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Autore: MM_White    03/09/2015    5 recensioni
[Eric x Christina][Spoiler!]
Buio totale. Tabula rasa. Knock-out.
Non è un doposbronza come tanti altri quello che Christina deve affrontare. Aperti con difficoltà gli occhi, infatti, scopre di essersi svegliata accanto ad Eric, il capofazione sadico e spietato degli Intrepidi. Ma non sa assolutamente come diamine sia potuto accadere. E la sua vocina da Candida esige che venga scoperta la verità...
* * *
Dal capitolo 16:
«Che ci fai qui?» Chiedo affiancandolo. «Credevo che i Capifazione avessero delle palestre private.»
«Ne abbiamo, infatti.» Mi guarda con la coda dell'occhio. «Ma oggi avevo nostalgia di questa...»
«Nostalgia...» Ripeto. «Non ti sembra un sentimento troppo profondo per te, Eric? Sai, per abituarti potresti cominciare con qualcosa di più semplice. Con l'ammirazione, per esempio, oppure con...»
«Smettila.» Si scosta dal sacco e mi lancia un'occhiata caustica. «Okei, non avevo nostalgia di questa merda di posto. Sono qui solo perchè speravo di vedere te.»
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Christina, Edward, Eric, Will
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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«Non ti sembra troppo forte?» Chiede Eric facendo cenno al cameriere di andarsene. «Ti ricordo che l'ultima volta che abbiamo bevuto siamo finiti a letto insieme.»
«Bhè,» incomincio a dire con un tono canzonatorio. «Ogni volta che vedi un Intrepido, nove volte su dieci starà compiendo qualcosa di rischioso.»

 

 

 

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18.
Un nuovo punto di partenza





 

Tossisco un paio di volte mentre l'Assenzio continua a bruciarmi la gola e l'esofago.
«Hai ragione...» Biascico. «É davvero troppo forte.»
«Allora lascia perdere,» mi consiglia Eric allontanando il bicchiere. «Preferisco che tu sia lucida, questa volta.»
Mi gira la testa.
«Che tu sia lucida per cosa?» Chiedo sollevando un sopracciglio e afferrando nuovamente il bicchiere.
«Per dopo.»
Lo guardo di sottecchi mentre bevo un'altra sorsata di alcol. Adesso non è tanto spiacevole. Ma Eric afferra di nuovo il bicchiere, questa volta con più decisione, e richiama con un cenno l'attenzione del cameriere. Beve velocemente l'alcolico e ordina altro assenzio e del succo di frutta.
«Succo di frutta?» Chiedo con una risatina.
Possibile che non riesca a reggere un pò d'alcol?
«Sì, è quello che dovresti bere tu.»
«Non sono una bambina.»
«No, non lo sei.» Ride. «Sei solo una ragazzina
Ancora questo appellativo? No, non posso accettarlo. Odio essere chiamata così. Era come mi chiamava quel bastardo di Edward. Al solo pensiero gli occhi si fanno lucidi.
«T-ti ho detto già una volta di non chiamarmi ragazzina!» Strillo ricacciando indietro le lacrime.
La reazione di Eric mi sorprende. Lo vedo infatti sussultare appena, strabuzzando gli occhi, poi la sua espressione ritorna fredda e controllata. Assottiglia lo sguardo.
«Di cosa stai parlando?»
«In quel modo... Ragazzina. Quel giorno...» Farfuglio confusa. La testa è pesante e gli occhi non ne vogliono sapere di stare aperti. «Quando mi svegliai nel tuo letto mi chiamasti così e ti chiesi di non farlo.»
«Me ne ero dimenticato, Christina.» Dice allora lui voltando il volto dall'altra parte.
Queste sono le scuse personalizzate di Eric. Singolari, vero, ma le apprezzo comunque.
«Scusami, io...» Abbasso lo sguardo, imbarazzata. «Non volevo.»
Intanto arriva il succo di frutta e l'alcolico, che Eric si scola tutto d'un fiato. Quando termino di bere anch'io, mi accorgo di avere una certa urgenza.
Devo andare in bagno.
«Posso passare?» Chiedo sollevandomi di scatto. «Torno subito.»

Quando esco dalla toilette mi scontro contro una ragazza. Ci scusiamo frettolosamente, poi la ragazza mi richiama.
«Ehi senti, posso chiederti un favore?»
«Sentiamo...» Biascico stranita, voltandomi.
«Sei da sola?»
«No, in realtà...»
«Perchè sono qui con un gruppo di amici.» Mi interrompe lei. Ha i capelli lunghi fino al sedere e tinti di un rossi acceso. «Ti spiego, sono tutti uomini e sostengono che noi donne non sappiamo reggere l'alcol...»
«Bhè in effetti...»
La ragazza spalanca gli occhioni verdi.
«Ti ci metti anche tu? No, no, dobbiamo assolutamente fargliela pagare!»
«Come...»
«Adesso vieni con me e dimostriamo a quei buoni a nulla che si sbagliano!»
«Non mi sembra una buona id...» Mi oppongo abbassando lo sguardo sui suoi anfibi.
Ma la ragazza mi interrompe di nuovo. Tipico degli Intrepidi: non sanno ascoltare.
«Ma si dai, vedrai che lo è! Comunque piacere, io sono Fiamma.»
«Fi-fiamma?» Le stringo la mano. Sulle dita ci sono delle lettere. T-I-D-E. Marea.
«Sì, sai le fiamme degli Intrepidi...» Si gratta la nuca. Sul collo ha un vistoso tatuaggio ma non riesco a capire che cosa raffiguri. «In realtà mi chiamo Fiona. E tu?»
«Christina.»
«Niente soprannomi?»
«Niente soprannomi.» Confermo.
Fiona detta Fiamma sorride e mi cinge il collo con un braccio. É alta quanto me, ha le calze strappate e una gonna di pelle cortissima. L'ombelico scoperto rivela un piercing luminoso e, adesso che siamo vicine, vedo meglio la tarantola che si è fatta tatuare sul collo. É così ben fatta che sembra potersi muovere da un momento all'altro. Ed io sono così affascinata dal suo carisma e dai suoi modi di fare, che senza accorgermene mi trascina al suo tavolo.
Prima l'assecondi e prima potrai andartene da qui.
Sono i pensieri annebbiati che mi frullano nella testa. Senza però rendermi conto che è passato già molto tempo da quando mi sono allontanata da Eric.
«Vi presento un'amica, ragazzi!» Esordisce Fiamma con entusiasmo. «Si chiama Christina, come vedete è una donna e stasera farà il culo a tutti voi maschietti!»
I ragazzi presenti al tavolo ridono di gusto. Mi sembra di riconoscerne qualcuno, visto di sfuggita al Pozzo o alla mensa, ma non ne sono sicura.
Mi siedo tra loro con un sorriso imbarazzato e incomincio a bere tutto ciò che mi offrono. Quando ormai ho perso il conto dei bicchieri buttati giù, sto ridendo come una pazza.
«Su i bicchieri e giù i pensieri!» Recitiamo in coro all'ennesimo brindisi.
«Dai, cantaci di nuovo quella canzoncina dei Candidi.» Mi esorta un Intrepido. Ha la pelle scura e i denti bianchissimi, nonchè un sorriso sensuale.
«É una filastrocca.» Lo riprendo fingendomi seria. «Okei, state bene a sentire...»
«Sul tavolo, sali sul tavolo!» Incita Fiamma. «Su i bicchieri e giù i pensieri!»
Sto ridendo di gusto e mi sembra un sogno. Non ricordo neanche l'ultima volta in cui mi sono divertita tanto. Mi aggrappo al tavolo goffamente, poi mi tiro su, facendo vibrare i boccali.
«Allora...» Tracanno l'alcolico che ho in mano fino all'ultima goccia.
«Non è certo colpa mia,» inizio a recitare con enfasi. «Se oggi ho detto una bugia...»
Qualcosa mi tira la felpa dalla schiena, facendomi vacillare.
«Un attimo!» Biascico tra le risa dei miei compagni di bevuta. «Quindi, dov'ero rimasta. Ah sì giusto. Se oggi ho detto una bugia. Ma dovevo...»
Mi sento tirare verso il basso, poi un uomo possente mi prende fra le braccia.
«Eric!» Lo saluto facendo dondolare le gambe. «Ti unisci a noi?»
«A dir la verità ti sto portando via...»
«Noooo! Di già?» Mi lamento mentre mi rimette giù. «Bhè è stato un piacere conoscervi ragazzi!»
«Non portarcela via!» Prega Fiamma, trattenendomi per il braccio.
Eric la scosta bruscamente, lanciandole un'occhiataccia.
«Dai andiamo...» Mi dice poi, mettendomi una mano dietro la schiena.
Sono brilla, è vero. Ma non mi lascio abbindolare lo stesso così facilmente. So benissimo dove vorrebbe andare Eric e soprattutto cosa vorrebbe fare, ma non glielo permetterò.
«No, Eric!» Punto i piedi per terra. «Anche se ti sembro ubriaca io non verrò a letto con te.»
Eric solleva un sopracciglio, poi sembra arrossire.
«Oh-oh-oooh!» Esclamano i ragazzi al tavolo.
«Ma dai Eric,» esordisce Fiamma. «Fai ubriacare fanciulle indifese per portartele a letto?»
«Voi l'avete ridotta così,» li incolpa il Capofazione fulminandoli con lo sguardo. «Io avrei preferito che fosse lucida!»
Poi mi solleva su una spalla neanche fossi un sacco di patate e mi trascina fuori dal locale.
«Dove mi stai portando?» Sbraito calciando le gambe in aria. «Non voglio venire con te, non voglio!»
«Taci cretina! Ti riporto al dormitorio.»
Aspetta un attimo, qui c'è qualcosa che non va. Eravamo entrati nel locale con uno scopo preciso. A parte bere, ovviamente. Anzi, adesso che ricordo Eric doveva dirmi qualcosa, anche se non ricordo bene cosa.
Su Christina fattelo venire in mente!
«Christina, ti senti bene?»
Mi sono accasciata inerme contro il corpo di Eric, lasciando che mi trascinasse ovunque volesse. Mi gira la testa e le palpebre sono così pesanti che fatico a sollevarle.
«Sei un caso perso.» Mi canzona la voce ovattata di Eric. «Guarda cosa ti combina un pò di alcol.»
«Allacciate le cinture,» strillo all'improvviso. «Si parte!»
«Dannazione, non posso portarti al dormitorio in queste condizioni.»
«Perchè?»
«Perchè darebbero la colpa a me, ecco perchè.»
«Quindi dove mi porti?»
«Al mio appartamento.»
«Come l'altra volta?»
«Sì, Christina. Come l'altra volta.» Lo sento sbuffare. «Tanto sono sicuro che domani mattina non ricorderai niente e mi darai di nuovo del maniaco.»
«Ma tu sei un maniaco!» Rido.
«Se non la smetti di parlare te ne darò prova.»
«Okei. Bocca cucita!» Rido ancora. «Uh ma guarda! C'è il tuo vicino!»
«Lascialo perdere. Non fiatare!»
Quando sorpassiamo Kira, che assiste divertito per la seconda volta alla stessa scena, sollevo il capo e lo saluto con la mano. Lui però ricambia con troppo entusiasmo.
«Ciao bella!» Grida facendomi l'occhiolino.
«Cosa ti avevo detto?» Mi rimprovera allora Eric dandomi uno strattone.
«Hai sentito? Mi ha chiamato bella...» Biascico lasciando che la testa ricada a penzoloni verso il basso.
«Sì, dovrebbe farsi vedere da uno bravo.»
«Perchè, non mi trovi bella?»
«No, io ti trovo meravigliosa.»
Strabuzzo gli occhi.
«Dici sul serio?»
Lo sento ridere ma non risponde. Ormai ci ho fatto l'abitudine.

 

*

 

Quando riapro gli occhi, un manto di stelle mi lascia incantata. Sono tante e bellissime e so che non sono l'unica che può ammirarle. Questo le rende ancor più meravigliose.
Volto il capo e mi ritrovo davanti Eric. É in piedi, di schiena. Scruta qualcosa oltre la finestra e io mi chiedo cosa ci sia di tanto interessante da guardare.
Se solleva gli occhi può godere della vista più spettacolare che ci sia e lui è lì che fissa i contorni della città. Ma poi, mi accorgo che anch'io potrei rivolgere il mio sguardo alle stelle e invece i miei occhi sono incollati alla figura di Eric. E non ne vogliono minimamente sapere di spostarsi.
Sussulto quando una nuvola di fumo si eleva oltre la sua testa. Sta fumando una sigaretta rollata con della carta scura. Questa è la quarta o quinta volta in vita mia che vedo qualcuno fumare.
«Com'è?» Gracchio con la voce impastata.
Eric si volta di scatto, spaesato. Poi capisce a cosa mi stavo riferendo.
«Vuoi provare?»
Annuisco, appoggiandomi sui gomiti. Lui si avvicina a me porgendomi la sigaretta. Quando aspiro, il fumo mi invade i polmoni come fuoco, facendomi tossire. Eric sorride e si rimette la sigaretta fra le labbra.
«Prima l'alcol, poi il fumo...» Rimugina chinandosi per slacciare gli anfibi. «Adesso credo che manchi solo del buon sesso.»
Ma io non lo sto ascoltando perchè sto ammirando il suo fisico incredibile e i suoi occhi incantevoli.
«Hai un fisico incredibile e degli occhi incantevoli.» Biascico stralunata.
«Cosa!?»
«Non arrossire, è la verità!»
«Bhè quanto meno è un buon inizio.» Dice fiondandosi in bagno.
Sorrido, ripensando al modo in cui è arrossito poco prima. Finge tanta spavalderia e poi basta un complimento per mandarlo in tilt. Ma a cosa si riferiva con quel ''quanto meno è un buon inizio''? La nostra conoscienza non è mica una novità dato che sono passate molte settimane dal Giorno della Scelta. Ma poi ripenso a come sia iniziato il nostro rapporto e devo chiamarlo proprio così, dato che non so come altro definirlo. Rapporto. Non siamo infatti nè amanti, ne amici e neanche propriamente dei nemici. E il nostro non è neanche un normale rapporto tra Iniziata e Capofazione. Non lo è di certo, se adesso mi ritrovo stesa sul suo letto.
Ed è iniziato tutto con urla, rimproveri, risvegli inaspettati, gambe penzolanti verso lo strapiombo, segreti, risate derisorie, dispetti, punizioni, inganni, sfide, frasi allusive.
Bhè, in effetti il nostro rapporto non è cominciato nel migliore dei modi.
Ma qualcosa mi dice che Eric è pronto per ricominciare. La vera domanda che dovrei pormi adesso è: lo sono anch'io?


 


 

 

~ Approfitto di questo spazio per ringraziarvi tutte, non solo chi recensisce
ma anche chi ha inserito la storia tra le suguite, ricordate, preferite.


Nella prossima puntata:

 

«Eric...»
Mi tremano le labbra mentre pronuncio il suo nome.
Ed è come se, parlando, abbia fatto cadere il muro che avevo costruito per non essere più tanto vulnerabile.
Eric volta il capo e mi accarezza la sommità della testa con una guancia, stringendomi ancora più forte.
Non è un gesto da Eruditi, questo, e neanche da Intrepidi o Abneganti o Candidi.
Forse è un gesto da Pacifici e, dato che Eric non ha nulla in comune con questa fazione,
mi ritrovo a pensare che sia solo un gesto umano.
Il gesto di un ragazzo che ha a cuore i sentimenti della ragazza che sta piangendo tra le sue braccia.

   
 
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