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Autore: Elenie87    07/09/2015    6 recensioni
A seguito della scomparsa della Sfera dei Quattro Spiriti, Kagome non è più riuscita a riattraversare il pozzo. Inuyasha e la ragazza vivranno le loro vite separate e moriranno nelle rispettive epoche. E se il destino avesse ancora un'ultima carta da giocare? Se il loro amore fosse soppravvisuto al tempo? Le loro anime si reincarneranno nel futuro, e con loro ci saranno anche Sango e Miroku. Riusciranno Inuyasha e Kagome ad incontrarsi? Riusciranno a ricordarsi del loro passato? Tutto dipenderà da un unico elemento: l'amore. Ed un pizzico di mistero.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ma buona seraaaaaaaaaaaaaaaa! Eccoci qui con il nuovo capitolo! Chissà dal titolo di cosa mai tratterà XD E dunque ci siamo, i nostri fantastici due stanno iniziando a provare strani sentimenti l'uno per l'altro.... come all'inizio di ogni normale relazione tra uomo e donna! Ed un pizzico di pepe non ce lo mettiamo? :P Certo che si!
Ringrazio veramente tutti quelli che hanno commentato l'ultimo capitolo ed i precedenti! Siete stati tantissimi! Grazie anche a chi ha aggiunto la storia tra i preferiti e le seguite çç Mi commuovo sempre! GRAZIE! Vi lascio alla lettura... e mi affido a voi per sapere cosa ne pensate^^ Un bacione!! Manu.




CAPITOLO 7 - GELOSIA?
 
Inuyasha si alzò quella mattina già con il piede storto. Non aveva dormito un accidente e tutto grazie a quella ragazzina.
“Kagome”. Una fantastica ed emozionante notte in bianco passata a rimuginare sugli ultimi eventi.
Cos’aveva di speciale lo sapevano solo i Kami. Ma grazie a quegli occhioni e quei sorrisi era riuscito a destabilizzarlo non poco.
Si era riscoperto a provare una sorta di attrazione .... Quella ragazza era riuscita a leggergli nell’anima, a placare la sua rabbia verso il mondo intero per la morte dei suoi genitori. Ed era bastata una cosa stupida ed innocente come un bacio sulla guancia per mandarlo completamente in tilt, per non parlare del ballo dove si era dovuto inventare dove mettere le mani per non toccarle la pelle della schiena nuda.
Arrossì di nuovo rimembrando il bacio e quel corpo stretto al suo, e tali pensieri non mancarono di ricordargli cosa potevano provocare nei bassi fondi del suo di corpo.
“Cazzo! Basta!”, sbottò nella sua mente. Non si poteva andare avanti così, era umiliante! Non poteva impazzire così per un sorriso, un po’ di profumo ed un cavolo di bacio.
La suoneria del suo cellulare lo distolse dai suoi pensieri. Lesse l’sms:
*Ciao Inuyasha! E’ un po’ che non ci si vede. Sarò in città qualche giorno per lavoro. Ti va di vederci per un caffè? Seya*
Sorrise. Ecco quello che gli ci voleva. Un po’ di distrazione. Così rispose:
*Ciao Seya! D’accordo, ti va un gelato? Diciamo alle 15.00?*
 
Quel pomeriggio c’era davvero una quantità di clientela infinita. La primavera era ormai inoltrata e le giornate iniziavano a diventare calde.
Kagome si asciugò la fronte servendo il centesimo gelato. Ma quando arrivavano le cinque? Almeno poteva andarsene a casa. Sentì il campanello suonare ed ecco l’ennesimo cliente.
Si voltò e rimase stupita nel trovarsi davanti lui.
-Tasuki?- chiese.
-Kagome?!-  esclamò un ragazzo molto alto e ben piazzato, dai capelli biondi e gli occhi color del cielo.
–Santo cielo, quanto tempo!- disse abbracciando l’amica.
-E’ vero. Non ci vediamo dai tempi delle medie. Come va in Grecia? Sei tornato per salutare i tuoi?-
L’amico annuì.
-Si, sono solo di volata. Ormai la mia vita è laggiù. Ma ..ehi, perché non ci sediamo, così mi racconti cosa hai fatto in tutto questo tempo? E come stanno i tuoi?-
Kagome negò.
-Non posso, sono di turno.-
La voce del capo l’interruppe.
-Prenditi pure quindici minuti di pausa, Kagome, qui vado avanti io-
Lei sorrise ringraziandolo.
-Grazie, Akito-san. Vieni, sediamoci a quel tavolo- disse la ragazza, indicandone uno libero vicino alle vetrate della gelateria.
Tasuki era un suo compagno di classe, ed ai tempi il suo migliore amico. Erano inseparabili. Quando giunse il momento di scegliere la scuola superiore, Tasuki decise di andare all’estero, in Grecia, perché era un suo sogno, oltre che una terra che l’aveva da sempre affascinato per la sua storia e le sue leggende.
Parlarono del più e del meno e quei quindici minuti volarono in fretta. La giovane lo accompagnò verso l’uscita.
-Kagome, noto che se prima eri bella, ora l’aggettivo non è più sufficiente, sai?- le disse strizzandogli
l’occhio facendola arrossire.
Lei le diede un tenero buffetto sul braccio mormorando uno “stupido”.
-Allora a presto, Tasuki. Spero di rivederti presto- gli disse.
Lui annuì abbracciandola e lei lo salutò come faceva sempre quando erano bambini. Gli schioccò un bacio sulla guancia facendolo scoppiare a ridere.
-Accidenti, Kagome! Questo si che mi fa battere il cuore!- disse scherzoso. Entrambi risero.
Ma quando si staccò dall’abbraccio di Tasuki il sorriso le morì sulle labbra.
Davanti a lei c’erano due paia di occhi neri in cui passavano puri lampi di rabbia.
No, la parola rabbia era riduttiva. Le gambe le tremarono. Quella non era affatto rabbia… era pura furia cieca.
 
Inuyasha passeggiava mentre una bella moretta gli stringeva possessivamente il braccio.
Seya non aveva smesso un attimo di tormentarlo con mille domande sulla sua vita. Cosa faceva, dove viveva, come stava, se si era fidanzato ecc..
Ad un certo punto avrebbe voluto zittirla.
-Ehi, Inuyasha, ma ci sei?- gli chiese la ragazza.
Lui sospirò.
-Si che ci sono, Seya, ma mi stai ubriacando con tutte queste domande. Sei diventata un po’ troppo petulante sai?- le disse senza cenno di offesa, con un dolce sorriso sulle labbra.
Lei rise.
-Mascalzone! E’ questo il modo di rivolgerti a tua cugina, dopo un anno che non la vedi?- lo ammonì lei.
-Perdonami, prometto che d’ora in poi sarò un perfetto cavaliere rispondendo ad ogni tua insopportabile domanda- rispose Inuyasha, schernendola.
Seya rise di nuovo e lo riprese a braccetto.
-Antipatico! Insomma, offrimi questo gelato prima che muoia di fame!-
Inuyasha sorrise e la accompagnò verso la gelateria dove andava di solito. Stava per entrare quando una scena si parò davanti ai suoi occhi.
Quella era Kagome, abbracciata ad un tizio. Un tizio che la guardava con occhi languidi.
Ma quello che lo mandò più in cortocircuito fu vederla fare quello che qualche sera prima aveva fatto con lui: diede un bacio sulla guancia a quell’energumeno.
Il sangue smise di fluire al cervello, ed una sola frase gli comparse nella sua mente, senza un senso apparentemente logico.
“Lei è mia…mia!”.
Staccò Seya dal braccio, prendendola per mano e trascinandosela dietro, per poi andare a piazzarsi davanti a Kagome.
Quando lei lo vide la osservò diventare pallida come un lenzuolo.
-Ma buongiorno Kagome- disse. La sua voce sembrava quasi un ringhio.
La vide annaspare nel tentativo di prendere aria.
-C-ciao I-Inuyasha- balbettò.
Poi spostò gli occhi sul bamboccio al suo fianco scoccandogli uno sguardo da far tremare anche i muri. Lui dovette accorgersene perché lo vide irrigidirsi.
“Bene…”
Tornò poi a posarli su Kagome mentre un ghigno malefico si formò sul suo viso.
-Noto che baciare sulla guancia tutti gli uomini che ti vengono a tiro è un’ abitudine. Ti diverte, Kagome?-
La vide impallidire ancor di più a quella frase.
-Io… io stavo solo salutando Tasuki. Non capisco cosa tu voglia insinuare-
Non riusciva a ragionare. Desiderava solo prendere quel tizio per il collo ed appenderlo al muro… quanto a Kagome. Si sentiva tradito.
Tradito... si, ma da cosa? Lei non era la sua ragazza, la conosceva persino da poco. Cosa diavolo gli stava prendendo?!
-Oh. Quindi ora, visto che devi salutarmi, dovresti baciare anche me, giusto?- continuò lui.
Cercava di controllarsi invano, sentiva il suo respiro affannato ed il suo cervello macchinare mille ragionamenti senza senso, provando una possessione verso quella ragazza che non aveva spiegazione.
Vide Kagome aprire la bocca per replicare mentre il suo sguardo stava mutando in una possibile incavolatura, quando intervenne Seya.
-Insomma, Inuyasha, vuoi piantarla?-
 
Inuyasha doveva aver battuto la testa. Si rivolgeva a lei come se fosse una prostituta che se ne andava in giro ad alzare la gonna a tutti gli uomini che gli si paravano davanti.
Non capiva cosa gli stesse prendendo.
- Oh. Quindi ora, visto che devi salutarmi, dovresti baciare anche me, giusto?-
Un’altra insinuazione. Se prima era spaventata dalla furia che leggeva nel sguardo, adesso onestamente gli stava solo facendo girare le scatole.
Aprì la bocca per mandarlo al diavolo quando una ragazza che fino ad un secondo prima non aveva notato parlò.
-Insomma, Inuyasha, vuoi piantarla?-
Si voltò verso di lei e la osservò. Era una bella ragazza. Mora, con grandi occhi verdi, capelli lunghi sino alla vita. Ma quello che maggiormente catturò la sua attenzione furono le loro mani unite.
Una coltellata le trafisse lo stomaco.
“E’ fidanzato…”
Il pensiero la colpì come uno schiaffo in pieno volto.
Alzò gli occhi per andare ad incontrare quelli di Inuyasha.
Lei non aveva mai frequentato un ragazzo più di tre giorni. Non si era mai innamorata in vent’anni.
Non aveva mai provato un sentimento simile a quello che provava ora. Eppure nei meandri nella sua testa gli era così famigliare tanto da farla sentire male: delusione, rabbia, dolore, paura, perdita.
Tutto mescolato assieme. La testa prese nuovamente a martellarle come quella sera al Luna Park.
Vide all’improvviso gli occhi di Inuyasha spalancarsi e mutare radicalmente. Passarono dall’essere furiosi al puro stupore. Poi si aggiunse qualche altro sentimento. Preoccupazione?
Si riscosse sentendo qualcosa bagnarle il viso.
-Cosa..?- mormorò sfiorandosi la guancia e sentendo poi le sue dita umide.
Stava piangendo... ma perché?
-Io.. io… scusate- bisbigliò, e scansando Inuyasha e Tasuki si allontanò correndo via.
Voleva scappare, scappare il più possibile lontano da lui.
 
Se Inuyasha prima si sentiva un leone pronto a sbranare la sua preda, nel momento stesso in cui vide gli occhi di Kagome riempirsi di lacrime si tramutò in agnello.
Fu come ricevere una pugnalata al cuore.
“Co-cosa? Perché sta piangendo?”
-Io.. io… scusate-
La vide allontanarsi a velocità fulminea con il volto rigato di lacrime. Quegli occhi così tristi lo punirono peggio di mille frustate facendolo sentire in colpa.
"Ma in colpa di cosa? Maledizione!"
-Inuyasha? Sei forse impazzito? Perché hai trattato quella ragazza a quel modo?- gli chiese Seya rimproverandolo.
-Già, vorrei saperlo anche io-
Era stato quel tizio a parlare, e se prima si era irrigidito dinnanzi la sua ira, ora lo fissava incenerendolo con lo sguardo.
-E tu chi saresti, si può sapere? Il suo ragazzo?- chiese scontroso.
Lo vide sgranare gli occhi e poi scoppiare a ridere, spiazzandolo non poco.
-Santo cielo, no! Sono solo un suo amico, eravamo compagni di classe. Io vivo in Grecia, sono tornato ieri, e ci siamo incontrati per caso poco fa, proprio qui dove lavora. Cosa che tra l’altro ignoravo. Ci siamo messi a chiacchierare e…. tutto qui. Mi stava salutando quando sei arrivato tu-
Ci mise qualche secondo a realizzare le parole di quel Tasuki. Lui non era il suo ragazzo.
-Beh, scusatemi, ma io devo scappare. Non posso dire che sia stato esattamente un piacere conoscervi. Arrivederci- aggiunse con un leggero inchino, per poi allontanarsi.
Lui rimase immobile a fissarlo, quando la voce di Seya gli fece rizzare i peli della schiena.
-Idiota!- urlò, piazzandogli un pugno sulla testa. –E’ questo il modo di trattare le donne? Sei stato indecente, cugino!-
Lui abbassò lo sguardo sentendosi un completo idiota. Ma cosa gli era saltato in mente?
Seya continuò la sua sfuriata.
-Se ci fosse ancora tua padre e ti avesse visto in questi atteggiamenti ti appiccicherebbe al muro! Prega che quella ragazza voglia rivederti, Inuyasha! E tutta questa scenata per cosa? Per gelosia!-
Gelosia. Quella parolina magica  lo fece saltare come una molla.
-Cosa? Io geloso? Di quella? Hai battuto la testa, Seya?!-
Lei fece un ghigno, e gli sembrò quasi di sentirla esultare per una piccola vittoria. Gli piantò l’indice sul cuore e fece finta di sparare un colpo di pistola.
-Bang! Beccato-
 
Kagome corse finchè ebbe fiato, mentre le lacrime continuavano a scenderle sul volto.
Si ritrovò, nel suo solito posto. Il Goshinboku.
Posò una mano sul petto, cercando di calmare i singhiozzi che la scuotevano.
Perché? Perché mi sento così?"
Era tutto così assurdo. Fino a pochi giorni fa lui nemmeno esisteva nella sua vita, ed ora piangeva come una stupida senza averne chiaro il motivo.
Era stato vederlo mano nella mano con quella ragazza ad aver fatto scattare tutto. Ma non solo. Nel suo cuore si erano catapultate delle emozioni che erano come sopite, estranee al suo vissuto, ma erano così intense e profonde da sconvolgerla.
Si era immaginata Inuyasha che abbracciava un’altra, che baciava un’altra. Che sceglieva sempre un’altra a lei.
Lui che sceglie sempre un'altra a me? Ma ... chi?”, scosse la testa confusa. E, Dio, come le pulsava. Pareva scoppiarle.
-Kagome?-
Si sentì chiamare e si voltò. Quando vite Sota sentì solo il bisogno di rifugiarsi tra quelle braccia e lasciarsi cullare come una bambina, e così fece.
-Nonno…- mormorò. -Oh, nonno… mi sento così… stupida! Sto piangendo… e nemmeno so perché!-
-Ssssh, piccina mia. Avanti dimmi tutto- mormorò Sota accarezzandole dolcemente i capelli.
-Io, io… ho conosciuto un ragazzo e… lo odio! E’ antipatico, scorbutico e non fa che insultarmi. Ma.. ma quando sono con lui… mi sento così strana- si fermò un attimo scossa da un ulteriore singhiozzo  –Non capisco cosa mi prende…. Il mio cuore è sempre in subbuglio e … provo dei sentimenti incomprensibili.... mi sento così confusa- concluse mentre altre lacrime le rigavano le gote.
-Ka-Kagome, dimmi… come si chiama questo giovane?- chiese suo nonno scostandola leggermente.
-Come si chiama...?...Inuyasha- bisbigliò.
-INUYASHA?!- urlò facendola sobbalzare.
Vide suo nonno allontanarsi di qualche metro ed iniziare sottovoce ad imprecare "sull’imbecillità dei mezzi demoni cane" e sugli assurdi marchingegni che facevano i Kami, per poi prendere un respiro profondo e tornare a parlarle dolcemente come niente fosse.
-Nipote mia... ci sono cose che non si possono spiegare. A volte si provano sentimenti profondi per persone che non ci aspettiamo. Come l'amore- provò a spiegarle.
-Cosa?! Nonno, io non sono innamorata! E poi lo conosco da troppo poco tempo per provare... amore- replicò Kagome contrariata ma non convinta sino in fondo della propria affermazione.
Ma il nonno scosse la testa.
-Vedi.... il tempo... a volte non conta nulla. Possono passare secoli o anche solo pochi giorni. Ma questi possono non fare alcuna differenza- disse enigmatico.
-Nonno... scusami ma non capisco- mormorò affranta.
Lui sospirò.
-Lo so. Ma un giorno tutto ti sarà chiaro.- "O almeno spero..." -Ora va a casa, Kagome, e riposa un poco, d'accordo?-
La vide annuire ed avviarsi verso casa.
Poi ricominciò da dove aveva lasciato.
-Inuyasha! Giurò che ti lancerò addosso tutte le maledizioni del mondo se non ti dai una mossa, razza di idiota!-
 
Quando Kagome arrivò a casa con gli occhi gonfi e rossi a Sango per poco non le prese un infarto.
-Kagome!! Ma cosa diavolo ti è successo!- disse correndo dall'amica prendendola tra le braccia.
La ragazza le spiegò quanto avvenuto quel pomeriggio.
Sango si limitò ad ascoltare, lo sguardo quasi impenetrabile ma dolce.
-Capisco. Vedi Kagome... Inuyasha è....può sembrare scontroso ma....- cercava qualcosa da dire, ma le parole di Miroku le rimbombarono nella mente ammonendola: "Sango, non dobbiamo interferire tra loro, mai! Ricordatelo."
"Dannazione!", pensò, stringendo i pugni. "Perdonami, Kagome, quanto vorrei aiutarti..."
Kagome aspettava che Sango proseguisse la frase. La vedeva confusa, come se si frenasse nel dire ad alta voce quanto celava nei suoi pensieri.
Vide l'amica fare un enorme sospiro e poi sorriderle.
-Domani andrà meglio Kagome. Avete solo avuto una brutta discussione. Perchè non vai a sciacquarti la faccia? E poi magari ti rilassi guardando un po' di tv. Che ne dici? Io faccio un salto veloce da Miroku e torno subito, promesso- propose Sango.
La ragazza annuì e ringraziandola si avviò verso il bagno.
 
-Cosa volevi fare?! Ti è andato di volta il cervello?!- urlò Miroku, sapendo che poteva parlare liberamente perchè Inuyasha non era in casa.
-No! Io non ce la faccio più! Sono cinque anni che aspettiamo, Miroku. Cinque lunghi anni in cui li osserviamo pazienti. Ora che si è mosso qualcosa e finalmente si sono incontrati, perchè non possiamo aiutarli? La sera del Luna Park abbiamo provato a farli incontrare e non ci sono state conseguenze!-
Miroku sbuffò spazientito dalla determinazione della sua fidanzata.
-In realtà non possiamo saperlo con certezza. E poi un conto è provare a metterli sulla stessa strada, ed un altro è aiutarli a ricordare! Sai bene che potrebbero esserci delle conseguenze. Potrebbe bloccarsi il risveglio delle loro anime. Vuoi buttare via tutto perchè non sai pazientare? Non vuoi riavere i nostri amici con noi, con i ricordi di ciò che eravamo insieme un tempo?-
Sango abbassò lo sguardo mormorando un flebile "si".
Miroku le si avvicinò abbracciandola e placandosi con un sospiro.
-Allora resisti. Sono sicuro che oramai ci siamo. Stanno rammentando, un pezzo alla volta. Ce la faranno. Devono solo trovare il loro tassello mancante-
La ragazza annuì ricambiando l'abbraccio.
Miroku la baciò dolcemente sulle labbra.
-Devo tornare da Kagome. Era a pezzi per quanto è successo oggi- disse Sango sciogliendosi dall'abbraccio, ma il ragazzo la ristrinse tra le braccia iniziando a baciarle il collo.
-Ti lascio andare....ma  prima...!- mormorò prendendola in braccio ed avviandosi verso camera sua.
Sango emise un gridolino soffocato, ma non protestò. Si avvinghiò maggiormente al corpo dell'uomo che amava sapendo che tra pochi minuti sarebbe finita dritta in paradiso.
 


 
  
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