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Autore: Artemide BlueMoon    08/09/2015    1 recensioni
-Giuly, domani ti offri tu di greco?- chiede una delle ragazze sedute agli ultimi banchi alla sua compagna che non le sta dando retta, presa com'è dal disegno che sta ultimando.
La prima ragazza ripete ancora una volta la sua domanda a voce più forte senza preoccuparsi della reazione della professoressa che ormai fa lezione solo a sé stessa.
-Sì Alice! L'avrò detto un miliardo di volte! Smettila di scocciarmi- sbuffa l'altra piuttosto irritata e riprende da dove aveva interrotto il disegno.
Giuliana è un'artista quando disegna è come se potesse materializzare i suoi sogni sulla carta, quando scrive analizza le sue emozioni riflesse su un foglio.
Non lo potrà più fare, cosa succederà? Qualcuno l'aiuterà o rimarra sola, abbandonata al suuo destino come lo è sempre stata?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Il filo rosso

 

Fuori dalla finestra il sole splende forte sebbene sia appena finito l'inverno e i teneri boccioli della primavera abbiano appena iniziato a crescere.

Nella classe 2C del liceo classico Cavour le lezioni si stanno protraendo fin troppo e la noia si fa sentire in tutti i ragazzi che di ascoltare hanno ormai perso la voglia.

-Giuly, domani ti offri tu di greco?- chiede una delle ragazze sedute agli ultimi banchi alla sua compagna che non le sta dando retta, presa com'è dal disegno che sta ultimando.

La prima ragazza ripete ancora una volta la sua domanda a voce più forte senza preoccuparsi della reazione della professoressa che ormai fa lezione solo a sé stessa.

-Sì Alice! L'avrò detto un miliardo di volte! Smettila di scocciarmi- sbuffa l'altra piuttosto irritata e riprende da dove aveva interrotto il disegno.

Giuliana è un'artista, sebbene i suoi genitori avessero insistito a mandarla a un liceo classico, quando disegna è come se potesse materializzare i suoi sogni sulla carta, senza disegnare non vivrebbe perchè non saprebbe esprimersi, anche la scrittura è una parte fondamentale della sua vita da adolescente e il motivo è semplice: è una sorta di auto analisi per lei, riesce a vedersi su un foglio in base a quello che scrive.

Ha talmente tante idee in testa che non riesce ad esprimerle come fanno tutti i ragazzi normali, a parole, lei deve esprimerle in questi due modi anche solo per rendersi conto di avere certi pensieri piuttosto che altri perchè se no le esploderebbe la testa, tenendoli tutti rinchiusi là dentro.

Non è una bella ragazza, ha dei capelli lunghi e castani, occhi azzurri tendenti al grigio che esprimono grande freddezza, porta gli occhilai ed è di statura bassa che non dimostra i suoi 15 anni quasi 16 e grassottella, neanche troppo, ma paragonata alle sue compagne o amiche atletiche e bellissime sarebbe una sfida dura per tutte definirsi belle così come si è. E' una persona taciturna, non esprime quello che pensa se non ne è assolutamente sicura ed è riflessiva, fin troppo per una ragazza della sua età quindi il suo unico modo di esprimersi consiste nel lavorare con le mani e incanalare i sentimenti che prova nei suoi disegni e nelle brevi storie che scrive a tempo perso senza troppe pretese per non farle leggere a nessuno.

Finalmente la campanella suona per l'ultima volta volta nella sua giornata, Giuliana ricompone il suo zaino con tutti i quaderni pasticciati che si porta dietro ogni giorno e si avvia verso la porta dell'aula.

-Ciao a tutti! A domani!- urla verso la classe in fermento, un inferno per una persona tranquilla come lei.

-Giuly! Giuly!- una ragazza bionda e slanciata, dal corpo piatto, ma atletico le corre incontro con un grosso sorriso sulle labbra.

-Dimmi Fede- Federica è una sua compagna di classe nonché abitante del suo stesso quartiere quindi ogni giorno fanno la strada insieme per andare e tornare da scuola.

-Oggi non torno con te-

-Perchè? Non mi pare oggi avessi da fare- a Giuliana infastidiscono i cambi di programma improvvisi e per di più deve correre a casa a mettersi a studiare greco per l'interrogazione del giorno dopo di cui ha un terrore quasi assoluto quindi sta perdendo tempo prezioso inutilmente.

-Esco con Albo, Viky e Matteo- alcuni loro compagni di classe, ovviamente un'uscita a quattro tra fidanzatini, cosa che alla castana dà un grande fastidio, oltre che il diabete.

-Divertiti, ci vediamo domani-

-Grazie, a domani-

così le due ragazze si dividono e mentre una si prepara a un ritorno a casa solitario, l'altra torna dal suo ragazzo e i due amici.

Giuliana esce dall'enorme edificio scolastico e si avvia a passo veloce e cadenzato alla fermata della metropolitana poco distante da lì che come ogni giorno la riporterà a casa, dove studierà e basta.

Non ha nulla da fare, gli amici con cui esce non si sforzano di adattarsi ai suoi orari dettati dallo studio quindi passa ogni giorno in solitudine, non ha nemmeno qualcuno che la cerchi, che sia abbastanza affezionato a lei come per esempio un fidanzato, non ne ha mai avuto uno e ormai la convinzione che non gliene sia destinato nessuno e che dovrà stare da sola l'ha raggiunta, facendola adeguare al dolore che prova e andare avanti a testa bassa.

Alla banchina mentre aspetta la metropolitana viene raggiunta da altre due sue compagne di classe che vanno nella sua stessa direzione.

-Hey ciao! Come vi è parso l'argomento dell'ultima lezione?- chiede per cercare di attaccare bottone e non pensare all'imminente interrogazione che la intimorisce.

-una noia mortale, io e Elena abbiamo chiacchierato per tutto il tempo- fa la prima dai capelli lunghi biondo cenere, gli occhi verdi e gli occhiali da vista viola mentre guarda il telefono con aria assorta.

-E tu, Sara?- chiede alla seconda dai capelli cortissimi castani, gli occhiali e la faccia paffuta.

-La prof è divertentissima! Fa delle facce troppo buffe!- dice ridacchiando e tutte e tre si mettono a commentare la stranezza della professoressa che secondo loro avrebbe dovuto tenere un corso di teatro tanto era espressiva ed esilarante.

Il viaggio procede tra le chiacchiere più disparate fino alla fermata dove scendono Giuliana e la bionda, salutano Sara che proseguirà sul vagone della metropolita ancora per un po' e le augurano una buona giornata, poi si avviano verso la scala mobile che le riporta sulla superficie urbana, tra il traffico.

-Allora vai tu di greco, domani?-

-Sì certo, non ho cambiato idea dall'ultima volta che me lo hanno chiesto, circa 10 minuti fa, però ho paura che non vada bene-

-Ma no dai!-

-Ma sì ti dico, quella professoressa non mi ha mai dato una sufficienza!-

-Non è vero! Studia e andrà bene!-

-L'ultima volta ho studiato due giorni senza tregua e mi sono presa 5/6- dice sconsolata la prima guardando basso.

-Dai che questa volta sarà diverso-

-Vorrei avere il tuo ottimismo, ci vediamo. Buono studio, anche se domani solo io sarò interrogata- le due ragazze si salutano e si avviano in due direzioni diverse.

Giuliana attraversa la strada e, mentre tira fuori il telefono dalla tasca dei jeans bianchi per mettere un po' di musica che la accompagni nel ritorno verso casa, riceve un messaggio.

Apre Whatsapp e visualizza il testo:

da Marta (Cavour)

“Giuli domani vai di greco? Ci devi parare il culo un po' a tutti”

Questi tutti la assillano da giorni ormai e si sta anche stufando oltre che innervosendo per la continua pressione.

“Sì che vado! Basta chiedere o non vado più!” invia

“Non ti arrabbiare. Ho solo chiesto!”

Già, ha solo chiesto la stessa cosa per la decima volta.

“Allora vai?” undicesima.

La ragazza non ne può più e infila nuovamente il cellulare in tasca ignorando le continue vibrazioni che le segnalano l'arrivo di altri messaggi e qualcosa le dice siano uguali al precedente.

A un certo punto però diventano troppi e allora rabbiosa si ferma esattamente dov'è e chiama una compagna di classe, l'ulteriore che le ha chiesto la stessa cosa.

Il telefono inizia a squillare quando la ragazza si accorge di essersi fermata proprio in mezzo a una stradina secondaria che spunta fuori da una curva piuttosto stretta.

Riesce appena ad alzare lo sguardo e rendersi conto che si deve spostare, e in fretta anche, che una macchina rossa spunta da fuori la curva a velocità elevata.

Sente lo stridio dei freni sull'asfalto, ma è pietrificata dalla paura e in un attimo tutto diventa rosso, la vista le si appanna, il cellulare le vola di meno e un dolore acuto e penetrante le si espande dal braccio destro dove sente le ossa scricchiolare minacciosamente per poi irradiarsi in tutto il corpo alla velocità della luce.

-Pronto? Pronto! C'è qualcuno?- sente una voce dal telefono poco prima di perdere i sensi.







Antro dell'autrice ...
vi prego di essere clementi con me dato che questa storia l'ho scritta due anni fa quando ancora ero piuttosto inesperta e ora la devo rivedere tutta, ma la mia migliore amica è letteralmente impazzita a leggerla (è stata la prima e unica che l'abbia mai letta) e mi ha consigliato di pubblicarla qui.
L'ispirazione è venuta un giorno in cui ero particolarmente spaventata dalla prossima interrogazione di greco e quindi ho trovato il modo per distrarmi: scrivere.
Fatemi sapere cosa ne pensate
Saluti
Artemide BlueMoon
   
 
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