sono i mobili, di sistemare tutti i vestitini e le cose di Teddy nella sua cameretta.
All’inizio, a dire il vero, la visione di tutti gli scatoloni pieni di roba da mettere a posto mi crea un po’ di panico. Per fortuna Ana è molto più organizzata di me, e propone di occuparci di un cassetto per volta. Così cominciamo a piegare accuratamente e riporre prima i bavaglini e i calzini, poi i body, poi le magliette e così via, fino a riempire quasi la cassettiera. Solo ora mi rendo conto di quante cose abbiamo comprato, e sono tutte così piccole e belle.
Ad un tratto Anastasia strizza per un secondo gli occhi e si siede sul divanetto.
“Amore cos’hai?” chiedo preoccupato sedendomi accanto a lei.
“Niente amore, tranquillo.. una leggera contrazione, è già passata..”
“Sei sicura? Non vuoi andare in ospedale? Fare un controllo?”
“Ma no Christian non è il caso, sono ormai tre settimane che ogni tanto ho queste contrazioni, e sono assolutamente normali lo sai..”
Facile per lei dire sono normali, io mi preoccupo lo stesso!
“Sto bene amore, te lo giuro..” mi rassicura accarezzandomi il viso.
“Se dovessero aumentare me lo dici, vero?”
“Ma certo!!” afferma prima di baciarmi.
Finiamo di sistemare fino all’ultima scarpina e siamo pienamente soddisfatti del nostro lavoro.
Sinceramente non pensavo che persino piegare dei minuscoli vestiti potesse essere così emozionante, invece è stato bellissimo. Fissavo ogni singolo capo, immaginando il momento in cui dovremo vestire il nostro bambino, scegliere cosa mettergli, e abbinare i vari completini.
“Cos’hai da ridere?” la voce di Ana mi desta dai miei pensieri. Scosta la coperta e si distende a letto accanto a me.
“Niente, sono felice!” dico attirandola nel mio abbraccio.
“Anche io amore, sono tanto felice!” sospira stringendosi a me.

 
Una settimana dopo...

POV ANASTASIA
 
“Amore allora mi raccomando, non ti stancare, chiamami non appena arrivi..”
“E non accettare caramelle dagli sconosciuti..” dico facendogli il verso “Dai Christian è solo una cena con le ragazze del corso preparto, cosa vuoi che sia?”
Christian scuote la testa e sorride. “Hai ragione, ma sai che mi preoccupo sempre per voi..” lascia una carezza al mio pancione prima di baciarmi. “E comunque ricorda che per qualsiasi cosa, Sawyer resterà tutto il tempo fuori al ristorante, okei??”
“Okei! Tu cosa farai, invece?”
“Ho diverse faccende di lavoro da sbrigare, mi aiuteranno a sopportare la tua assenza..”
“Torno presto, promesso!” gli do un ultimo bacio e poi mi decido ad uscire di casa.
Quando arrivo al ristorante, ci sono già quasi tutte le ragazze, aspettiamo le ultime prima di sederci al nostro tavolo. Siamo ben 14, più la dottoressa Smith, e, come prevedibile, gli argomenti più gettonati della serata sono il parto, la paura del dolore, e l’emozione di diventare finalmente mamme.
“A te Anastasia quando scade il tempo?” domanda Judith.
“Tra circa due settimane.. ma io spero anche un po’ prima, non ce la faccio più con questa pancia..”
“A chi lo dici!” mi fa eco Clarissa “A me sono due!! Solo che io non arriverò al nono mese, mi hanno fissato il cesareo non appena terminerò l’ottavo..”
“Non hai paura di come sarà da gestire la situazione con due neonati??” le chiede Judith.
“Beh, un po’” risponde sinceramente lei “Però sono anche tanto felice, Dave ed io abbiamo provato per due anni e mezzo ad avere un bambino, e da quando abbiamo visto quel test positivo, siamo le persone più felici del mondo, poco importa se dovremo faticare un po’ di più..”
Sorrido davanti a quelle parole così piene d’amore. Cavolo, dev’essere brutto provare per tanti mesi a rimanere incinta e scoprire ogni volta che non è stato il mese giusto.
“E tu Ana?” domanda Clarissa “Hai aspettato molto?”
“Beh, a dire il vero mi sono sposata a luglio e sono rimasta incinta ad agosto..”
“Uaaauuu!!” commenta sgranando gli occhi.
“Però per me è stato un po’ diverso, mio marito ed io avremmo voluto aspettare un po’, diciamo che la gravidanza è stata inaspettata.. Christian in un primo momento non l’ha presa benissimo..”
“E adesso??”
“Adesso.. non sta più nella pelle dall’entusiasmo di diventare papà..”
Trascorriamo tutta la serata così, a ridere, mangiare ottimi piatti, chiacchierare, scambiarci opinioni, emozioni, sensazioni, paure, e non c’è niente di più bello che farlo con persone che vivono la tua stessa situazione.
A fine serata apriamo una torta portata a sorpresa dalla dottoressa Smith, e facciamo un brindisi.
“A questa bellissima esperienza che abbiamo vissuto insieme, sperando di non perderci troppo di vista” dice Katie, alzando il calice.
Facciamo scontrare tutti i 15 bicchieri, riempiti ovviamente al minimo, e poi beviamo.
Quando rientro a casa sono ormai le 23:30, mi dirigo nello studio e trovo Christian addormentato sulla scrivania, con le braccia sotto il viso. È così tenero e dolce, sembra un bambino. Ricordo la prima mattina in cui lo vidi dormire, dopo la nostra prima volta, sembrava così giovane, rilassato, sereno, con quelle labbra che invitavano a baciarlo e quel fisico statuario scoperto dall’ombelico in su. Allora avrei voluto toccarlo, e non potevo. Adesso, invece, posso fare tutto ciò che voglio.
Mi avvicino lentamente e gli passo una mano tra i capelli, poi gli bacio una guancia, e arrivo con le labbra fino al suo orecchio.
“Amore, sono tornata..” sussurro.
Christian si muove un po’, poi strofina gli occhi sul braccio e mi guarda con un sorriso. “Finalmente!” mi fa sedere sulle sue gambe e mi bacia dolcemente.
“Com’è andata la serata?” domanda accarezzandomi i capelli.
“Molto bene, ci siamo divertite e abbiamo mangiato benissimo!”
“Sono contento!”
“A te invece?”
“Togliendo il fatto che mi sei mancata tantissimo, diciamo bene..” risponde facendo il labbruccio.
“Tesoro..” mormoro stringendolo forte.
Christian mi prende il viso e mi regala un bacio dolce e passionale.
“Ti amo” sussurra con il viso contro il mio collo.
“Ti amo anche io”.
 
Mi rigiro più volte nel letto prima di aprire gli occhi, sbatto più volte le palpebre per abituarli all’oscurità della notte, attenuata solo dall’abat-jour sul comodino. Mi volto verso la sveglia: le tre del mattino.
Perfetto, da tre ore il mese di aprile ha fatto posto a maggio, ed io sono completamente in preda all’ansia. Non ce la faccio a restare a letto, chiudo gli occhi e vedo solo partorienti che urlano. Decido di alzarmi, tentando di fare meno rumore possibile, indosso la vestaglia e scendo in cucina. Accendo la luce e mi preparo una tazza di tè, e vado a sedermi sul morbido divano del salone.
Sul tavolino c’è una rivista, e comincio a sfogliarla senza prestare realmente attenzione alle pagine. Non riesco a credere che siamo davvero arrivati al mese di maggio, sembrava così lontano, e invece mancano così pochi giorni alla nascita di Puntino. L’emozione cresce sempre di più, ma contemporaneamente aumenta anche l’ansia, il timore che qualcosa possa andare storto.
Sento dei passi che si avvicinano, mi volto e vedo Christian sulla soglia del salone.
“Hey..” mormoro.
“Come mai non sei a letto?” domanda venendo verso di me e sedendosi accanto a me. “Non ti senti bene?”
“Nono.. sto bene..” rispondo posando la tazza sul tavolino.
“E allora che succede??” chiede sfiorandomi il viso.
“Non riuscivo a dormire..”
“Perché?”
Prendo un respiro profondo. “Sai cos’è.. per nove mesi non aspetti altro che il momento in cui dovrai dare alla luce tuo figlio, e quando ti ritrovi a due settimane dal grande evento, hai solo una grande paura..”
Christian mi prende le mani tra le sue. “Paura del dolore??”
“No, non lo so.. non solo del dolore, ho paura per me, per Puntino.. paura che possa esserci qualche intoppo.. e se in quel momento non ricordassi come si respira, o come si spinge, o se non fossi abbastanza brava..??”
Mi posa due dita sulle labbra per zittirmi. “Hey hey hey.. basta con questi brutti pensieri.. Amore, andrà tutto bene, vedrai… Perché devi rovinarti il momento più bello con queste ansie?”
“Hai ragione amore, però.. non lo so, inevitabilmente ci penso..” ammetto, e sento gli occhi inumidirsi.
“Ascoltami, devi pensare che andrà tutto bene.. certo forse soffrirai un po’, però pensa quanto sarà bello stringere finalmente il nostro piccolino..”
Le sue parole, come sempre, hanno il potere di calmarmi e farmi tornare il sorriso.
“Non vedo l’ora di tenerlo tra le braccia, vedere che viso avrà.. sono sicura che somiglierà a te..”
“Io spero abbia i tuoi occhi, sono così belli..” mi accarezza una guancia e poi mi bacia.
“Che dici, ti va di tornare a letto adesso??”
Annuisco e faccio per alzarmi, ma Christian mi prende in braccio.
“No amore dai, mettimi giù, sono troppo pesante!!”
“Ssssh, zitta!!!” dice piantando le labbra sulle mie. Mi porta in camera e mi posa delicatamente sul letto. Poi fa il giro e si distende accanto a me, attirandomi sul suo petto.
E finalmente, al sicuro tra le sue braccia, riesco a riaddormentarmi serenamente.
 
 
8 maggio 2012, ore 23:00

POV CHRISTIAN
 
“Amore” la testa di Ana fa capolino nel mio ufficio “Io andrei a fare una doccia, tu resti ancora molto qui?”
“No piccola, ho quasi finito!”
“Allora ti aspetto su..” dice con un sorriso prima di uscire.
Una volta solo, telefono a Ros per avere aggiornamenti sul Darfur.
“Christian, la spedizione non può partire senza l’approvazione della documentazione..”
“E non puoi approvarla tu?”
“No, serve la tua firma! E se non leggi, non puoi firmare..”
Sbuffo, sono così stanco. “Vabè, spediscimi tutto via mail, adesso..”
“Va bene..”
Ci salutiamo e attacchiamo. Dopo un paio di minuti mi arriva la mail con il file allegato.
Diamine, sette pagine! Bevo un sorso d’acqua e comincio a leggere, anche se tutto quello che vorrei fare in questo momento è starmene nel letto a coccolare mia moglie, che ogni giorno è sempre più stanca, ansiosa e al contempo emozionata.
Mentre sono ancora alla quarta pagina, il trillo del mio cellulare mi annuncia l’arrivo di un sms.
Lo leggo subito, è di Ana.
Ma che..???
Sali subito in camera!!!
Getto i fogli sulla scrivania e corro su per le scale, preoccupatissimo, raggiungo la nostra camera ed entro subito in bagno. Ana è in accappatoio, in piedi accanto al lavandino.
“Amore che succede??” chiedo avvicinandomi subito a lei.
“Christian, mi si sono rotte le acque…”
 
 
Angolo me.
Buonasera fanciulle!!! Mi ero ripromessa di pubblicare in tarda mattinata o nel pomeriggio, ma oggi sono stata impegnata e quindi riesco a pubblicare solo ora.
Alla fine, la Strega non è stata poi una minaccia così grande, anzi, Christian ha voluto allontanarsi da lei sotto qualsiasi punto di vista.
Ma, soprattutto, finalmente nel prossimo capitolo nascerà il nostro Puntinoooo!!!! *--*
Spero ne siate felici! Mi raccomando, continuate a recensire, per me è sempre molto importante sapere la vostra opinione!
Grazie ancora a tutte le persone che leggono, seguono e commentano la mia storia. Grazie grazie grazie :D
A presto, un abbraccio.
Mery <3
 

 
   
 
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