Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: catoptris    05/09/2015    2 recensioni
Due persone possono essere davvero destinate a stare insieme?
Fatte l'uno per l'altra.
Anime gemelle.
Sarebbe bello se fosse vero.
Avere qualcuno là fuori che ci sta aspettando.
Noi in attesa di qualcuno.
Solo che non sono sicura di crederci.
(...)
Forse ci credo a tutta questa storia dell'essere destinati.
Perché non crederci, alla fine?
Chi non vorrebbe più poesia nella sua vita?
Forse spetta a noi far sì che accada.
Farsi avanti ed essere destinati l'uno all'altra.
Almeno così potrete saperlo con certezza.
Se siete fatti per stare insieme oppure no.
(anche su wattpad)
Genere: Fantasy, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Oh andiamo! Per favore! Almeno tu Harry!- le braccia della rossa si sollevarono verso il cielo, facendo ballare qualche riccio sulle sue spalle mentre piagnucolava in direzione dei due amici, le cui braccia incrociate al petto lasciavano intendere il loro completo dissenso alla situazione.
-Andiamo? Sul serio Hermione? Andiamo? Quella è amica di Malfoy! E non è una Serpeverde, come fai a fidarti di lei e della sua parola?- replicò Ron, allargando a sua volta le braccia, sconvolto dalla testardaggine dell’amica.
-Solo perché è amica di Malfoy non vuol dire che anche lei è una serpe! È sincera ed è una buona amica, ti sa ascoltare.- sbuffò in risposta Hermione, roteando gli occhi verso il cielo e lasciando ricadere le braccia pesantemente lungo i fianchi.
-Herm, vanno a lezione insieme, nel senso insieme insieme. Malfoy le porta anche i libri.- continuò Harry, scocciato più di tutti della situazione.
La ragazza di cui parlavano, Azure, non le andava per nulla a genio. Non perché era amica di Draco Malfoy pur essendo una corvonero, o perché, in più situazioni, lo aveva privato della spalla della sua amica Hermione, era più il fatto che ogni volta incrociava i suoi occhi grigi come la nebbia invernale vi scorgeva una scintilla che gli diceva di starle alla larga. Più c’era distanza tra loro meglio era.
-..chi frequenta!- fu l’unica cosa che percepì Harry prima di vedere la ragazza uscire dalla Sala Comune a grandi passi.
-Sei riuscito a farla incazzare ancora una volta, complimenti Ronald.- con una pacca sulla spalla il ragazzo salì nel dormitorio maschile, lasciando il rosso al centro della stanza con aria afflitta e le spalle curve in avanti.
-Oh miseriaccia, deve essere sempre colpa mia!-

Nel frattempo, nella Sala Grande, una ragazza dai capelli del colore simile alla pece rideva a gran voce di fianco al biondo vestito in verde ed argento, i colori della sua casa, che sorrideva, con una scintilla sincera negli occhi. Tutti sapevano che raramente i Malfoy avevano quello sguardo, lo sguardo di chi ha veramente fiducia, di chi lascerebbe la mano nelle mani di un’altra persona. Quelli erano comportamenti da Grifondoro, non da Serpeverde, figuriamoci se era un comportamento da Malfoy. Quel che nessuno sapeva era che la ragazza la sua fiducia se l’era guadagnata dal primo momento in cui i loro sguardi si erano incrociati. Durante lo smistamento, al primo anno, non appena il cappello aveva gridato Corvonero la ragazza si era voltata verso il tavolo della casa dei Serpeverde con sguardo quasi afflitto. Il biondo lo aveva notato, ma non ci aveva dato molto peso. Aveva successivamente visto lo sguardo di lei illuminarsi quando il cappello, nemmeno posato sulla sua testa, aveva esclamato a gran voce Serpeverde. Per molto tempo si erano lanciati semplici rapidi sguardi. Un paio di mesi dopo, però, il biondo era schizzato tra la folla di alunni, evitandone il più possibile, verso il bagno inutilizzato delle ragazze. Si era chiuso lì il più rapidamente possibile, pensando di non essere stato visto da nessuno. Due occhi grigi però lo avevano seguito lungo tutto il corridoio e, dopo pochi minuti d’esitazione, la ragazza si era avvicinata cauta alla porta, scivolando all’interno della grande stanza prima di essere vista. Sentì dei singhiozzi e sapeva benissimo che non appartenevano al fantasma della ragazza che era lì dentro.

-Draco Malfoy?- chiese incerta, avanzando lungo il breve corridoio cercando di capire dove fosse. I capelli chiari le ondeggiavano sulle spalle morbidi come la spuma del mare.
-Vattene.- esclamò lui, duro, cercando di nascondere la voce spezzata. Lei chinò lo sguardo e scorse una piccola goccia di sangue che spiccava su di esso, più avanti sempre di più.
-Non finché non esci da lì.- la frase le uscì spontanea, con voce sicura. Si stupì quasi di se stessa.
-Chi sei?- questa volte la voce del ragazzo era più tremante ed alla fine si sentì un lieve lamento represso uscirgli dalle labbra. La ragazza nel frattempo si era fermata di fronte ad una delle porte, sentendolo posizionato dietro di essa, puntando quindi la bacchetta contro la serratura per farla scattare e far aprire la porta, inclinando il capo da un lato nel vedere il ragazzo rannicchiato in un angolo. Quasi gli si illuminarono gli occhi quando la vide.
-Dov’è che sanguini?- gli chiese, accovacciandosi sulle ginocchia davanti a lui.
-Non ha importanza.- ma lei non lo ascoltò e alle sue spalle comparve una scatola che, a prima vista, somigliava ad una cassetta di quelle che utilizzavano i babbani per medicare.
-Invece ce l’ha. Preferisci andare in infermeria?- la voce della ragazza era ferma mentre si voltava ad aprire la scatola, tirandone fuori garze ed una boccetta con all’interno del liquido verde.
-Come hai fatto?- a quel punto Draco avanzò di poco, sempre sul pavimento, facendo così uscire entrambi dallo spazio angusto della cabina, osservando i movimenti attenti e precisi della ragazza nel mentre che faceva gocciolare un po’ di liquido su di una garza.
-Molte cose me le hanno insegnate quando ero piccola, sia della vita dei babbani sia sugli incantesimi, e siccome non sono pratica nelle cure con la magia, facciamo a modo mio.- spostò lo sguardo sul suo viso, trovando il suo sguardo fisso su di lei. -Sempre che tu non preferisca realmente andare in infermeria.- concluse, scivolando al suo fianco. L’altro sospirò, scostandosi le mani da davanti il petto e chinando di poco il davanti della maglia e del mantello, scoprendo un lungo graffio dal quale sgorgava un rivolo ancora fresco di sangue. Lo sguardo di lei si bloccò per poco sul punto, osservando come il rosso risaltasse sulla pelle pallida del ragazzo, prima di battere più volte gli occhi ed avvicinare la garza inumidita per pulire la ferita. Non appena questa venne a contatto con la pelle del ragazzo lui si ritrasse, contraendo il viso in una smorfia.
-Stai fermo.- gli intimò lei, posando quindi l’altra mano dietro la sua schiena e riavvicinandosi, iniziando a tamponare il più delicatamente possibile. Ripulì la ferita nel silenzio più totale, interrotto solo dal respiro spezzato di lui ogni volta che sentiva premere poco più su di essa.
-Com’è successo?- chiese allora lei, voltandosi per prendere una seconda garza pulita e lasciando cadere quella sporca sul pavimento accanto alla cassetta. I fili intrecciati in una fitta rete le si appiccicavano alle dita in più punti mentre cercava di fissarli sul petto del ragazzo, coprendo solo il necessario, senza esagerare.
-Un.. gufo. Sì, il gufo di famiglia.- annuì il ragazzo, esitando.
-Draco..- mormorò lei. Sollevò lo sguardo verso il suo viso dalla posizione chinata in cui era ed il battito del ragazzo aumentò leggermente, vedendo il proprio riflesso nelle sue iridi. Quindi sospirò, distogliendo lo sguardo.
-Dovevo fare una cosa per mio padre, ma non ci sono riuscito, ha contattato un ragazzo del quinto che mi ha colpito.- il tutto venne detto con tono di voce basso e lo sguardo verso un punto indefinito. -Ti prego non dirlo a nessuno.- sospirò nuovamente, sforzandosi di portare lo sguardo sul viso della ragazza.
-Che sei stato colpito da uno di quinto e ti sei messo a piangere oppure che ti sei fatto medicare da una ragazza?- rise lei, lievemente, facendo quindi sorridere anche il ragazzo.


-Hai ancora la cicatrice?- chiese la ragazza, posando la testa sulla mano, con il gomito sul tavolo e lasciando cadere i capelli da un lato mentre faceva scivolare l’altra mano in avanti nel tentativo di abbassare di poco la maglia dell’altro che si ritrasse ridendo.
-E chi sono, Potter?- cercò di farsi serio, ma un sorriso divertito gli spuntò sulle labbra, facendo sorridere di conseguenza la ragazza.
-Draco Potter,- iniziò lei, con il tono tipico dei presentatori, -mica male come suono!- terminò, facendo ridere nuovamente il ragazzo.
-Ti prego, ha un suono orribile. Mille volte meglio Malfoy.- la ragazza sapeva quanto realmente odiasse il suo cognome, non per chissà cosa, semplicemente non gli piaceva far parte di quella famiglia. Erano troppe le maschere che doveva mantenere, e quando stava con Azure crollavano tutte. Rimetterle era un’impresa.
-Sai che questo Natale sei invitato da me e non accetto un no come risposta, giusto?- continuò lei, facendo quindi sporgere di poco il labbro inferiore. Lui sorrise.
-Ed il ballo del ceppo?- nella sua voce si sentiva una nota di speranza, appena accennata. La ragazza arricciò le labbra in una piccola smorfia, arricciando di conseguenza anche la punta del naso.
-Contavi di andarci con qualcuna in particolare?- lei sperava, anche se di speranza ne aveva poca.
-Veramente io..-
-Azure!- la voce di una ragazza lo interruppe, facendogli sollevare lo sguardo al cielo prima di voltarsi con il busto, lasciandosi cadere con il viso tra le braccia posate sul tavolo.
-Che succede Herm?- l’altra balzò in piedi, per lo più spaventata dell’interruzione improvvisa da parte della ragazza.
-Devo parlarti, per favore.- Azure sospirò, radunando i libri e chinandosi verso Draco che aveva sollevato solo di poco la testa dal tavolo.
-Ci vediamo dopo Dra.- mormorò lievemente prima di lasciargli un veloce bacio sulla guancia, girandosi infine in direzione dell’altra che la afferrò rapidamente per le spalle.
-Ciao anche a te Granger!-  quasi gridò lui nel tentativo di farsi sentire dalle due ora uscite dalla sala. Una cosa sola aveva certa: chiedere ad Azure di andare con lui al ballo sarebbe stata un’impresa.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: catoptris