Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: vali_    02/09/2015    4 recensioni
Dean non si sente a suo agio negli ultimi tempi: beve senza trarne i benefici sperati, dorme poco e sta sempre da solo e questo non è un bene per uno come lui, che mal sopporta la solitudine, convinto che riesca solo a portare a galla i lati peggiori del suo carattere.
Il caso vuole che un vecchio amico di suo padre, tale James Davis, chieda aiuto al suo vecchio per una “questione delicata”, portando un po’ di scompiglio nelle loro abituali vite da cacciatori. E forse Dean potrà dire di aver trovato un po’ di compagnia, da quel giorno in poi.
(…) gli occhi gli cadono sui due letti rifatti con cura, entrambi vuoti. Solo due.
Sam è ormai lontano, non ha bisogno di un letto per sé. Dean non lo vede da un po’ ma soprattutto non gli parla da un po’ e il suono della sua voce, che era solito coprire tanti buchi nella sua misera esistenza, di tanto in tanto riecheggia lontano nella sua mente. A volte pensa di non ricordarsela neanche più, la sua voce. Chissà se è cambiata in questi mesi (…)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bobby, Dean Winchester, John Winchester, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Prima dell'inizio
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Some things are meant to be'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note: So che sto diventando petulante, ma le visite la scorsa settimana sono state più numerose del solito ed io non so più come dirvi grazie. Per non parlare del numero di recensioni e di tutti coloro che hanno messo la storia in qualcuno dei loro elenchi per ricordarsi di leggerla e stare al passo con gli aggiornamenti. Davvero, grazie di cuore. Non avrei mai pensato di ottenere tanto calore quando ho cominciato a pubblicarla e la cosa mi fa sgranare gli occhi dalla gioia e saltellare settimana dopo settimana. Perciò grazie, grazie di cuore <3
Lo scorso capitolo siamo tornati alle origini con tutte le “paranoie” – più o meno legittime – di Dean riguardo la sua situazione familiare, mentre in questo torniamo al problema del momento – ma potrà mai stare in santa pace quel povero ragazzo? XD
Spero che la lettura sia di vostro gradimento e, come sempre, se volete farmelo sapere sarò più che lieta di leggere le vostre opinioni :D
Vi mando un abbraccio grandissimo e vi aspetto la prossima settimana! A presto! 

 
Capitolo 16: Can’t get away from the magnet
 
Polar north can’t get away from a magnet;
The magnet finds it,
No matter what.
 
(Jodi Picoult)
 
 
L’acqua scorre lenta sul suo corpo, bagnandolo interamente per poi scivolare sul piatto della doccia e finire nello scarico. Dean si passa le mani sul viso e non crede di aver mai fatto una doccia tanto lunga, ma non riesce a uscire da lì. La nube di vapore sale lenta sopra la sua testa ed è convinto che Bobby si incazzerà tantissimo quando troverà il bagno in queste condizioni – i muri e lo specchio ricoperti di fitte goccioline –, ma non fa niente. Ha pensieri peggiori che gli frullano per la testa.

Quando si è svegliato, mezz’ora fa, si è rigirato nel letto e si è ritrovato da solo. Ellie si è addormentata ed è rimasta con lui tutta la notte – una volta si è svegliato e lei era lì che dormiva tranquilla –, ma al suo risveglio era sparita. L’unica traccia di lei era il libro che ha lasciato ancora sopra il comodino; è lì da quando Dean è arrivato.
 
Sicuramente, conoscendola, si è alzata presto per andare a preparare la colazione. E chissà quali sono i suoi piani per la giornata.
 
Dean, comunque, non sa se svegliarsi da solo sia stato un bene o un male, più che altro per le sue condizioni: l’ha sognata nuovamente – e siamo già a due volte in due giorni. Ellie aveva un misero grembiule con dei fiori e poco più addosso; era allegra e aveva tanti buoni propositi e soprattutto tanta voglia di renderlo felice. Erano nella cucina di Bobby e lei lo spingeva a sedere sul divano – lo sguardo voglioso e le mani che vagavano un po’ ovunque – e… Dean scuote la testa, cercando di togliersi quelle immagini dal cervello perché sarebbe solo peggio ripensarci.

E’ conscio del fatto che tutto ciò sta diventando un problema. Una volta può capitare; è strano, sì, ma può succedere, ma ormai… sta diventando un’abitudine e non una di quelle che gli piace.
 
E’ consapevole di non poter andare avanti così. Qualsiasi sia quello che sente per Ellie è sbagliato, perché sono amici nel senso più profondo del termine e non è giusto mandare tutto a puttane per qualcosa di cui non è neanche sicuro.
 
Si è convinto – o comunque è quello che sta cercando di fare con tutto se stesso – del fatto che pensa continuamente a lei in quel senso semplicemente perché è troppo tempo che non sta con una donna. Sì, deve essere così.

Esce dalla doccia qualcosa come cinque minuti - abbondanti – dopo e si ripromette di andare a fare un giro nel posto giusto quella sera stessa o forse anche prima, così da placare ogni sua voglia e sperare che gli passi quella per Ellie.

Non avrebbero mai dovuto baciarsi. Anzi, non dovrebbero proprio stare tanto a contatto. E’ una ragazza e lui va pazzo per le ragazze, soprattutto se sono carine e si dimostrano gentili e amorevoli nei suoi confronti; era normale che prima o poi sarebbe finito col farsela piacere – a patto che sia questo ciò che sente davvero –, ma è ancora in tempo per rimediare, ne è sicuro.

Si veste e controlla il telefono prima di scendere a fare colazione. Suo padre non ha ancora chiamato. Prova a fare lui un tentativo, ma fallisce per l’ennesima volta, perciò si limita a riattaccare dopo i primi due squilli a vuoto. Molto meglio della voce di papà registrata dalla segreteria.

Scende in cucina e trova la tavola piena di ogni ben di Dio: pancake, cereali, biscotti, latte, succo di frutta, caffè… ce n’è per tutti i gusti. E’ assolutamente certo che la colazione a casa di Bobby non gli è mai sembrata così invitante e sorride istintivamente di fronte a tutto quello che vede.
 
Ellie è di spalle e sta rigirando qualcosa in un pentolino; non si è accorta della presenza di Dean. «Ci sono ospiti a colazione?»
Lei si volta e gli sorride con gli occhi luminosi. «Buongiorno dormiglione! No, ho preparato solo per noi».
«Alla faccia, pare stia per arrivare una mandria di gente» si siede guardandola sorridere; Ellie spegne il fornello e fa lo stesso per poi prendere una porzione di pancake e metterci sopra un bel po’ di sciroppo d’acero. Dean, invece, è più attirato dalla crostata. O meglio, da quel poco che ne è rimasto.
«Dov’è Bobby?»
«E’ uscito per fare delle commissioni, torna tra un po’».
 
Dean annuisce, come a registrare l’informazione. C’è tanto silenzio stamattina e Dean non sa se è per stanotte o se c’è qualcos’altro, ma sente il bisogno di chiarire la faccenda, anche se non riesce a trovare le parole giuste per farlo. Non è bravo in queste cose, eppure deve spezzare quel silenzio e lo fa sparando fuori la prima cosa che gli viene in mente. «Ellie, per ieri sera… »
Lei alza lo sguardo e lo punta nei suoi occhi, un sorriso che le increspa le labbra. «Che è successo ieri sera?» continua a sorridere, sembra una ragazzina.
«Non scherzare».
«No, veramente, che è successo? Io non me lo ricordo». Dean capisce il gioco e abbozza un sorriso prima di addentare un altro pezzo di crostata, poi lei torna seria. «Non devi scusarti di niente. E’ vero, ieri eri strano, ma avrai avuto i tuoi motivi e se non vuoi parlarne non importa. A me andava solo di farti compagnia» fa una pausa, guardandolo fisso negli occhi. «Siamo amici, no? Gli amici fanno questo».

Dean annuisce con la bocca piena e si sente un po’ più leggero.
 
Apprezza tantissimo il fatto che lei non gli chieda mai spiegazioni – o almeno non tutte le volte che vorrebbe o potrebbe farlo – su tutti i suoi sbalzi di umore e le sue stranezze.
 
Ricorda il loro primo scontro, quando lo aveva fatto innervosire parecchio facendogli domande su Sam e, ora più di allora – sembra conoscerla da un’eternità, ma sono passati solo sette o otto mesi da quando l’ha incontrata la prima volta –, si rende conto del fatto che Ellie non è invadente, ma che, anzi, cerca sempre di rispettare i suoi spazi. Ha un modo tutto suo di provare ad aiutarlo – come intrufolarsi nel “suo” letto nel bel mezzo della notte –, ma la sua è solo benevolenza.
 
Il problema è che Dean non sa più se scambiarla per affetto o per qualcos’altro.

Prima era assolutamente sicuro che non ci fosse nient’altro dietro, adesso… adesso non sa più un cazzo. Ma non capisce neanche quello che prende a lui, quindi forse è tutto normale.

«Che programmi hai per oggi?»
 
Ellie si guarda intorno e sospira appena «Credo… che mi toccherà dare una ripulita a questo posto».
Dean allarga un po’ gli occhi «Stai scherzando spero» ma lo sguardo perplesso di Ellie gli dice che no, non sta scherzando.
«Perché? Prima che arrivassi tu, ho dato una sistemata alla cucina. Non ci hai fatto caso?» Dean scuote appena il capo. Non solo non ci ha prestato attenzione, ma non gli è neanche balenato in testa che Ellie poteva aver messo il suo zampino in quell’ambiente.
«E Bobby ti ha dato il permesso di spostare e mettere a posto le sue cose?»
«Non sono mica andata nella sua stanza!» Ellie sorride, gli occhi limpidi «Lo faccio solo per dare una mano. E’ sempre tanto disponibile con me, io… faccio quello che posso per aiutarlo. Anche se non credo si renda conto che in una casa più decente si vive meglio».
Dean sorride divertito. In effetti, Ellie non ha tutti i torti e poi, forse, doveva aspettarselo visto com’è fatta: cerca sempre di sdebitarsi quando qualcuno fa qualcosa di carino per lei, perciò, in fondo, questo suo atteggiamento non lo stupisce. «Sai che è un’impresa, vero?»
«Lo so, ma c’è troppo… disastro. Ci vuole un tocco femminile in questa casa». Dean annuisce; ancora una volta crede che Ellie abbia ragione, solo che sarà un lavoro a dir poco immane. «Tu hai qualcosa da fare o ti va di darmi una mano?» Dean la guarda stralunato e lei sbatte gli occhi un paio di volte «Niente di pesante, solo aiutarmi tipo a spostare libri e forse qualche mobile».
«I mobili sono pesanti».
Lei sorride «Ma no, al grosso del lavoro ci penso io. Niente straccio o olio di gomito per te, ti chiedo solo di usare la tua forza bruta in caso io ne abbia bisogno» lo osserva continuando a sorridergli «E di farmi compagnia».
 
Dean non può proprio rifiutare un invito così; poi non ha niente da fare e… riflette un secondo e gli viene in mente che, invece, anche lui deve sbrigare un lavoretto, perciò forse… «Ok, ma ad una condizione».
Ellie lo guarda «Sono tutta orecchi».
«Prima tu aiuti me a fare una cosa».
 
*
 
Dean non ha mai tanto da fare quando non ha un caso per le mani, ma c’è qualcosa a cui non può rinunciare: tenere in ordine e tirare a lucido la sua piccola. E’ un po’ che non le dà una sistemata e una pulita, sia fuori che all’interno, e forse questa è la giornata giusta per farlo.
 
Nonostante il temporale improvviso di ieri notte, ora il cielo è sereno: il sole è bello alto e spunta tra le poche nuvole bianche sparse qua e là nel manto azzurrino. C’è anche una leggera brezza perciò non poteva chiedere tempo migliore per fare un lavoro di questo tipo.
 
Ellie lo guarda perplessa da quando sono usciti; forse non ha capito bene le intenzioni di Dean.
 
«Se devi lavare la tua macchina, perché… perché devo aiutarti?»
«Semplice: tu fai l’interno, io la carrozzeria. In due si fa prima».
 
Lei sembra pensarci un attimo, poi fa spallucce. Dean non ha bisogno di spiegarle niente: sa perfettamente che Ellie è una specie di perfetta casalinga, perciò di certo non dovrà insegnarle come si pulisce il cruscotto o l’abitacolo di una macchina. La guarda mentre apre lo sportello e sale sul posto di guida guardandosi intorno. Ormai la conosce abbastanza da sapere che quando fa così – lo sguardo sicuro e le labbra arricciate in un’espressione allo stesso tempo concentrata e pensierosa – è perché sta cercando di pensare a come fare una certa cosa al meglio.
 
Dean prende un secchio e lo riempie con dell’acqua e un po’ di sapone che trova nella vecchia rimessa delle auto; prende anche una spugna e trascina il tubo dell’acqua fino all’Impala.
 
Mentre “insapona” la sua auto, Ellie si occupa del cruscotto, passando un piccolo straccio bianco sulla superficie e Dean sorride tra sé, convinto di aver lasciato la sua bambina in buone mani.
 
Dopo poco più di un quarto d’ora, Ellie esce dalla macchina, proprio mentre lui la sta risciacquando e gli balena in testa l’idea che non gliel’ha ancora fatta pagare per lo scherzo insolente di ieri.
 
Lei si avvicina e non appena l’Impala è fuori pericolo – lo sportello ben chiuso e nessun rischio che una gocciolina, seppur minuscola, di acqua vi entri all’interno – punta il tubo contro Ellie che rimane immobile e interdetta mentre quel getto la bagna completamente. Evidentemente era troppo sorpresa per pensare di ribellarsi o fuggire e Dean sposta il tubo – dopo essersi assicurato che Ellie sia davvero fradicia – e ride forte, così tanto da dimenticare per qualche istante ogni pensiero negativo. E’ una sensazione così bella che si lascia travolgere, buttando la testa all’indietro e ridendo ancora più forte sotto lo sguardo arrabbiato e incredulo di Ellie.
 
Quando riesce a tornare in sé la guarda e solo adesso realizza l’entità del suo “danno”: Ellie è immobile, zuppa dalla punta dei capelli fino a metà coscia e lo guarda accigliata.
 
«Tu devi essere impazzito» non è realmente arrabbiata, ma non riesce a ridere. «Non è mica estate!»
Dean le si avvicina, un sorriso beffardo stampato sul volto «Prendila come… una risposta a quello che mi hai fatto tu ieri».
Ellie si muove un po’, agitando le braccia, incarnandosi nella perfetta imitazione di un cane bagnato che ha tutta l’intenzione di scrollarsi l’acqua di dosso. «Quella era farina!»
«Sì e ogni tanto ho ancora l’impressione di averla in mezzo ai capelli!»
Ellie sorride e adesso Dean è perfettamente consapevole del fatto che non è arrabbiata «Vuol dire che non ti sei lavato bene» fa un ghigno che ha tutta l’aria di essere sinonimo di una vendetta in arrivo e Dean scappa, cercando un posto dove nascondersi e corre a perdifiato fino all’entrata di casa di Bobby, riuscendo a schivare la maggior parte della massa di acqua e sapone che Ellie – dietro di lui che lo insegue come una pazza – cerca di buttargli addosso usando il secchio come arma.
 
Quando chiude il finestrone lasciandola fuori a bussare – il secchio vuoto nella mano libera e un’espressione sconfitta sul volto –, Dean ride ancora, felice di avergliela fatta pagare e la lascerebbe volentieri penare lì un altro po’, ma cambia idea quando Ellie stringe le braccia intorno al suo corpo, forse in preda a qualche brivido di freddo.
 
Le apre e lei lo guarda accigliata, ma Dean sa che è una facciata e che sta solo fingendo di essere arrabbiata. Lui continua a ridacchiare sotto i baffi «Smettila di ridere, sto congelando».
«Ma piantala, per due gocce d’acqua!» Ellie si volta e lo guarda con il broncio e la fronte aggrottata e a Dean viene ancora più da ridere.
«Ti è andata bene che non ho le mie cose».
Dean spalanca gli occhi «Eh?» e, a giudicare dalla sua faccia, realizza in fretta che Ellie glielo ha detto apposta. E’ comunque strano sentirla parlare di questa cosa: è vero che sono parecchio amici, ma questo è un po’ troppo… personale.
«Perché mi guardi così? Sono una femmina e come tutte le fem—»
«Sì, va bene, ho capito». Ellie ride – ora è assolutamente chiaro che ha parlato così di proposito – e Dean la osserva mentre viaggia da una stanza all'altra alla velocità della luce. Forse sta cercando un asciugamano.
«E poi scusa, oggi non è il ventidue settembre?» Ellie annuisce sfrecciando in un altro ambiente «Tecnicamente l’estate è finita solo ieri, quindi non lamentarti».
«Tecnicamente sei un cretino!» Ellie continua la sua ricerca quasi volando sulle scale e Dean rimane da solo ad ascoltare l’eco della sua stessa risata.

La malinconia è di nuovo lontana, distante. Non sa se è per lo scherzo, o per la straordinaria capacità di Ellie di metterlo di buonumore, ma è tutto molto meglio di ieri.
 
Dopo qualche minuto, lei scende nuovamente le scale – una serie di strani tonfi ad accompagnare i suoi passi – e quando Dean la vede comparire cambiata con vestiti perfettamente asciutti e un vecchio aspirapolvere in mano quasi scoppia a ridere.
«Non te lo meriteresti, ma… a quanto pare, Bobby ha un paio di strumenti per pulire questa casa. Anche se credo lo faccia di rado» alza appena le spalle «E questo mi serve per togliere tutta la sporcizia che c’è nella tua adorata macchina».
Dean incrocia le braccia al petto, aggrottando la fronte «Ehi! Io la tengo bene!»
«Per fortuna! Sembra ci siano passati un paio di contadini con le scarpe molto sporche».
 
Dean assottiglia gli occhi con aria di sfida «Sono un cacciatore io, mica un damerino!» a quelle parole Ellie ride e quel suono così frizzante e gioioso si incastra proprio all’altezza del petto, sciogliendosi in qualcosa di caldo e familiare e Dean non può fare a meno di chiedersi se è sempre stato così da che la conosce o se anche questa sensazione sia nuova, diversa, un po’ come tutta la percezione che ha di lei nell’ultimo periodo. E, davvero, non sa se è una cosa buona o qualcosa da cui fuggire a gambe levate.
 
*

Decidere di aiutare Ellie a dare una sistemata non è stata una grande idea. Non tanto per lei, ma proprio perché la sua intenzione di ripulire casa Singer era pessima in partenza.

Bobby ha tante di quelle cianfrusaglie che è stato più il tempo a chiedergli se potevano buttarle che quello di mettersi a spolverare e, ovviamente, quando è tornato e lei gli ha chiesto il permesso, lo stesso Bobby ha bocciato la sua iniziativa. Non tanto per l’idea che è stata certamente carina e gentile, ma per la mole di lavoro da fare. Anche se quello che è sembrato a Dean è che Bobby fosse un po’ scocciato perché avrebbero inevitabilmente frugato fra le sue cose. Ellie, però, gli ha promesso che non si sarebbero messi a ficcanasare, nonostante la cosa fosse alquanto inevitabile e, alla fine, Bobby ha ceduto, lasciandola fare e Dean, ogni tanto, vorrebbe avere su di lui lo stesso effetto che ha quella ragazza. 

Comunque, qualcosa di interessante è venuto fuori davvero sul conto di quel vecchio brontolone: nella vecchia credenza del salone praticamente inutilizzato – il posto dove, a volte, Dean e Sam giocavano da piccoli perché molto spazioso [1] –, Bobby tiene dei servizi da tavola buoni – e per buoni Dean intende davvero buoni, di quelli da cerimonia – e tanta di quell’argenteria che Dean non si sarebbe mai immaginato potesse esistere in quella casa.
 
Dean non ne sa molto, ma Bobby non ha mai una grande quantità di ospiti – e, a dire il vero, neanche conosce altri cacciatori che lo vanno a trovare spesso, a parte loro – ed è come se ci fosse vissuto qualcun altro in quella casa, come se quel piccolo mobile racchiudesse dei cimeli di un’altra vita.

Dean si è posto delle domande a riguardo ed è sicuro che Ellie abbia fatto lo stesso, ma non ne hanno parlato apertamente tra di loro. Bobby era a qualche metro di distanza e sicuramente non avrebbe gradito un ciarlare a sproposito sul suo conto e non avrebbe neanche tutti i torti.

E’ tardo pomeriggio quando Dean si butta a peso morto sul divano, distrutto. Ellie lo guarda con un sorriso.
«Sei stanco?» è seduta proprio lì accanto, sul bracciolo del divano, le mani appoggiate sulle ginocchia.
«E me lo chiedi? E’ impossibile starti dietro, sei un… trattore umano».
Ellie ride «Ma se hai fatto la metà della metà delle cose che ho fatto io!»
 
In effetti non ha tutti i torti: più si avvicinava l’ora di cena, più Ellie faceva qua e là dal salone ai fornelli per cucinare qualcosa. Dean fatica a capire dove trova la forza per riuscire a fare tutto senza stancarsi, anche se oggi è un pochino più provata del solito. La casa di Bobby non è di certo gigantesca, ma neanche piccola, ed Ellie deve essersi un po’ affaticata a forza di pulire e rimettere a posto; per non parlare dell’Impala, che ha passato con l’aspirapolvere da cima a fondo, senza tralasciare neanche i tappetini poggiapiedi e le pieghe di pelle dei sedili.
 
«Ok, ma ciò non toglie che sei un trattore».
Ellie sorride ed è così vicina che Dean prova la forte tentazione di allungarsi verso di lei per prenderle le guance e stringerle tra le dita; è una voglia pericolosa e quando si riscuote da quel pensiero – sbattendo le palpebre un paio di volte per tornare in sé – si alza in piedi di scatto, sotto lo sguardo perplesso di Ellie.
«Vai da qualche parte?»
«S-sì» si passa una mano dietro la nuca, nervoso «Vado a fare un giro».
Ellie annuisce, ancora un po’ confusa. Dean va verso la porta, ma si volta quando si sente richiamare «Puoi… puoi passare al supermercato?» Dean la guarda perplesso «Non ho avuto tempo di fare un dolce ed è finita la crostata. Te la sei mangiata tutta» sorride appena «Perciò, se vuoi, prendi qualche gelato. O una torta gelato… scegli tu, quello che ti piace di più».
Dean annuisce per poi sgusciare verso l’appendiabiti per recuperare il suo giubbotto.
 
*
 
Quando è uscito da casa di Bobby, gli sembrava di voler andare in capo al mondo. Lui e la sua Baby, soli, lontani dai problemi, dai doveri e, soprattutto, da Ellie.
 
Dean non sa cosa gli succede, ma quando passa del tempo insieme a lei, negli ultimi tempi, sente come una forza attrattiva che lo spinge verso di lei in un modo… insolito e un’altra, repulsiva, che gli chiede di riflettere e di trattenersi, di fare la cosa giusta. Che poi dovrebbe essere anche la legge che regola il funzionamento delle calamite; Sam deve averglielo detto in una delle sue tante uscite da secchione o quando andava ancora a scuola e doveva studiare il comportamento dei magneti.
 
Quello che ha realmente fatto, invece, è il giro di Sioux Falls per poi ritrovarsi davanti al supermercato neanche una mezz’ora dopo.
 
Il bello – se così lo può chiamare, perché lui lo trova particolarmente snervante – è che ogni volta che esce per svagarsi in realtà si ritrova a pensare ancora di più a quello per cui se n’era andato. Anche adesso, in piedi davanti al banco frigo, si chiede se è giusto scappare così ogni volta che si ritrova a desiderare di… fare un passo in avanti verso Ellie.
 
In fondo, cosa ci sarebbe di sbagliato? Potrà anche essere stata ubriaca di brutto – e lo era –, ma è stata lei a baciarlo quella maledetta sera e se lo ha fatto forse… forse lo voleva veramente.
 
Dean non ha mai creduto sul serio a tutte quelle stronzate che si dicono sul fatto che quando si beve si dice la verità, ma forse è il caso di Ellie che segue tutte regole sue a modo suo. O forse no. Forse l’ha fatto solo perché voleva divertirsi per un attimo e buttare nel cesso tutti i cazzo di principi che ha nella testa.
 
Solo che avrebbe fatto meglio a starsene ferma, così magari nessuno si sarebbe fatto nessuna paranoia a riguardo.
 
Dean sospira, le mani aperte sul bordo del banco frigo e le braccia tese a sorreggere il peso del suo corpo. E’ inutile fingere che sta lì da cinque minuti buoni perché non sa quale torta gelato prendere. La verità – e cazzo se fa male ammetterlo – è che probabilmente non sarebbe cambiato niente se Ellie non avesse fatto quella mossa. Forse, da qualche piccola parte del suo cervello, Dean sapeva già che sarebbe andata in questa maniera, che avrebbe finito col desiderarla perché le cose vanno in tanti modi, ma forse la miccia si sarebbe accesa comunque, ad un certo punto.
 
Quello che non vuole fare, però, è cedere. E’ vero che Ellie lo conosce, che vede e soprattutto apprezza cose di lui che ad altri sfuggono o che sottovalutano, ma c’è sempre il rischio che finisca col deluderla, perché Dean non è fatto per le storie a lungo termine. Non sa neanche come ci si comporta. E’ vero, sa essere abbastanza scaltro da convincere una donna a stare con lui per una sera, ma non sa fare il fidanzato – la sola parola gli mette i brividi, porca troia – che è sicuramente quello che vorrebbe Ellie perché glielo ha praticamente detto, quella volta in spiaggia.
 
Ricorda il suo sguardo deciso, la sua sicurezza nell’affermare di voler “scoprire se è possibile per lei stabilire una connessione profonda con qualcuno”. Dean ha ancora in mente quelle parole perché, in un certo senso, lo avevano colpito, nonostante gli sembrasse un discorso tanto “da femmina”. Non che fosse sbagliato, ma era un desiderio, ai suoi occhi, prettamente femminile. Più ci pensa, però, più si convince del fatto che lui non è adatto a queste faccende romantiche, non è… adeguato e non ha neanche intenzione di provarci, perché significherebbe mettere a repentaglio troppe cose e allora no, meglio non rischiare, meglio avere Ellie come amica che fare qualche cazzata e non averla più per niente. Non vuole assolutamente fare casino.
 
E la torta ai frutti di bosco andrà benissimo. Tanto a lei quello che è dolce piace tutto e Bobby non si farà certamente problemi.
 
Va alla cassa e appoggia la scatola sul nastro. Cerca il portafogli nella tasca dei pantaloni e, quando alza lo sguardo per pagare i sette dollari e cinquanta di quella dannata torta, incontra due bei occhi scuri che sembrano volerlo mangiare. Inquadra bene il viso a cui appartengono: bionda, i capelli lisci lunghi fino a poco più su delle spalle e tenuti in ordine da un cerchietto rosso, il viso pieno e le labbra carnose; è pure ben fornita di curve nei punti giusti e, per di più, non ha niente che gli ricordi Ellie. Lo sguardo suadente e languido che continua a lanciargli convince Dean che è la persona giusta con cui attaccare bottone per colmare il bisogno di farsi una sana scopata e poi – ne è sicuro – tutto andrà per il verso giusto: la voglia per Ellie passerà e tutto tornerà alla normalità. Si sente così sollevato dopo un pensiero simile che di slancio le sorride nel modo in cui riesce a farle cascare tutte ai suoi piedi; lei, che dalla targhetta che ha appiccicata al petto sembra chiamarsi Brittany, fa altrettanto, visibilmente compiaciuta di essere stata notata.
 
Quando esce da lì, qualcosa come un quarto d’ora dopo, Dean ha in tasca il suo numero di telefono e un appuntamento per stasera stessa da qualche parte nei dintorni a bersi qualcosa e tutto ciò, nel suo gergo da seduttore incallito – e dai vari sguardi ammiccanti che gli ha lanciato lei –, è sinonimo di prima beviamo e poi ci divertiamo. Non poteva chiedere di meglio.
 
Torna a casa di Bobby tutto pimpante e si dirige subito in cucina, dove però non trova nessuno. Sente, però, un mormorio provenire dallo studio; si avvicina e si appoggia allo stipite della porta con un sorriso, osservando quei due che giocano a carte come due vecchi.
 
Bobby alza lo sguardo verso di lui, un gesto che deve catturare l’attenzione di Ellie in qualche modo perché anche lei poco dopo si volta e lo guarda sorridendo. «Hai preso la torta?» Dean annuisce «Come—»
«Frutti di bosco» risponde prima che possa finire la domanda ed Ellie gli sorride ancora annuendo, per poi tornare a concentrarsi sulle carte. Dean si avvicina, curioso, e dà un’occhiata: c’è un mazzo sul tavolo – quello che solitamente è ricoperto da vecchi libri polverosi – e alcune carte scoperte.
«Le sto insegnando a giocare a Burraco» è Bobby a replicare alla sua curiosità ed Ellie annuisce di nuovo, allungando il collo verso le carte che Bobby ha in mano e che ritira prontamente, appoggiandole al petto «Ehi! Non sbirciare, marmocchia!»
«Ma hai detto che devo imparare!»
«Sì, ma non lo farai guardando il mio mazzo. A carte scoperte ci abbiamo giocato prima».
«Lo so, ma credevo che anche stavolta, se avessi avuto dei dubbi, avrei potuto dare una sbirciatina».
Bobby scuote la testa «Ti stavi approfittando della mia distrazione perché è tornato il tuo compagno di marachelle, non sono mica rincitrullito» mette su il broncio ed Ellie ride gioiosa, il collo appena piegato all’indietro.
Dean scuote la testa, divertito «Ma ti pare Burraco? Insegnale a giocare a Bridge o a Poker! Qualcosa di più avvincente!»
«Il Poker è troppo complicato per una che non sa niente di carte e per il Bridge ci vogliono minimo quattro giocatori [2]. Noi siamo in tre, zuccone» Bobby lo guarda con il solito cipiglio «E la prossima volta combattici tu invece di andartene in giro» si alza dalla sedia e si avvia verso la cucina lasciando le carte sul tavolo e borbottando qualcosa.
 
Ellie alza le spalle «Forse non ha più voglia di giocare» e sembra parlare più a se stessa che a Dean; si alza e si volta a guardarlo. «Mi voleva insegnare Burraco così dopo cena possiamo giocare tutti insieme».
Lei sorride e Dean sente lo stomaco contorcersi, ma non è fame. Si morde il labbro, nervoso «Dopo cena non ci sono».
Ellie lo guarda perplessa «Esci di nuovo?» e Dean annuisce «Ho un appuntamento».
La bocca di Ellie si chiude in una piccola “o” di stupore e poi tira le labbra in un piccolo sorriso «Va beh, allora non fa niente. Giocheremo un’altra volta se ti andrà». Dean la osserva con attenzione e non c’è nessuna traccia di gelosia nei suoi occhi – o almeno così gli sembra – e va bene così. Già ci sono troppi problemi – perlomeno lui ne vede parecchi –, è bene evitarne altri di questo tipo.
 
In fondo non è per farla ingelosire che esce con quella… insomma, non era questa l’idea e lui ha solo bisogno di svagarsi, tutto qui. Non c’è nessun doppio fine; è solo il suo modo di non cedere, di preservare un rapporto bello e non distruggerlo per una voglia che, sicuramente, non saprebbe far durare a lungo. Lui non è così.
 
Ellie mette le carte a posto nel mazzo e si dirige verso la cucina. Dean la segue, in silenzio.
 
Durante la cena, Dean ripensa a come li ha trovati quando è tornato e guarda Ellie «Non sai giocare a carte?»
Lei scuote la testa e manda giù il boccone, sorridendo «Poco. Solo i giochi dei bambini» il suo sguardo si sposta su Bobby «A proposito, brontolone, niente partita a carte stasera. Dean non c’è».
Gli occhi del vecchio cacciatore si piantano sul diretto interessato «E dove andresti?»
Dean mostra un sorriso malizioso, cercando di celare l’amarezza perché è sempre meno convinto che sta facendo la cosa giusta «A prendermi una birra con la cassiera del supermercato. Niente di che».
 
Bobby fa spallucce e non risponde a lui, si limita ad osservare Ellie «Troveremo qualcos’altro da fare». Lei gli sorride e annuisce e neanche per un secondo si volta a guardare Dean che non sa se è per questa storia o perché se ne sta andando di nuovo – dopo che non fa altro praticamente da un paio di giorni, anche se ieri si sentiva più giustificato, in un certo senso – o è una semplice coincidenza e si sta solo facendo delle paranoie per qualche strano motivo, ma decide di ignorare tutto e non pensarci. E’ meglio così.
 
Dopo cena, sale in camera per vestirsi velocemente. Non ha bisogno di presentarsi a quella tipa con tanti fronzoli; una camicia a quadri blu con le righe bianche e rosse e un paio di jeans vanno alla grande. E poi andranno in un pub, non al Gran Galà di chissà cosa, perciò è già tanto se mette la cintura ai pantaloni.
 
Scende di sotto e prende la giacca di pelle, preoccupandosi di alzarne il colletto come fa di solito e dà una sbirciata in cucina per salutare Bobby ed Ellie, ma non trova nessuno. Tutto è a posto e in ordine – Ellie è già passata e ha dato l’olio di gomito, a quanto pare –, ma di loro nessuna traccia.
 
E’ già la seconda volta in un giorno che “li perde”, così prova a cercare dove li ha trovati prima, ma non sono neanche nello studio. Capisce dove “si nascondono” solo quando sente una voce provenire dal salotto, il posto dove Bobby tiene la televisione [3].
 
Si avvicina alla porta e quello che vede lo fa sorridere: Ellie e Bobby, seduti rispettivamente sul divano e su una sedia, si stanno guardando un film, uno dei western che a lui piacciono tanto, con Clint Eastwood come protagonista ed ogni suo proposito di uscire, in questo momento, si fa incredibilmente meno prorompente.
 
Non badano a lui finché non si dirige verso il divano, dando le spalle ad Ellie – vestita con una delle magliette che mette per dormire e dei pantaloncini gialli di dubbia bellezza che le arrivano fino a metà coscia – che però deve accorgersi della sua presenza perché si volta verso la sua direzione. «Che fai? Non dovevi andare a fare conquiste?»
Bobby fa lo stesso. «Già, che ci fai ancora qui?»
Dean si accomoda la giacca, stringendone uno dei lembi quasi di riflesso «Stavo per farlo. Ma state guardando—»
«“Per un pugno di dollari”. Lo conosci?» Dean annuisce «Ho raccontato a Bobby del mio problemino con i film e mi ha detto che questo è bello e che non dovrebbe farmi addormentare».
«Me lo auguro per te. Clint Eastwood non farebbe dormire neanche un cavallo».
Ellie sorride «Ti piace?» e Dean si avvicina di più al divano, senza neanche rendersene conto. «Certo che sì» si toglie la giacca e la appoggia sullo schienale, per poi fare il giro e sedersi alla destra di Ellie che lo guarda stralunata. «Ma il tuo appuntamento?»
Dean si tira su le maniche della camicia «Può aspettare» e si accomoda meglio. Sì, l’appuntamento – o quello che è – può davvero attendere perché nessuna Brittany ha il sapore di casa quanto una serata con una birra e un vecchio film a casa di Bobby.
 
Quando lui e Sam erano piccoli e papà li lasciava qui per settimane, hanno visto tanti di quei film in questo salotto e ne nascevano i battibecchi più stupidi, le classiche discussioni che Bobby riusciva a placare con uno dei suoi soliti borbottii ed è questa l’aria che si respira adesso e Dean non vuole perdersela per niente al mondo.
 
Bobby scuote la testa sorridendo, ma Dean non gli dà peso, concentrando tutta la sua attenzione sullo schermo del televisore.
 
Divide la birra con Ellie e ben presto si ritrova a finirla, dato che a lei non va più e la prima mezz’ora di film fila alla grande. Dean ogni tanto gira lo sguardo verso di lei e la trova sempre interessata e attenta e non gli sembra vero che qualcuno sia riuscito a farle apprezzare qualcosa che lui adora, addirittura uno dei film del suo genere preferito.
 
Finisce col non prestarle più attenzione, dopo un po’, convinto che ormai non crollerà più e quasi sussulta quando sente qualcosa appoggiarsi al suo braccio sinistro.
 
Si volta e trova Ellie con la testa lì sopra, ancora concentrata sullo schermo, ma con una faccia un po’ meno vispa di prima. Lei alza lo sguardo e gli sorride, senza muoversi però.
«Tranquillo, non dormo. Mi appoggio soltanto» si accomoda meglio, le ginocchia piegate verso di sé e il busto leggermente disteso verso il fondo del divano; Dean non è tanto convinto che riuscirà a rimanere sveglia, ma non le chiede di spostarsi o altro, non le dice niente.
Non passa molto tempo quando si volta ancora, non sentendola più muoversi, e la trova addormentata come un sasso, la sua mano sinistra appoggiata al suo braccio. Aveva tutte le ragioni a dubitare del suo proposito di rimanere sveglia. 
 
Sbuffa sonoramente, ma non la sveglia; era convinto che almeno questo film le piacesse e non la facesse addormentare, ma ha cantato vittoria troppo presto. La guarda ancora un secondo e riflette che Ellie deve essere davvero stanca stasera dopo tutto quello che ha fatto oggi e, in fondo, non importa se è crollata, non fa niente ma, soprattutto, a lui non dispiace essere rimasto.
 
Ne è valsa la pena lasciare quella tipa ad aspettarlo nel parcheggio del supermercato e pazienza per la sua serata di sesso praticamente sicuro, ma è convinto che gli è andata molto meglio, perché non c’è niente di più appagante di una birra fresca e un bel film insieme a chi vuole bene – anche se Dean ha davvero uno strano modo di dimostrarlo – dopo una lunga giornata come quella appena trascorsa. 
 
[1] Il salone a cui faccio riferimento è quello che si vede nella puntata 5x15 “Dead men don’t wear plaid”, quando Bobby, Sam e Dean (soprattutto Dean) mangiano la torta fatta da Karen, la moglie di Bobby resuscitata dall’incantesimo di Morte. Non ricordo se si era visto in altre puntate e, sicuramente, l’idea che Sam e Dean potessero averci giocato durante le loro visite a Bobby quando erano piccoli è frutto della mia fantasia.
[2] Secondo le regole internazionali pervenute alla sottoscritta tramite un’accurata lettura della pagina di Wikipedia (XD), è possibile giocare a Burraco con squadre di due giocatori o singolarmente ed esiste anche una versione per tre giocatori. Poker o Bridge, invece, prevedono da due a nove giocatori il primo (almeno nella versione americana), un minimo di quattro il secondo.
[3] Il “salotto”, invece, è – almeno nella mia immaginazione – la stanza che si vede nell’episodio 7x10 “Death’s door”, quando prima di morire Bobby ricorda di quando i ragazzi bisticciavano prima di vedersi un film insieme. 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: vali_