Long live the lioness
It's dangerous, so dangerous
I wanna do it again
It's dangerous, so dangerous
I wanna do it again
Dangerous, David Guetta
Fu il rumore di grida e scalpicci lontani a
svegliarla. Probabilmente persone che uscivano a cavallo o… No, non le
importava. Si rigirò nel letto. Non aveva alcuna voglia di alzarsi. Però… Sentiva che qualcosa mancava. Mancava quel
calore, quella presenza. Senza nemmeno aver aperto gli occhi, sapeva che
Trystane non era più nel letto. E stare lì, senza di lui…non aveva senso.
Quando riaprì le palpebre, brillanti lame di luce
filtravano tra le lunghe tende. Doveva mancare poco alla metà della mattina. Lanciò
via le coperte.
Si alzò. Trystane era in piedi in mezzo alla stanza,
con lo sguardo perso oltre la finestra. Prese
distrattamente la vestaglia e se la mise addosso. Fece per andare verso di lui
e, nel farlo, lanciò un ultima occhiata al letto.
Stava per muovere un altro passo, ma rimase
pietrificata.
Che cosa? No, no,
stava ancora sognando. Sbatté nuovamente le palpebre. Niente, era davvero
sveglia. Ma…non era possibile.
Altro non era
che una chiazza di sangue. Ma lei, quel sangue, lo aveva lasciato a Dorne sei
mesi prima insieme…insieme a molto, molto altro. Era sconvolta. Non poteva
accadere. Non di nuovo…not twice… Che fosse…no, mancavano ancora almeno un paio
di settimane al prossimo ciclo.
Mentre i pensieri si rincorrevano senza fine e lo
sconcerto non diminuiva, sentì due mani posarsi sui suoi fianchi. Il principe
si perse tra i suoi capelli con il volto. Andò poi a sussurrarle all’orecchio.
“Scusa…avrei
dovuto dirtelo” disse, in tono
dispiaciuto. Ma era anche incredibilmente serio. Percepì lei rilassarsi
un’istante. Sapeva però di doverle della spiegazioni.
“Quello è…” sussurrò, guardando il letto e la
macchia scarlatta. “Quello che si aspettano, quello che vogliono vedere. Diamoglielo, e ci lasceranno in pace...”
Prese un lungo e quasi triste respiro.
“Myrcella…” sospirò “non avrei potuto sopportare
mille e mille chiacchere alle nostre spalle. Che dicessero calunnie senza motivo su di te.”
Si, anche questa
volta, aveva ragione. E gli era incredibilmente grata per ciò che aveva fatto.
Si voltò, sorridendogli.
Andò a sfiorare le labbra di Trystane. Si abbandonò
a lui. Alla soluzione di ogni suo
problema, al conforto di ogni suo dolore, al rimedio per ogni tristezza, al
faro in ogni oscurità. All’unica persona di cui aveva davvero bisogno per
vivere. Non poteva nemmeno concepire l’idea di una vita senza di lui…senza di
lui…sarebbe stato semplicemente impossibile vivere.
Si staccarono, entrambi senza fiato. Nello sguardo
di lui…era sorpreso per quel bacio così lungo e inteso…ma ne era anche
decisamente compiaciuto.
E con il suo inconfondibile sorriso leggermente
ironico e sicuro di sé riprese a parlare.
“Poi non sarà del tutto una menzogna…” aggiunse
sospirando.
La principessa lo guardò incuriosita. Cosa intendeva
dire?
“Ieri sera…non so se te ne sei accorta, ma tra le
mille farse hanno…” Si dovette trattenere dal ridere. Oramai Myrcella pendeva
dalle sue labbra.
“Hanno servito carne di leone…”
“E quindi?” gli
stava per chiedere, fissandolo a metà tra il sorpresa e il divertita. Ma
Trystane la precedette.
“L’ho saputo prima così…” disse, mentre le passava
le dita tra i capelli.
“Mi sono procurato un po’ di…di sangue di leone.”
Spostò una sottile ciocca dorata dalla sua faccia.
“Lion…lioness…”
Alzò le spalle ironicamente.
“Non penso si
noti la differenza…”.
Sospirò, avvicinandosi a pochi centimetri dal volto
di lei.
“You are my lioness…” le sussurrò.
Passò la mano dietro la testa di lei. Della sua leonessa. La tirò a sé,
spingendo le labbra di lei contro le sue.
Myrcella si strinse a lui con le braccia.
Vedeva riflesse negli occhi del principe le stesse
emozioni che stava provando anche lei. La mano sinistra di lui scivolò nella
sottile apertura della vestaglia.
La sua mano era calda, la sua pelle fredda sotto il
sottile tessuto.
Riprese a baciarlo con rinnovata energia.
Non potevano
vivere l’uno senza l’altro.
- - - - -
Era esattamente
come la ricordava. La stessa voce, la stessa espressione sul viso, lo stesso
riflesso negli occhi. Ma forse…c’era più familiarità, più attenzione negli
sguardi che lei le lanciava. Dipendeva da…
Ciò che stavano dicendo distolse la sua attenzione.
Trystane pareva…decisamente divertito.
“Ma si, oramai penso di essere di famiglia” disse,
guardandola.
Lei sorrise, perplessa. Aveva perso il filo del
discorso. Di che diamine stavano parlando
quei due?
“Ieri mattina, andando al tempio, tua madre…beh, in
tre frasi mi avrà minacciato di morte quattro volte se…se avessi osato farti del male”
Non riuscì a trattenere una risata.
“Invece al banchetto…in mezz’ora ha citato la mia
testa solo una volta...miglioramento
incredibile” disse ironicamente.
La sua espressione assunse una falsissima aria
dubbiosa.
“Forse tra vent’anni riuscirò pure a esserle
simpatico…”
Myrcella abbassò lo sguardo, mordendosi il labbro.
Sapeva che
sarebbe successo. Sua madre era fatta così, non c’era nient’altro da fare.
La voce di Arianne ruppe quel silenzio imbarazzato.
“Avreste dovuto rimanere di più ieri sera al
banchetto…” disse, con tono decisamente divertito. Trystane la fissò
incuriosito.
“Le tue parole fratellino beh…hanno decisamente
offeso i Tyrell…”
La principessa sorrise ancora, con gli occhi persi a
rivivere quel momento.
“Non potevo
perdere l’occasione…”
Lo sguardo del fratello era ora…quasi impaurito.
Lei continuò, con tono innocente.
“Ho pensato che una delle nostre canzoni avrebbe
potuto tirarli su di morale...così…”
Trystane sgranò gli occhi, mentre un gelido brivido
lo attraversava.
“Dèi, Arianne, non avrai mica…”
Lei annuì, sempre con fare fintamente innocente.
“Sì…” disse, con un sorriso divertito, quasi folle,
sul volto “ho fatto cantare Il cavaliere
e la vipera…”
Myrcella si sentì gelare per un istante. Quella canzone…l’aveva udita qualche volta a
Dorne. Sotto un racconto apparentemente astratto, ironico ed esageratamente
volgare si celava, tramite mille allusioni, il racconto del torneo in cui la
Vipera Rossa, il principe Oberyn, aveva disarcionato, rendendo storpio, l’erede
di Alto Giardino, Willas Tyrell.
Il racconto era
tutt’altro che oggettivo e super partis. Parlava di un caliere altezzoso,
spavaldo, sbruffone, che aveva osato prendersi gioco del deserto e di chi lo
abitava…e nella storia ne pagava a caro prezzo le conseguenze. Non osava
immaginare la reazione delle rose a quella storia. Quella canzone non era mai
uscita da Dorne prima di allora. Era stata un’idea folle, assurdamente
rischiosa…eppure, una parte di lei ne era tremendamente divertita e…soddisfatta.
Non avrebbe mai voluto ammetterlo, ma…
“Arianne, sei impazzita?” tuonò il fratello.
Lei sospirò, facendo l’offesa e la dispiaciuta
insieme.
“Lo ammetto, sono stata avventata e irrispettosa. It’s been dangerous, so dangerous…” ammise,
con tono quasi pentito. Lo stava
prendendo in giro. Il sorriso di prima tornò però a troneggiare sul suo
volto.
“Ma lo rifarei
mille e mille volte” aggiunse, divertita.
Trystane stava per ribattere ma…una parte di lui lo fermò. Era sì infuriato con la sorella, non c’era
certo bisogno di stuzzicare ancora di più i Tyrell. Eppure…una parte di lui era
divertita e soddisfatta per quella pazzia.
Si limitò a rimanere in silenzio, con un leggero
sorriso sul volto. Senza nemmeno rendersene
conto, l’aveva perdonata.
I suoi pensieri ripresero a vagare e…il principe
sospirò, mentre il suo volto si rattristava. Parlò di nuovo, tornando
tristemente serio, rivolgendosi alla sorella.
“Come sta nostro padre?” chiese, fissando la coppa
davanti a lui.
Arianne scosse la testa, con un sorriso amaro sul
volto.
“Trys, come vuoi che stia? Come al solito…continua a
dire che tutto va bene, a nascondere tutte le sue sofferenze ma…”
Sospirò amaramente.
“Ultimamente poi…si è ostinato ancora di più nel
suo…pensare”
Rise, una risata colma di…rammarico e quasi disprezzo.
“Pensare…ossia
non fare nulla. Assolutamente nulla. Come sempre del resto. È il migliore in
questo.” Lo sguardo di lei era perso nel vuoto, la sua voce colma di triste
rammarico. Tornò però a farsi più seria.
“Da quanto so, ha anche ricevuto delle lettere
importanti…ma probabilmente ne saprà di più l’ultimo dei mendicanti di Lancia
del Sole di me…”
Sbuffò, quasi arrabbiata.
“Dopo quanto successe con Arys…”
Il suo sguardo cadde inevitabilmente su Myrcella.
Arrossì lievemente al ricordo, ma continuò a parlare
“Ho sempre obbedito senza discutere, non ho preteso
o rischiato nulla. Ma comincio a essere nuovamente stanca di questa immobilità totale…”
Stava per continuare ancora, ma il fratello la
interruppe.
“Arianne…quelle lettere…erano mie” disse lui, lentamente.
Sospirò.
“Quello che nostro padre aspetta da vent’anni…beh, è
arrivato” disse, fermandosi un istante. Lasciò vagare lo sguardo nel vuoto.
“The dragons
are back…” sussurrò.
La reazione di lei… Myrcella l’aveva mai vista così.
Era…sorpresa, spiazzata e in lei vide
anche…un fulmine di speranza.
“Daenerys?” chiese, con un filo di voce.
Trystane scosse la testa. Aveva colto anche la parte
nascosta della domanda. Quella che diceva “Almeno
Quentyn non è morto invano” Si, aveva… No. No, non era quello il momento di
pensarci. Inghiottì a fatica per andare avanti.
“No. Aegon…nostro…nostro cugino…”
Gli occhi di Arianne si spalancarono ancora di più.
“Si è presentato davanti a tutta la corte…e ha
giurato a suo fratello…” disse, guardando sua moglie. Lei chiuse un istante gli
occhi, rivivendo tutta la sorpresa di quel momento.
“Di andare a
sconfiggere gli estranei…” Si alzò dalla sedia, nervoso.
“Ma solo gli dei sanno cosa accadrà dopo…” Sospirò
ancora.
“Anche perché…no, ti ho già scritto tutto il resto. Di cosa stanno architettando i Tyrell”
Lasciò cadere queste parole e poi rimase per un po’
in silenzio.
Si girò all’improvviso verso Myrcella. Le lanciò uno
sguardo che lei ricambiò. Era ora di
dirle tutto.
“Ho…” si fermò immediatamente, mordendosi la lingua
“Abbiamo, un piano…sarà difficile,
rischioso, complicato.”
Prese fiato.
“È la cosa
giusta da fare…oppure, tradimento. Dipende dai punti di vista.”
Arianne era senza parole. Lo fissava sconcertata,
sorpresa…mai e poi mai si sarebbe aspettata una cosa del genere…non da lui soprattutto.
Annaspò alla ricerca delle parole. E mentre
rifletteva, una strana sensazione la percorse. Lei aveva provato a ordire qualcosa di simile e…
“Credi davvero che nostro padre ti lascerà fare?”
chiese, ancora sconcertata e quasi arrabbiata.
Trystane sorrise, soddisfatto.
“Vediamo…suo nipote sul trono, sua sorella
vendicata, pace e prosperità nel reame, le rose annientate, il titolo di
protettore del sud…”
Si fermò un istante.
“Vuole tutto
questo da tanto. Ma soprattutto...vuole lasciare Dorne a suo figlio…”
La reazione della sorella fu…la sua espressione
virò. Era stata colta in fallo e…e
in un gelido istante realizzò quanto quel piano fosse ben orchestrato,
organizzato, preciso nei minimi dettagli. Fin
troppo anche… Ma certo… Aveva già l’appoggio indiscusso del padre. Ancora una
volta avevano fatto tutto alle sue spalle, come quando aveva mandato Quent in
oriente. Ma no, non la potevano mettere da parte così. Non di nuovo, non
Trystane. E soprattutto…
Il suo volto virò, diventando rosso d’ira. I suoi
occhi neri si strinsero a due invisibili fessure. Rispose sibilando.
“Dorne è
mia…non gli permetterò mai di portarmela via. Ci ha già provato una volta e,
dèi, se ci sono stata male. Ma non accadrà di nuovo. No. Io sono la sua erede…”
la sua voce era colma di cieca rabbia e non ammetteva repliche.
Trystane riuscì a rimanere calmo. Addirittura
sorrideva dopo aver buttato giù l’ultimo sorso di vino.
“Non ci rinunceresti per nulla al mondo?” chiese con
tono fin troppo gentile e quasi canzonatorio. Se lei non fosse stata tanto
inviperita e cieca di rabbia se ne sarebbe accorda immediatamente. Ma era
tutt’altro che calma.
“No” gridò in risposta, furibonda.
Myrcella si sentiva estranea a questa conversazione.
A questo scontro. Uno scontro tra titani.
Ma sapeva che Trystane ne sarebbe uscito vincitore. Perché…beh, per la sua
stessa natura, Arianne non avrebbe mai potuto rifiutare. Forse avrebbe potuto
essere restia per qualche tempo, mostrarsi diffidente. Ma dentro di sé si
sarebbe innamorata all’istante di quella proposta.
E quelle parole arrivarono. Il principe le pronunciò
rilassato, disteso.
“Nemmeno
per…per un drago e per una corona?”
Per un’istante la sorella stava per urlare di nuovo
no, senza nemmeno ascoltare ciò che lui aveva detto. Ma quelle parole le
risuonarono una seconda volta nella testa. Rimase pietrificata per un
interminabile secondo.
Passò di nuovo in rassegna mentalmente quelle
parole, una per una. Una parte di lei
avrebbe voluto gridare lo stesso no, no, no e mille volte ancora no. Dorne era
sua. Non gliela potevano portare via.
Ma dentro di sé…sentiva qualcos’altro. Un drago e una corona. Un drago e una
corona. Non avrebbe mai e poi voluto ammetterlo e cercava in ogni modo di
negarlo a sé stessa, ma quell’idea…l’aveva stregata. Con tutta la sua forza di
volontà provò a opporsi, ma la sua mente viaggiava, immaginando tutto…era una
lotta vana.
Trystane sorrise. Sapeva di avere fatto centro. Ciò
che lo univa alla sorella…beh, la grande differenza di età non aveva certo contribuito
a legarli, anzi. Ma ciò di cui lei l’aveva accusato…non avrebbe mai e poi
tramato contro di lei, nemmeno se la posta fosse stata Dorne. Ora…lui e il
padre le stavano offrendo qualcosa di migliore, di più grande, di decisamente
più allettante. Ed era convinto che in futuro lontano, voltandosi indietro,
avrebbero entrambi considerato quella una scelta giusta, decisiva.
Rispose allo sguardo dubbioso di Arianne con uno
sicuro, rassicurante. Non le stava affatto mentendo. Sarebbe stata la sposa del drago oppure…cibo per corvi, come tutti loro
del resto.
Lei impegnò tutte le sue forze per mascherare il
conflitto che aveva dentro. Provò a cercare qualche parola per rispondere. Ma
non gli veniva in mente nulla. Ripiegò infine su una misera controbattuta.
“Scriverò a nostro padre. Voglio anche la sua di parola.”
Trystane sorrise, soddisfatto del risultato
ottenuto. Sapeva di non averla piegata. Quello…non sarebbe mai e poi mai stato
possibile. Del resto era pur sempre una
Martell...Unbent, unbowed, unbroken. Sospirò. Ma almeno ora l’aveva portata
dalla sua parte. Le aveva dimostrato che su di lui poteva contare e che poteva,
anzi doveva, fidarsi.
“Evitiamo di far volare un corvo a vuoto…mandagli
anche i miei saluti.”
Si staccò dal tavolo.
La sorella tuttavia non era
convinta. Non del tutto. Quella proposta
l’aveva sedotta nel profondo ma…era il resto a preoccuparla. Se…
“Trys…” disse, con tono quasi
spaventato. “sei davvero sicuro?” Non gli lasciò però il tempo di rispondere.
“A danzare coi draghi…ho già perso un fratello. Non potrei mai…” gli
occhi le divennero lucidi. Il principe poi la interruppe.
“Lo so. Non ti posso e non ti
voglio promettere che sarà facile, sicuro, indolore, perché…perché non lo sarà affatto… Ma…”
Sospirò.
“È quello che dobbiamo fare…quello che è giusto da fare.” La sua
voce si fece incredibilmente decisa e risoluta.
“Rimetteremo i draghi al posto che gli spetta oppure…moriremo nel farlo”
Lasciò cadere in un silenzio quelle ultime parole. Non si aspettava che sarebbe stato così
difficile affrontare quel discorso. Con Myrcella era stato tutto più facile…ma
del resto, vedere, sentire, conoscere Aegon…bastava a convincerti che era
quella la cosa giusta da fare. E poi, l’intesa che c’era tra loro…
Si accorse all’improvviso di quanto tempo fosse
passato.
“Mi dispiace lasciarvi ma…si riunisce il consiglio.
Non posso mancare” disse, in tono dispiaciuto.
La sorella si alzò, con ancora sul volto i segni di
tutto quello che l’aveva attraversata durante quel dialogo. Abbracciò il
fratello e andò verso la finestra spalancata, uscendo sul terrazzo.
Myrcella si avvicinò a lui. Inclinò leggermente la
testa, guardandolo di traverso. Andò a cercare le sue labbra. Lui ricambio il
gesto solo per pochi secondi. Rimase vicino a lei, sussurrandole.
“Pensi di poter resisterle da sola?” le chiese con
dolcezza.
“I’m the blood
of lion…” rispose, ruggendo scherzosamente. Trystane sorrise. Le sfiorò
nuovamente le labbra. Lei chiuse gli occhi, dimenticando per un istante tutto. Poi
lui si staccò.
“Devo scappare…a
dopo”
Lei lo guardò uscire. Poi si voltò, dirigendosi
lentamente verso il balcone.
Trovò Arianne lì, appoggiata, o meglio abbandonata,
sul parapetto. Fissava l’orizzonte con lo sguardo assente, pensieroso, quasi
stanco. Ma c’era anche una punta di…felicità?
O era…orgoglio?
Andò di fianco a lei, sforando il parapetto con il
fianco.
Senza nemmeno pensarci, in un gesto che le venne
istintivo, intrecciò le mani fra loro in grembo. Mentre anche lei stava per
cominciare a perdersi fra i pensieri, Arianne parlò.
“Dèi, se non
lo sapessi per certo…non direi mai che fossero fratelli.”
Sospirò tristemente.
“L’uno l’opposto dell’altro. Uno cauto e obbediente,
l’altro coraggioso e intraprendente. Uno serio, rispettoso, sensibile, un gran
bravo ragazzo, l’altro sempre pronto a ironizzare, con un sorriso indelebile
sulla faccia. Uno la copia perfetta di suo padre, l’altro…ha così tanto di Oberyn…”
Un sorriso le si allargò sul volto, mentre tornava a
guardare Myrcella.
“Uno innamorato perso per quasi dieci anni della
figlia del suo protettore…ma sempre troppo imbarazzato, mai audace abbastanza
da farsi avanti. L’altro invece…”
La giovane leonessa sorrise divertita, mentre
l’altra continuava a parlare.
“Lascio a te questa parte…” disse, con tono
finalmente disteso.
Lei abbassò il capo, in parte divertita e
stuzzicata, in parte seria e… Tornò a guardare Arianne negli occhi.
“Non ho avuto occasione di conoscerlo…” disse, con
tono rispettosamente triste.
Gli occhi della principessa erano persi nel vuoto.
“Saresti rimasta…senza parole. Davvero…erano…uno l’opposto dell’altro. Anche
fisicamente.”
Scosse la testa, mentre i suoi occhi neri ora lucidi
riflettevano la luce del sole.
“Ma il passato
è passato” disse, decisa. Non voleva assolutamente riaprire quelle ferite,
ricordare quanto avesse pianto in silenzio quando avevano ricevuto quel misso
dall’oriente. Una paura l’aveva
attraversata quando Trystane le aveva svelato le sue intenzioni. Già un
fratello aveva danzato coi draghi e…e ne era rimasto bruciato. E ora anche
l’altro voleva lanciarsi in quella danza follemente bella e pericolosa allo
stesso tempo. Non avrebbe mai potuto perdere… No, no, no. Non era il
momento di pensare a quello. Di
assillarsi con passato e futuro, di farsi male da sola.
Tornò a guardarla. Quella postura…le mani
intrecciate così…era parte dell’immagine indelebile nella sua mente della
bambina arrivata a Dorne sei anni prima.
“Dèi Myrcella, mi sembra ieri quando scendesti da
quella nave…”
Sorrise.
“E ora…sei sposata con Trystane…”
La giovane leonessa abbassò leggermente lo sguardo.
Disintrecciò le mani. Le abitudini non
erano facili da perdere. Non poteva cancellare anni e anni di insegnamenti in
un giorno… Un pensiero le fece allargare un sorriso malizioso sulla faccia.
“Davvero quel giorno guardavi me…e non qualcun altro…”
Arianne si sentì colta di sorpresa. Lei che insinuava…
Sospirò, a metà tra l’essere divertita e offesa allo
stesso tempo.
“Non avevo ancora posto la mie…attenzioni…su di lui” disse, quasi timidamente. Prese fiato.
“Arys è stato…un
bellissimo ma terribile errore. Lui si era davvero innamorato di me…io…”
Scosse la testa. Si rivolse nuovamente a lei.
“Ma non sono io quella che, oggi, deve essere interrogata…”
La guardò con aria divertita e curiosa.
“Allora…com’è stato?
A giudicare dal collo di Trys..." sorrise maliziosamente. "A lui invece devo rimproverare qualcosa?”
Myrcella arrossì, mordendosi un labbro. Era come parlare…no, non a un’amica, forse
più…una sorella maggiore? Non avrebbe saputo definire con precisione il loro
rapporto…
“No, assolutamente…è stato tutto…perfetto” aggiunse, mentre i ricordi di quella notte
le invadevano la mente. Quella frase le balenò in mente e non poté trattenersi
dal dirlo.
“Oberyn ha avuto otto figlie…beh, hai ragione a dire che Trystane gli assomiglia”
Il sorriso di Arianne si fece più lieve e sincero.
“Devo
quindi…aspettarmi un nipote?” chiese, guardandola.
Myrcella sospirò. Il solito imbarazzo e timidezza incredibilmente
svanirono. Riuscì a parlare serenamente.
“No, è…” disse,
scuotendo la testa “è troppo presto.
Non…non sono pronta per questo.”
Si morse leggermente il labbro, lasciando che il suo
sguardo si perdesse nell’orizzonte.
“E poi hai
appena sentito tutto quello che dovremo fare e…è già tutto abbastanza
complicato, figuriamoci se…” concluse, sicura.
Dallo sguardo che Arianne le restituì colse che
condivideva le sue ragioni e le capiva. Rimasero un attimo in silenzio. Poi
l’altra tornò a porle una domanda.
“Come…” chiese, con tono molto più…curioso?
Lei non la lasciò finire.
“Ho chiesto al maestro Qyburn del tè della luna”
Arianne sembrava conoscere già la risposta. Scosse leggermente
la testa.
“Dèi…quella roba che insegnano a preparare alla
Cittadella…è qualcosa di orribile, sia come sapore, che come efficacia”
Myrcella la fissava, sorpresa e impaurita. Non era efficace?
Gli occhi di Arianne erano persi nei ricordi.
“Avevo la tua età quando andai a cercare nei
bassifondi quella donna di cui tutti parlavano…una strega dei boschi. Quello che preparano loro...è uno scherzo da
fare, è insapore e soprattutto…fa quello
che deve fare”
La giovane leonessa la guardava stupita e
incuriosita. Che avesse ragione? Beh, di
certo la principessa ne sapeva molto più di lei. La voce di lei interruppe
nuovamente i suoi pensieri.
“Giusto una mistura d’erbe in acqua calda…se ne hai bisogno, non hai che da chiedere.”
Lei non
sapeva che dire. Si sentiva…accettata? A casa?
Arianne era tornata a guardare verso la porta, come
se il fratello non fosse mai uscito. Sospirò, tornando a guardare l’altra.
“Myrcella…grazie...”
le sussurrò, con gli occhi lucidi.
Perché la stava
ringraziando? Nonostante non capisse,
il suo volto si illuminò di sincera gioia.
“Trys…in vita sua
non era mai stato davvero felice. Io e Quentyn…eravamo sempre troppo grandi,
troppo distanti, troppo diversi. È stato solo, tremendamente solo…”
Prese un lungo respiro.
“Fino a quando
non sei arrivata tu. Hai cambiato la sua vita...dèi, i primi tempi…”
Arianne sorrideva, nostalgica.
“Me lo ricordo…ebbro, ubriaco di…di felicità.”
Sospirò.
“Non ti sarò
mai grata abbastanza per quanto hai fatto Myrcella…hai sconvolto in meglio la
sua vita. Sei l’unica che…che è riuscita a renderlo davvero felice”
Note dell’autore:
citando qualsiasi programma, hello world!
A parte queste aperture pessime, sono davvero
contento che lo scorso capitolo vi sia piaciuto così tanto.
Questo capitolo invece…mi ha dato parecchi
grattacapi. Mi scuso in primis per la lunghezza, ma ci diciamo che era
necessaria. Poi il personaggio di Arianne, i suoi rapporti con il
potere, con il
padre e soprattutto i fratelli…beh, sono parecchio complicati. Spero
davvero di
essere riuscito a renderla nella sua vera natura…
Per il resto, la storia è quasi immobile da un po’
di capitoli, ma tranquilli, dal prossimo ci sarà una scossa e da quello dopo
ancora… No, come mio solito, non anticipo nulla di più.
Non so quanti abbiano visto, ma i social stanno
impazzendo perché Nell e Dean (gli attori che interpretano Myrcella e Tommen)
sembrerebbe che stiano insieme…che dire, calandosi nella parte hanno mantenuto
la tradizione di famiglia…ok la smetto, sono solo futili gossip.
Vi invito sempre a lasciare qui sotto le vostre
opinioni, ripeto, il personaggio di Arianne (essendo già caratterizzato in modo
tutt’altro che sommario) è quello che fino ad ora mi ha richiesto più sforzi…fatemi
sapere come l’avete trovata, ho cercato di mantenerla più IC possibile ma al
contempo inserire elementi nuovi. Spero davvero che questo capitolo vi sia
piaciuto.
Chiudo dicendo ancora grazie tutti quelli che lasciano
feedback e, ovviamente, long live the
lioness