Il
sole picchiava sulla cittadina di Hangtown, in
California, quando il Cowboy a cavallo arrivò. Stanco e
affamato come solo un
viaggio attraverso il Sentiero della California rendeva un uomo, si
guardò
attorno, gli occhi socchiusi.
Quella
in cui era capitato era la tipica cittadina
ingranditasi rapidamente grazie alla corsa all’oro, che in
California impazzava
già da diversi mesi. Nonostante questo, le poche strade che
si incrociavano
erano completamente deserte, fatta eccezione per un cespuglio solitario
che
rotolava nella polvere.
Il
silenzio era totale, se non per i lontani
schiamazzi provenienti dal Saloon nella piazza principale.
Il
Cowboy seguì i rumori fino ad arrivare al locale.
Scese lentamente dal cavallo, lo legò alla recinzione e
spalancò le ante di
legno.
Provò
a capire quali fossero le reazioni degli
avventori alla sua comparsa, ma gli sembrò che nessuno lo
degnasse di
particolari attenzioni. Sorrise fra sé. Probabilmente non
era raro che dei
forestieri passassero per quel posto a fare rifornimento.
Si
diresse al bancone e ottenne un tavolo. Ordinò un
pranzo non molto abbondante ma sostanzioso, insieme a del whisky.
Mentre
mangiava scrutò fuori dal locale e
intravide una forca alla quale era ancora appesa una corda, residuo di
una
recente impiccagione.
Finito
di sorseggiare il suo whisky, si
fece assegnare una camera in cui riprendersi dal faticoso viaggio,
prima di
scendere a cenare.
Di
sera, il Saloon era affollato. Una
danzatrice, accompagnata da un abile pianista, intratteneva gli
avventori, i
quali applaudivano spesso e volentieri lanciando fischi di approvazione.
Il
Cowboy si diresse verso il bancone,
cercando di non attirare l’attenzione.
Cominciamo,
si disse, sospirando
piano.
Schiarendosi
la voce, estrasse un foglio
arrotolato e lo dispiegò davanti al proprietario del Saloon.
Il manifesto
recava il ritratto di un volto solcato da una lunga cicatrice sulla
guancia
sinistra. Sotto l’immagine del singolare viso si trovava una
scritta, «Dead
or alive», e ancora più in
basso ce n’era un’altra: 3000 $.
“Ho
bisogno di sapere se questa persona si
trova qui” chiese il Cowboy all’uomo, senza troppi
giri di parole.
Il
proprietario lo guardò strabuzzando gli
occhi. In effetti quel ceffo si trovava proprio nel suo Saloon, ne era
certo.
Quella faccia non si dimenticava facilmente.
“Si
trova a quel tavolo laggiù
nell’angolo.” Sembrava che l'uomo si sforzasse di
dire quelle parole, come se
non volesse rivelarle. “Grazie mille” fece il
Cowboy, che apparentemente non
aveva fatto una piega “Le sono grato
dell’informazione.”
Due
ore più tardi, un movimento catturò la
sua attenzione. L’uomo seduto al tavolo nell’angolo
si stava alzando. Il Cowboy
era sicuro che fosse la persona giusta, dato che lo aveva sorvegliato
tutta la
serata con discrezione. Finalmente la sua lunga caccia, che lo aveva
portato ad
attraversare una pista ostica come il Sentiero della California, stava
per
terminare. Si impose di restare calmo.
Seguì
l’uomo con lo sguardo: si stava
dirigendo verso il bancone. Vide che parlava con il proprietario, ma
sembrava
che la conversazione non gli andasse a genio, visto il modo in cui si
accigliava. Alla fine, ignorando le proteste dell’uomo,
scavalcò il bancone e
scomparve nel retro.
Quasi
immediatamente un urlo femminile proveniente
da quella direzione squarciò la sonnacchiosa atmosfera del
Saloon.
Non
ci siamo proprio,
pensò il Cowboy mentre
si alzava e a passo svelto raggiungeva il bancone. Ad
un’occhiata eloquente del
proprietario entrò nel retro.
La
voce femminile apparteneva chiaramente
alla danzatrice, che stava per essere importunata dal ricercato.
Fu
un attimo. La mano dell’uomo che si
alzava e la Colt del Cowboy che faceva fuoco. Il ricercato si
accasciò senza
vita.
“Non
ti darà più fastidio, stai
tranquilla” fece il Cowboy mentre riponeva la pistola nella
fondina.
Solo
dopo parecchi secondi la ragazza
trovò il coraggio di parlare. “Chi sei?”
Il
Cowboy si tolse il cappello rivelando
folti capelli color bronzo.
“I
miei nemici mi chiamano Biondo, ma tu
puoi chiamarmi Finnick”.
Angolo
dell’autore
Ciao a
tutti!
Questa pazza pazza idea mi è venuta durante
l’estate, quando ho “scoperto” i
bellissimi western di Sergio Leone e Clint Eastwood. Nella mia strana
testa è
scattato questo ragionamento: Hunger Games + Western = FANFICTION!
Spero di
non aver
osato troppo e di aver creato qualcosa di piacevole da leggere. Spero
di
limitare al massimo gli OOC, ma sarà un’impresa
impossibile. Questo è il primo
dei tre prologhi, il secondo e il terzo verranno pubblicati domani e
dopodomani.
Beh,
fatemi sapere
cosa ne pensate!