Capitolo
14 - Più di semplice affetto -
Dopo
aver camminato per
un po', finii nella serra di rose bianche.
Il loro candore e la loro
purezza le rendevano incantevoli, proprio come il ragazzo che le stava
osservando.
Sotto quello sguardo
rubino, provai una fitta d'imbarazzo e meraviglia.
Quello sguardo magnetico
era, al contempo, disarmante.
“Non volevo disturbarti.”
dissi con voce stridula.
“L'hai già fatto.”
rispose lui, tornando a contemplare la rosa davanti a sé.
Lo ammetto, sarei andata
via seduta stante, il suo carattere scontroso era capace d'innervosire
chiunque.
“Volevo dirti grazie.”,
iniziai, avvicinandomi lentamente a lui.
“Non ringraziarmi.”
rispose brusco, puntando di nuovo quegli occhi color cremisi su di me.
Strinsi i pugni,
costringendomi a non schiaffeggiarlo.
“Mi hai salvato la vita,
è il minimo che possa fare.” insistetti,
mantenendo il suo sguardo.
Ma, anziché andarmene,
m'infuriai.
“Se vuoi che me ne vada,
perché mi hai salvata? Avresti potuto lasciarmi
morire!” ringhiai, rossa per la
rabbia.
Lui si avvicinò a me,
spingendomi ad indietreggiare, mi afferrò per la vita e mi
attirò al suo petto.
"Ti ho detto di andartene
perché qui sarai sempre un pasto, anche per me, è
la mia natura. Io sto bene da
solo.” concluse, con un velo di rassegnazione.
A quel punto, Subaru si
avvicinò ulteriormente, facendo sfiorare i nostri nasi.
Sussultai, arrossendo
violentemente, sorpresa dal gesto.
Ma prima che potessi
parlare, lui mi allontanò.
“E' meglio che tu vada.”
Avrei voluto ribattere,
però i suoi occhi, non più così duri,
mi fecero desistere: non voleva mordermi,
anche se io gli stavo offrendo il mio sangue.
Un'ondata di calore
s'irradiò nel mio corpo.
“Buonanotte.” sussurrai e
rientrai nella villa, sorridendo.
Entrai
nella stanza
-dalla quale proveniva la musica- ipnotizzata dalle note, che
sembravano volteggiare
nell'aria, intente nella loro danza armoniosa.
Chi sta suonando il
piano?
“Raito?”, chiesi,
sporgendomi verso il vampiro.
Quando staccò le dita dai
tasti del pianoforte ne rimasi delusa, non volevo che smettesse.
Cominciavo ad abituarmi a
quel nomignolo.
“Ero qui per
ringraziarti!” esclamai tutto d'un fiato, temendo che anche
lui mi dicesse “non ringraziarmi”.
“Figurati, Bitch-chan”
rispose, scoprendo i canini: trasudava sensualità e
pericolo...
Era il momento di
congedarsi.
“Ora io andrei, continua
pure a suonare.” annunciai, ostentando un sorriso nervoso,
mentre mi torcevo le
mani.
La risposta me la diedero
quegli occhi verdi, improvvisamente a pochi centimetri da me.
Sempre torturandomi le
mani, arretrai di pochi passi, trovando un ostacolo che m'impedii di
spostarmi.
Quello sguardo eloquente
mi stava mettendo in subbuglio…
Visibilmente turbata,
proruppi con un “dovrei andare”
ma un
sussurro sul mio orecchio, mi zittii.
“Resta.”
Una sola parola in grado
di mandarmi sull'orlo del tracollo.
Una vocina, che non aveva
a che fare con la ragione, urlò: eccome
se resto!
Io provavo amore, lui
voleva il piacere.
D'altronde era questo che
la madre crudele gli aveva insegnato.
Non potevo avercela con
lui, sebbene fossi sinceramente amareggiata dal suo modo d'intendere
l'amore.
Di nuovo quel mormorio
languido: “Perché no?”
“Perché dovrei rimanere?”,
risposi con un'altra domanda.
Quando la sua mano scese
ad accarezzarmi la gamba, poggiai le mani sul suo petto, staccandolo da
me.
“Amare, per i vampiri,
significa uccidere la persona a cui tieni.”,
esordì lui rudemente, senz'ombra
d'incertezza.
Non
è colpa sua, è cresciuto con questa convinzione...
pensai fra me e me.
Gli rivolsi un'occhiata
apprensiva, gli passai una mano sul viso, scostandogli un ciuffo rosso,
che
nascondeva il verde brillante delle sue iridi.
“Amare,
significa tenere
così tanto ad una persona da mettere il suo bene davanti al
tuo; significa
trasformare i difetti in pregi; significa rispettare e prendersi cura
dell'altro...”
Avrei continuato
all'infinito, se non mi fossi accorta che Raito aveva i muscoli tesi e
mi
fissava inebetito.
Allacciai le braccia al
collo del rosso, affondai la mia testa nell'incavo della sua spalla e
mi
strinsi a lui; così forte che l'avrei soffocato, se fosse
stato un umano...
Volevo trasmettergli il
mio amore con un semplice -quanto intenso- abbraccio.
Però, lui si ostinava a
restare impietrito e confuso.
Proprio quando stavo per
sciogliere l'abbraccio, qualcosa mi circondò i fianchi,
riportandomi alla
posizione precedente ed impedendomi di allontanarmi.
Raito mi teneva stretta a
sé, come se ne andasse della sua vita, non con passione ma
con... bisogno.
Aveva
bisogno di avermi
fra le sue braccia?
Probabilmente lui non conosceva
l'amore, ma io potevo insegnarglielo.
Rimanemmo a lungo in
piedi, con i nostri corpi che aderivano alla perfezione,
così a lungo che
avvertii le braccia formicolare e le gambe tremare.
Ero indebolita e
necessitavo riposo.
Ancorai le mie mani sulle
spalle di lui, per non perdere l'equilibrio.
Raito
mi lasciò andare e
sussurrò: “E' meglio che tu vada Bitch-chan, o
potrei non rispondere delle mie
azioni.”
Sorrisi,
inspirando il
profumo che il vampiro mi aveva lasciato addosso.
Infine
andai via.
ANGOLO
AUTRICE:
Ciaooo
a tutti!!
Scusate
il ritardo
imperdonabile, ma ho avuto abbastanza da fare e dovevo anche finire i
compiti
delle vacanze, considerato che siamo a Settembre ormai T-T...
Ma
non pensiamoci e
passiamo alla storia!! Allora, abbiamo l'incontro fra Mitsuko ed altri
due
vampiri! Che ne pensate?! Spero
vi
piaccia!!
Poooi,
volevo ringraziare
coloro che hanno recensito lo scorso capitolo e anche chi ha messo la
storia
fra le preferite, le seguite e le ricordate.
In
più, un grazie pure ai
lettori silenziosi!!
Detto
questo vi mando un
bacio, attendendo le vostre recensioni!!
Reiji:
Non dovresti
studiare?
Nephertiti:
Io ho già
studiato u.u
E
poi non sono tutti come
te, che passano il tempo a studiare, bere thè, preparare
pozioni...
Reiji:
*irritato* Non
sono pozioni, sono veleni.
Nephertiti:
Come se
preparare veleni fosse più normale di creare pozioni... Le
pozioni, almeno,
sarebbero più intriganti. u_u
Reiji:
*vena pulsante*
Qualcuno ti dovrebbe insegnare le buone maniere. e_e
Nephertiti:
Disse quello
che usava il frustino...*borbotta*
Reiji:
Sarebbe un ottimo
metodo per insegnarti l'educazione...
Nephertiti:
o.O
*Deglutisce* Io vado a studiare, che è meglio...
Reiji:
*Si sistema gli
occhiali sul naso* Bene.
Nephertiti:
*Da lontano*
Tu torna alle tue pozionii ^__^