Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: Lely_1324    02/09/2015    8 recensioni
AU Capitainswan
Emma e Killian. Swan e Jones, sempre gli stessi eppure così diversi.
Dopo la burrascosa fine della sua storia con Killian, Emma decide di dare una svolta alla sua vita. Cambiare città sembra la scelta più adatta, e Washington sembra la meta perfetta. Una taglio netto è quello che le serve. Nuovo ambiente, nuovo lavoro, nuova casa. Ma il destino non sembra essersi arreso, a differenza loro.
"Erano già passati due anni.
Due anni dal suo nuovo inizio.
Due anni dalla loro fine.
Lo aveva detto lui, entrambi meritavano di più: più della paura di rivelarsi cosa fossero, e più di un forse.
E un forse era proprio ciò che gli aveva dato lei. Non a parole, non ce n'era stato bisogno, lui lo aveva letto nei suoi occhi
Da quel giorno non aveva mai più visto Killian."
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Ruby/Cappuccetto Rosso
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Take a breath
I pull myself together
Just another step till I reach the door
You’ll never know the way it tears me up inside to see you
I wish that I could tell you something
To take it all away

Sometimes I wish I could save you
And there’re so many things that I want you to know
I won’t give up till it’s over
If it takes you forever I want you to know

When I hear your voice
Its drowning in a whisper
It’s Just skins and bones
There’s nothing left to take
No matter what I do I can’t make you feel better
If only I could find the answer
To help me understand
( Save you, Simple Plan)




«Forse eravamo le persone giuste, Emma, ma era il momento ad essere sbagliato. E di questo non ha colpa nessuno, né tu né io»

Quell'ultima frase le si abbatté addosso, pesante come un macigno, e nel momento in cui il rumore della porta sbattuta contro il telaio di legno segnalò la sua uscita dalla camera, le lacrime presero a scenderle copiose lungo le guance e giù fino al vestito, punteggiandolo di piccoli nei umidi e scuri. Ed Emma non poté opporvi resistenza.
Sentì a malapena la porta riaprirsi, mentre la mano tremante si alzava nel vuoto a ghermire l'aria per posarsi poi spasmodica sulla bocca, a soffocare i singhiozzi del suo cuore.



Due anni prima. Ore 18: 30
Uno sparo. Uno sparo e poi più nulla.
Il respiro gli si mozzò quando i suoi occhi si posarono su Emma.
Guardò in basso, al corpo incosciente di lei.
Gli occhi chiusi, quasi serrati e i capelli biondi impiastricciati di sangue che si stava coagulando.
Si inginocchiò accanto a lei. Da dove si trovava, poteva sentire il suo  respiro irregolare e tremolante.  Un fiotto di sangue fuoriusciva poco più in basso della clavicola, dipingendole il braccio di un raccapricciante color cremesi.
Sospirò preoccupato, mentre faceva pressione sulla ferita : il polmone di lei era stato perforato e l’aria usciva attraverso il buco, che si era creato nel suo petto.
Emma gemette al suo tocco mentre il suo respiro si faceva più corto e più debole ogni secondo che passava.
Killian guardò la sua pelle diventare pallida in modo innaturale, man mano che il sangue finiva sulla sua mano.
“Emma”
“Killian?” mormorò lei, mentre un’innaturale sfumatura rossa le colorava le labbra.
“Non parlare, tesoro. Sei stata colpita. Andrà tutto bene” disse lui, mentre la sua mano sinistra si muoveva verso il collo di lei, per sentirne il battito veloce sotto le dita.
Il corpo di lei tremò, mentre il sangue sulle labbra contrastava orribilmente con la sfumatura blu, che stava prendendo la pelle: il ritmo del suo respiro accelerò ed i suoi occhi si chiusero sotto il peso delle palpebre.
“Emma!” gridò, richiamandola a sé, mentre la sua mano le stringeva a coppa la guancia.
“Guardami” disse lui in modo deciso, costringendo gli occhi di lei, ora aperti, a focalizzarsi sui propri.
“Stai per andare in shock. Lo so che fa male, ma hai bisogno di calmarti”
La pelle di lei era fredda sotto il suo palmo.
“Concentrati su di me. Respira lentamente”
I suoi occhi spaventati si focalizzarono su di lui. Killian potè distinguere con chiarezza la determinazione attraversarli.
Sembrò passare un’eternità  prima che il suo respiro iniziasse a rallentare un pò.
“Bene” disse lui in modo rassicurante, mentre col pollice le accarezzava la guancia.
I suoni distanti della squadra di soccorso arrivarono alle orecchie di Killian: era più dolce che avesse mai sentito.
Il respiro di lei stridette profondamente quando una bolla di sangue arrivò alle sue labbra, colorandole di un rosso intenso. 
I suoi occhi persero la messa a fuoco e si chiusero.
“Emma, Emma!” gridò “Resta con me, amore!”
Per un attimo tornò cosciente: stanchezza, dolore e paura riempivano gli occhi di lei normalmente affettuosi e speranzosi.
“Killian…” sussurrò
“Cosa è successo?” chiese un dottore, che stava in testa ad una squadra di soccorso.
Si avvicinò con una barella e un equipaggiamento di emergenza.
La sua mano, macchiata di sangue, fu allontanata dalla spalla di lei e fu rimpiazzata velocemente con una  guantata e con un tampone sterile.
Le dita di lui le accarezzarono la guancia ancora una volta, prima di indietreggiare, mentre le spalle sbatterono contro il muro; gli occhi sofferenti di lei erano ancora focalizzati sui suoi, attraversando la moltitudine di corpi che la circondava.


Ore 19: 00
Si fermò di fronte alla postazione delle infermiere.
Il mondo ruotava intorno a lui in modo sfocato.
Infermiere e dottori si davano da fare attorno a lui in un mare di camici bianchi e  color pastello.
I pazienti sedevano, aspettando pazientemente che i loro nomi fossero chiamati, qualche bambino piangeva, e qualche madre disprezzava quel bambino capriccioso, che faceva tutto quel rumore .
Ma lui stette fermo lì, circondato da una vita, da cui si sentiva completamente distante, come se ormai non ne facesse più parte.
Era fermo, mentre il resto del mondo era inquieto.
Uno spettatore, un guscio vuoto.
Soffriva, mentre tutti gli altri andavano avanti con la propria vita, completamente dimentichi dell'uomo distrutto, che sfioravano, passando.
- Sto cercando Emma Swan- una receptionist digitò velocemente il suo nome sulla tastiera del computer.
- è appena entrata in sala operatoria-


Ore 23: 15
Quattro ore.
 Erano quattro ore e dodici infernali minuti che aspettava seduto su quella sedia, davanti all'ingresso della sala operatoria, quando finalmente il chirurgo  apparve da quelle porte.
Non pensava che avrebbe mai potuto odiare tanto una porta.
-Killian Jones?-
-Si sono io, come sta?-
- Piacere sono il Dottor Hopper, mi occupo del caso della signorina Swan. Il proiettile è stato rimosso, non ha lesionato nessun vaso importante. Però durante l'intervento c'è stata una complicazione: è andata in fibrillazione ed è rimasta senza ossigeno per diversi minuti prima che riuscissimo a far tornare il battito.
- quanto esattamente?-
- abbastanza da far pensare danno celebrare come una concreta possibilità. 
Starà bene, ma potrebbe non essere più la donna che cosce, signor Jones.
In ogni caso le prossime ore saranno determinanti per delineare un quadro clinico più preciso.-
- Posso vederla?-
-Al momento è in terapia intensiva. Potrà vederla non appena verrà trasferita in reparto.-

 
Ore 23 : 17
Arrivò in un bagno prima di iniziare a vomitare: la propria mano si aggrappò saldamente al freddo lavandino di porcellana , mentre lo stomaco si svuotava, fino a quando poté sentire il rigurgito della bile.
La sola idea di Emma in un letto d'ospedale  lo nauseava.
Riprese a respirare lentamente.
Si sciacquò la bocca un paio di volte e si spruzzò un pò d'acqua contro il volto.
Guardò le gocce , che scendevano lungo il proprio mento e cadevano sul lavandino bianco.
Contro ogni sua abitudine si fisso gli occhi, che in quella stanza silenziosa, apparivano di un azzurro slavato, quasi privo di ogni guizzo di vitalità e provò freddo. 
Improvvisamente la sua mente gli giocò uno strano scherzo: i suoi occhi divennero verdi come i prati umidi dell’Irlanda e il sangue tornò caldo nelle sue vene.
Killian  rimase stupito da quella sensazione.
C’era più vita in Emma, che era  sul ciglio della morte, che nei suoi occhi.
Aveva bisogno di dormire.
Ma non era  sicuro di volerlo fare, anche se lo sbattere languido e lento delle sue ciglia  gli disse che il proprio corpo aveva altre idee.


 Ore 23: 30
Aveva cercato un posto in cui riposare qualche ora, ma l’immagine di Emma marchiata a fuoco nelle sue sinapsi, lo aveva costretto ad arrancare fino in terapia intensiva. 
Aveva bisogno di vederla, anche se teoricamente non avrebbe potuto stare lì.
Una volta all’interno, pregò che non l’avessero già trasferita e soprattutto  di trovarla ancora in vita. 
Sentì delle voci provenire al di là di una porta socchiusa. 
Comprese di essere davanti alla stanza giusta quando sentì dei medici parlare tra loro e ripetere spesso “Emma Swan” associata alle parole “è molto grave”.

Esitò.

Appoggiò la schiena contro il muro e chiuse gli occhi lasciandosi invadere da quel dolore fisico che fino a poco prima era riuscito a tenere a bada con la sola forza di volontà.
Mentre appoggiava la mano sulla maniglia venne colpito dal silenzio improvviso: sembrava che l’intero ospedale si fosse fermato e una certa inquietudine iniziò a crescere nella sua mente.
Silenziosamente aprì la porta e prima ancora di vederla poté percepirla.

Fece vagare lo sguardo ovunque prima di decidersi di posarlo su di lei, ma alla fine si arrese a quello strano stato di urgenza che sembrava essersi impossessato di lui.

Abbassò lo sguardo e la vide.

Il torace era a malapena coperto da un lenzuolo bianco e si alzava in maniera quasi anomala dovuta alla ventilazione meccanica e alla sedazione a cui era stata sottoposta. Sbucavano ovunque fili e tubicini, quasi lei avesse perso parte della sua umanità per acquisirne una meccanica. 
Guardò il monitor del cuore, ascoltando i tranquilli e delicati trilli emessi: era una melodia silenziosamente speranzosa.
Il respiro era caratterizzato da un ritmo costante e regolare, che era completamente rilassante.

Mentre le note danzavano nella sua testa, lasciò che il suo sguardo la percorresse tutta.
Nonostante le luci soffuse riusciva a vedere ogni dettaglio di lei, dalla piccola cicatrice orizzontale sulla palpebra sinistra alla spruzzata di lentiggini che ravvivava il suo setto nasale. Rimase in silenzio ad osservarla senza mai distogliere lo sguardo, non avendo però  il coraggio di avvicinarsi.
Semplicemente guardare la figura quasi immobile di lei era sufficiente a  calmarlo realmente per la prima volta.
I brividi, che gli si erano formati lungo la schiena entrando in terapia intensiva, furono allontanati da un dolce e persistente calore , che veniva dalla consapevolezza che lei stava realmente bene.
Era viva.
Le ultime note di una melodia malinconica vorticarono nella sua testa.
Stette lì per molto tempo, assaporando la quiete della sua mente, conciliata dal suono dei respiri lenti di lei.

Improvvisamente il cuore di Emma  prese a battere sempre più lentamente, scendendo al di sotto dei 30 battiti al minuto e il monitor iniziò ad inviare segnali di allarme. Spinto da quel suono Killian si avvicinò alla donna le strinse una mano tra le sue.
Il polso carotideo  stranamente tornò regolare, assestandosi attorno ai 60 battiti al minuto. 
Lui sciolse l'intreccio delle loro dita e fece un passò indietro.
Immediatamente il battito decelerò ancora.

Killian perplesso, le toccò allora il collo, tastando il polso, e nuovamente il battito tornò normale. L’uomo provò ancora una volta a staccare le mani da lei, ma il battito, quel maledetto, tornava a precipitare inesorabilmente.
Non c’era nessun motivo razionale, ma il solo fatto di toccare Emma sembrava farla stare meglio.
Le spostò una ciocca di capelli dal viso e notò che le si stava formando un livido che andava dalla tempia allo zigomo. Glielo sfiorò con un dito.
Senza mai interrompere il contatto con Emma, Killian afferrò una sedia e si sedette accanto a lei. Non le disse nulla, perché non c’era nulla che lui le potesse dire che lei non sapesse già, così rimase in un silenzio quasi contemplativo a vegliarla.


Ore 02: 00
Si svegliò sudato freddo, il cuore gli batteva in petto ed il respiro era irregolare e superficiale: i dettagli dell’incubo fatto andarono persi nel momento in cui aprì gli occhi, ma tutto ciò lo lasciò comunque scosso fin nelle ossa.
Per un attimo aveva risentito la sua risata.
Gli era sempre  rimasto impresso il suo modo di aprire le labbra e di socchiudere gli occhi. Era rimasto colpito da quella leggera asimmetria che assumeva il volto di lei quando rideva: l’occhio destro rimaneva un pò più socchiuso dell’altro e nonostante la natura amasse la simmetria lei sembrava bellissima comunque.

La osservò per diversi minuti.
Il colore le stava già tornando alle guance.
La sua pelle era ancora pallida, ma non in modo così mortale. 
Un tenue movimento sotto le palpebre mise in allarme Killian, che però, dopo qualche istante tornò a rilassarsi, probabilmente stava sognando. 
Ma un  leggero fruscio ridestò la sua attenzione. Ci mise qualche secondo ad individuare la fonte del rumore. Le dita di Emma graffiavano il cotone ruvido delle lenzuola. Lui rimase immobile a fissare, come ipnotizzato, quel leggero movimento. 
Alzò lo guardo sul suo viso. Un piccolo lamento di frustrazione uscì dalle labbra sottili di lei, sembrava non riuscisse a svegliarsi.
Pian piano le palpebre si aprirono leggermente, in maniera asimmetrica,e una smorfia di dolore si delineò sul suo volto.
Killian, come attirato dal canto delle sirene, scattò in piedi, senza mai lasciare la mano di Emma, stretta tra le sue.
Lei mosse un poco il capo, come a cercare di togliersi di dosso il torpore che la stava avvolgendo. Un altro gemito un pò gracidante le sfuggì dalle labbra, dal suono doveva avere la gola secca.

Sul volto di Killian si delineò un’espressione terrorizzata e allo stesso tempo di sollievo.

Lei sbatté le palpebre  e con difficoltà mise a fuoco gli oggetti attorno a sè. 
Un brusco movimento al limitare del suo ristretto campo visivo, attirò la sua attenzione. 
Voltò un pò il viso e  cercò di mettere a fuoco anche l’uomo accanto al suo letto. Quando lo riconobbe tentò di abbozzare un sorriso, ma ne uscì uno decisamente sghembo. 
Tentò di parlare, ma la voce sembrava non ubbidirle.

Durante tutti quei tentativi, Killian era rimasto immobile, quasi trattenendo il respiro. 
- Buongiorno, dolcezza- fu l’unica cosa che riuscì a dirle.

Lei cercò di rispondere al saluto, ma tutto quello che le riuscì di fare fu un timido sbattere di ciglia.

Sul volto di Emma si dipinse un’espressione crucciata e piuttosto frustrata.

Killian fece un passo indietro,intenzionato ad avvertire il medico del suo risveglio, ma la mano di Emma scattò istintivamente verso di lui.
Non sembrava aver dimenticato la coordinazione volontaria. 
Uno sguardo supplicante si dipinse negli occhi di lei e lui comprese cosa intendeva dire. 
Afferrò l’unica sedia presente nel box della terapia intensiva e si sedette nuovamente accanto a lei,senza mai lasciare la sua mano.
Non si dissero nulla, sembrava non essercene bisogno.

Ore 06: 30
L'alba lo sorprese ancora su quella sedia.
Un colpo secco, lo fece riscuotere improvvisamente dal suo torpore.
- Lei non può stare qui!- Una donna, un infermiera a giudicare dalla divisa rosa pallido, aveva appena fatto il suo ingresso nella stanza.
 Era stato il rumore della porta che veniva sbattuta ad averlo svegliato.
Si voltò verso Emma constatando che stava ancora dormendo, poi tornò a rivolgere la propria attenzione alla donna in piedi davanti alla porta.
- Lei si è svegliata!-  buttò fuori tutto d'un fiato. Non era il momento per i convenevoli. Nè il luogo.
L'infermiera abbandonò la posa severa che aveva avuto fino a poco prima.
- Signor Jones, si spieghi meglio-
- Ieri sera lei...io ero qui..e-
- E non ci poteva stare!-
- Si ma lei...Emma ha aperto gli occhi! Si è svegliata!-
-Se le cose stanno come dice, sarà meglio informare il Dottor Hopper. E le consiglio di non farsi trovare qui quando arriverà.- terminò la donna, indicando la porta con un cenno del capo.
- Io resto-
- Esca signor Jones-
-No-
- Glielo ripeto un'ultima volta, esca signor Jones, ora!-
Killian la guardò quasi supplicate e strinse un pò di più la mano di Emma. 
-No-  Ripeté ancora una volta, anche se questo fu quasi un sussurro. 
Voleva dirgli che se l'avesse lasciata, lei sarebbe morta.
Voleva dirgli che se l'avesse lasciata, lui sarebbe morto.
Voleva dirgli che se  l'avesse lasciata, entrambi i loro cuori i cuori avrebbero smesso di battere.
Ma non fece nulla di tutto ciò.
Si limitò a lasciare quella dannata stanza, seguito dall'infermiera.
Prima usciva di lì prima il dottor Hopper avrebbe potuto dirgli che Emma stava bene.


Ore 07:30
Il Dottor Hopper si chiuse alle spalle la porta della stanza di Emma.
-Come sta?- per la seconda in meno di ventiquattro ore Killian ripetè quella domanda.
Aveva un sapore amaro. Sempre che le parole potessero averne uno.
- Sarò sincero con lei Signor Jones-
- Killian-
-Bene, allora sarò sincero con lei Killian. Come le avevo anticipato la prolungata assenza di ossigeno avrebbe potuto causare dei danni.-
Killian annuì teso.
- In questo caso sembra che la signorina Swan si affetta d'afasia di Brocà-
Allo sguardo perplesso che si dipinse sul viso dell'uomo davanti a lui Hopper si affrettò a spiegare.
- Non può parlare-



Buonasera a tutte! 
Oggi è ufficialmente settembre e con settembre torna OUAT!
Il capitolo è arrivato un pò in ritardo ma ultimamente faccio davvero fatica a ritagliarmi un pò di tempo. Perciò è anche un pò più corto del solito, ma spero di non deludere nessuno.
Allora che dire? Buona parte del capitolo è un flashback, voi direte li lasci ancora in sospeso questi due? Lo so, ma mi serviva per l'idea che ho del finale, che vi ho anticipato nelle prime righe! Quindi spero avrete pazienza. Non mancano moltissimi capitoli, promesso.
Ero abbastanza indecisa su questo capitolo ma ormai è fatta. Spero che non risulti troppo frammentario, nè confuso. Nel prossimo chiarirò un pò di cose lasciate in sospeso.
Che altro? Come sempre grazie delle recensioni, degli inserimenti nelle varie categorie, e grazie a tutti coloro che leggo semplicemente!
Grazie davvero! 
Un abbraccio,Elena.
  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Lely_1324