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Autore: Juliet Leben22    02/09/2015    5 recensioni
Castiel ha richiamato i suoi fidati cacciatori per assegnargli una missione di vitale importanza che potrà cambiare l'esito di alcuni loro scontri: dovranno proteggere una ragazza, dal carattere forte con sfumature velate di fragilità, con un potere molto speciale.
Riusciranno i due fratelli a compiere la missione e a fermarsi solo alla sua "protezione"?
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Crowley, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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Capitolo 5°”There’s No Answer.”

 
Elenie si chiuse in camera, decisa a rimanerci fino a che Castiel non fosse tornato.
Cosa le era venuto in mente? Cosa le aveva detto il cuore? Oh sì, era tutta colpa sua.
O forse erano stati quegli occhi verdi, quei dannati occhi verdi.
Si appoggiò alla porta, facendosi strisciare a terra. Con le ginocchia al petto, il suo pensiero andava a sua madre e alla sua famiglia. Loro non avevano il dono, loro non potevano sapere. O meglio, lo avevano avuto… ma poi l’avevano fatto sigillare. Tutti quanti. Per quello rimaneva solo lei.
Erano stati tutti egoisti. Lei li aveva odiati per tanto tempo, poi aveva compreso la loro decisione… l’aveva accettata.
Castiel le era stato vicino per tutto il tempo, l’aveva consolata, abbracciata. Lui non era il suo angelo custode, ma lei lo considerava tale. Non l’aveva mai abbandonata.
L’angelo non sapeva nulla di amore, aveva solo l’esempio che Dio gli aveva sempre dato. Eppure, lo provava per quella ragazza. Era come una sorellina minore e lui avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di proteggerla.
Sam aprì la porta lentamente e la vide, addormentata a terra, abbracciata al suo pupazzo di Pikachu.
Gliel’aveva regalato sua sorella dopo che se ne era andata di casa con il suo ragazzo. Lei era nata senza dono e Dio solo sa quanto Elenie l’aveva invidiata. Quella fase era passata, come la fase dell’accettazione.
Come la fase in cui Castiel tentava di pronunciare il nome del pupazzo: aveva gettato la spugna.
La sollevò di peso e la mise a letto, rimboccandole le coperte.
Le sue ciglia erano umide e lo fecero sospettare che avesse pianto. Ovviamente, non ne aveva la certezza.
Mugugnò qualcosa e sbatté le palpebre.
-Sam.-
-Non volevo svegliarti!-
Lei scosse la testa, affondando ancor di più la testa nel cuscino di piuma. – Nulla di grave, non preoccuparti.-
-Cos’è successo?-
Le tornò tutto in mente:  il ballo con Morgan e quello con Dean e poi il bacio… l’attacco e Castiel che li proteggeva. Castiel che non era ancora tornato.
-Dean?- si sollevò in posizione eretta e si premette una mano sulla bocca –CASTIEL?-
-Calmati, Elenie. Va tutto bene! Dean si sta facendo la doccia e Castiel arriverà… non preoccuparti per lui. E’ un angelo.-
-Sì, ma la nemesi di un angelo è il demone e quello era un covo, dammi retta…-
Sam sospirò. –Vuoi mangiare qualcosa? E’ avanzato qualcosa di quello che avevi preparato per me e Kevin.-
-Lui sta bene?-
Lui annuì. –Aveva solo bisogno di un amico.-
Lei sorrise. –Non ho molta fame, ma sarà meglio mettere qualcosa sotto i denti.-
-Brava ragazza!-
L’aiutò ad alzarsi e lei si ricordò che era ancora vestita con quel pezzettino di stoffa.
-Aspettami di là che metto qualcosa di decente…-
-Tiro fuori le cose dal frigo intanto-
Si cambiò velocemente e si appropinquò  verso la sala. Il camino scoppiettava proprio come piaceva a lei e il tavolo era pieno di cibo.
-Ma non avete mangiato nulla praticamente!- rise- mi correggo, le patatine fritte sono finite e anche la carne e l’insalata!-
Le sorrise, scoppiando a ridere. –Ci stai viziando!-
-Quando me ne andrò come farete?-
La risata di Sam si spense e il sorriso sulle labbra della ragazza si tramutò in una linea seria.
Sarebbe successo prima o poi, alla fine di quella missione.
-Manca ancora molto e…-
-Sono comunque solo una missione per voi, Sam. Non è un problema, cioè… ho capito adesso.- addentò delle verdure grigliate.
Lui le mise una mano sul braccio e lei lo osservò. –Non sei solo una missione, Elenie. Sei mia amica, ormai. Anche se ci conosciamo da poco. E anche Dean la…-
-Dean è stato molto chiaro poco fa. Non serve che intercedi per lui, Sam.-
-Qualunque cosa lui abbia detto…-
-No! Basta Sam. Il discorso è chiuso. Non voglio sentire altre giustifiche da parte tua. E soprattutto non voglio litigare con te per questo.  Sono contenta che mi reputi un’amica perché anche io ti reputo tale. Ma non voglio essere un peso e nel momento in cui lo diventerò, lasciatemi andare. Il mondo ha bisogno di voi.-
-Anche di te.-
Scosse la testa. –Non stiamo parlando  di angeli o demoni… stiamo parlando di oracoli. Le persone  non –
Sam annuì e comprese anche se lei non aveva concluso la frase.
La gente non sarebbe mai stata pronta a sapere della sua esistenza.
-Com’è andata la festa?-
Lei gli raccontò dello scontro alla stazione di servizio con Ruby e Abaddon, poi della sua famiglia, del Ballo e di Morgan.
-Non sono tutti come Morgan.-
Lei ridacchiò. –Sam so bene che gli uomini non sono tutti come Morgan.-
-Non sei un po’ giovane?-
-E tu non sei un po’ curiosone, Sam Winchester?- sorrise, inclinando il capo.
Scosse la testa, ricambiando. –Lo ammetto, ma stai tranquilla, non farò domande indiscrete.-
Rise. –Dipende da quello che vuoi sapere-
-Se hai avuto storie dopo Morgan-
-Sì e no-
La osservò senza capire.
-Non credo che si potessero definire storie. Sai, la maggior parte del tempo, io mentivo-
Annuì. –Posso ben comprendere-
Elenie si sollevò dalla sedia e fece segno al suo amico di sedersi di fronte al caminetto.
Afferrò la copertina e se la attorcigliò addosso.
Sam accettò con gioia l’iniziativa della ragazza e si mise a terra a leggere un libro, mentre lei osservava le fiammelle danzare.
Era stanca, delusa, anche se cercava di non pensarci. Voleva solo dormire e riposarsi.
-Sembri un bruco- una voce la fece sussultare.
Sollevò lo sguardo e riconobbe i dannati occhi verdi.
-Vorrà dire che un giorno diventò una bella farfalla.- sibilò.
Dean aprì la bocca, per ribattere che … che cosa avrebbe voluto ribattere? Lui non era di smancerie o dolcezze. Lui era un uomo rigido e coraggioso. Un uomo che aveva fatto di tutto per salvare la sua famiglia… un uomo che aveva perso tutto e gli rimaneva solo Sam, grazie al cielo.
E lei? Era così giovane, così indifesa.
La stava osservando nel suo bozzolo e non riusciva a pensare altro di voler tornare a qualche ora prima, contro quell’albero, contro quella macchina. Mentre le sue labbra si sfamavano delle sue.
-Dean? Ci sei?- Sam si alzò, preoccupato.
-Dimmi.-
-E’ la terza volta che ti chiamo e sono praticamente di fronte a te!-
-Va tutto bene, Sam.-
Si guardò attorno, ma Elenie era già tornata in stanza. Aveva bisogno di riposare.
-Mi puoi spiegare cos’è successo a quella festa?-
-Ci hanno attaccato-
-Dean non mi riferisco a quello. Lo vedo come la guardi, come vi guardate. Allora?-
-Non è successo niente, Sam… come devo dirtelo.-
-Dean. Non prendermi per scemo.-
Sospirò. –Cosa vuoi sentirti dire, eh? Che l’ho baciata? Sì. Che lo rifarei? Sì. Che lo rifarò? No. –
Il ragazzo di altezza fuori dal comune lo osservò incredulo. –Stai scherzando? Dimmi che stai scherzando…-
-Ha ventiquattro anni, Sam! Sta studiando per diventare qualcuno. Lasciale vivere la sua vita. E’ giovane e bella-
-Dean non impedirti di vivere questa cosa. Potrebbe portare qualcosa di buono ad entrambi.-
Scosse la testa e lo gli diede una pacca sulla spalla. Era ora di andare a dormire, ma un libro sul tavolo richiamò la sua attenzione.
“Leggi di fisica”
Lo afferrò e si guardò attorno. Suo fratello non si era accorto di nulla.
Decise di riportarglielo, magari ne aveva bisogno anche se ormai era mezzanotte.
Bussò alla sua porta di legno di noce.
-Avanti.-
-Hai lasciato il libro sul tavolo.-
-Grazie.-
-Elenie, io…-
Lei si voltò e osservò il profilo di Dean nel buio.
Lui non concluse le frase e lei decise di intervenire. –Stai bene? Siamo scappati per un pelo. Notizie di Castiel?-
-Nessuna, ma vedrai che tornerà presto.-
Annuì. –È un angelo, non è un fragile umano- sorrise.
-Non siamo così fragili come pensi.-
Si sedette ai piedi del letto.
Scosse la testa. –Sono umana anche io, Dean. Anche se non lo pensi e lo so.-
-Io non capisco fino a dove puoi sapere, scoprire, vedere…-
-Non lo so nemmeno io.-
-Sei spaventata?-
Elenie non rispose.
Dean si guardò attorno e notò quanti libri avesse portato con sé. –Domani devi rimetterti a studiare-
Lei scosse la testa. –Lascerò l’università.-
-Cosa? No, Elenie non fare queste cazzate.-
Lei sgranò gli occhi. –Non ce la faccio, Dean. Non riesco a studiare. Quando tutto sarà finito e mi farò sigillare il dono, riprenderò.- mentiva e lui lo sapeva.
Eppure non riusciva a darle contro, non riusciva a dirle che aveva fatto bene, che la priorità era un’altra.
Sospirò e cominciò a giocare con la trapunta.
-Qualcosa non va?-
-Tutto bene.- si guardò attorno, ma non incontrò il suo sguardo.
Lei si tirò su con le braccia e si mise a sedere.
-No, è tardi. Ti lascio dormire.- si sollevò dal letto.
-Ah… va bene.- il suo sguardo si fece triste.
-Qualcosa non va?- fu lui a domandarlo, stavolta e lei scosse la testa.
-Puoi dirmelo se qualcosa non va-
-Non ti reputo affatto stupido, quindi vai a dormire.- si stese, girandosi dall’altra parte.
-Magari lo sono, che ne sai?-
Si voltò, alzandosi in piedi. –Non prenderti gioco di me, Dean Winchester. Non riuscirai. –
-Perché sei un oracolo e io un fragile umano?-
-Sono umana anche io! Basta con questa storia-
-Gli umani non sono oracoli. Gli umani non vedono il futuro!-
Lei sbuffò.  –Vuoi farmene una colpa? Non sai per quanti anni l’ho odiata questa cosa… sapere sempre prima degli altri cosa sarebbe accaduto! Vedere le persone soffrire, sentire il loro dolore...
Vedere il tuo ragazzo che ti tradisce e non poter fare nulla! TU NON SAI NIENTE. NIENTE!
Dean si ritrasse, come scottato. – Credo di doverti lasciar dormire ora.-
Lei si strinse tra le sue stesse braccia e si mise sotto le coperte.
Dean Winchester poté giurare di sentirla piangere.
 
 
Due grandi braccia la strinsero a metà notte.  Erano forti, ma nell’aria c’era puzza di zolfo bruciato e di cenere.
Castiel era luce nel buio che la circondava, una luce divina, ben lontana da lei. Eppure lui c’era, era sempre tornato da lei prima che da altri.
Prima c’erano sempre stati lei e Dean. Castiel non riusciva a mascherare l’amore che provava per quei due umani. Non era fisico, era puramente fraterno.
Era la prima volta che provava qualcosa di simile per qualcuno. Erano stati loro ad insegnarglielo. I suoi fratelli umani.
-Cas…-
-Elenie, sono qui.-
-Come stai?-
-Sto bene, qualche ferita superficiale, ma nessuna grave.-
-Ero preoccupata per te-
Le diede un bacio sulla fronte. –Ti va di parlarmi di cosa ti sta succedendo?-
Lei annuì. –Non lo so esattamente…-
-Partiamo dall’inizio?- consigliò teneramente.
E lei lo fece, con calma. Lui rispettò i suoi tempi, come era solito fare.
Castiel si sollevò e le accarezzò la testa. –Mia piccola Elenie, ora riposa. Dobbiamo parlare di ciò che ho scoperto domattina.-
-Cosa hai scoperto?-
-Sono felice che tu non lo sappia. Domani ne parleremo, ragazza impaziente e curiosa! Ora devi riposare.-
Lei sospirò e lui le rimboccò le coperte.
Si avvicinò alla porta e afferrò la maniglia. -Ti stai innamorando, Elenie Felson? –
Elenie non rispose.
 
   
 
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