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Autore: MarcoBacchella    30/08/2015    2 recensioni
Un'ultima, ennesima, edizione della Guida vagamente vaga a Oxford e dintorni.
Marco Bacchella, scrittore, studente, filosofo, pilota di autotreni e di gattini, racconta la sua vita a un povero barista che serve drink fin troppo economici.
Di certo Marco ubriaco non tralascerà dettagli. O almeno spera.
Nota: Dal capitolo 19 in poi ci saranno le sempre più recenti edizioni della guida.
A breve uscirà una copia cartacea, mi toccherà levarlo da qua
Genere: Comico, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Due
O "Le mirabolanti avventure di un finto scrittore a Linate"

Linate è un posto noioso.
Essere obbligati a restarci due ore da solo è noioso.
Se in più imbarchi la tua unica copia della filosofia a fumetti e il tuo ukulele e rimani solo con un kindle con migliaia di libri a disposizione, la noia diventa insopportabile
.
Per i primi dieci minuti puoi anche grattarti la barba, poi puoi prendere un caffè, poi puoi cominciare a contare le persone, puoi cantare Hey There Delilah[1], puoi fare la cacca
...
Oppure scrivere di quanto ti annoi.
Il tutto, ovviamente, è condito da canzoni in sottofondo degne di finire in un soundtrack di road movie.
"Marco, gli Shins non hanno un sound da road movie." Disse la mia coscienza con aria presuntuosa.
"Ma coscienza carissima, se voglio mettere gli Shins in un road movie, lasciamelo fare. D'altronde, è il mio libro, e tu non sei altro che il frutto di una solitudine prolungata."
"Come lo è la masturbazione, ma questo non la rende un passatempo socialmente accettabile."
"Quindi, conversare con la propria coscienza è un hobby malsano?"
"Esattamente. I ragionamenti della tua coscienza te la fanno pure ripudiare, pensa a che livelli sei arrivato."
"Dai, non sto così male. In fondo, non ho ancora iniziato a scrivere libri come quelli di Fabio Volo"
"Lo reputi uno scrittore così scarso?"
"Coscienza, ti racconterò una storia divertente.
Una volta presi un libro di Fabio Volo. Incominciai a leggerlo, mi finii tutto il primo capitolo, ma, arrivato al secondo capitolo, notai come si chiamasse "relazioni yogurt". Le immagini che si crearono nella mia testa non furono del tutto piacevoli.
Inutile dirti che smisi di leggerlo."
Quella fu l'ultima volta che sentii la mia coscienza.
Dannato Fabio Volo, sei un assassino di coscienze. Basta citargli il titolo di un tuo capitolo per portarle al suicidio.
Almeno con la Troisi ti tocca leggere il capitolo. E
"Marco, non puoi chiedere a scrittori famosi di non scrivere. È sbagliato e immorale, se non da ipocrita. Come ti sentiresti se ti dicessero di non scrivere?”
"Suvvia, Coscienza, tento solo di passare il tempo. E per dover di cronaca, me lo dicono."
Quando sentii muoversi qualcosa dentro il mio intestino, forse per colpa dell'immagine della Troisi che ora avevo stampata in testa, mi diressi verso la prima toilette
.
I bagni di Linate si sono rivelati particolarmente propedeutici alla scrittura di questo capitolo e alla regolarità intestinale
.
"Coscienza, che ore sono?"
"Sono le otto e cinquanta, Marco."
"Visto? Ucciderti ha portato via ben cinquanta minuti.
Ma toglimi una curiosità, come sei risorta?"
"I Bagni di Linate."
Da che mondo e mondo, le maiuscole, e i bagni, sono sempre state la risposta a tutto ciò di inspiegabile logicamente. 
Milano combina entrambe le caratteristiche. [2]
Nove e trentanove, la fame dilagava nel mio stomaco neanche fossi un irlandese nella “Great Potato Famine”.


"Coscienza, pensavo di chiamare questo tomo con un nome evocativo
. Qualcosa come "La guida ai pub di Oxford, 101 modi per svagarsi da annoiati""
"Troppo lungo
."
"Beh, anche "Guida galattica per autostoppisti" è un nome lungo, eppure ha più successo dell'enciclopedia galattica"
"Ma è solo un dato indiziario, l'enciclopedia costa troppo e ci vorrebbe un pianeta fatto interamente di piccioni per ospitare giusto la prima edizione
."
"Quanti piccioni?"
"Circa un milione all'ottava
."
"Sono tanti piccioni
."
"Tanti pranzi, sì
."


"Coscienza, visto che sei così informata sulle cose di cui sono anche io consapevole, quando finirà il mondo?"
"Se parli di questo pianeta, un giovedì
."
"Se non la smettiamo finisce che DNA riemerge dalla tomba solo per denunciarci
.
Cambiando discorso, vorrei darti un nome meno generico, meno da fantasy inglese
."
"Marco andrebbe bene
."
"Ma Marco è già il mio nome, creeremmo confusione nei già pochi lettori
."
"Allora Christopher Wren" [3]
"Come l'architetto?"
"Quello di Agatha Christie però
. Ti ricordi ancora le battute, nevvero?"
"E come potrei dimenticarmele? Ero un Christopher Wren fantastico
."
"Non sei nato per fare l'attore, Marco
. Quanto a mimica facciale, sei equiparabile a un manichino di Zara. O a Clint Eastwood.
"Però mi piacevano i costumi
. Avevo un bel cappotto."
"Marco, ti stai distraendo dall'unico svago di Linatiche
."
"I culi delle turiste? Com'era? Disegno culi che non saprò toccare?”
"Era “guardo culi”, e in ogni caso mi riferivo al Wi-Fi aggratis
. Pensa a tutte le canzoni che ti possono aiutare a descrivere i vari mood del capitolo con una sola connessione a internet. Puoi mettere Nicolò Carnesi o quegli autori lì che ascolti solo tu.”
E così inizia la guida galattica ai pub di Oxford
.
"Sei a rischio di denuncia
."
"Sarà il primo caso di omicidio-suicidio di coscienza
."
"Non penso, o non si spiegherebbe l'esistenza di molti filosofi
."
"Ci metteranno molto a trovare la tua assenza di corpo
."


Passando oltre a questo soliloquio-dibattito con Wren, alle 11, dopo aver speso circa mezz'ora della mia vacanza cercando un certo Fabio (che poi sarebbe spuntato dopo un paio di giorni, come potrete notare dopo) ebbi l'opportunità di conoscere quelli che sarebbero stati i miei compagni di viaggio
.
Non me ne piaceva neanche uno
.
"Marco, non giudicare in modo frettoloso
. Descrivili e forse a casa si faranno un'idea."
"Il ragazzino coi pantaloni militari che aveva abbinato a una polo militare, solo per fare pendant con lo zaino militare
. La polo aveva il colletto alzato. Avrà avuto dodici anni. Quindi posso tranquillamente dare la colpa alla madre o a chi ne fa le veci.”
"Beh, niente di che
. Passa al prossimo."
“Le due ragazze torinesi
. Per Diana che accento terribile. Erano insopportabili quasi quanto la barese.” “Ancora niente di interessante. Analizza più a fondo.” “Come posso analizzare a fondo senza mai neanche averci parlato? “ “Sei sempre stato bravo a tirare giudizi avventati e inutili.”

Tentai di non interagire con alcuna ragazzina milanese per evitare di farmi del male e per attuare ciò, appena uscito dai controlli, scappai in direzione opposta al gate
.
Mi trovai una panchina vicino alla zona fumatori abbastanza nascosta in modo tale che la mia ora e mezza potesse passare in fretta, magari ascoltando quelle canzoni che mettono nei film durante le scene in cui il protagonista fa degli esami medici e la canzone carica l'atmosfera di energia
.
Non fu così, perché mi misi a litigare con dei bambini che non volevano stare zitti
.
"Per Diana, Marco, non puoi urlare a dei bambini solo perché giocavano con le macchinine radiocomandate che non ti hanno mai regalato da piccolo
."

In qualche modo, mi trovarono
.
Un trio di milanesi secche si stava avvicinando a me, dovevo pensare in fretta
.
Fortunatamente imparai da un opossum incantato come fingermi morto in modo credibile, e non mi diedero importanza
.
Però stavano iniziando a imbarcare, e io avevo fame
. 
"Avresti dovuto mangiare invece di evitare le ragazzine cortesi che volevano farti solo compagnia
."
"Wren, sei nato, morto e stato battezzato in poche ore. Vuoi già essere rinominato "cagacazzo"?"
"No, non direi
."

[1] Canzone del 2005 dei Plain White T's
.
[2] I
.E. Milano è una Toilette. 
[3] Disambiguazione: Sir Christopher Wren è l'architetto che ideò la cattedrale di St
. Paul a Londra 
Christopher Wren è il finto nome dell'architetto bipolare di 
Mousetrap di Agatha Christie.




Ma non hai proprio altri bar in cui stare? Sei a Sanremo in vacanza e non vuoi neanche vedere da lontano l'Ariston?”
“Massì, un edificio è solo quello. Le persone da conoscere sono più importanti.”
“Non è che tu mi abbia conosciuto più di tanto. Hai parlato solo tu.”

  
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