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Autore: DARKOS    28/08/2015    2 recensioni
[E fallire non lo aveva calmato, come i suoi amici e familiari speravano, anzi aveva solo intensificato la sensazione d'impotenza che lo assaliva.
"Voglio andarmene da qui. Voglio altro nella vita. Non è questo il mio destino. Io sono destinato a... "
A che cosa? Non lo sapeva neanche lui.]
Questa è una mia versione sul passato di Xehanort, e dei fatti che potrebbero essersi svolti tra quando lascia la sua casa e l'inizio di Birth by Sleep.
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Xehanort, Young Xehanort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Piccola nota: parte di questo capitolo è tratta da un extra che avevo realizzato tempo addietro, opportunamente rielaborato e ampliato per adattarsi meglio alla storia. Un sentito ringraziamento a Liberty89 per avermi dato l'ispirazione! Buona lettura!

BEFORE KINGDOM PARTE XII

Nascita dal Sonno

I due Maestri rimasti soli si trovavano nella sala principale. Anche se forse qualcosa stava per cambiare radicalmente, ed Eraqus era determinato a fare tutto ciò che poteva per impedirlo.
“Davvero non ci vuoi ripensare, Yen? Nessuno ti biasima per ciò che è successo. Sei stato colto di sorpresa: sarebbe potuto accadere a chiunque di noi.”
Yen Sid scosse il capo, ormai determinato nella sua scelta. Poteva anche essere il più mite dei tre, ma quando prendeva una decisione, nulla lo dissuadeva, qualità che Eraqus in quel momento stava trovando piuttosto fastidiosa. “Sarebbe potuto, ma resta il fatto che sia successo a me. Inutile discutere di scenari ipotetici: ho lasciato sguarnita la mia postazione, creando una breccia e fallendo nell’impedire l’avanzata del nemico. Devo pagarne le conseguenze.”
“Ma è proprio necessario rinunciare al tuo titolo? Privandoti dei tuoi poteri, non aiuti di certo l’Ordine. Perdona le mie insistenze, ma non riesco a pensare che non ci sia altro dietro questa tua scelta.”
“Dici bene, Eraqus: confesso che in realtà ci pensavo già da un po’. Ci ho riflettuto molto, e dopo parecchi studi, sono giunto alla conclusione che il Keyblade è davvero un’arma eccezionale, capace di travalicare praticamente qualsiasi ostacolo. Potrebbe persino avere poteri ancora ignoti a noi, ben più grandi di quanto immaginiamo. Ma un’arma del genere va trattata con la massima cautela, perché può portare speranza e distruzione in egual misura in più di un Mondo. E la linea di confine tra le due, l’unico metro di giudizio che si ha è solo la filosofia di chi lo impugna. Questi pensieri hanno iniziato a fare breccia nel mio cuore, riempiendomi di dubbi. E quei dubbi hanno rallentato i miei riflessi, offuscato la mia capacità di giudizio, rallentato il mio braccio; come vedi, rimanendo in carica farei solo ulteriori danni, e sarei di poco aiuto.”
Eraqus annuì di malavoglia, non del tutto convinto, ma ormai pronto ad accettare l’inevitabile. “Il Maestro ti ha sempre tenuto in grande considerazione. Se solo tu ti fossi mostrato più ambizioso, non ho dubbi ci saresti tu alla guida di questo posto, e forse sarebbe stato anche meglio. Ci mancheranno la tua saggezza e capacità d’osservazione.”
“Tranquillo. Anche se lontano, aiuterò ancora l’Ordine meglio che posso. Non abbandono i miei amici: in più, se rimango nell’anonimato, può darsi che futuri nemici non notino la mia presenza.”
Quell’ennesima, arguta osservazione fece capire a Eraqus quanto gli sarebbe mancato il suo stratega.
“E va bene. Direi che è fatta, allora. Ti sollevo dai tuoi incarichi a tempo indeterminato. Potrai ancora esercitare parte dei tuoi privilegi come Maestro, ma non potrai più interferire direttamente con i vari Mondi.”
Yen Sid chinò il capo, accettando in silenzio la comprensione dell’amico. Eraqus proseguì: ”Ora non resta che informare Xehanort quando tornerà. Mi chiedo come la prenderà…”
“Eraqus? A questo proposito, vorrei parlarti.” Yen Sid si era fatto stranamente più serio del solito.

“Che cosa?” Eraqus non riusciva a credere alle proprie orecchie. Pensava che l’abdicazione di Yen Sid sarebbe stata la notizia più sconvolgente della giornata. Si sbagliava.
“Sapevo che non ti sarebbe piaciuto sentirlo” continuava Yen Sid, “ma penso di doverti mettere in guardia comunque: stai attento a Xehanort. Trattalo coi guanti, come faceva il Maestro.”
Eraqus scosse la testa in segno di diniego. “Tu mi chiedi di dubitare di un membro del nostro ordine… di un nostro amico.”
“Non ti chiedo di dubitare, solo di rimanere vigile. Xehanort ha sempre svolto il suo operato in modo eccellente, ma proprio per questo ha una libertà pericolosa per uno delle sue ambizioni. Non ti chiedi come abbia fatto a battere Chishikey? È stato molto vago al riguardo. E mi è sembrato fin troppo in forma per uno che ha fronteggiato l’Oscurità abbinata ad un potere millenario.”
Il dubbio e la validità delle affermazioni di Yen Sid iniziarono a far breccia nel cuore di Eraqus. Ripensò a come Xehanort sembrava sempre essere una mossa avanti a tutti, come avesse sempre un asso nella manica per volgere la situazione in proprio favore… ma scacciò subito quell'idea. Non voleva nemmeno pensarci. “Ormai ci ho fatto l’abitudine. Xehanort è molto potente-“
“Esattamente. Eraqus, se Xehanort ora entrasse e ci attaccasse, sei certo che potremmo fermarlo?”
L’altro non rispose.
Yen Sid si addolcì: “Probabilmente sto solo esagerando. Nemmeno io voglio dubitare di Xehanort, al quale peraltro devo molto. Consideralo solo un avvertimento da parte di un vecchio paranoico.”
Eraqus rispose al suo sorriso, e gli assicurò che avrebbe tenuto il suo parere in considerazione. Yen annuì, evitando di rincarare la dose parlando della discutibile decisione di Eraqus di mandare Xehanort da solo a ispezionare eventuali avamposti nemici. Poteva solo sperare che fosse tutto nella sua testa.
O che Xehanort non trovasse niente.

Era notte fonda. La luna avrebbe dovuto risplendere alta nel cielo, ma era offuscata dalle nubi.
Nella biblioteca di un castello diroccato, tra gli scaffali semidistrutti pieni di tomi impolverati, un singolo individuo si muoveva, chino sui libri alla luce di un globo di energia, sfogliando pagine di un libro assai più vecchio di lui. Nonostante l’ora tarda, gli occhi di Xehanort erano svegli e attenti mentre leggeva segreti oscuri, concetti che in qualsiasi altro Mondo sarebbero stati bollati come blasfemi e distrutti.
Aveva trovato questo Mondo ai margini estremi della galassia, dopo un viaggio lungo e difficoltoso. E ad attenderlo una roccaforte dimenticata da tempo, probabilmente un precedente insediamento di una fazione di Cavalieri del Keyblade rinnegati. E il loro sapere. Lì erano raccolti anche numerosi appunti degli esperimenti di Chishikey. Tutto poteva tornare utile, a questo punto.
Gli Heartless si nutrono di cuori. Gente, animali, piante, Mondi… qualsiasi cosa, basta che abbia un cuore.
Eraqus non avrebbe mai permesso che simili testi rimanessero alla portata di tutti. Forse Yen Sid li avrebbe tenuti, sigillando i tomi proibiti. Che sciocchi! Perché rinunciare a tanta sapienza? Perché non imparare dagli errori del passato per migliorare il futuro?
All’inizio non eravamo a conoscenza della reale magnitudine degli Heartless. Fu solo dopo la Guerra, che ci rendemmo conto di quanto fossero onnipresenti. Ogni evento naturale indicava la loro presenza, anche i più impensabili.
Naturale, certo… ma perché lasciare tutto al caso? Il Keyblade non ci è forse stato dato per correggere gli errori di Madre Natura? E se il suo vero utilizzo fosse quello di guidare gli Heartless, invece di distruggerli?
E invece no, tutto ciò che i suoi compagni riuscivano a pensare era di distruggere quello che non si comprendeva, aggrappandosi alla Luce come alle sottane di una madre. Xehanort scosse la testa. Intanto, proseguiva con la lettura di un paragrafo che sembrava promettente.
Dopo vari studi, siamo arrivati alla conclusione che gli Heartless non usano l’Oscurità. Piuttosto, è parte integrante del loro essere, è ciò di cui sono composti. Tuttavia, ogni tentativo di realizzare un Heartless usando il Keyblade si è rivelato infruttuoso.
Già, anche Xehanort ci aveva provato. Poteva evocarli, ma crearne uno da zero era impossibile, perfino con le sue capacità. Dubitava ci fosse stato qualcuno talmente più forte di lui da riuscirci. Forse stava guardando il problema dal punto di vista sbagliato. Il Keyblade Oscurità e Luce le incanala, non le crea. E se invece si usasse qualcosa che proprio per sua natura attira queste energie? Come… un cuore?
I suoi pensieri vennero interrotti  da un passaggio frammentato, del quale solo poche parole erano leggibili. Ma forse era proprio ciò che cercava.
venne il Recluso... intrappolato, ma non distrutto… l’ira del Guardiano… troppo… ma… nel momento in cui… il suo Sigillo… ma solo se il Guardiano… ornare…
Non si capiva altro. Semplici parole spezzate che a pochi avrebbero detto più di qualcosa. Ma Xehanort era uno di quei pochi. Continuò a sfogliare le pagine ingiallite, fino ad arrivare all’ultima pagina di quel bizzarro Diario, che recava una sola frase. Una frase che valeva più del resto dei libri ammucchiati in quella biblioteca.
E durante lo scontro, il X-Blade venne spezzato nelle sue estremità, quella di Oscurità e quella di Luce, destinate a combattersi in eterno.
Xehanort chiuse il libro e si appoggiò allo schienale, soddisfatto. Certo, gli servivano altre informazioni, ma ci sarebbe stato tempo. Aveva atteso a lungo, ma finalmente vedeva il suo piano delinearsi. Presto la supremazia della Luce sarebbe crollata dopo secoli di dominio, e le tenebre avrebbero di nuovo ricoperto ogni cosa.

Poi pensò ad Eraqus, a Yen Sid, e al Maestro. Poteva vedere le loro espressioni, sentiva quasi le aspre critiche verso i suoi progetti.
Non gli importava. Quando il Maestro lo aveva accolto alla Terra di Partenza, lui pensava di aver trovato lo scopo della sua vita: diventare il migliore Custode mai esistito. Questo quando ancora credeva fermamente nella Luce e nei precetti che gli erano stati insegnati. Ma raggiunse il suo obiettivo fin troppo presto. E peggio ancora, non si sentiva realizzato. Desiderava di più: più potere, più conoscenza. In quel periodo, aveva accettato l’Oscurità dell’Universo dentro di sé. Fu lì che sentì quella presenza, fu lì che capì cosa doveva fare: ristabilire l’equilibrio sia per la luce che per l’Oscurità, e riunificare il Mondo, riportandolo alla sua vecchia gloria. Quello era il suo scopo ultimo, e non avrebbe permesso a nessuno di ostacolarlo.
Avrebbe tuttavia provato a convincere Eraqus e Yen Sid un’ultima volta, prima dell’inizio della fine. Era ancora legato ai suoi compagni, e voleva dargli l’opportunità che capissero, che comprendessero che ciò che sarebbe venuto sarebbe stato meglio per tutti, alla fine. E se non avessero condiviso… lui era pronto a fare ciò che andava fatto.
Ma il tempo stringeva. Molti erano i piani che aveva in mente, e sempre meno il tempo a sua disposizione. Tutto doveva essere calcolato nei minimi dettagli.
Dopo aver sigillato quel Mondo, il Maestro si avviò verso casa, pronto a inaugurare una nuova era di Oscurità nei Mondi.
   
 
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