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Autore: serClizia    05/09/2015    4 recensioni
Creazioni del Drabble Event "Winter Is Coming"
1 - Clarke è di turno al pronto soccorso quando incontra Bellamy, che è dovuto correre lì per qualcosa di imbarazzante.
2 - AU in cui Clarke deve uccidere Bellamy prima che i terrestri inizino a torturarlo.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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AU in cui Clarke deve uccidere Bellamy prima che i terrestri inizino a torturarlo.
Note: è un prompt della giornata all'insegna dell'angst. Quindi io vi avviso... ANGST.


“Aspetta.”
Clarke prende Lexa per un braccio. Sa che per farsi valere con quella principessa guerriera deve essere dura come il marmo, impenetrabile, dallo sguardo fermo come lei.
“Voglio dirgli addio.”
Lexa annuisce, fa’ segno al suo popolo che la lascino passare.
I terrestri si aprono per lei, le fiamme delle torce che guizzano nella notte, un tintinnio di spade e orpelli a seguirli.
Bellamy è là, in fondo a quel corridoio di anime, legato a petto nudo ad un palo troppo alto per tirarlo via, troppo spesso per tagliarlo. Questi barbari hanno pensato proprio a tutto.
Quando la scorge che avanza a testa alta verso di lui, le scocca un’occhiata di avvertimento.
‘Non osare nulla, principessa.’
Tipico di lui, preoccuparsi della sua sorte quando sta per essere tagliato da mille coltelli, e ucciso. Clarke gli scocca un’occhiata torva di rimando. ‘Non dirmi cosa fare, soprattutto non ora.’
Gli arriva di fronte, e il cerchio si richiude dietro di lei.
Non c’è privacy, non c’è modo di ideare un piano di fuga, nessuna possibilità di salvarlo. Bellamy probabilmente l’aveva già capito.
Clarke ricaccia indietro le lacrime, sa che non saranno di conforto a nessuno dei due. Cerca di sorridergli, ma gli viene male, tutto storto, sotto quelle sopracciglia piegate all’ingiù.
Bellamy fa un cenno col capo, capisce che ci sta provando e non se la prende per non esserci riuscita.
“Per favore,” dice, e ha la voce ferma come non gliel’ha quasi mai sentita. “Prenditi cura di Octavia.”
Clarke annuisce, il proposito di non piangere ad un passo dall’andare a farsi fottere. “Certo.”
Le catene ai polsi tintinnano, là in alto, quando si sporge verso di lei per sussurrarle all’orecchio.
“Appena è finita, scappate. Non fare patti con queste persone, non fidarti di loro. Scappa e basta.”
Continua ad annuire, incapace di fermarsi. “Certo, Bellamy.”
“E Clarke… non è stata colpa tua.”
Clarke strizza le palpebre, una lacrima ribelle ne approfitta per spuntare fuori. “Lo… lo so.”
Bellamy ha ucciso un terrestre mentre la stava cercando. Non era sua intenzione, e non è colpa di nessuno.
Eccetto che Clarke se la sente comunque addosso, perché i terrestri lo stanno uccidendo solo per fare un dispetto a lei.
Non vuole che Bellamy m-
Non vuole che Bellamy se ne vada con il peso del suo senso di colpa. Vuole rassicurarlo.
“Non è neanche colpa tua,” gli sussurra di rimando.
“E di chi, allora?”, ribatte. “Di Jaha? Sarebbe bello poter dare di nuovo tutta la colpa a Jaha.”
Forza un sorriso, Bellamy, che sta facendo dell’umorismo per alleggerire in qualche modo questo fardello.
Clarke ridacchia di gusto, le è sempre piaciuto il senso dell’umorismo di Bellamy.
Eccetto che sarà l’ultima volta che lo sente, e i sorrisi di entrambi si spengono così velocemente come sono arrivati.
Si osservano.
Le cose da dirsi sono state dette, e cosa rimane? Tutto, e niente.
Clarke gli getta le braccia al collo.
Quando lo sente piegare la testa di lato, nel suo unico tentativo possibile di ricambiare l’abbraccio, le lacrime cominciano a scendere copiosamente.
“Mi… mi dispiace.”
“Non ti preoccupare.”
E pure Bellamy il leader ha la voce un po’ rotta.
È giunto il momento, ma Clarke non vuole farlo senza che lui sappia cosa sta succedendo.
Comincia a canticchiare, a bocca chiusa, lo stesso motivetto che ha cantato per Atom, tanto tempo fa, nella foresta.
Bellamy capisce.
Prima si irrigidisce, poi si scioglie su di lei. Annuisce, lentamente, dando il suo consenso, spaventato ma in un certo senso sollevato di non dover subire quella atroce tortura.
Clarke fa scivolare fuori la lama dalla manica, continuando a filare la melodia. Bellamy le stringe la spalla col mento, spingendola ancora di più verso di sé.
Gli piazza un bacio da qualche parte tra la guancia e la tempia. “Speriamo di incontrarci di nuovo.”
“Speriamo di incontrarci di nuovo.”
In un solo colpo, la lama si infila nella carne, trapassandogli la gola da parte a parte.
Un fiotto di sangue le imbratta la faccia, ma lei non lo lascia andare finché delle mani la staccano con forza.
Il corpo insanguinato di Bellamy è appeso al palo, senza vita.
Le tappano la bocca e non sa neanche quando ha iniziato a urlare.
  
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