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Autore: misslegolas86    27/08/2015    1 recensioni
“Perché menti, Piton?” riprese duro Silente “Ti ho concesso la mia fiducia e tu mi ripaghi con la menzogna” l’aura di potere emanava ad ondate dal suo corpo eppure non fu quello che ferì Piton. Ogni singola parola si era conficcata come un pugnale nel suo cuore. Il Preside non aveva urlato eppure la delusione nella voce bruciava l’anima di Piton come fosse una lava incandescente.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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“Pallini acidi”
Il gargoyle di pietra si mosse senza alcuna obiezione. Era notte fonda, mancavano appena poche ore al sorgere del sole eppure Severus Piton non era sorpreso dall’orario inconsueto di quella convocazione del Preside. Era abituato agli orari impossibili del vecchio mago, al fatto che dormisse così poco soprattutto negli ultimi tempi, una cosa che condividevano. Infatti quando la fenice perlacea era comparsa pochi minuti prima nel sotterraneo non aveva trovato Piton a letto ma ancora immerso nella lettura di un polveroso libro che era riuscito a procurarsi, proprio quel giorno, a Nocturne Alley nella sempre più flebile speranza di trovare un rimedio alla maledizione che stava portando Silente nella tomba.
La scala a chiocciola condusse il giovane mago, lentamente, fino alla pesante porta di quercia nel più assoluto silenzio. Piton bussò e senza attendere risposta, come al solito, entrò. Silente era alla scrivania, il Pensatoio davanti a lui vorticava di ricordi.
Il vecchio mago sollevò lo sguardo fissandolo sul nuovo venuto “Sapevo che non stavi dormendo” esordì, semplicemente, come se fosse perfettamente a conoscenza delle veglie notturne che Piton da mesi si imponeva nel disperato tentativo di trovare un rimedio che gli salvasse la vita sebbene non ne avessero mai parlato.
“Ma la tua attenzione dovrebbe essere rivolta ad altri obiettivi” riprese. Silente appariva stanco e decisamente infastidito, non c’era il solito calore nel suo sguardo né dolcezza nella voce. Piton notò tutto questo con una fugace occhiata mentre prendeva posto davanti alla scrivania, ormai, conosceva bene Silente dopo aver trascorso tanti anni al suo servizio.
I due maghi rimasero a fissarsi in silenzio poi Silente chiese “C’è qualcosa che dovresti dirmi?”
“Niente” rispose Piton, decisamente confuso da quello strano colloquio.
“Tu e i Malfoy” riprese il Preside gelido.
“Ho chiamato Draco più volte nel mio ufficio ma rifiuta di presentarsi. Sono passati appena due giorni dall’incidente alla signorina Bell ma questa volta riuscirò a tenerlo sotto controllo anche se non si fida di me” rispose Piton stizzito, il fallimento gli bruciava terribilmente. Riusciva a tener testa egregiamente al Signore Oscuro ma non a gestire un ragazzino cocciuto e terrorizzato.
“Non mi riferivo a Draco” disse Silente che continua a fissarlo incupito. Piton rimase in silenzio. Possibile che il Preside avesse saputo? Ma come?
“Non capisco” disse con calma anche se il cuore era in agitazione, ma non si sarebbe tradito da solo.
“Perché menti, Piton?” riprese duro Silente “Ti ho concesso la mia fiducia e tu mi ripaghi con la menzogna” l’aura di potere emanava ad ondate dal suo corpo eppure non fu quello che ferì Piton. Ogni singola parola si era conficcata come un pugnale nel suo cuore. Il Preside non aveva urlato eppure la delusione nella voce bruciava l’anima di Piton come fosse una lava incandescente. Avrebbe dato qualsiasi cosa pur di non deludere quel vecchio la cui fiducia tanto aveva significato per lui in quegli anni. Sentiva il cuore sanguinare, eppure, quando parlò lo fece non lasciando trasparire nulla del tumulto in cui si dibatteva la sua anima ben nascosta dietro la maschera dell’indifferenza.
“Io non le ho mai mentito, Preside” disse adeguandosi al tono distaccato scelto da Silente. Non c’era più alcun calore di amicizia in quel dialogo, Quell’amicizia così importante che aveva riscaldato la sua anima in tutti quegli anni di solitudine ed attesa. Era come se fosse tornato su quella solitaria collina battuta dal vento quando da giovane mago aveva chiesto aiuto allo stregone più potente del mondo magico ben sapendo l’abisso che li separava.
“Piton, lo stai facendo anche in questo preciso momento.”
Calò un cupo silenzio ma Piton non aggiunse altro.
Fu Silente a ricominciare il discorso “Perché non mi hai detto del Voto Infrangibile?”
“Perché non è importante” ribattè in un sussurro Piton. Calò lo sguardo sulle sue mani strette in grembo, non aveva la forza di fissare quegli occhi azzurri che avevano sempre avuto il potere di trafiggerlo. I suoi peggiori timori si erano realizzati, ora il Preside aveva un’arma in più per costringerlo a fare ciò che lui voleva.
“Per me non cambia nulla” concluse alzandosi e dirigendosi deciso verso la porta.
“Siediti” disse Silente. Non era una richiesta ma un ordine e suo malgrado il giovane mago ritornò sui suoi passi fino alla scrivania. Ma prima che il Preside potesse aggiungere altro cominciò “Non ti ucciderò, Albus, nonostante il Voto.” Il suo tono ora era ansioso, accorato, non riuscì più a controllare la voce “E’ stato un mio errore siglarlo. Non dovevo spingermi così in là con le sorelle Black ma ne pagherò solo io le conseguenze.”
“E morirai, Severus? Pur di non esaudire il mio ultimo desiderio? Condannerai te e Draco allo stesso tempo? Non capisci che così è tutto più semplice?”
“Riuscirò a salvare Draco. Farò credere all’Oscuro che è riuscito ad avvelenarti in qualche modo quando sarà arrivata la tuo ora.” Era da un po’ che Piton pensava a questa soluzione sebbene contrastasse con la sua determinazione di salvare la vita di Silente. Le due cose erano totalmente opposte eppure Piton riponeva in entrambe tutto il suo impegno pur se oggettivamente l’una escludeva l’altra.
“Non ti lascerò morire, Severus.”
“Non credo tu abbia potere su questo, Silente. Non rispetterò il Voto.” Il tono di Piton si era alzato di un tono ad ogni frase “Non ti ucciderò” urlò alla fine, dolore e frustrazione dipinti sul volto scarno.
“Invece ho quel potere, Piton” riprese Silente gelido “In forza di quel nostro vecchio accordo siglato molto tempo fa su una collina solitaria spazzata dal vento. Ora ti chiedo il prezzo di quel patto.”
Piton guardò ribelle il vecchio mago “Mi stai dicendo che non sono padrone neanche della mia morte, Silente?”
“Esatto, Piton. La tua morte, come ti dissi già sedici anni fa, non mi serve per perseguire il mio piano di sconfiggere Voldemort. Ho bisogno che tu viva e che porti al termine ciò che ti ordino di fare. Mi ucciderai e veglierai su Hogwarts fino a che sarà necessario.”
“Non lo farò, Silente” ribattè cocciuto il giovane mago.
“Non hai scelta. Ciò che conta è quello che voglio io non quello che desideri tu. Mi devi totale obbedienza non dimenticarlo.”
Piton gli lanciò uno sguardo di puro veleno e uscì sbattendo la porta prima che il Preside potesse richiamarlo indietro.
Silente, rimasto solo, si coprì il volto con le mani. Si sentiva più vecchio e stanco che mai. In poche ore aveva litigato sia con Harry che con Severus, le persone a cui teneva di più. Si odiò per come era stato costretto a trattare Piton. Esercitare su di lui quel controllo e quella superiorità che lo rendevano così simile a Voldemort lo nauseava. Sapeva bene il dolore che stava infliggendo al giovane mago trattandolo con durezza e obbligandolo ad un’azione che gli avrebbe spezzato il cuore. Ma non aveva scelta. Voldemort doveva essere sconfitto a qualsiasi prezzo.
“Mi dispiace, ragazzo mio. Mi dispiace” sussurrò nel vuoto mentre stancamente riponeva il Pensatoio nell’armadio. Il volto addolorato di un giovane Piton con i capelli frustrati dal vento fece capolino nella massa argentea. Voci remote risuonarono dalla profondità della ciotola
“E tu che cosa mi darai in cambio, Severus?”
“Qualunque cosa”
 
 
SPAZIO AUTRICE
Dopo l’ennesima rilettura del Principe Mezzosangue, il mio libro preferito in assoluto dell’intera saga, è giunta l’ispirazione per questa storia. Quando Silente viene a sapere da Harry del dialogo tra Piton e Malfoy alla festa di Lumacorno appare infastidito e perde decisamente la pazienza. Ragionando sull’episodio penso che Silente non fosse stato informato da Piton del Voto Infrangibile che aveva stretto, lo scopre da Harry e per questo era così urtato quando parla con lui. Piton, nella mia interpretazione non ne aveva parlato al Preside per non essere costretto a doverlo uccidere. Per non dare una ragione inoppugnabile a Silente per superare il suo rifiuto. La mia vita in cambio della tua. Questo è il dialogo che ho immaginato sia avvenuto tra Silente e Piton la stessa notte della lezione con Harry in cui Silente scopre del Voto.
Amo davvero tantissimo scrivere di Severus Piton, nel mio cuore per sempre.
Buona lettura e alla prossima.
  
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