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Autore: Temperina    03/09/2015    1 recensioni
Esiste il contrario di déja vu. Lo chiamano jamais vu. È quando incontri le stesse
persone o visiti gli stessi posti in continuazione, ma ogni volta è come fosse la prima.
Tutti sono sconosciuti, sempre. Niente risulta mai familiare.
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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« Cosa vuol dire che non vieni stasera? »
« Non mi sento bene » tossisco, consapevole di non essere molto convincente.
« Riley! Andiamo! » Paige mi guarda torva. « Si può sapere che diavolo ti prende? »
« Ho un brutto presentimento. Se andremo a quella festa, ci succederà qualcosa di male.
Lo sento. »
Paige resta impassibile. « E da quando avresti dei poteri paranormali? »
« Non ho poteri paranormali. È solo che... » Paige è la mia migliore amica e decido di
dirle la verità: « È come se avessi già vissuto questa giornata » confesso. « Ieri. »
La mia amica mi guarda perplessa: « Riley, tu non hai mai creduto in queste cose. E
neanch’io. »
« Lo so, ma... devi fidarti di me » non so che altro dire. « Ti fidi di me? »
Paige sospira: « Okay, dimmi qualcosa che deve ancora succedere. »
« Peter » rispondo dopo un attimo di esitazione. « Ha bucato una gomma ed è arrivato
dieci minuti in ritardo. Poi siamo andati alla festa di Amber… a un certo punto,
eravamo in bagno e abbiamo sentito degli spari… e gente che correva e gridava… Poi
qualcuno sfondava la porta e… ci uccideva. »
Una doppia suonata di clacson mi smentisce prontamente, Peter non è mai stato così
puntale.
« Dicevi? » Paige si lascia sfuggire un sorriso trionfante. « Verrai alla festa con me, a
costo di trascinarti lì in pigiama! »
« Potremmo fare qualcosa noi tre » propongo.
« Sai che novità! » sbuffa lei. « Ci sarà Brian stasera » dice abbassando lo sguardo. « È la
mia ultima occasione per parlargli prima che parta per le vacanze. »
Brian è il suo ex ragazzo, si sono lasciati da due mesi, ma lei è ancora innamorata.
« Lo vedrai anche alla consegna dei diplomi lunedì » le ricordo.
« Sì, ma ci saranno i nostri genitori, le foto da fare… ho bisogno di stare qualche minuto
sola con lui. Ti prego! »
Come posso dirle di no?
« Okay » mi lascio convincere, Peter non ha forato la gomma quindi, dopo tutto, potrei
essermi anche sbagliata.
Paige mi mostra due vestiti: « Allora scegli il rosso o il nero? »
« Nero! » rispondo pronta, ieri indossavo un vestito rosso.
Se il battito d’ali di una farfalla è in grado di provocare un uragano dall’altra parte del
mondo, potrà un cambio d’abito salvarmi la vita?
Due ore dopo, alla festa, sono un fascio di nervi.
Oltre al timore di comportarmi in maniera goffa, c’è anche la paura che, da un momento
all’altro, qualcuno irrompa in casa di Amber e inizi a fare fuoco sui miei compagni di
scuola.
« Smettila di fissare la porta! » mi intima Paige sottovoce, « Alex arriverà. »
Annuisco. In questo momento, Alex è l’ultimo dei miei pensieri.
« Ecco le vostre birre, signore! » Peter ci passa due bicchieri.
Ne bevo un sorso abbondante, ho bisogno di rilassarmi, anche se è quasi impossibile.
In fondo alla sala noto Jack Brown. Cosa ci fa qui? A scuola non parla mai con nessuno,
per quanto ne so, non ha amici. Odia tutto e tutti. In classe fissa la finestra per tutto il
tempo delle lezioni e, in pausa pranzo, se ne sta per i fatti suoi a fumare o gira per i
corridoi borbottando da solo.
E se fosse venuto qui per ucciderci tutti?
« Allora come mai non volevi più venire? » mi chiede Peter.
« Avevo un brutto pres... »
« Roba da donne. » taglia corto Paige. « Non puoi capire. »
« Okay. Non insisto allora. » Nota il mio bicchiere ormai vuoto: « Qui ci vogliono rinforzi. »
« Grazie » mormoro mentre si allontana.
« Riley, insomma, sei tesa come una corda di violino! Vuoi che andiamo in bagno a
sistemarci il trucco? »
« No! » mi accorgo di avere alzato il tono di voce. « Guarda, è arrivato Brian! Perché non
vai a salutarlo? »
In fondo, siamo venute qui per questo.
Mentre Paige si allontana, Diane Jacobson mi dà una spallata facendomi andare a
sbattere contro qualcuno.
È Alex. E, per colpa mia, si è appena rovesciato la birra addosso.
« Oddio, mi dispiace tanto! »
Ora penserà che sono un’imbranata.
« Non preoccuparti, succede » sorride.
Sono quasi sicura che sia un sorriso di compassione.
« Sono Riley. »
Veniamo spintonati e finisco praticamente tra le sue braccia.
« So chi sei » sussurra lui.
Non siamo mai stati così vicini da quando eravamo compagni di laboratorio.
Riesco a sentire il suo profumo.
Veniamo colti di sorpresa dagli spari. Sembra che provengano dal piano di sopra.
Qualcuno inizia a urlare.
Alex mi afferra per un braccio e mi trascina verso la porta d’ingresso.
Si sta preoccupando per me, vuole proteggermi.
Poi, all’improvviso, inizio ad avvertire una sensazione di calore all’altezza del ventre.
Le gambe non mi reggono più e cado sulle ginocchia.
Mi tocco istintivamente la pancia e mi ritrovo con la mano ricoperta di sangue.
Alex si gira verso di me, spalanca la bocca in una smorfia, mentre io vengo inghiottita
dal nulla.
   
 
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