Sam si svegliò all’improvviso ed entrò nella stanza da Castiel. Dean stava per uscire dalla seconda porta segreta della stanza, ma quando si accorse che Sam stava arrivando, si ficcò sotto il letto.

“Ma guarda te, se doveva prendersi tutta la coperta.” Disse Sam, tra sé e sé, infilandosi nel letto.

Castiel non rispose e Sam lo richiamò. “Cas, Cas! Dai svegliati. Cas, siamo in ufficio. Ti ricordi?” chiese.

“Eh? Ah già…” disse Castiel sbadigliando.

“Secondo te dovrei tornare a casa?” chiese Sam.

“Ma quale casa! Dormiamo qui e domattina…”

“In effetti ho un sonno…ma domani abbiamo scuola…e se mio padre ci trova qui?”
 
“Beh, meglio io di Dean, non credi?”
 
Dean alzò le sopracciglia.
 
“Cas, non è il caso di scherzare. A proposito di Dean, secondo te perché non è venuto?”
 
Castiel però era già piombato nel mondo dei sogni.
 
“Bell’amico che ho! Non posso neanche chiacchierare nel pieno della notte!”
 


Dopo qualche minuto, Dean prese il suo telefonino dalla tasca dei pantaloni e fece squillare il telefono di Sam.
 
“Cavolo!” si lamentò Sam, che stava per addormentarsi.
 
Sam andò nell’ufficio più grande e rimase un po’ sorpreso di vedere il nome di Dean lampeggiare sul display.
 
Dean intanto ne aveva approfittato per uscire di soppiatto dall’uscita segreta.
 
 
 
 
 
 
 
*
L’indomani, Sam stava cercando di svegliare Castiel, agitato.
 
“Castiel, svegliati! Ci siamo addormentati! Non dobbiamo farci trovare qui, dai muoviti!!” lo scuoteva.
I due ragazzi, ancora un po’ intontiti – erano le sette del mattino – decisero di andare prima in un bar  a fare colazione, prima di andare a casa per prepararsi per la scuola.
 
Il primo bar che trovarono  a pochi passi dall’agenzia però, trovarono Dean che li aspettava.
 
“Ragazzi! Che coincidenza! Anche voi qui! Unitevi a me nel fare colazione!!” disse Dean, che era seduto ad un tavolino.
 
I due si guardarono basiti, accettando di unirsi a lui per la colazione.
 
 
 
 
 
 
 
 
*
Sam non sapeva cosa fosse successo la notte prima, ma non era sicuro di volerlo sapere. Di una cosa però era sicuro. Dean non sapeva che lui e Castiel avevano passato la notte insieme, altrimenti sarebbe piombato lì come una furia.
 
“Ti ho chiamato per chiederti dov’eri, ma non hai risposto. Hai dormito da Cas?” gli chiese Dean, nel tragitto per andare a scuola.
 
“No, Dean, non ricominciare!!” sbuffò Sam esasperato.
 
“Ehi, guarda che puoi dirmelo tranquillamente. Sia te che io abbiamo diritto di rifarci una vita e detto tra noi, Cas è proprio un bel ragazzo. Me lo farei io, se non ci fossi tu ad ostacolarci.”
 
“C-che cos’hai detto?” chiese Sam, gli occhi fumanti di collera.
 
“Oh, guarda! Siamo arrivati!!” disse Dean, radioso, indicando la scuola.
 
Dean non era sicuro di aver colto al volo tutti gli insulti e rimproveri che aveva subito dal minore, dopo quell’uscita, talmente il folgore della vendetta lo aveva reso felice. Credeva di aver riconosciuto le parole : “Cazzone, brutto deficiente, vaffanculo, idiota.” Ma poi si era perso. Prima che Sam sparisse dalla sua vista credette di aver visto uno scintillio di lacrime sul suo volto e si sentì quasi in colpa.
 
Non importava, tanto lui e Cas non avrebbero dormito insieme quella notte, si disse, malizioso, cominciando a mettere in atto il suo piano.
 
 















Note dell'autrice: 

Il fluff arriverà, lo prometto ahhhah

spero di non avervi deluso con questo capitolo :3