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Autore: __cory__    30/08/2015    4 recensioni
Dal testo: "Katniss uccide sempre con un arco in mano.
Uccide diversi ragazzi in un bosco, ne uccide altri su una spiaggia.
Uccide anche te."
*
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"Alla luce delle fiamme è ancora più bella del solito: i lineamenti diventano più adulti, più sensuali, più letali.
Una volta pensavi che il fuoco le donava e avrebbe dovuto indossarlo un po' più spesso.
Lo pensi ancora."
Genere: Angst, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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LA RAGAZZA IN FIAMME
 
 
 
Il mostro sta dormendo nel tuo letto, e tu non sai perché.
Con orrore ti scosti dal suo corpo caldo e la osservi dormire.
 
È tutto sbagliato.
 
Gli ibridi non dormono, sta fingendo, aspetta solo il momento giusto per soffocarti nel sonno.
Prendi respiri profondi, provando a calmarti e cercando di distinguere la realtà dalla fantasia, ma non ci riesci: le urla della tua famiglia sono sempre più forti, e smettono solo nel momento in cui saltano in aria sotto le bombe lanciate da Katniss Everdeen.
 
Non è reale, Peeta. Non è reale.
 
Tua madre urla che ti sta solo usando e che tu sei uno stupido, perché lei non ti amerà mai.
 
Ma lei ti ama. 
 
Tua madre ha ragione: tutti quei baci erano finti, facevano soltanto parte di una recita pensata per ingannare il pubblico. 
Lo ha ammesso anche lei, dicendo che lo aveva fatto per entrambi. 
Per salvarvi. 
Mentiva, ovviamente. Appena ha potuto ti ha abbandonato nella seconda arena, sperando che tu morissi fulminato. 
Ricordi la freccia puntata verso di te, il suo sguardo determinato e la sua voglia di ucciderti.
 
Lei non lo farebbe mai.
 
Katniss uccide sempre con un arco in mano.
Uccide diversi ragazzi in un bosco, ne uccide altri su una spiaggia.
Uccide anche te.
 
Ma tu sei vivo! Sei vivo!
 
Devi uscire da questa stanza.
 
Il tuo studio è pieno di tele e di colori, di attimi rubati allo scorrere del tempo e fissati indelebili alle pareti. 
Per non dimenticare.
Ti rifugi sempre qui durante la notte, quando incubi e realtà si intrecciano indissolubilmente.
Ma questa volta non riesci a trovare la pace sperata: nel giro di poco tempo il pavimento si riempie di tele incomplete, piene di corpi morti, tramonti di sangue e città devastate.
 
Devi bruciarli.
 
Mentre accendi il fuoco nel camino ripensi a quanto eri felice quando hai saputo che Katniss aspettava un bambino.
Forse era troppo presto, eravate troppo giovani: ma l'amavi così tanto, li amavi così tanto. 
Ma lei era un mostro anche allora: lo ha ucciso, te lo ha portato via.
Ha ucciso il tuo bambino. 
Perché la ragazza in fiamme porta solo distruzione e odio, solo morte e violenza, non amore. 
Mai amore. 
Butti le tele tra le fiamme e piangi per quel bambino mai nato.
 
Non c'era nessun bambino, nessun bambino!
Non era reale, Peeta, lo avevi inventato tu!
 
Katniss è un mostro, un ibrido di Capitol City, un'assassina.
E sta dormendo nel tuo letto.
 
È tutto così sbagliato.
 
La testa ti scoppia, ti sembra di impazzire, perché lei non era così. 
Ricordi la piccola Katniss girare sempre per il distretto con lo sguardo orgoglioso e la testa alta, nonostante diventasse sempre più magra e più sporca, nonostante fosse sempre sola.
E invece sola non lo era mai: Gale era sempre con lei, la baciava e la stringeva, la toccava come tu non avresti potuto fare.
 
Katniss non ti ha mai amato perché il suo cuore apparteneva ad un altro.
 
Devi tornare in te!
Tutto questo non è reale!
 
Ma la piccola Katniss non avrebbe mai fatto del male a nessuno: forse era scontrosa e un po' asociale, ma era sempre pronta ad aiutare chi era in difficoltà.
Una volta l'hai vista allungare un po' di cibo ad un bambino che piangeva disperato in un angolo della città, nascosto tra i rifiuti dei negozi alimentari.
Quando lui l'aveva guardata speranzoso lei gli aveva sorriso, poi si era girata ed era sparita tra le ombre delle case.
 
Ti eri innamorato di quel sorriso.
 
Invece adesso è diventata crudele, l'hanno cambiata, l'hanno progettata per ucciderti. 
Ricordi che durante una sfilata schiacciò un pulsante e i vostri vestiti presero fuoco: lei, la ragazza in fiamme, veniva acclamata mentre tu venivi arso vivo.
 
Non si è mai curata delle tua urla di dolore.
 
Rifletti, per favore!
Il tuo cuore conosce la verità!
 
Al piano di sopra senti l'acqua del bagno scorrere: il mostro si è svegliato. 
All'improvviso sai cosa fare: devi salvarla, devi salvarla da ciò che le hanno fatto.
 
Katniss è bellissima appena uscita dalla doccia, con i capelli bagnati e un asciugamano legato attorno al suo corpo. 
Appena ti vede ti sorride dolcemente, e le tue intenzioni vacillano: forse, dopotutto, non è un mostro. Forse ti ama davvero. 
Ma le immagini di tutti quei baci finti, tutte quelle conversazioni studiate a tavolino, le interviste in cui dichiarava il suo amore per te solo per salvare la vita di Gale ti tornano in mente: non devi lasciarti ingannare, perché gli ibridi mentono. 
Ma si può giocare in due allo stesso gioco: quindi ti avvicini a lei e la baci, prendendola in braccio e portandola al piano di sotto.
Le sue braccia si stringono attorno al tuo collo - vuole ucciderti, vuole ucciderti! - e le sue gambe si chiudono attorno alla tua vita.
 
Devi aspettare il momento giusto.
 
Continuando a baciarla la posi sul pavimento accanto al camino, lentamente, mentre con gli occhi studi ogni più piccolo centimetro del suo corpo: è perfetta ed è stata progettata apposta per ucciderti.
 
Devi salvarla da se stessa.
La piccola Katniss ti ringrazierebbe.
 
Alla luce delle fiamme è ancora più bella del solito: i lineamenti diventano più adulti, più sensuali, più letali. 
Una volta pensavi che il fuoco le donava e avrebbe dovuto indossarlo un po' più spesso. 
Lo pensi ancora.
 
Non farlo, ti prego, non farlo!
 
Lei continua a baciarti e tu alzi le braccia quando prova a sfilarti la maglietta.
Ti mancherà baciare il suo seno e toccare il suo corpo, ma sai che è giusto così: non puoi continuare a vivere aspettando il momento in cui lei ti ucciderà.
Mentre lei chiude gli occhi in preda all'orgasmo la sollevi e la butti tra le fiamme; avevi ragione, pensi compiaciuto: sembra essere nata per indossarle.
 
Ignori le sue grida e il suo dolore e ti ripeti che devi essere forte.
La stai salvando, lo fai per il suo bene.
Se soltanto lei non fosse un ibrido sarebbe d'accordo con te.
 
I suoi tentativi di scappare dalle fiamme sono vani: ormai le appartengono, le sono sempre appartenute.
 
Non si può scappare dal proprio destino.
 
La ragazza in fiamme brucia e continua a bruciare mentre tu ti sdrai sul divano e chiudi gli occhi.
Davanti a te compare l'immagine della piccola Katniss che ti sorride: non hai mai amato nessun altro così tanto in vita tua.
 
 
 
 
 
 
 
 
*****
 
Eccomi con la mia prima storia su questo fandom!
L'idea è nata a seguito della rilettura del primo libro della saga, a causa dei continui collegamenti tra Katniss, le fiamme e il fuoco ma, soprattutto, a seguito di due scene in particolare: la prima è quella in cui Peeta, dopo la sfilata, dice a Katniss che le fiamme le donano e dovrebbe indossarle un po' più spesso (scena che ho ripreso anche all'interno della one-shot) e la seconda è quando Katniss nell'arena viene "bombardata" dalle "sfere di fuoco" e lei pensa che morire bruciata sia una fine ironica, a causa di tutta la storia della "ragazza in fiamme".
 
Devo ammettere che non sono completamente soddisfatta del risultato finale, ho passato una settimana a domandarmi se valesse la pena pubblicarla o no, ma ho voluto provarci: spero che possa piacere a qualcuno!
 
Ovviamente la storia si svolge alla fine del terzo libro, prima dell'epilogo: ho immaginato che Peeta e Katniss vivessero insieme e avessero una relazione (si svolge ipoteticamente quattro anni dopo la fine della guerra). So che viene detto che le "crisi" di Peeta si affievoliscono nel corso del tempo ma, come si suol dire, una volta è abbastanza.
 
Alla prossima!
 
 
Questa storia partecipa al contest “Pazzi/e/ie …d’amore” indetto da Nirvana_04 sul forum di Efp con la citazione "Nell'amore le rassicurazioni valgono come annuncio del loro opposto" (Elias Canetti)
  
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