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Autore: DiNozzo323    04/02/2009    4 recensioni
Cosa accadrebbe se una ragazza si presentasse all'NCIS con uno scatolone? E se chiedesse di Tony? Come reagirebbe il ragazzo non riuscendo a riconoscerla? Particolarmente adatta alle ragazze a cui piace Tony.
Genere: Generale, Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Ecco l’ultimo capitolo. Non pensavo sarei arrivata a postarlo tutto. Ringrazio tutti quelli che hanno letto, mi hanno commentato e l’hanno messo tra i preferiti, mi avete dato la forza di portarlo fino alla fine. Adesso vi lascio alla lettura e vi anticipo che penso di creare al più presto una nuova fanfic di NCIS. L’ho già in mente. Spero vi piaccia anche quella. Un bacio a tutti. Ciao e alla prossima!!!


CAPITOLO X
PARTE PRIMA – OSPEDALE


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Tony salì in ambulanza con lei. Con la ragazza che gli aveva salvato la vita e l’aveva fatto vivere. Le accarezzò una guancia e si accorse che era terribilmente fredda. I medici le avevano collegato una macchina e poteva ben vedere quanto fossero deboli i battiti del suo cuore. Sperava non fosse troppo tardi. Mentre pensava tutto ciò erano arrivati all’ospedale. Insieme ai medici corsero con la barella fino dal chirurgo e gli spiegarono la situazione
-Dobbiamo farle una trasfusione urgente. Una sua collega ci ha informato che il suo gruppo sanguigno è AB+-
Tony ringraziò mentalmente Abby per essersi informata –Anche il mio è AB+. Prendete il mio sangue-
-Ma signore, ci sono delle procedure-
-Senta, io voglio solo aiutarla. La prego, mi dica che posso farlo-
-Va bene, mi segua-
-Dottore… la salvi-
-Farò tutto ciò che posso- e poi i due se ne andarono.
Poco dopo arrivò la squadra e Gibbs quasi urlando chiese
-Dove sono la ragazza in barella e l’uomo che l’accompagnava?-
L’infermiera, sperando di calmarlo, gli rispose subito
-Le stanno facendo una trasfusione in questo momento. Ha perso molto sangue. L’uomo ha permesso di usare il suo perché entrambi AB+-
Ziva e Tim si sedettero in sala d’aspetto. Lui era affranto, ormai Jacky era come una sorella, le voleva molto bene e non voleva se ne andasse così. Lei invece stava sostenendo un monologo interiore, rendendosi conto che, nonostante all’inizio l’avesse quasi odiata perché innamorata di Tony, adesso le voleva bene e aveva capito che la sua gelosia nei suoi confronti era immotivata. Tony e Jacky si amavano ed, evidentemente, lui non era l’uomo adatto a lei. Anche lei sperava si salvasse, per Gibbs, per Abby, per Tim, Ducky, ma soprattutto per Tony che, conoscendolo, non sarebbe sopravvissuto se lei fosse morta.
Gibbs invece pensava. Pensava a quante ne aveva passate DiNozzo, a quante ragazze aveva avuto. Si rese conto che Tony non aveva mai provato per nessuna quello che provava per Jacky e lui ne era felice. Voleva bene a Tony, e lei era una splendida ragazza, si sentiva molto protettivo nei suoi confronti, più che con Abby. Forse a causa del suo terribile passato o forse perché avrebbe potuto benissimo essere sua figlia. Mentre formula tutti questi pensieri arrivò il dottore.
-La trasfusione è completata. Il signor DiNozzo sta dormendo nella 715. Gli abbiamo dovuto prelevare molto sangue. Si dovrebbe svegliare domani, ma se volete potete visitarlo ora-
-E la ragazza?-
-Di lei non siamo sicuri. È viva per adesso, ma potrebbe non farcela. Ha perso troppo sangue e il suo fisico non ha retto. Le speranze sono poche-
I tre rimasero pietrificati. Tutti volevano bene a Jacky, chi in un modo, chi in un altro. Era una di famiglia e sarebbe stato duro perderla. Gibbs informò subito Abby e Ducky sulla situazione e promise che li avrebbe tenuti aggiornati.
Tony si svegliò il pomeriggio successivo e da allora passava tutto il tempo con lei. Non lavorava, non mangiava, dormiva pochissimo. Stava solo seduto vicino a lei e le parlava. Le raccontava della sua vita, dei suoi amici, del suo lavoro e di quanto l’amasse.
Passarono così vari giorni, senza alcun miglioramento, tra il tormento di Tony e la preoccupazione degli altri che non sapevano come comportarsi con lui.
Poi una mattina, mentre teneva lo sguardo abbassato, pensando alle parole del dottore
‘Mi spiace, ma temo non ci sia più nulla da fare’
e, per la prima volta da anni, piangeva, Jacky si svegliò e, in pena per il ragazzo gli accarezzò piano il volto
-Ciao Tony-
Lui la guardò completamente confuso, quasi si aspettasse di trovarla ancora in coma e di essersi immaginato quel contatto, la sua voce. Quando si accorse che lei era veramente sveglia sorrise e la baciò dolcemente sulle labbra
-Jacky, ci sono tante cose che ti devo dire, ma questa è la più importante per me: ti amo-
-Oh, Tony. Anche io ti amo. Ti ho sempre amato- gli rispose tenendogli la mano per quelli che gli sembrarono ore
-Per quanto tempo ho dormito?-
-Tredici giorni, è sabato mattina-
-E tu?-
-Io sono sempre rimasto qui vicino a te-
-E si vede, sembri un cadavere!-
I due si guardarono e poi scoppiarono a ridere
-Jacky, se aspetti un attimo chiamo il dottore e avverto gli altri che sei sveglia. Erano tutti molto in pensiero-
-Si, certo vai- gli rispose lei col sorriso sulle labbra
Tony uscì e nemmeno cinque minuti dopo era già tornato e aspettava in silenzio che il dottore finisse di visitarla. Inutile dire che quando iniziò a toccarle il petto per controllare che stesse bene e che respirasse senza fatica lui divenne rosso per la rabbia. Lei era sua e se non fosse stata in fin di vita per 13 giorni lo avrebbe picchiato seriamente
Poi, quando il dottore se ne andò le raccontò tutto quello che era successo
-Jacky, scusa la domanda stupida, ma cosa hai provato mentre eri in coma?-
-Bé, Tony, tutto intorno a me era nero. Dal punto di vista fisico non sentivo niente, ma spesso sentivo delle voci che mi parlavano, o meglio, una voce, la tua. Mi sono aggrappata a quel suono per tutto quel tempo, non volevo lasciarla andare, poi oggi ho sentito la tua voce spezzarsi e il rumore di un pianto e non ce l’ho fatta più. Non volevo che soffrissi per me, così mi sono svegliata. Tony, tu mi sei stato vicino tutto questo tempo e senza di te non ce l’avrei mai fatta a sopravvivere-
-Allora sarai contenta di sapere che non mi allontanerò più un momento da te, che mi avrai sempre vicino, anche perché ora il mio sangue scorre nelle tue vene-
-Oh, Tony!- e si abbracciarono, restando in quella posizione per tantissimo tempo, fino a quando non arrivarono gli altri.
Nemmeno a dirlo la prima ad arrivare fu Abby che quasi la stritolò, seguita da Gibbs e gli altri. Gibbs guardava i due ragazzi assieme, contento per loro, e prese una decisione che avrebbe stravolto le sue regole. Così si congedò presto per recarsi dal direttore, Jenny, che accettò la sua idea con entusiasmo. Così, il giorno prima che fosse dimessa si recò in ospedale a trovarla sperando di trovare anche Tony con lei. Voleva vi fossero entrambi. Si affacciò alla porta e visto che erano tutti e due lì che chiacchieravano entrò.
-Jethro!- urlò la ragazza felice prima di correre ad abbracciare l’uomo, mentre Tony lo salutò con un semplice ‘capo’
-Salve ragazzi, come va?-
-Molto bene, non vedo l’ora che mi dimettano da questo inferno. Non ce la faccio più a essere visitata ogni 4 ore e a mangiare pappina, come una neonata- rispose Jacky facendo ridere gli altri due
-Sono contento che tu stia bene-
-Capo, avanti, spara. Lo so che sei venuto qui per qualche tuo astruso motivo-
-In effetti è così, Tony- -Jacky, vorresti far parte della nostra squadra all’NCIS?-
La domanda lasciò i due esterrefatti. Jacky fu la prima a riprendersi e, abbracciando l’uomo urlò felice ‘SI!’
-Ma capo, e la regola 18? Non possiamo negare che ci amiamo…-
-La regola 18 è abolita DiNozzo. Vi aspettò entrambi lunedì a lavoro. Ciao.-


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CAPITOLO X
EPILOGO – TREDICI ANNI DOPO


Erano passati ben tredici anni da quando Jacky si recò all’NCIS per cercare Tony. Ora lei e suo marito aspettavano la loro famiglia per festeggiare il Ringraziamento. Bussarono alla porta e Jacky andò ad aprire
-Papà! Ciao! Entra che si congela-
-Grazie Jacky. Ciao Tony-
-Capo, come va?-
-DiNozzo, quante volte ti devo dire che non sono più il tuo capo?-
-Scusa, l’abitudine…-
Poi i successivi ad arrivare furono Ziva col neo-marito, Ducky e Jenny ed infine Abby e Tim con la loro figlioletta. Rose, che appena entrata corse ad abbracciare Alex.
Tony e Jacky si erano sposati 11 anni prima e tre anni dopo avevano avuto due gemelli: Alex e Kate Ziva. Alex assomigliava moltissimo a Tony, solo che i capelli e il carattere erano di Jacky e il padrino era Jethro. Kate invece assomigliava a Jacky, ma il naso e la bocca erano di Tony, così come il carattere: faceva la cascamorta con tutti i bambini e la madrina, Abby, non faceva altro che incoraggiarla.
Poi, da soli tre anni, era arrivato l’ultimo maschietto, Leeroy, il cui padrino era Tim. Non si capiva ancora bene a chi assomigliasse, era un misto dei due, ma faceva impazzire i genitori.
Jethro era andato, dopo cinque anni dal loro incontro, in pensione, ed adesso che era ‘nonno’ si occupava dei piccoli fino al pomeriggio, quando Jacky tornava dal lavoro e passava il tempo con i figli e con lui, raccontandogli la giornata. Lei ormai era una figlia e lui era stato il primo a sapere dei due mostriciattoli, quando Jacky gli confidò che aveva paura che Tony non li volesse. Inutile dire che Tony fu felicissimo della notizia che gli diede e non gli era mai passato per la testa di non volerli, anzi, era ciò che voleva di più. Loro erano il frutto del suo amore per Jacky.
Tim ed Abby si erano sposati un anno dopo Tony e Jacky e adesso avevano Rose, una splendida bambina innamorata di Alex.
Ziva aveva incontrato il suo lui da soli 3 anni e mezzo ed erano sposati da appena nove mesi; mentre Ducky e Jenny conducevano le loro vite di sempre.
Ormai tutti si volevano bene e passavano le vacanze sempre insieme. Jacky, guardandoli ad uno ad uno non poté fare a meno di pensare
“Questa è la mia famiglia”.






THE END
  
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