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Autore: Usagi Kou    07/02/2009    26 recensioni
“E dai, piantala! Da quello che hai detto ieri solamente tu, lui e forse Carlisle non si sono realmente resi conto dei tuoi sentimenti” sbuffò lei “Tu perché eri in piena crisi mistica, Ed perché è un coglione e Carlisle, beh, per il semplice fatto che tu sei la sua preziosa bambina”. […] “E comunque sia, Bellina, non aspettarti vita facile con Eddy. Ti sei scelto uno tanto bello quanto pieno di psicologiche turbe”
“Non hai visto che hai fatto a Carlisle, all’arrivo di Eleazar? L’hai pugnalato, Isabella: hai preferito credere subito che fosse lui il bugiardo, il cattivo, piuttosto che fidarti del suo affetto!”
“Abbi il fegato di dirlo, Isabella. Abbi il fegato, per una volta in vita tua, di esprimere il tuo cazzo di punto di vista!” mi urlò contro Rose, acquattandosi leggermente.
“… Una parte di me prova gusto, nell’uccidere. Gode della sofferenza altrui. Ama essere vampira. E io l’ho rifiutato per paura! E allora vi ho osservato, e lì ho capito cosa vedesse Aro di minaccioso in voi! Ma… ma… Ma io non tollero di essere un mostro come tutti voi, siate Volturi, Denali o Cullen!”
“Sono una codarda, Rose”
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Bella vampire

Ehm, si può? 
Non state per lancirmi contr pomodori, soprammobili e tv al plasma da 50 pollici, vero? So che me lo meriterei, ma sapete, fanno un pochettino male. E poi, non dovreste sprecare tanta buona roba su uno scarto come me.
Ok, fine dei commenti a mia discolpa, che non sono serviti a nulla. Ho sbagliato ancora, ma la scuola mi ha fatto impazzire. Davvero, sto pensado di scioperare.

Bene, due parole su questo cappy e poi vi lascio alla lettura.
Vi chiedo davvero di recensire, questa volta, perché non ne sono molto sicura. Se non si capisce, e se a voi non piace, potrei anche riscriverlo tentando di tradurlo dall’aramaico – o Marziese stretto – all’ italiano.
È incentrato sul rapporto di Edward/Carlisle, molto sacrificato secondo me nei libri della Meyer. Come ormai sapete, ho la piccola tendenza a stravolgere i personaggi rendendoli più VVAVivi, Vivaci&Assurdi”, quindi molto probabilmente ho sbagliato a non mettere OOC tra le avvertenze. Pazienza!
Il Carlisle di questo capitolo mostrerà la sua vena comica! Spero che tutte le fan del bel Dottor Biondo gradiranno, so che Carlisle è uno dei personaggi che va per la maggiore, spero di non avervelo rovinato troppo. Il dialogo tra lui e il suo figliol prodigo mi sembra abbastanza chiaro, ma se avete dubbi non esitate a dirmelo, intesi?
Prima di lasciavi, avrei una piccola microscopica richiesta da farvi: ho notato che tutte voi, o almeno la maggior parte, apprezzano il mio stravolgimento dei personaggi, periò vorrei aprire un sondaggio:

TRA I PERSONAGGI RIVISITATI DALLA PAZZA SADICA IN RITARDO CRONICO (OSSIA IO), QUAL E’ QUELLO PIU’ GRADITO AL PUBBLICO??
Questo capitolo lo dedico a Federica, che mi ha contatto e implorato di aggiornare presto in nome di tutte voi!

Minako chan: Grazie molte per i tuoi commy, sempre ben accetti. Si, quelle due pazze sadiche delle sorelle Cullen sono geniali, e tutti credo vorrebbero averle come sorelle – se si limitassero, qualche volta, sarebbero perfette.
miki18:
Molto probabilmente quando mi hai ringraziato così tante volte non eri in te, eri un po’ brilla… sei sicura davvero di riferirti alla mia storia?^^ Grazie comunque, anche se i compli nn erano per me! Goditi il capitolo
ducy:
Grazie, tesoro! Sono felce che la mia scrittura addirittura “appaghi” qualcuno, e ho davvero tentato di aggiornare presto, ma anche questo capitolo è uscito con un parto cesario…
Goten:
Non ringraziare me o dio, ringrazia piuttosto gli incubi che i sensi di colpa mi hanno causato!^^ sono felice che i piccioncini continuano a suscitare scalpore, me commossa!
MimiMiaotwilight4e:
Anche il tuo sogno dono una Alice Rose come estetiste? Siamo in due, sorella! Grazie per i complimenti, se posso farmene uno da sola (e tanto lo sto già facendo) il finale dalla disco in poi è stato un colpo di genio. Visto che le ore di matematica servono a qualcosa? E per i club “Sogni Impossibili – Impossibile Dream – “, ANCHE IO VOGLIO UN EDWARD IN NERO CHE MI INSEGNI A BALLARE!!!!!!!!!!!!!!!!
Wind:
Ben ritrovata! ASai, io non saprei se avrrei sclerato con due sadiche come loro. Probabilmente si, ma a coti fatti direi che forse in quell’occasione avrei reagito proprio come Bells: RESA INCONDIZIONATA!!! Per le 2 ore in bago, sappi che anche io ci sto – so che non frega niente, ma va beh – e faccio impazzire la mia family. Ma, ehi, il RELAX è RELAX! Kiss
Fin Fish:
Maestra! Mi sono fustigata dieci volte ogni giorno da quando ho postato l’avviso, per rimediare al mio ritardo! È stato troppo poco? Devo buttarmi dal balcone? Se me lo chiede lo faccio! No, parlando seriamente, non cambierò idea sulla mia idea che TU sia proprio MAMMA CULLEN. U______U, ma sono felice di aver trovato un’altra persona al mondo che è sarcastica, sadica e con poca pazienza su questa terra arida – pensdas che il Dott. House ha preso lezioni da me, e ho detto tutto. Sono lieta che questo capitolo lo hai gradito particolarmente; mi dispiace averti causato un’imperventilazione improvvisa, ma per ricevere i tuoi commenti credo ne sia valsa la pena. ^^ Gomenasai. Emmett… poverino, io l’ho trovato molto tempestivo. Pensavate che li avrei fatti baciare, eh? Povere, povere, povere, ancora non avete ben capito che livelli di SADISMO io possa raggiungere. MWAHAHAHA!!!
LittleSweetDreamer
: Welcome in our big crazy family! Ma ciao! Ma grazie! Che bellissimi comlimenti… graziegraziegrazie! Lo so, i Cullen sono molto famosi per il loro tempismo perfetto et brevettato, ma mi dispiace disilluderti. Prima del primo bacio dovranno pedalare PARECCHIO i nostri piccioncini piccolini! Sono felice che il mio Edward ti piaccia, thanks! Siamo sicuri che non lo stravolgo un po’ troppo?
annalisa70
: Welcome in our big crazu family! Ciao, anzi, scusami tanto se non ho mantenuto la promessa di aggornare presto, perdonami! Spero che ciò non ti abbia indotto ad abbandonarmi!
mylifeabeautifullie
: Facciamo la ola hai due stupidotti! Ole!!!!!! Mi dispiace illuderti, però, prima che quei due si dichiarino ne passerà di acqua sotto i ponti… ah, e piccolo chiarimento: E’ STATA ALICE HA MANDARE EMMY DAI DUE INNAMORATI!!!!!!!
Noony
: Welcome in our big crazy family! GRAZIE, e continua a leggere se lo vuoi scoprire!
mistica88
: ^^ Addirittura un film di Dario Argento?! Ho esagerato, eh? Mea culpa, mea magna culpa – il liceo classico fa male. contenta però che ne sia valsa la pena!
Finleyna 4 Ever:
Prezzemolina mia adorata! Piccola, mi dispiace sgonfiare le tue fantasie sul matrimonio di Bella e edward, ma sono talmente lontani dal primo bacio che farei prima a girarmi il sistema solare tre volte che loro a dichiararsi. Mi sa che 25 capitoli non basteranno.^^ sorry.
Princesseelisil:
Grazie piccola! Sono felice che l’apprezzi a tal punto.
PetaloDiCiliegio:
Ma ciao! Eh, lo so, un bacietto c’era pure… ma poi che sadica sarei stata? Lo so, questi vampiri che si credo senz’anima… sarà la chiave centrale dell’altra mia storia. Chissà se hai capito.
pinkgirl
: Welcome in our big crazy family! L’hai letta tutta d’un fiato? O__o Me strabiliata! Sono felice però che ti sia appassionata. Come mai affermi di capire perfettamente le torture a cui Bella è sottoposta in casa Cullen? Anche tu hai delle sorelle? Sono contenta che tu sia contenta (perdona il gioco di parole) che Edward si sia sciolto un pochino, ma credimi, non sai i miei livellui di perfidia come sono alti…
franci_cullen
: Welcome in our big crazy family! Ma ciao! O___o Il destino ti ha fatto trovare la mia storia e te ne sei appassionata a tal punto?? Me commossa T__T Sono contenta che il livello di coinvolgimento degli altri Cullen è attivo e  ne visto, non pensavo potesse avere successo. Sono felice di sbagliarmi! E sta tranquilla, questa storia sarà parecchio lunghetta… e sono indecisa se aggiungere anche un capitolo extra!
Helen Cullen:
Elly! Che piacere sentirti, temevo non scrivessi più!! Sono felice di sapermi far perdonare i ritardi, altrimenti avrei già sotto casa una folla che brandisce torce e forconi, molto arrbiata… hai visto? Ti regalo il tuo carlisle! Aspetto con ansia i tuoi commenti su questo personaggio, spero di non deluderti. Tu sii brutale e spietata, ok? Sono orgogliosa dei tuoi commenti positivi, anche se devo prendre le perti di Emmett: stavolta è stata ALICE HA ORDINARGLI DI INTERROMPERLI! Lei sa perché. Molto probilmente scriverò una special suo qst momento!! Weh, eh, lo sapevo che Carlisle in posizione relax ti sarebbe piaciuto… regalino! Baci!
Silver_Alchemist:
Concordo con la tua richiesta disperata a Eddy!!!!!!!!!! LO VOGLIO PURE IO!!!!!!!
Picci151:
Non preoccuparti, l’importante è che commenti qualche capitolo – meglio tutti, però^^. Sono felice che apprezzi la mia altalena di capitoli profondi e altri leggeri, perché questo “tenterebbe” di essere profondo. Bah! Hai visto, eh? Edward geloso e possessivo, anche se non lo ammette neanche a sé stesso. Eh, figlio mio, ma dico, sei una creatura fantastica – e anche un gran pezzo di bonazzo assurdo – e mi ti fai i complessi? Nonono!
Railen:
Non preoccuparti, con calma! Hai visto quanto ci ho messo x aggiornare? Lo so, non sono molto svegli ‘sti due ragazzi, ma che ci vogliamo fare (forse Emmy e Alice posso provvedere con qualche lezione in proposito. Te lo immagini? Ahahahah!) mi dispiace deluderti, am ripeto, è stata Alice ha dire a Emmy di intervenire! Lei vuole che si mettano insieme, ma NEL MODO CHE VUOLE LEI! E tu oseresti mai contraddirla? Lo so, sono un po’schizofrenica. Gomenasai.
Un grazie speciale a mylifeabeautifullie, pinkgirl, Goten. Fin Fish, Lion E Lamb, camy00, ducy, cullengirl, Finleyna 4 Ever, Helen Cullen, stezietta w e bell,che mi hanno incoraggiato a concentrarmi sullo studio e a non mandare al diavolo la scuola! Thanks a lot, my stars!

 

Bussai timidamente alla porta mordendomi indecisa il labbro inferiore.
Con tutto il cuore sperai di non disturbare, anche perché se avessi dovuto abbandonare il mio piano non credo che sarei tornata a cercarlo; avevo impiegato un giorno intero a trovare il fegato per andargli a parlare!
Il solito “Avanti” giunse gentile e caloroso come sempre. Molto probabilmente non avrei potuto evitare di sorridergli neanche se mi stesse riattaccando una gamba.
“Carlisle, ti disturbo?” domandai entrando con un sorriso
“Certo che no, Bella. Dovresti saperlo che sono sempre disponibile per i miei figli” mi rispose con un sorriso, togliendosi gli occhiali con un gesto inconsapevolmente sensuale.
Mi invitò a entrare con un altro sorriso mentre riponeva il libro sulla scrivania. Rimasi sulla soglia, interdetta.
“Tu hai... i vampiri possono aver bisogno degli occhiali?” domandai accusandolo
“Certo che no. Ogni difetto oculare scopare con la trasformazione, lasciandoci una vista a dir poco perfetta” ridacchiò, giocherellando con gli occhiali “Ma ammettilo, mi stanno davvero bene”
Mi rivolse un sorriso smagliante, genuino. Arrossii; pure il Carlisle vanitoso e modaiolo mi toccava vedere! Ogni giorno ne usciva una nuova, in quella famiglia.
“Su questo non posso darti torto” fui costretta ad ammettere, avanzando lungo lo studio fino a sedermi di fronte a lui.
Mi concessi di dare un’occhiata veloce al regno di Carlisle: soffitto alto e pareti rivestite da pannelli di legno scuro, interamente ricoperti di scaffali e scaffali pieni di libri, aveva le finestre rivolte a occidente, ed oltre alla grossa scrivania in mogano dietro la quale era seduto, Carlisle non aveva altri oggetti di mobilia. Con un po’ di fantasia mi immaginai una bandiera dell’America nell’angolo alla mia sinistra, e mi ritrovai a contemplare uno pseudo ufficio del preside Cullen; peccato che il bel dottore fosse troppo giovane (per gli occhi umani) per poter ricoprire una carica del genere.
Gettai una rapida occhiata alle mie spalle e rimasi affascinata da ciò che vi trovai: l’intera parete era ricoperta da quadri di ogni dimensione e colore; apparentemente, non riuscii a trovare nessun nesso logico nell’ordine in cui erano disposti.
Mi bloccai stupita nel realizzare che il posto d’onore era occupato dal quadro più grande di tutti, il più colorato e con la cornice più ricca: raffigurava figure luminose dalle tuniche svolazzanti che si muovevano tra bianche colonne di marmo; i protagonisti indiscussi del dipinto erano quattro vampiri, ritratti in posizione sobrie su una balconata. Un uomo dai capelli biondissimi, uno dai capelli bianchi e gli altri due dai capelli color dell’ebano.
Carlisle circondato da Aro, Marcus e Caius.
Era assurdo che fosse loro amico. Erano così profondamente diversi...
“Cosa volevi, Bella?” mi domandò con gentilezza Carlisle, distogliendomi dai miei pensieri cupi
“Oh beh, innanzitutto ringraziarti per avermi iscritto a scuola” iniziai voltandomi verso di lui. Accettò il complimento con un cenno aggraziato della mano. “E poi, ecco... avevo pensato... visto che domani... ehm...”
“Sai, sei veramente adorabile quando ti trovi in difficoltà” disse Carlisle con un gran sorriso, posandosi il volto su una mano
“Chi sei tu e che ne hai fatto di Carlisle?” chiesi arrossendo
“Sono sempre io” rise
“Ho capito da chi Edward ha preso la vena comica” borbottai
“Sono suo padre, dovevo pur trasmettergli qualcosa”
“E tra tante qualità proprio l’umorismo dovevi scegliere?”
La sua risata divertita riempì lo studio.
“Carlisle, che ti succede? È tanto che non ridevi così, mi sta…”
La porta di aprì senza rumore e il viso perplessamente divertito di Edward fece capolino dallo spiraglio. Spostò lo sguardo da Carlisle, ancora ansimante, a me, e i suoi occhi si illuminarono. Arrossii debolmente e accennai un debole saluto.
“Riunione di famiglia e non sono stato invitato?” scherzò “Mi dichiaro offeso”
“Balla stava per chiedermi qualcosa di importante, ma mi ha fatto ridere” spiegò Carlisle fissandomi allegro “Vuoi rimanere?”
“Se Bella me lo permette” rispose lui tornando a fissarmi
“Come se tu non ti sintonizzeresti su RadioCarlisleOne, se te lo vietassi” lo presi in giro “Forza, Maga Magò, vieni qui”
Padre e figlio ridacchiarono, le espressioni serene specchio l’una dell’altra. Edward si avvicinò, chiudendosi alle spalle la porta, e si sedette sulla sedia al mio fianco.
“Te l’avevo detto che Bella era una comica nata” disse Carlisle a Edward
“Grazie” risposi
“Lo sospettavo” ridacchiò Edward guardandomi “Dietro quell’aria innocente c’è un tipetto molto scaltro”
“Vedi di non farmi arrabbiare, allora” lo provocai, ricevendo in cambio un sorriso da cardiopalma
“Allora, cosa volevi dirmi, Bella?” domandò cortese Carlisle
“Beh, avevo pensato di prendere ogni precauzione necessaria, per stare tranquilli” dissi riprendendo il discorso “Mi sento ancora sazia, ma non voglio correre rischi. So che Alice mi ha garantito che non ci saranno problemi, ma vorrei andare a caccia, questa sera. Meglio prevenire che curare”
Carlisle mi studiò con attenzione, soppesando la mia richiesta.
Avvertii un gemito trattenuto di Edward, al mio fianco, e lo vidi digrignare i denti, stringendo le mani a pugno. Era teso, quasi furioso, ma terribilmente addolorato.
Deglutii, conoscendo il perché di quella reazione.
Era turbato dagli stessi pensieri che mi avevano tormentato per questi due giorni. I ricordi di appena una settimana.
“Stasera, dici?” disse Carlisle riscuotendomi dai miei pensieri.
Annuii in silenzio.
“E vorresti che ti accompagnassi, per caso?” chiese con un sorriso
“Mi farebbe… molto piacere” dissi sincera
“Allora è meglio se inizi a prepararti, perché partiamo tra mezz’ora” rispose allegro
“Grazie Carlisle!” esclamai felice. Mi voltai verso Edward “Tu vieni con noi, Edward?”
Lui si riscosse e mi fissò confuso; nelle iridi ambrate c’era ancora tormento.
“Perché?” chiese
“Beh… mi sembrava che avessi detto che volevi cacciare con tuo padre” risposi, leggermente delusa “Ma se non vuoi non fa nulla…”
“No, no, no, vengo!” si affrettò a dire, con un sorriso “Solo, mi ha colpito il fatto che te lo ricordassi”
“Non è una cosa assurda il fatto che io ascolti e abbia anche buona memoria” scherzai per farlo ridere
“Bene, allora andate a prepararvi” ci suggerì Carlisle “Tra venti minuti ci vediamo in salotto”
“Si” rispondemmo in coro, e come una sola cosa ci alzammo e ci dirigemmo verso la porta.
Iniziammo a salire le scale in silenzio. Non sopportavo l’assenza di parole tra noi, e ancor meno quello sguardo tormentato che lo stava affliggendo.
“Sai, non sei un uomo d’onore, Edward” dissi a un certo punto, fermandomi davanti camera mia.
“Uhm?” chiese, sorpreso e, leggermente, offeso “Come, prego?”
“Hai capito bene, non sei un uomo d’onore” ripetei con un sorriso “Stai infrangendo ben due promesse”
“E sentiamo, quali sarebbero?” domandò
“La prima, è che neanche questo weekend mi hai anche solo fatto avvicinare al tuo pianoforte” dissi “Beh, ma per questo si ringraziano anche le tue sorelle, e la mia insicurezza. Quindi te l’abbono”
“E la seconda?”
“Mi avevi promesso che non saresti stato più triste” dissi arrossendo al ricordo di due notti fa “E invece, lo stai facendo”
Mi fissò un secondo, intensamente. “Tecnicamente” disse in fine con un sorriso “Io non ho promesso nulla. Quello che intendevo era che ci avrei provato”
Aprii la bocca per ribattere, ma mi bloccò dolcemente con sorriso.
“E ci sto provando, Bella” disse serio “Ma non puoi pretendere che mi dimentichi della mia… colpa, nei tuoi riguardi”
“Quale colpa?” replicai storcendo il naso “Mi sembra che sia stata io a…”. Mi bloccai, incapace di concludere la frase.
Vidi Edward dispiacersi, rivolgendomi uno sguardo affranto. Decisi di impormi.
Avevo o no deciso di voltare pagina? Bene, lo avrei fatto.
“Edward, io ci sto… provando” mormorai “Sto davvero tentando di seguire i vostri consigli. Ma se tu per primo pensi che… che quella sera sia… troppo vivida, non mi aiuti. Ti avevo detto di smetterla di preoccuparti per quello. So che tu mi vuoi aiutare, e non sai quanto io lo apprezzi. Ma per favore, te lo chiedo per favore, non essere triste”
Non riuscivo a guardarlo negli occhi mentre dicevo quelle parole. Erano troppo… intime.
“Bella…”
“Facciamo così!” lo interruppi con un sorriso “Sarà la nostra prima caccia, ok? Cancelliamo il ricordo di quella di sabato scorso, non è successo niente! Stasera mi farai vedere come caccia un vampiro vegetariano, ti va?”
Il suo sguardo sorpreso venne presto chinato, mentre un sorriso divertito si disegnava sul suo volto.
“Sei davvero assurda” commentò con dolcezza “Ma mi hai convinto”
Gli sorrisi. “Grazie”
“Di nulla. E scusami se ti ho fatto star male”
“Basta scuse. Andiamo a preparaci!” lo bloccai con entusiasmo.
Ero sinceramente ansiosa di cacciare, questa volta. Se da un lato c’era la paura di rivivere quell’esperienza, dall’altro la sicurezza che mi infondevano la presenza di Carlisle, e soprattutto quella di Edward, non facevano che aumentare la mia eccitazione. E poi, sforzandomi di ricordare solo le emozioni positive – il senso di libertà che avevo provato, l’ebbrezza della corsa, il senso di sazietà – provavo solo un forte desiderio di abbandonarmici.
“Bella, come mai mi stai seguendo?” chiese Edward soffocando una risata
“Eh?” mi guardai attorno e mi accorsi di essere al suo fianco, davanti alla porta di camera sua.
Non mi ero proprio accorta dei nostri spostamenti; semplicemente, avevo vagamente percepito Edward allontanarsi e lo avevo seguito, come attratta da lui.
Come se io fossi il suo satellite e lui il mio pianeta.
Arrossii: “Ops. Scusami Edward. Pensavo ad altro e non mi sono accorta di pedinarti” balbettai impacciata.
“Se eri curiosa di vedere la mia stanza bastava solo chiedere” replicò lui con un sorriso, aprendo la porta.
Mi resi conto, in effetti, che non ero mai entrata in camera di Edward. Chissà com’era il suo rifugio segreto… no, no, no, non dovevo essere così invadente! Ma la curiosità morbosa di sapere tutto di lui non mi lasciò scelta.
Sbirciai dentro mentre Edward entrava e accendeva le luci, completamente a suo agio.
Anche nella sua camera, la vetrata che ci si parava di fronte occupava tutta la parete, come la mia e come tutto il retro della casa, ma da qui erano ben visibili le anse del fiume Sol Duc, che scorreva placido. Il lato sinistro della camera era interamente occupato da scaffali e scaffali, tutti ricoperti di CD; molto probabilmente nemmeno tutti i negozi di musica di Forks e cittadine nei suoi pressi avrebbero potuto competere. Incassato sotto, in un grande quadrato al centro della collezione, un impianto stereo di ultima generazione faceva bella mostra di sé. Sul lato opposto, a parte un divano di pelle nera vicino alla finestra e una scrivania elegante poco distante da esso, c’erano solo altri scaffali pieni di cd e alcuni di libri. Le pareti erano ricoperte da drappi pensati, di una variante dorata leggermente più scura di quella del tappeto.
Era un inno alla musica, in perfetta armonia con il mio angelo dagli occhi d’oro.
“La mia stanza” disse un con sorriso compiaciuto
“E bravo Cullen, allora non ti limiti a fingere di saper suonare quattro note” dissi ammirata, avanzando timorosa verso la sua collezione
“Mi sembra che tu gradisca molto le mie “quattro note”…” sogghignò lui malizioso
Arrossii e mi rifiutai di guardarlo, spostando la mia attenzione sui suoi cd. Jazz, blues, musica classica, da concerto… artisti contemporanei, rock duro, evil metal… accidenti, c’erano tutti i generi musicali possibili e immaginabili! Era davvero un piccolo Apollo.
“Hai davvero di tutto qui” mormorai “Con che criterio li hai sistemati?”
“Per anno, e poi per preferenza personale” disse studiandom
i“Sei davvero…” Che aggettivo usare? Incredibile? Fantastico? Eccezionale? Sembravano insulti paragonati alla realtà.
“Cosa c’è ora nel tuo stereo?” chiesi, curiosa
“Debussy”
“Ti piace Debussy?” chiesi voltandomi verso di lui
Annuì. “Perché, lo conosci?”
“Mia madre mi ha insegnato ad amarlo” risposi con un sorriso
“Qual è la tua preferita?” chiedemmo in coro
“Ehm… Claire de Lune” risposi, arrossendo
“Anche la mia” rispose, lanciandomi uno sguardo profondo
Ci studiammo per un attimo, prima che i rumori del piano di sotto ci distraessero.
“Ehm, beh… vado a prepararmi” dissi, facendo per uscire “Grazie per avermi mostrato il tuo regno”
“Torna quando vuoi” rispose con un sorriso “Sei sempre la benvenuta”
Gli sorrisi mezza intontita e me ne andai nella mia stanza.
E chi vi potei trovare se non lei?
Alice mi guardava sorniona seduta sul letto, dondolando le gambe avanti e indietro.
“Se non sbaglio ti avevo bandito da qui almeno fino a lunedì” dissi bloccandomi sulla soglia
“Non dovresti preoccuparti così tanto, Bella. Ti verranno i capelli bianchi” disse lei continuando a sorridere, ignorandomi “Non ti fidi neanche delle mie visioni”
“Non è che non mi fidi di te, Ali, ma…”
“Lo so, lo so. Non vuoi metterci in pericolo” alzò gli occhi al cielo “Mai capirò cosa ti frulla per la testa, sorellina”
Mi venne vicino e mi mise tra le mani una macchina fotografica professionale di ultima generazione.
“E questa?” chiesi
“Di Jasper. Poi me la ridai” disse con un sorriso “Sto facendo un altro album fotografico con Esme, in cui ci sei anche tu. Ma ci servono anche dei momenti padre-figlio, e quei due non si concedono facilmente alle telecamere, soprattutto insieme”
“E io cosa c’entro?” chiesi
“Farai da fotografa. A te sicuramente non diranno di no”
“Alice, io….”
“Bella, fallo per me!” mi supplicò
“Va bene, ma non ti assicuro nulla” borbottai sconfitta, tendendo la mano.
Alice sorrise raggiante e mi consegnò la macchinetta, alzandosi i punta di piedi per baciarmi la guancia, poi uscì canticchiano; scossi il capo, arrendendomi alle follie della piccola vampira, e la seguii mettendomi la macchinetta al collo.
“Caccia notturna con la famiglia, e la fame non ti ripiglia” canticchiò Emmett vedendomi scendere. Lo fissai scioccata, come del resto tutti gli altri.
“Ehi, questa non è mia!”si difese lui “L’ho trovata nelle patatine formato famiglia!” E sventolò in aria un sacchetto vuoto – non indagai sulla fine che avesse fatto il contenuto, meglio non sapere.
Jasper si nascose il viso nella mano rifiutandosi di guardarlo, e sbirciò nella mia direzione.
“Mi rifiuto di considerarlo ancora mio fratello, dopo questo” disse
Sorrisi. “Ti riporterò la macchinetta. Non credo che Alice ti abbia avvisato che ce l’avevo io”
“Non importa” sorrise “A dopo”
“Ciao Bella” mi salutarono tutti.
Uscii e mi diressi in garage, dove Carlisle e Edward mi stavano aspettando, chiacchierando amabilmente appoggiati alla fiancata della Mercedes. Si voltarono in sincrono verso di me sentendomi arrivare, e il sopracciglio sinistro di entrambi si inarcò vedendo la macchinetta nera che penzolava la mio collo.
Arrossii e mi affrettai a spiegare. “Ehm... sembrerà che me ne stia lavando le mani, ma è un’idea di Alice”
Scossero il capo sospirando. Accidenti, erano il riflesso speculare l’uno del’altro.
“Bene. In marcia” esclamò Carlisle salendo al posto del guidatore
Edward aprì lo sportello e si fece da parte per farmi passare sorridendo; si toccò un berretto immaginario e mi salutò con un cortese: “Prego, Miss”
“Ma grazie, Sir” ridacchiai, salendo a bordo.
“Sempre più cavalleresco, eh, Edward?” lo prese in giro Carlisle
“Sono stato educato così” replicò lui con un sorriso “E poi, lo leggo nei tuoi pensieri quanto tu sia fiero di me”
Carlisle rise. “Già. Su questo non posso darti torto”
“Sai, Carlisle, non dovresti incoraggiare il suo lato egocentrico” dissi mentre iniziavamo a percorrere la strada “Come padre dovresti insegnargli l’umiltà. Tuo figlio già ha grossi problemi, visto che si crede Mister Universo” E gli lanciai una finta occhiataccia che lo fece ridacchiare.
“Oh, al contrario, credo proprio che da una settimana la sua stima di sé sia bruscamente calata” ghignò Carlisle studiando il figlio.
“Carlisle!” lo riprese Edward, imbarazzato
“Che c’è, Edward, non sei tu che professi la verità in famiglia?”
“La professo perché sono costretto, grazie alle mia qualità, a farmi gli affari vostri ventiquattro ore al giorno” sbuffò lui incrociando le braccia “Non vorrei che mi consideraste un maniaco depravato che va a ficcanasare in giro”
“Edward, nessuno di noi lo ha mai pensato”
“Dillo a Rosalie”
“Rose tiene molto alla sua privacy” mi intromisi io desiderosa di scoprire altro su di loro “Sa essere molto sfuggevole, se vuole, ma è una splendida persona”
La faccia di Edward venne scurita da un’ombra, ma fu solo per un istante. Sorrise mestamente “Già. Ma la parola che la definisce meglio è testarda” disse, alzando gli occhi al cielo “Ancora mi domando come faccia Emmett a stargli dietro”
“Non so se te l’ho già detto, ma non ascoltare Edward quando critica i suoi fratelli” disse Carlisle “Dice, dice, ma ucciderebbe chi pensa anche solo una volta male di loro”
“Credo di averlo capito” dissi guardandolo divertito
“Allora, Bella” esordì Carlisle “Sei riuscita a sopravvivere per un’intera settimana nella famiglia Cullen. Congratulazioni!”
“Grazie” dissi “Anche avrei detto che voi siete riusciti a sopravvivere a una settimana con me”
“Non mi è sembrata un’impresa così difficile” scherzarono entrambi
“No, davvero. Grazie di tutto. Mi trovo davvero bene in mezzo a voi” dissi imbarazzata “Certo, siete una famiglia... alquanto... ehm...”
“Assurda?” completarono loro
“Stavo per dire insolita, ma più o meno è lo stesso” sorrisi “No, sul serio, siete delle belle persone”
“Grazie!”
Li guardai storcendo il naso, e loro mi rivolsero un’occhiata curiosa.
“Va bene che siete padre e figlio, e che tu gli leggi nella mente, ma addirittura le stesse frasi...” li presi in giro, facendoli ridere.
Com’erano belli insieme... il classico ritratto della famiglia.
Il loro rapporto... no, il loro legame era così profondo e saldo che sospettai che fossero legati l’uno all’altro da un filo indissolubile. Era un sentimento fortissimo, quasi irreale.
Un po’ come i sentimenti che legavano Alice, Rose ed Esme hai loro rispettivi partner.
“Ti devo ringraziare, Bella” disse Carlisle mentre i suoi occhi si illuminavano “Hai davvero portato una ventata di aria nuova nella mia famiglia. E soprattutto, hai fatto felice Esme, qualche giorno fa”
Ah, ecco il perché dello sguardo da innamorato... che carino!
“Non ho fatto nulla, davvero” dissi “Piuttosto, dovresti ringraziare il mio stomaco”
“Carlisle, quando parli di Esme il tuo cervello va in vacanza” scherzò Edward con un sorriso “Ricordati che sei i pilastro portante della nostra famiglia, non puoi perderti in questo modo”
“No, dai, è carino!” lo difesi “Sembra così dolce... ehm, ciò, non vorrei offenderti Carlisle!” aggiunsi
“Nessuna offesa!” rise lui “E poi, Edward, non dirmi che tu non...”
“Carlisle, ti prego! Non fare anche tu come Alice!” lo interruppe Edward irritato “Per favore!”
Lui si limitò a ridere, scuotendo il capo e lasciandomi perplessa.
“Siamo arrivati” annunciò Carlisle fermandosi
Scendemmo dalla macchina e respirammo tutti e tre a pieni polmoni
“Diamo inizio alla caccia” disse Carlisle allegro.
Annuii con un sorriso, affiancandolo, mentre Edward rimase in disparte scuro in volto. Mi voltai verso di lui e mi alzai con due dita gli angoli della bocca, ricordandogli la promessa che mi aveva fatto. I suoi occhi scintillarono e un sorriso gli affiorò sul volto mentre scuoteva il capo.
“Ehi, Ed, ti va di fare una gara?” proposi
Assunse un’aria arrogante. “Non giocare con me, protesti pentirtene” mi ammonì con divertimento
“Oh, non credo proprio” lo ripresi “Se ben ricordo, l’ultima volta sei rimasto dietro di me”
Gli occhi gli scintillarono. “Preparati” disse “Tre... due....”
“Poche chiacchiere, roscetto, usa le gambe!” lo presi in giro iniziando a correre
“Ehi, così non vale!”
“Non lo sai che i vampiri non sono leali?”
Mi voltai ridendo e mi diedi una spinta per aumentare la velocità. Ma per quanto fui veloce, dopo tre secondi mi ritrovai Edward a pochi metri da me; accidenti, era veramente velocissimo!
“Stanca?” mi provocò
“Ehi, tu sei ancora indietro!” ribattei
Ghignò e con uno scatto mi affiancò, incatenando i miei occhi ai suoi.
“Dicevi?” chiese con un tono vellutato, distraendomi... e approfittandone per superarmi.
“Ma che... IMBROGLIONE!” gli gridai dietro, inseguendolo
Lui rise a gran voce aumentando la velocità, mentre io gli gridavo dietro.
Lo ricorsi per quasi dieci minuti, ridendo e gioendo nel sentire la sua risata, fino a quando non lo raggiunsi.
“Ti ho preso!” esclamai allungando le mani per afferrargli il maglione, ma lui saltò di lato
“Mancato!” mi prese in giro facendomi una linguaccia, mentre sbucavamo in una piccola radura.
In cui, e non capimmo bene come avesse fatto, Carlisle ci stava appoggiando appoggiato a un albero.
“Finito di giocare?” ci chiese con un enorme sorriso
“Finito di barare, piuttosto” dissi guardando suo figlio “Edward è un truffatore con la T maiuscola”
“Bella, io te l’avevo detto che ero il migliore della famiglia in tutto” si pavoneggiò lui
“Siamo sicuri che il tuo nome non sia Narciso?” insinuai, mentre un profumo invitante mi giungeva alle narici
“Alci” dissi, mentre un brivido mi percorreva la schiena
“Chi lo prende per primo?” propose Edward
“Ci sto”
“Partecipo anch’io” disse Carlisle “Domani ho in intervento importante, non vorrei uccidere il paziente, invece di salvarlo”
Scattammo tutti e tre in direzione del profumo finché non individuammo il branco destinato a farci da cena.
Lì mi bloccai.
Okay, mentalmente ringraziai che il mio cuore fosse già fermo, perché quello spettacolo mi avrebbe ucciso.
Due divinità greche della caccia si lanciarono addosso al branco con un’eleganza inimmaginabile.
Un Zeus dalla pelle nivea corse con passo sicuro e aggraziato verso un enorme alce dalle enormi corna, abbattendolo con un gesto preciso della mano candida. Con una grazia impareggiabile accosto la sua bocca carnosa al collo dell’animale, come se vi stesse posando un bacio, e vi affondò i canini con un gesto fluido.
Al suo fianco, specchio delle sue mosse, un giovane Apollo dai capelli bronzei eseguiva la stessa danza di morte del padre, muovendosi con un’agilità e una velocità senza eguali.
Queste due divinità non potevano mostrarsi proprio a me.
Si cibarono composti mentre io li osservavo rapita. Una volta finito, si staccarono dalle carcasse e mi cercarono con lo sguardo.
“Bella, va tutto bene?” mi chiese Carlisle
“Si, solo che...beh, wow” dissi riprendendomi
Mi sorrise colpevole. “Troppo spaventosi?” chiese
Scoppiai a ridere. “Oh, no, al contrario!”
Edward e Carlisle si scambiarono un’occhiata perplessa, tornando poi a studiarmi. Evitando il loro sguardo e domande imbarazzanti, mi misi all’inseguimento del branco di alci finché non li raggiunsi e mi avventai sul primo che mi si parò davanti. L’estasi che provai fu indescrivibile.
Appena lo abbi prosciugato mi alzai e feci per abbatterne un altro, ma prima che potessi spiccare un balzo Edward atterrò un alce e me lo porse. Lo fissai arrossendo e presi l’animale.
Quant’era dolce.
Ci cibammo di qualche altro esemplare, ed ogni volta Edward mi spingeva un animale verso di me, come per aiutarmi.
Al secondo capii il perché del suo comportamento; non voleva che mi allontanassi. Non voleva che si ripetesse l’esperienza dell’altra volta.
Un calore improvviso mi sciolse il petto.
Si preoccupava per me. Solo per me.
Però... urgeva rimediare. Qualcosa mi diceva che dovevo, oddio, non potevo crederci… aiutare Edward a superare l’accaduto.
Non riuscii ad allontanare quel pensiero. Lui era tormentato da un mio errore, e stava lasciando che il senso di colpa lo guidasse; non gli avrei mai permesso di rimproverarsi per l’eternità di una simile cosa. Non aiutava me, certo, ma non mi importava granché; era Edward che doveva essere felice. Io non potevo pensare che per causa mia non lo fosse.
Non l’avrei sopportato.
“Ancora fame?” domandò Edward
“Mah, un pochino…” borbottai io immersa nei miei pensieri. Come potevo aiutarlo?
“Già, concordo” disse Carlisle “L’ultimo e poi si torna a casa”
Mi si accese la lampadina nel cervello e mi illuminai.
Edward partì di corsa, e Carlisle stava per imitarne il gesto quando lo bloccai per un braccio. Lui si girò e mi rivolse uno sguardo perplesso.
Con il capo gli indicai il punto in cui era scomparso Edward. Lui mi capì subito, e il suo sguardo si adombrò di una luce preoccupata, che aveva mascherato così bene fino ad ora. Annuì, ma alzò le spalle, mimando con la bocca “Non cambierà idea”
“Non può continuare così. Non voglio essere un peso per lui, né voglio dargli pensiero” mimai in risposta, triste.
Carlisle mi studiò un attimo, poi mi indicò un punto alle nostre spalle.
“Vai” sussurrò “Io lo distraggo. Torna presto, però”
Gli sorrisi e iniziai a correre in mezzo ai cespugli più veloce che potevo.
Questa era una prova che dovevo vincere a tutti i costi. Per me, ma soprattutto per il mio angelo personale.

 

Edward’s pov.
Quando percepii i pensieri di mio padre ero già troppo lontano per poter fare qualcosa.
Non potevo fare nulla per fermarla, per non farla allontanare da me, ma comunque mi bloccai e con una mezza giravolta iniziai a correre disperatamente verso il luogo dove li avevo lasciati.
Non potevo permetterle di correre un rischio così grande.
Non era ancora pronta per affrontarla da sola. Non era pronta, correva grossi rischi, per una singola mossa sbagliata poteva tornare a tormentarsi, poteva… lasciarmi.
Non era pronta. Non era pronta.
Maledizione, Bella era ancora troppo fragile!
Avevo promesso a me stesso che avrei sempre vegliato su di lei, soprattutto ora che stava vivendo un periodo di assestamento, adesso che era più bisognosa di aiuto. Come aveva potuto Carlisle lasciarla andare da sola, senza protezione? Non si rendeva conto dei pericoli che erano pronti a minacciarla, se avesse commesso un passo falso?
Stupido io e stupida la mia fiducia nel prossimo!, mi rimproverai, come avevo fatto a lasciarmi ingannare dai pensieri di mio padre? Accidenti, dovevo stare più attento!
Sbucai nella radura dove ci eravamo fermati poco prima e senza esitare mi lanciai verso gli alberi in cui si era addentrata Bella, quando una mano forte si chiuse intorno al mio polso.
NO, Edward” L’ordine risuonò secco e deciso nel mio cervello.
Stupefatto, mi voltai verso Carlisle; mi teneva inchiodato al mio posto, senza la possibilità di muovermi un centimetro, e mi studiava con due lastre deciso d’oro sul viso. L’espressione era decisa e calma.
Mi divincolai, sapendo già che non sarei riuscito a liberarmi. Carlisle possedeva una forza spaventosa, che raramente usava o faceva trapelare agli avversari, ma che lo aiutava molto a mantenere la disciplina – lui la chiamava “serenità” – in casa; non si poteva discutere le sue decisioni, perché lo sapevo, lo sapevano tutti, ciò che lui decideva lo faceva per il nostro bene.
Non abusava mai della sua autorità.
Non pensava mai al suo tornaconto. Pensava solamente a noi. Al nostro bene. Alla nostra felicità.
Nessuno di noi aveva mai provato a contraddirlo o a mettere in discussione le sue decisioni, che Carlisle si premurava sempre di discutere con noi; sapevamo tutti benissimo che ogni sua azione mirava al nostro bene.
Per questo, non riuscivo a guardarlo in faccia mentre mi divincolavo dalla sua presa, ignorando i suoi pensieri calmi, dibattendomi come un bambino che fa i capricci.
Non avevo mai messo in dubbio l’opinione di Carlisle da quando mi ero allontanato da lui, quasi un secolo fa. Non mi era possibile, io... mi fidavo cecamente di lui.
Gli volevo molto bene.
Ma in quel momento, non riuscii ad allontanare l’immagine di Bella disperata che fuggiva da Forks, da me. Di Bella che tornava a Volterra a farsi ammazzare. Di Carlisle che non l’aveva fermata.
Non potei trattenermi dal pensare che sarebbe stata tutta colpa sua.
“Lasciamo, Carlisle! LASCIAMI ANDARE!” gli ringhiai contro, mentre le sue braccia si chiudevano attorno al mio busto, intrappolandomi.
Ringhiai e mi dibattei, gemendo per l’impotenza che non mi permetteva di ferire mio padre né di aiutare Bella. Le due persone a me più care che mi stavano distruggendo.“Edward, adesso calmati” disse Carlisle con dolcezza, per nulla spaventato
“No!” gemetti, scuotendo il capo “Devo andare da lei, devo...”
“Tu non devi fare niente” mi bloccò lui “Devi solo fidarti di Bella”
Smisi di agitarmi, boccheggiante, e la presa di mio padre si fece più calorosa, più amorevole.
Chinai il capo e fissai il terreno, tentando di calmarmi.
Perché? Che cosa diavolo mi stava succedendo?
Perché, improvvisamente, la mia vita adesso ruotava intorno a Bella?
Non riuscivo a capire. La mia mente non riusciva a concepire questo cambiamento.
Era come se... se la mia intera esistenza ora dipendesse da lei. A un suo minimo cambiamento, a un suo minimo spostamento io... mi orientavo su di lei senza pensarci. Come se fosse naturale, giusto che fosse così. E non me ne pentivo, ma anzi, desideravo sempre di più conoscerla, stare con lei, sentirla solo ed esclusivamente mia.
Mia, mia e solo mia.
“Perché?” domandai “Perché mi hai ingannato, Carlisle?”
“L’avresti lasciata andare, Edward?” mi chiese lui di rimando “Se non avessi mentito, e ti chiedo scusa per questo, tu l’avresti lasciata andare?”
No. No, no, no e mille volte no.
Tacqui, ma lui comprese benissimo. Inaspettatamente, Carlisle sciolse la presa e mi lasciò libero.
Mi voltai a guardarlo stupefatto, mentre lui si accomodava sulla sponda del fiumiciattolo là vicino e si voltava a fissarmi.
Parliamo o vuoi andare da lei?” chiese “Qualsiasi cosa fai, io resterò qui
Mi voltai verso il bosco, dilaniato dal peso della scelta. Continuando a tenere la testa rivola alle mie spalle, mi andai a sedere di fronte a Carlisle.
“Perché?” gli chiesi
“Per Bella” rispose semplicemente, prendendo un sasso e iniziando a giocarci “E anche per te”
“Che aveva?” chiesi “Perché non me ne ha parlato? Io...”
“Edward, credo proprio che questa volta sia stato tu il suo problema” rise Carlisle “O meglio, il tuo comportamento. Credo che Bella te lo abbia fatto capire, no?”
Lo fissai piccato. “Non credo di aver capito”
“Edward, posso essere completamente sincero con te?” disse con un sorriso “Ti fai davvero troppi problemi”
Lo fissai stupefatto, mente colui che definivo mio padre mi rivolgeva un sorriso smagliante dopo avermi palesemente insultato. Non credevo alle mie orecchie.
“Non credo di seguirti” dissi
“No? Beh, forse mi sono spiegato male” scosse il capo con un sorriso “Chissà, forse ho sbagliato io... magari ti ho complicato la vita”
“No” lo interruppi deciso “Tu non hai sbagliato con me. Tu mi hai salvato, Carlisle. Non potrei mai biasimarti per ciò che mi hai donato”
Carlisle sorrise comprensivo, e anche io mi lascia andare.
“Grazie figliolo. Mi confortano le tue parole” disse “Così ora sono sicuro di non essere stato io ha farti diventare un cinico apprensivo vampiro pessimista”
Sgranai gli occhi, allibito. Da quando Carlisle aveva sviluppato questa vena comica?
Mio padre rise della mia espressione, e io non potei che concordare con Bella; Carlisle comico era un’esperienza tanto rara quanto scioccante. Sarà stata la luna piena?
“Così, io sarei pessimista, cinico e apprensivo?” tentai di riportarlo all’ordine
“Oh, si” annuì lui “Ma forse non te ne rendi conto, Edward. Sai, tu... tendi a farti carico dei problemi di tutti i tuoi cari. Sei molto maturo per la tua giovane età. Un po’ mi dispiace, perché non ti ho mai visto goderti la tua giovinezza da vampiro. Non fraintendermi, sono orgoglioso della tua maturità, ma qualche volta vorrei che tu ti divertissi”
“Non ne ho bisogno, ho già i miei svaghi” lo rassicurai “Non preoccuparti”
“Un padre lo deve fare. Ma il punto della nostra discussione non è questo” riprese “Il problema è che nella nostra famiglia è entrato un elemento che sembra avere le tue stesse, ehm, qualità
“Bella?” chiesi
Annuì. “Avete la stessa tendenza a farvi carico dei problemi degli altri, sacrificando la vostra felicità” disse lui “Per esempio, questa sera: Bella era preoccupata per te, perché tu eri preoccupato per lei” Alzò gli occhi al cielo sconsolato “Mi chiedo se due persone con il martirio nel sangue sapranno convivere sotto lo stesso tetto. Farete a gara per chi dovrà sacrificarsi per primo?”
“Papà!” lo ripresi
“Scusami, ma è così” disse lui “Edward, ti ho osservato in questi giorni. Ti stai davvero preoccupando molto per Bella, e lo apprezzo immensamente; credimi, sono felice e orgoglioso del bel legame che sta nascendo tra voi”
Ringraziai di non poter arrossire, anche perché ero compiaci... che cosa ero?!
“Ma non voglio più che tu ti faccia carico dei suoi problemi come se lei non fosse in grado di difendersi” disse serio
“Io... non ho fatto nulla” dissi sulla difensiva
Carlisle sorrise malizioso. “Non mentirmi, Edward. Sono tuo padre, ti conosco bene. Ho visto quanto ti sei preoccupato per Bella, oggi. Ma ho anche visto quanto Bella fosse preoccupata per te”
Scoppiò a ridere, esilarato. “Ma che bella coppia di stupidi che siete!”
“Papà!”
“Edward, non puoi non ammetterlo” rise ancora lui, fissandomi “Ti ho osservato, stasera: hai cacciato per lei, hai fatto di tutto per farla ridere, l’hai tenuta vicino a te per non farle correre rischi, temendo che... potesse affrontare ancora una volta quella brutta esperienza. È stato ammirevole, davvero; si denota un tuo profondo sentimento, verso di lei. Ma dall’altra parte temo che tu sia rimasto traumatizzato più di Bella da quel ricordo”
“È stato... molto... difficile, per me” confessai, addolorato “Sono stato io a costringerla a... affrontare una prova più grande di lei. Il minimo che possa fare ora è rimediare, e...”
“Ma lo stai già facendo, Edward” mi consolò Carlisle “E sono certo che questo Bella lo apprezza davvero moltissimo. L’unico tuo sbaglio è il voler combattere le sue battaglie al suo posto”
“Tu lo hai fatto per Esme” ribattei
“Si, è vero. Ma ho sbagliato; sai meglio di me quanto” disse lui “Non bisogna combattere al posto delle persone a cui si tiene, e la mia esperienza lo dimostra. Si, bisogna aiutarle a combattere; si, si deve star loro vicino; si, si devono sostenere sempre. Ma se si combatte al posto delle persone care, si finisce  con l’allontanarle da sé”
Sgranai gli occhi, terrorizzato da quel pensiero.
“Per questo l’ho mandata a cacciare da sola, Edward” sorrise Carlisle “Bella deve affrontare questa prova da sola, trovando la volontà, no, anzi, la motivazione per cui vale la pena cambiare. Credo che lo abbia capito anche tu che lei  lo sta facendo per te. E spero vivamente che quando tornerà avrai vinto anche tu il tuo terrore per la scorsa caccia”
“Carlisle, non è solo quello” sbottai “Non voglio che Bella soffra ancora, mi capisci? Ne ha... ne ha già affrontate così tante. Le hanno tolto tutto, le hanno fatto del male... eppure lei è ancora pura” Sospirai, confuso “Non so che mi prende, ma davvero non voglio che soffra ancora. Mi fa... star male, vederla soffrire. E non so perché!”
Mi passai una mano tra i capelli, frustrato da questa strana sensazione che non riuscivo a capire.
“Non capisco che mi prende!” esclamai “Non capisco, non capisco e non capisco! Ma non riesco... a farne a meno. Non riesco a comprendere ciò che mi succede, ma non riesco... non voglio rinunciarci”
Mi sentii improvvisamente bene. La verità di quella confessione mi entrò in petto e mi regalò una sensazione di pace e di benessere senza eguali.
Ma che carino, Edward è...
“Non. Osare. Dirlo. Anche. Tu” sibilai, imbarazzato, voltandomi verso Carlisle “Non fare come i tuoi figli, per favore. Rimani serio”
“Sono serio” sorrise Carlisle “E anche molto orgoglioso di te. È un sollievo sapere che...”
“Non. Dire. Certe. Eresie” ringhiai
“Edward non devi reprimerti. È un bene che anche tu inizi finalmente a provare certe emozioni”
“Tu hai frequentato un corso con Alice su come farmi saltare i nervi, vero papà?” dissi storcendo il naso
“No. Sono solo molto felice per te!” esclamò, mettendomi un braccio attorno l collo e stringendomi a lui, scompigliandomi i capelli.
“Ehi! Ehi, ehi, ehi, ehi, papà, lasciami!” risi con lui “Dai, non siamo un po’ grandi per certe cose?”
Flash!
Un lampo luminoso ci fece bloccare e voltare all’unisono verso il bosco. Bella abbassò la macchinetta e ci rivolse un sorriso divertito e colpevole.
La sensazione di sollievo e felicità che provavo quando ero con lei si ripresentò violenta quando incrociai i suoi occhi.
“Bella!” esclamammo, sorpresi
“Eravate così carini, insieme” si giustificò lei “Non ho resistito”
“No, no, no, Bella, così non va” la sgridò bonariamente Carlisle “Non si fanno le cose di nascosto”
“Scusa, Carlisle” ripeté Bella colpevole “Ma ho pensato che con questa foto Alice sarà felice e non mi chiederà mai più di fare da fotografa non pagata”
“Si, però manca una foto” disse Carlisle raggiungendola, mentre la piccola Bella lo guardava confusa. Io sorrisi al pensiero di mio padre, e li raggiunsi.
“Ma cosa...”
“Mettiti qui e aspetta” le dissi con un sorriso, mente Carlisle ci stava concedendo tempo
“Hai cacciato?” le chiesi tentando di mascherare la mia angoscia
Mi rivolse uno sguardo profondo prima di parlare. “Si, grazie” dissi “Ho trovato un orso. Alice aveva ragione, sono deliziosi”
“Mi fa piacere che ti sia piaciuto” risposi
“Edward... grazie” sussurrò chinando il capo “Grazie per esserti fidato di me”
Aprii e chiusi la bocca un paio di volte, poi sorrisi. “No. Grazie a te per avermi sopportato, e per avermi concesso la possibilità di parlare con mio padre”
“Sempre qui per te” ridacchiò lei “Ma non mi fare prende più paure del genere , chiaro? Prova a usare i muscoli della faccia per sorridere, qualche volta”
“Intendi così?” chiesi divertito, rivolgendole un sorriso. La vidi arrossire di botto, borbottando qualcosa come “Esattamente”. Scoppiai a ridere
Ce l’aveva fatta, la mia piccola. Ci era riuscita, ed era tornata da me.
Secondo Carlisle, inoltre, aveva fatto tutto ciò per… me. Per vedermi felice. Una s3esazione di calore mi invase il petto, facendomi quasi galleggiare a qualche metro da terra. Il semplice pensiero, no, la semplice fantasia che stavo immaginando, che Bella avesse fatto tutto questo per me mi fece provare un desiderio violento di abbracciarla e stringerla forte al mio petto.
Non so dove trovai la forza di non farlo, ma resistetti; la mia fantasia, però, non allontanò l’idea assurda che Bella lo avesse fatto per me. e la sensazione di calore si fece più acuta.
“Bene! Tra tre secondi scatta” ci annunciò Carlisle raggiungendoci “Forza, una foto ricordo!”
Io e Bella lo fissammo scioccati.
“Senti, ma...è sempre stato così?” mi chiese Bella
“No” risposi stupefatto “Mi sa che è una malattia nuova”
“Credi che l’abbia portata io?”
“Tu mi sembri normale”
“Sarò portatrice sana”
“Secondo me sono Alice e Emmett”
“Dite cheese” disse Carlisle mettendosi dietro di noi con un sorriso
Io e Bella ci stringemmo l’uno all’altra, mentre Carlisle posava una mano sulle nostre spalle.
Come fosse la cosa più normale del mondo, come se fosse giusto e sensato, senza pensare le misi una mano attorno alla vita e la strinsi a me; lei sobbalzò sorpresa, ma si rilassò subito e posò il capo sulla mia spalla, stringendosi a me..
Finalmente, con lei di nuovo al mio fianco, tutto sembrò tornare a posto.
Con lei al mio fianco, ero di nuovo completo.

Angolino:

Alor, alor, alor, anche questo è andato. Il prossimo sarà il primo dei due capitoli sulla scuola, ovvero:
Primo giorno di Scuola! – Bella’s pov
Ultima cosa: per chi volesse contattarmi anche per e-mail, mi contatti a questo indirizzo, please: Marzia-moonlight@hotmail.it
Un bacione enorme da Marzietta

  
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