Non state per lancirmi contr pomodori, soprammobili e tv al plasma da 50 pollici, vero? So che me lo meriterei, ma sapete, fanno un pochettino male. E poi, non dovreste sprecare tanta buona roba su uno scarto come me.
Ok, fine dei commenti a mia discolpa, che non sono serviti a nulla. Ho sbagliato ancora, ma la scuola mi ha fatto impazzire. Davvero, sto pensado di scioperare.
Bene,
due parole su questo cappy e poi vi lascio alla lettura.
Vi
chiedo davvero di recensire, questa volta, perché non ne sono molto sicura. Se non si capisce, e se a voi non
piace, potrei anche riscriverlo tentando di tradurlo dall’aramaico – o Marziese stretto – all’ italiano.
È
incentrato sul rapporto di Edward/Carlisle, molto sacrificato secondo me
nei libri della Meyer. Come ormai sapete, ho la piccola
tendenza a stravolgere i personaggi rendendoli più VVA “Vivi, Vivaci&Assurdi”, quindi molto probabilmente ho sbagliato a non mettere OOC
tra le avvertenze. Pazienza!
Il Carlisle di questo capitolo mostrerà la
sua vena comica! Spero che tutte le
fan del bel Dottor Biondo gradiranno, so che Carlisle è uno dei personaggi che va
per la maggiore, spero di non avervelo rovinato troppo. Il dialogo tra lui e il suo figliol prodigo mi sembra abbastanza
chiaro, ma se avete dubbi non esitate a dirmelo, intesi?
Prima di lasciavi, avrei
una piccola microscopica richiesta da farvi: ho notato che tutte voi, o almeno
la maggior parte, apprezzano il mio stravolgimento dei personaggi, periò vorrei
aprire un sondaggio:
TRA I PERSONAGGI RIVISITATI DALLA PAZZA SADICA IN
RITARDO CRONICO (OSSIA IO), QUAL E’ QUELLO PIU’ GRADITO AL PUBBLICO??
Questo capitolo lo dedico a Federica, che mi ha contatto e implorato di aggiornare presto in nome di tutte voi!
Minako
chan: Grazie molte per i tuoi commy, sempre ben accetti. Si, quelle
due pazze sadiche delle sorelle Cullen sono geniali, e tutti credo vorrebbero
averle come sorelle – se si limitassero, qualche volta, sarebbero perfette.
miki18:
Molto
probabilmente quando mi hai ringraziato così tante volte non eri in te, eri un
po’ brilla… sei sicura davvero di riferirti alla mia storia?^^ Grazie comunque,
anche se i compli nn erano per me! Goditi il capitolo
ducy:
Grazie,
tesoro! Sono felce che la mia scrittura addirittura “appaghi” qualcuno, e ho
davvero tentato di aggiornare presto, ma anche questo capitolo è uscito con un
parto cesario…
Goten:
Non
ringraziare me o dio, ringrazia piuttosto gli incubi che i sensi di colpa mi
hanno causato!^^ sono felice che i piccioncini continuano a suscitare scalpore,
me commossa!
MimiMiaotwilight4e:
Anche
il tuo sogno dono una Alice Rose come estetiste? Siamo in due, sorella! Grazie
per i complimenti, se posso farmene uno da sola (e tanto lo sto già facendo) il
finale dalla disco in poi è stato un colpo di genio. Visto che le ore di
matematica servono a qualcosa? E per i club “Sogni Impossibili – Impossibile
Dream – “, ANCHE IO VOGLIO UN EDWARD IN NERO CHE MI INSEGNI A
BALLARE!!!!!!!!!!!!!!!!
Wind:
Ben
ritrovata! ASai, io non saprei se avrrei sclerato con due sadiche come loro.
Probabilmente si, ma a coti fatti direi che forse in quell’occasione avrei
reagito proprio come Bells: RESA INCONDIZIONATA!!! Per le 2 ore in bago, sappi
che anche io ci sto – so che non frega niente, ma va beh – e faccio impazzire
la mia family. Ma, ehi, il RELAX è RELAX! Kiss
Fin Fish:
Maestra!
Mi sono fustigata dieci volte ogni giorno da quando ho postato l’avviso, per
rimediare al mio ritardo! È stato troppo poco? Devo buttarmi dal balcone? Se me
lo chiede lo faccio! No, parlando seriamente, non cambierò idea sulla mia idea
che TU sia proprio MAMMA CULLEN. U______U, ma sono felice di aver trovato
un’altra persona al mondo che è sarcastica, sadica e con poca pazienza su
questa terra arida – pensdas che il Dott. House ha preso lezioni da me, e ho
detto tutto. Sono lieta che questo capitolo lo hai gradito particolarmente; mi
dispiace averti causato un’imperventilazione improvvisa, ma per ricevere i tuoi
commenti credo ne sia valsa la pena. ^^ Gomenasai. Emmett… poverino, io l’ho
trovato molto tempestivo. Pensavate che li avrei fatti baciare, eh? Povere,
povere, povere, ancora non avete ben capito che livelli di SADISMO io possa
raggiungere. MWAHAHAHA!!!
LittleSweetDreamer: Welcome in our big crazy family!
Ma
ciao! Ma grazie! Che bellissimi comlimenti… graziegraziegrazie! Lo so, i Cullen
sono molto famosi per il loro tempismo perfetto et brevettato, ma mi dispiace
disilluderti. Prima del primo bacio dovranno pedalare PARECCHIO i nostri
piccioncini piccolini! Sono felice che il mio Edward ti piaccia, thanks! Siamo
sicuri che non lo stravolgo un po’ troppo?
annalisa70: Welcome in our big crazu family!
Ciao,
anzi, scusami tanto se non ho mantenuto la promessa di aggornare presto,
perdonami! Spero che ciò non ti abbia indotto ad abbandonarmi!
mylifeabeautifullie: Facciamo la ola hai
due stupidotti! Ole!!!!!! Mi dispiace illuderti, però, prima che quei due si
dichiarino ne passerà di acqua sotto i ponti… ah, e piccolo chiarimento: E’
STATA ALICE HA MANDARE EMMY DAI DUE INNAMORATI!!!!!!!
Noony: Welcome in our big crazy family!
GRAZIE,
e continua a leggere se lo vuoi scoprire!
mistica88: ^^ Addirittura un film
di Dario Argento?! Ho esagerato, eh? Mea culpa, mea magna culpa – il liceo
classico fa male. contenta però che ne sia valsa la pena!
Finleyna
4 Ever: Prezzemolina mia adorata! Piccola, mi dispiace sgonfiare le tue
fantasie sul matrimonio di Bella e edward, ma sono talmente lontani dal primo
bacio che farei prima a girarmi il sistema solare tre volte che loro a
dichiararsi. Mi sa che 25 capitoli non basteranno.^^ sorry.
Princesseelisil:
Grazie
piccola! Sono felice che l’apprezzi a tal punto.
PetaloDiCiliegio:
Ma
ciao! Eh, lo so, un bacietto c’era pure… ma poi che sadica sarei stata? Lo so,
questi vampiri che si credo senz’anima… sarà la chiave centrale dell’altra mia
storia. Chissà se hai capito.
pinkgirl: Welcome in our big crazy family!
L’hai
letta tutta d’un fiato? O__o Me strabiliata! Sono felice però che ti sia
appassionata. Come mai affermi di capire perfettamente le torture a cui Bella è
sottoposta in casa Cullen? Anche tu hai delle sorelle? Sono contenta che tu sia
contenta (perdona il gioco di parole) che Edward si sia sciolto un pochino, ma
credimi, non sai i miei livellui di perfidia come sono alti…
franci_cullen: Welcome in our big crazy family!
Ma
ciao! O___o Il destino ti ha fatto trovare la mia storia e te ne sei
appassionata a tal punto?? Me commossa T__T Sono contenta che il livello di
coinvolgimento degli altri Cullen è attivo e
ne visto, non pensavo potesse avere successo. Sono felice di sbagliarmi!
E sta tranquilla, questa storia sarà parecchio lunghetta… e sono indecisa se
aggiungere anche un capitolo extra!
Helen
Cullen: Elly! Che piacere sentirti, temevo non scrivessi più!! Sono
felice di sapermi far perdonare i ritardi, altrimenti avrei già sotto casa una
folla che brandisce torce e forconi, molto arrbiata… hai visto? Ti regalo il
tuo carlisle! Aspetto con ansia i tuoi commenti su questo personaggio, spero di
non deluderti. Tu sii brutale e spietata, ok? Sono orgogliosa dei tuoi commenti
positivi, anche se devo prendre le perti di Emmett: stavolta è stata ALICE HA
ORDINARGLI DI INTERROMPERLI! Lei sa perché. Molto probilmente scriverò una
special suo qst momento!! Weh, eh, lo sapevo che Carlisle in posizione relax ti
sarebbe piaciuto… regalino! Baci!
Silver_Alchemist:
Concordo
con la tua richiesta disperata a Eddy!!!!!!!!!! LO VOGLIO PURE IO!!!!!!!
Picci151:
Non
preoccuparti, l’importante è che commenti qualche capitolo – meglio tutti,
però^^. Sono felice che apprezzi la mia altalena di capitoli profondi e altri
leggeri, perché questo “tenterebbe” di essere profondo. Bah! Hai visto, eh?
Edward geloso e possessivo, anche se non lo ammette neanche a sé stesso. Eh,
figlio mio, ma dico, sei una creatura fantastica – e anche un gran pezzo di
bonazzo assurdo – e mi ti fai i complessi? Nonono!
Railen:
Non
preoccuparti, con calma! Hai visto quanto ci ho messo x aggiornare? Lo so, non
sono molto svegli ‘sti due ragazzi, ma che ci vogliamo fare (forse Emmy e Alice
posso provvedere con qualche lezione in proposito. Te lo immagini? Ahahahah!)
mi dispiace deluderti, am ripeto, è stata Alice ha dire a Emmy di intervenire!
Lei vuole che si mettano insieme, ma NEL MODO CHE VUOLE LEI! E tu oseresti mai
contraddirla? Lo so, sono un po’schizofrenica. Gomenasai.
Un grazie speciale a mylifeabeautifullie,
pinkgirl, Goten. Fin Fish, Lion E Lamb, camy00, ducy, cullengirl, Finleyna 4 Ever, Helen Cullen,
stezietta w e bell,che mi hanno
incoraggiato a concentrarmi sullo studio e a non mandare al diavolo la scuola! Thanks
a lot, my stars!
Bussai timidamente alla porta
mordendomi indecisa il labbro inferiore.
Con tutto il cuore sperai di non
disturbare, anche perché se avessi dovuto abbandonare il mio piano non credo
che sarei tornata a cercarlo; avevo impiegato un giorno intero a trovare il
fegato per andargli a parlare!
Il solito “Avanti” giunse gentile
e caloroso come sempre. Molto probabilmente non avrei potuto evitare di
sorridergli neanche se mi stesse riattaccando una gamba.
“Carlisle, ti disturbo?”
domandai entrando con un sorriso
“Certo che no, Bella. Dovresti
saperlo che sono sempre disponibile per i miei figli” mi rispose con un
sorriso, togliendosi gli occhiali con un gesto inconsapevolmente sensuale.
Mi invitò a entrare con un altro
sorriso mentre riponeva il libro sulla scrivania. Rimasi sulla soglia,
interdetta.
“Tu hai... i vampiri possono
aver bisogno degli occhiali?” domandai accusandolo
“Certo che no. Ogni difetto
oculare scopare con la trasformazione, lasciandoci una vista a dir poco
perfetta” ridacchiò, giocherellando con gli occhiali “Ma ammettilo, mi stanno
davvero bene”
Mi rivolse un sorriso
smagliante, genuino. Arrossii; pure il Carlisle vanitoso e modaiolo mi toccava
vedere! Ogni giorno ne usciva una nuova, in quella famiglia.
“Su questo non posso darti
torto” fui costretta ad ammettere, avanzando lungo lo studio fino a sedermi di
fronte a lui.
Mi concessi di dare un’occhiata
veloce al regno di Carlisle: soffitto alto e pareti rivestite da pannelli di
legno scuro, interamente ricoperti di scaffali e scaffali pieni di libri, aveva
le finestre rivolte a occidente, ed oltre alla grossa scrivania in mogano
dietro la quale era seduto, Carlisle non aveva altri oggetti di mobilia. Con un
po’ di fantasia mi immaginai una bandiera dell’America nell’angolo alla mia
sinistra, e mi ritrovai a contemplare uno pseudo ufficio del preside Cullen; peccato
che il bel dottore fosse troppo giovane (per gli occhi umani) per poter
ricoprire una carica del genere.
Gettai una rapida occhiata alle
mie spalle e rimasi affascinata da ciò che vi trovai: l’intera parete era
ricoperta da quadri di ogni dimensione e colore; apparentemente, non riuscii a
trovare nessun nesso logico nell’ordine in cui erano disposti.
Mi bloccai stupita nel
realizzare che il posto d’onore era occupato dal quadro più grande di tutti, il
più colorato e con la cornice più ricca: raffigurava figure luminose dalle
tuniche svolazzanti che si muovevano tra bianche colonne di marmo; i
protagonisti indiscussi del dipinto erano quattro vampiri, ritratti in
posizione sobrie su una balconata. Un uomo dai capelli biondissimi, uno dai
capelli bianchi e gli altri due dai capelli color dell’ebano.
Carlisle circondato da Aro,
Marcus e Caius.
Era assurdo che fosse loro
amico. Erano così profondamente diversi...
“Cosa volevi, Bella?” mi domandò
con gentilezza Carlisle, distogliendomi dai miei pensieri cupi
“Oh beh, innanzitutto
ringraziarti per avermi iscritto a scuola” iniziai voltandomi verso di lui.
Accettò il complimento con un cenno aggraziato della mano. “E poi, ecco...
avevo pensato... visto che domani... ehm...”
“Sai, sei veramente adorabile
quando ti trovi in difficoltà” disse Carlisle con un gran sorriso, posandosi il
volto su una mano
“Chi sei tu e che ne hai fatto
di Carlisle?” chiesi arrossendo
“Sono sempre io” rise
“Ho capito da chi Edward ha
preso la vena comica” borbottai
“Sono suo padre, dovevo pur trasmettergli
qualcosa”
“E tra tante qualità proprio l’umorismo dovevi scegliere?”
La sua risata divertita riempì
lo studio.
“Carlisle, che ti succede? È
tanto che non ridevi così, mi sta…”
La porta di aprì senza rumore e
il viso perplessamente divertito di Edward fece capolino dallo spiraglio.
Spostò lo sguardo da Carlisle, ancora ansimante, a me, e i suoi occhi si
illuminarono. Arrossii debolmente e accennai un debole saluto.
“Riunione di famiglia e non sono
stato invitato?” scherzò “Mi dichiaro offeso”
“Balla stava per chiedermi
qualcosa di importante, ma mi ha fatto ridere” spiegò Carlisle fissandomi
allegro “Vuoi rimanere?”
“Se Bella me lo permette”
rispose lui tornando a fissarmi
“Come se tu non ti
sintonizzeresti su RadioCarlisleOne, se te lo vietassi” lo presi in giro
“Forza, Maga Magò, vieni qui”
Padre e figlio ridacchiarono, le
espressioni serene specchio l’una dell’altra. Edward si avvicinò, chiudendosi
alle spalle la porta, e si sedette sulla sedia al mio fianco.
“Te l’avevo detto che Bella era
una comica nata” disse Carlisle a Edward
“Grazie” risposi
“Lo sospettavo” ridacchiò Edward
guardandomi “Dietro quell’aria innocente c’è un tipetto molto scaltro”
“Vedi di non farmi arrabbiare,
allora” lo provocai, ricevendo in cambio un sorriso da cardiopalma
“Allora, cosa volevi dirmi,
Bella?” domandò cortese Carlisle
“Beh, avevo pensato di prendere
ogni precauzione necessaria, per stare tranquilli” dissi riprendendo il
discorso “Mi sento ancora sazia, ma non voglio correre rischi. So che Alice mi
ha garantito che non ci saranno problemi, ma vorrei andare a caccia, questa
sera. Meglio prevenire che curare”
Carlisle mi studiò con
attenzione, soppesando la mia richiesta.
Avvertii un gemito trattenuto di
Edward, al mio fianco, e lo vidi digrignare i denti, stringendo le mani a
pugno. Era teso, quasi furioso, ma terribilmente addolorato.
Deglutii, conoscendo il perché
di quella reazione.
Era turbato dagli stessi
pensieri che mi avevano tormentato per questi due giorni. I ricordi di appena
una settimana.
“Stasera, dici?” disse Carlisle
riscuotendomi dai miei pensieri.
Annuii in silenzio.
“E vorresti che ti
accompagnassi, per caso?” chiese con un sorriso
“Mi farebbe… molto piacere”
dissi sincera
“Allora è meglio se inizi a
prepararti, perché partiamo tra mezz’ora” rispose allegro
“Grazie Carlisle!” esclamai
felice. Mi voltai verso Edward “Tu vieni con noi, Edward?”
Lui si riscosse e mi fissò
confuso; nelle iridi ambrate c’era ancora tormento.
“Perché?” chiese
“Beh… mi sembrava che avessi
detto che volevi cacciare con tuo padre” risposi, leggermente delusa “Ma se non
vuoi non fa nulla…”
“No, no, no, vengo!” si affrettò
a dire, con un sorriso “Solo, mi ha colpito il fatto che te lo ricordassi”
“Non è una cosa assurda il fatto
che io ascolti e abbia anche buona memoria” scherzai per farlo ridere
“Bene, allora andate a
prepararvi” ci suggerì Carlisle “Tra venti minuti ci vediamo in salotto”
“Si” rispondemmo in coro, e come
una sola cosa ci alzammo e ci dirigemmo verso la porta.
Iniziammo a salire le scale in
silenzio. Non sopportavo l’assenza di parole tra noi, e ancor meno quello
sguardo tormentato che lo stava affliggendo.
“Sai, non sei un uomo d’onore,
Edward” dissi a un certo punto, fermandomi davanti camera mia.
“Uhm?” chiese, sorpreso e,
leggermente, offeso “Come, prego?”
“Hai capito bene, non sei un
uomo d’onore” ripetei con un sorriso “Stai infrangendo ben due promesse”
“E sentiamo, quali sarebbero?”
domandò
“La prima, è che neanche questo
weekend mi hai anche solo fatto avvicinare al tuo pianoforte” dissi “Beh, ma
per questo si ringraziano anche le tue sorelle, e la mia insicurezza. Quindi te
l’abbono”
“E la seconda?”
“Mi avevi promesso che non
saresti stato più triste” dissi arrossendo al ricordo di due notti fa “E
invece, lo stai facendo”
Mi fissò un secondo,
intensamente. “Tecnicamente” disse in fine con un sorriso “Io non ho promesso
nulla. Quello che intendevo era che ci avrei provato”
Aprii la bocca per ribattere, ma
mi bloccò dolcemente con sorriso.
“E ci sto provando, Bella” disse
serio “Ma non puoi pretendere che mi dimentichi della mia… colpa, nei tuoi
riguardi”
“Quale colpa?” replicai
storcendo il naso “Mi sembra che sia stata io a…”. Mi bloccai, incapace di
concludere la frase.
Vidi Edward dispiacersi,
rivolgendomi uno sguardo affranto. Decisi di impormi.
Avevo o no deciso di voltare
pagina? Bene, lo avrei fatto.
“Edward, io ci sto… provando”
mormorai “Sto davvero tentando di seguire i vostri consigli. Ma se tu per primo
pensi che… che quella sera sia… troppo vivida, non mi aiuti. Ti avevo detto di
smetterla di preoccuparti per quello. So che tu mi vuoi aiutare, e non sai
quanto io lo apprezzi. Ma per favore, te lo chiedo per favore, non essere triste”
Non riuscivo a guardarlo negli
occhi mentre dicevo quelle parole. Erano troppo… intime.
“Bella…”
“Facciamo così!” lo interruppi
con un sorriso “Sarà la nostra prima caccia, ok? Cancelliamo il ricordo di
quella di sabato scorso, non è successo niente! Stasera mi farai vedere come
caccia un vampiro vegetariano, ti va?”
Il suo sguardo sorpreso venne presto
chinato, mentre un sorriso divertito si disegnava sul suo volto.
“Sei davvero assurda” commentò
con dolcezza “Ma mi hai convinto”
Gli sorrisi. “Grazie”
“Di nulla. E scusami se ti ho
fatto star male”
“Basta scuse. Andiamo a
preparaci!” lo bloccai con entusiasmo.
Ero sinceramente ansiosa di
cacciare, questa volta. Se da un lato c’era la paura di rivivere
quell’esperienza, dall’altro la sicurezza che mi infondevano la presenza di
Carlisle, e soprattutto quella di Edward, non facevano che aumentare la mia
eccitazione. E poi, sforzandomi di ricordare solo le emozioni positive – il
senso di libertà che avevo provato, l’ebbrezza della corsa, il senso di sazietà
– provavo solo un forte desiderio di abbandonarmici.
“Bella, come mai mi stai
seguendo?” chiese Edward soffocando una risata
“Eh?” mi guardai attorno e mi
accorsi di essere al suo fianco, davanti alla porta di camera sua.
Non mi ero proprio accorta dei
nostri spostamenti; semplicemente, avevo vagamente percepito Edward
allontanarsi e lo avevo seguito, come attratta da lui.
Come se io fossi il suo
satellite e lui il mio pianeta.
Arrossii: “Ops. Scusami Edward.
Pensavo ad altro e non mi sono accorta di pedinarti” balbettai impacciata.
“Se eri curiosa di vedere la mia
stanza bastava solo chiedere” replicò lui con un sorriso, aprendo la porta.
Mi resi conto, in effetti, che
non ero mai entrata in camera di Edward. Chissà com’era il suo rifugio segreto…
no, no, no, non dovevo essere così invadente! Ma la curiosità morbosa di sapere
tutto di lui non mi lasciò scelta.
Sbirciai dentro mentre Edward
entrava e accendeva le luci, completamente a suo agio.
Anche nella sua camera, la
vetrata che ci si parava di fronte occupava tutta la parete, come la mia e come
tutto il retro della casa, ma da qui erano ben visibili le anse del fiume Sol
Duc, che scorreva placido. Il lato sinistro della camera era interamente
occupato da scaffali e scaffali, tutti ricoperti di CD; molto probabilmente
nemmeno tutti i negozi di musica di Forks e cittadine nei suoi pressi avrebbero
potuto competere. Incassato sotto, in un grande quadrato al centro della
collezione, un impianto stereo di ultima generazione faceva bella mostra di sé.
Sul lato opposto, a parte un divano di pelle nera vicino alla finestra e una
scrivania elegante poco distante da esso, c’erano solo altri scaffali pieni di
cd e alcuni di libri. Le pareti erano ricoperte da drappi pensati, di una
variante dorata leggermente più scura di quella del tappeto.
Era un inno alla musica, in
perfetta armonia con il mio angelo dagli occhi d’oro.
“La mia stanza” disse un con
sorriso compiaciuto
“E bravo Cullen, allora non ti
limiti a fingere di saper suonare quattro note” dissi ammirata, avanzando
timorosa verso la sua collezione
“Mi sembra che tu gradisca molto
le mie “quattro note”…” sogghignò lui malizioso
Arrossii e mi rifiutai di
guardarlo, spostando la mia attenzione sui suoi cd. Jazz, blues, musica
classica, da concerto… artisti contemporanei, rock duro, evil metal… accidenti,
c’erano tutti i generi musicali possibili e immaginabili! Era davvero un
piccolo Apollo.
“Hai davvero di tutto qui”
mormorai “Con che criterio li hai sistemati?”
“Per anno, e poi per preferenza
personale” disse studiandom
i“Sei davvero…” Che aggettivo
usare? Incredibile? Fantastico? Eccezionale? Sembravano insulti paragonati alla
realtà.
“Cosa c’è ora nel tuo stereo?”
chiesi, curiosa
“Debussy”
“Ti piace Debussy?” chiesi
voltandomi verso di lui
Annuì. “Perché, lo conosci?”
“Mia madre mi ha insegnato ad
amarlo” risposi con un sorriso
“Qual è la tua preferita?” chiedemmo
in coro
“Ehm… Claire de Lune” risposi,
arrossendo
“Anche la mia” rispose,
lanciandomi uno sguardo profondo
Ci studiammo per un attimo,
prima che i rumori del piano di sotto ci distraessero.
“Ehm, beh… vado a prepararmi” dissi,
facendo per uscire “Grazie per avermi mostrato il tuo regno”
“Torna quando vuoi” rispose con
un sorriso “Sei sempre la benvenuta”
Gli sorrisi mezza intontita e me
ne andai nella mia stanza.
E chi vi potei trovare se non
lei?
Alice mi guardava sorniona
seduta sul letto, dondolando le gambe avanti e indietro.
“Se non sbaglio ti avevo bandito
da qui almeno fino a lunedì” dissi bloccandomi sulla soglia
“Non dovresti preoccuparti così
tanto, Bella. Ti verranno i capelli bianchi” disse lei continuando a sorridere,
ignorandomi “Non ti fidi neanche delle mie visioni”
“Non è che non mi fidi di te,
Ali, ma…”
“Lo so, lo so. Non vuoi metterci
in pericolo” alzò gli occhi al cielo “Mai capirò cosa ti frulla per la testa,
sorellina”
Mi venne vicino e mi mise tra le
mani una macchina fotografica professionale di ultima generazione.
“E questa?” chiesi
“Di Jasper. Poi me la ridai”
disse con un sorriso “Sto facendo un altro album fotografico con Esme, in cui
ci sei anche tu. Ma ci servono anche dei momenti padre-figlio, e quei due non
si concedono facilmente alle telecamere, soprattutto insieme”
“E io cosa c’entro?” chiesi
“Farai da fotografa. A te
sicuramente non diranno di no”
“Alice, io….”
“Bella, fallo per me!” mi
supplicò
“Va bene, ma non ti assicuro
nulla” borbottai sconfitta, tendendo la mano.
Alice sorrise raggiante e mi
consegnò la macchinetta, alzandosi i punta di piedi per baciarmi la guancia,
poi uscì canticchiano; scossi il capo, arrendendomi alle follie della piccola
vampira, e la seguii mettendomi la macchinetta al collo.
“Caccia notturna con la
famiglia, e la fame non ti ripiglia” canticchiò Emmett vedendomi scendere. Lo
fissai scioccata, come del resto tutti gli altri.
“Ehi, questa non è mia!”si
difese lui “L’ho trovata nelle patatine formato famiglia!” E sventolò in aria
un sacchetto vuoto – non indagai sulla fine che avesse fatto il contenuto,
meglio non sapere.
Jasper si nascose il viso nella
mano rifiutandosi di guardarlo, e sbirciò nella mia direzione.
“Mi rifiuto di considerarlo
ancora mio fratello, dopo questo” disse
Sorrisi. “Ti riporterò la
macchinetta. Non credo che Alice ti abbia avvisato che ce l’avevo io”
“Non importa” sorrise “A dopo”
“Ciao Bella” mi salutarono
tutti.
Uscii e mi diressi in garage,
dove Carlisle e Edward mi stavano aspettando, chiacchierando amabilmente appoggiati
alla fiancata della Mercedes. Si voltarono in sincrono verso di me sentendomi
arrivare, e il sopracciglio sinistro di entrambi si inarcò vedendo la macchinetta
nera che penzolava la mio collo.
Arrossii e mi affrettai a
spiegare. “Ehm... sembrerà che me ne stia lavando le mani, ma è un’idea di
Alice”
Scossero il capo sospirando.
Accidenti, erano il riflesso speculare l’uno del’altro.
“Bene. In marcia” esclamò
Carlisle salendo al posto del guidatore
Edward aprì lo sportello e si
fece da parte per farmi passare sorridendo; si toccò un berretto immaginario e
mi salutò con un cortese: “Prego, Miss”
“Ma grazie, Sir” ridacchiai,
salendo a bordo.
“Sempre più cavalleresco, eh,
Edward?” lo prese in giro Carlisle
“Sono stato educato così”
replicò lui con un sorriso “E poi, lo leggo nei tuoi pensieri quanto tu sia
fiero di me”
Carlisle rise. “Già. Su questo
non posso darti torto”
“Sai, Carlisle, non dovresti
incoraggiare il suo lato egocentrico” dissi mentre iniziavamo a percorrere la
strada “Come padre dovresti insegnargli l’umiltà. Tuo figlio già ha grossi
problemi, visto che si crede Mister Universo” E gli lanciai una finta
occhiataccia che lo fece ridacchiare.
“Oh, al contrario, credo proprio
che da una settimana la sua stima di sé sia bruscamente calata” ghignò Carlisle
studiando il figlio.
“Carlisle!” lo riprese Edward,
imbarazzato
“Che c’è, Edward, non sei tu che
professi la verità in famiglia?”
“La professo perché sono
costretto, grazie alle mia qualità, a farmi gli affari vostri ventiquattro ore
al giorno” sbuffò lui incrociando le braccia “Non vorrei che mi consideraste un
maniaco depravato che va a ficcanasare in giro”
“Edward, nessuno di noi lo ha
mai pensato”
“Dillo a Rosalie”
“Rose tiene molto alla sua
privacy” mi intromisi io desiderosa di scoprire altro su di loro “Sa essere
molto sfuggevole, se vuole, ma è una splendida persona”
La faccia di Edward venne
scurita da un’ombra, ma fu solo per un istante. Sorrise mestamente “Già. Ma la
parola che la definisce meglio è testarda” disse, alzando gli occhi al cielo
“Ancora mi domando come faccia Emmett a stargli dietro”
“Non so se te l’ho già detto, ma
non ascoltare Edward quando critica i suoi fratelli” disse Carlisle “Dice,
dice, ma ucciderebbe chi pensa anche solo una volta male di loro”
“Credo di averlo capito” dissi
guardandolo divertito
“Allora, Bella” esordì Carlisle
“Sei riuscita a sopravvivere per un’intera settimana nella famiglia Cullen. Congratulazioni!”
“Grazie” dissi “Anche avrei
detto che voi siete riusciti a sopravvivere a una settimana con me”
“Non mi è sembrata un’impresa
così difficile” scherzarono entrambi
“No, davvero. Grazie di tutto.
Mi trovo davvero bene in mezzo a voi” dissi imbarazzata “Certo, siete una
famiglia... alquanto... ehm...”
“Assurda?” completarono loro
“Stavo per dire insolita, ma più
o meno è lo stesso” sorrisi “No, sul serio, siete delle belle persone”
“Grazie!”
Li guardai storcendo il naso, e
loro mi rivolsero un’occhiata curiosa.
“Va bene che siete padre e
figlio, e che tu gli leggi nella mente, ma addirittura le stesse frasi...” li
presi in giro, facendoli ridere.
Com’erano belli insieme... il
classico ritratto della famiglia.
Il loro rapporto... no, il loro
legame era così profondo e saldo che sospettai che fossero legati l’uno
all’altro da un filo indissolubile. Era un sentimento fortissimo, quasi
irreale.
Un po’ come i sentimenti che
legavano Alice, Rose ed Esme hai loro rispettivi partner.
“Ti devo ringraziare, Bella”
disse Carlisle mentre i suoi occhi si illuminavano “Hai davvero portato una
ventata di aria nuova nella mia famiglia. E soprattutto, hai fatto felice Esme,
qualche giorno fa”
Ah, ecco il perché dello sguardo
da innamorato... che carino!
“Non ho fatto nulla, davvero”
dissi “Piuttosto, dovresti ringraziare il mio stomaco”
“Carlisle, quando parli di Esme
il tuo cervello va in vacanza” scherzò Edward con un sorriso “Ricordati che sei
i pilastro portante della nostra famiglia, non puoi perderti in questo modo”
“No, dai, è carino!” lo difesi
“Sembra così dolce... ehm, ciò, non vorrei offenderti Carlisle!” aggiunsi
“Nessuna offesa!” rise lui “E
poi, Edward, non dirmi che tu non...”
“Carlisle, ti prego! Non fare anche tu come Alice!” lo interruppe Edward
irritato “Per favore!”
Lui si limitò a ridere,
scuotendo il capo e lasciandomi perplessa.
“Siamo arrivati” annunciò
Carlisle fermandosi
Scendemmo dalla macchina e
respirammo tutti e tre a pieni polmoni
“Diamo inizio alla caccia” disse
Carlisle allegro.
Annuii con un sorriso,
affiancandolo, mentre Edward rimase in disparte scuro in volto. Mi voltai verso
di lui e mi alzai con due dita gli angoli della bocca, ricordandogli la
promessa che mi aveva fatto. I suoi occhi scintillarono e un sorriso gli
affiorò sul volto mentre scuoteva il capo.
“Ehi, Ed, ti va di fare una
gara?” proposi
Assunse un’aria arrogante. “Non
giocare con me, protesti pentirtene” mi ammonì con divertimento
“Oh, non credo proprio” lo
ripresi “Se ben ricordo, l’ultima volta sei rimasto dietro di me”
Gli occhi gli scintillarono.
“Preparati” disse “Tre... due....”
“Poche chiacchiere, roscetto,
usa le gambe!” lo presi in giro iniziando a correre
“Ehi, così non vale!”
“Non lo sai che i vampiri non
sono leali?”
Mi voltai ridendo e mi diedi una
spinta per aumentare la velocità. Ma per quanto fui veloce, dopo tre secondi mi
ritrovai Edward a pochi metri da me; accidenti, era veramente velocissimo!
“Stanca?” mi provocò
“Ehi, tu sei ancora indietro!”
ribattei
Ghignò e con uno scatto mi
affiancò, incatenando i miei occhi ai suoi.
“Dicevi?” chiese con un tono
vellutato, distraendomi... e approfittandone per superarmi.
“Ma che... IMBROGLIONE!” gli
gridai dietro, inseguendolo
Lui rise a gran voce aumentando
la velocità, mentre io gli gridavo dietro.
Lo ricorsi per quasi dieci
minuti, ridendo e gioendo nel sentire la sua risata, fino a quando non lo
raggiunsi.
“Ti ho preso!” esclamai
allungando le mani per afferrargli il maglione, ma lui saltò di lato
“Mancato!” mi prese in giro
facendomi una linguaccia, mentre sbucavamo in una piccola radura.
In cui, e non capimmo bene come
avesse fatto, Carlisle ci stava appoggiando appoggiato a un albero.
“Finito di giocare?” ci chiese
con un enorme sorriso
“Finito di barare, piuttosto”
dissi guardando suo figlio “Edward è un truffatore con la T maiuscola”
“Bella, io te l’avevo detto che
ero il migliore della famiglia in tutto” si pavoneggiò lui
“Siamo sicuri che il tuo nome
non sia Narciso?” insinuai, mentre un profumo invitante mi giungeva alle narici
“Alci” dissi, mentre un brivido
mi percorreva la schiena
“Chi lo prende per primo?”
propose Edward
“Ci sto”
“Partecipo anch’io” disse Carlisle
“Domani ho in intervento importante, non vorrei uccidere il paziente, invece di
salvarlo”
Scattammo tutti e tre in
direzione del profumo finché non individuammo il branco destinato a farci da
cena.
Lì mi bloccai.
Okay, mentalmente ringraziai che
il mio cuore fosse già fermo, perché quello spettacolo mi avrebbe ucciso.
Due divinità greche della caccia
si lanciarono addosso al branco con un’eleganza inimmaginabile.
Un Zeus dalla pelle nivea corse
con passo sicuro e aggraziato verso un enorme alce dalle enormi corna,
abbattendolo con un gesto preciso della mano candida. Con una grazia
impareggiabile accosto la sua bocca carnosa al collo dell’animale, come se vi
stesse posando un bacio, e vi affondò i canini con un gesto fluido.
Al suo fianco, specchio delle
sue mosse, un giovane Apollo dai capelli bronzei eseguiva la stessa danza di
morte del padre, muovendosi con un’agilità e una velocità senza eguali.
Queste due divinità non potevano
mostrarsi proprio a me.
Si cibarono composti mentre io
li osservavo rapita. Una volta finito, si staccarono dalle carcasse e mi
cercarono con lo sguardo.
“Bella, va tutto bene?” mi
chiese Carlisle
“Si, solo che...beh, wow” dissi
riprendendomi
Mi sorrise colpevole. “Troppo
spaventosi?” chiese
Scoppiai a ridere. “Oh, no, al
contrario!”
Edward e Carlisle si scambiarono
un’occhiata perplessa, tornando poi a studiarmi. Evitando il loro sguardo e
domande imbarazzanti, mi misi all’inseguimento del branco di alci finché non li
raggiunsi e mi avventai sul primo che mi si parò davanti. L’estasi che provai
fu indescrivibile.
Appena lo abbi prosciugato mi
alzai e feci per abbatterne un altro, ma prima che potessi spiccare un balzo
Edward atterrò un alce e me lo porse. Lo fissai arrossendo e presi l’animale.
Quant’era dolce.
Ci cibammo di qualche altro
esemplare, ed ogni volta Edward mi spingeva un animale verso di me, come per
aiutarmi.
Al secondo capii il perché del
suo comportamento; non voleva che mi allontanassi. Non voleva che si ripetesse
l’esperienza dell’altra volta.
Un calore improvviso mi sciolse
il petto.
Si preoccupava per me. Solo per
me.
Però... urgeva rimediare.
Qualcosa mi diceva che dovevo, oddio, non potevo crederci… aiutare Edward a
superare l’accaduto.
Non riuscii ad allontanare quel
pensiero. Lui era tormentato da un mio
errore, e stava lasciando che il senso di colpa lo guidasse; non gli avrei mai
permesso di rimproverarsi per l’eternità di una simile cosa. Non aiutava me, certo,
ma non mi importava granché; era Edward che doveva essere felice. Io non potevo
pensare che per causa mia non lo fosse.
Non l’avrei sopportato.
“Ancora fame?” domandò Edward
“Mah, un pochino…” borbottai io
immersa nei miei pensieri. Come potevo aiutarlo?
“Già, concordo” disse Carlisle
“L’ultimo e poi si torna a casa”
Mi si accese la lampadina nel
cervello e mi illuminai.
Edward partì di corsa, e
Carlisle stava per imitarne il gesto quando lo bloccai per un braccio. Lui si
girò e mi rivolse uno sguardo perplesso.
Con il capo gli indicai il punto
in cui era scomparso Edward. Lui mi capì subito, e il suo sguardo si adombrò di
una luce preoccupata, che aveva mascherato così bene fino ad ora. Annuì, ma
alzò le spalle, mimando con la bocca “Non cambierà idea”
“Non può continuare così. Non
voglio essere un peso per lui, né voglio dargli pensiero” mimai in risposta,
triste.
Carlisle mi studiò un attimo,
poi mi indicò un punto alle nostre spalle.
“Vai” sussurrò “Io lo distraggo.
Torna presto, però”
Gli sorrisi e iniziai a correre
in mezzo ai cespugli più veloce che potevo.
Questa era una prova che dovevo
vincere a tutti i costi. Per me, ma soprattutto per il mio angelo personale.
Edward’s pov.
Quando percepii i pensieri di
mio padre ero già troppo lontano per poter fare qualcosa.
Non potevo fare nulla per
fermarla, per non farla allontanare da me, ma comunque mi bloccai e con una
mezza giravolta iniziai a correre disperatamente verso il luogo dove li avevo
lasciati.
Non potevo permetterle di
correre un rischio così grande.
Non era ancora pronta per
affrontarla da sola. Non era pronta, correva grossi rischi, per una singola
mossa sbagliata poteva tornare a tormentarsi, poteva… lasciarmi.
Non era pronta. Non era pronta.
Maledizione, Bella era ancora
troppo fragile!
Avevo promesso a me stesso che avrei
sempre vegliato su di lei, soprattutto ora che stava vivendo un periodo di
assestamento, adesso che era più bisognosa di aiuto. Come aveva potuto Carlisle
lasciarla andare da sola, senza protezione? Non si rendeva conto dei pericoli
che erano pronti a minacciarla, se avesse commesso un passo falso?
Stupido io e stupida la mia
fiducia nel prossimo!, mi rimproverai, come
avevo fatto a lasciarmi ingannare dai pensieri di mio padre? Accidenti, dovevo
stare più attento!
Sbucai nella radura dove ci
eravamo fermati poco prima e senza esitare mi lanciai verso gli alberi in cui
si era addentrata Bella, quando una mano forte si chiuse intorno al mio polso.
“NO, Edward” L’ordine risuonò secco e deciso nel mio cervello.
Stupefatto, mi voltai verso
Carlisle; mi teneva inchiodato al mio posto, senza la possibilità di muovermi
un centimetro, e mi studiava con due lastre deciso d’oro sul viso.
L’espressione era decisa e calma.
Mi divincolai, sapendo già che
non sarei riuscito a liberarmi. Carlisle possedeva una forza spaventosa, che
raramente usava o faceva trapelare agli avversari, ma che lo aiutava molto a
mantenere la disciplina – lui la chiamava “serenità” – in casa; non si poteva
discutere le sue decisioni, perché lo sapevo, lo sapevano tutti, ciò che lui
decideva lo faceva per il nostro bene.
Non abusava mai della sua autorità.
Non pensava mai al suo
tornaconto. Pensava solamente a noi. Al
nostro bene. Alla nostra felicità.
Nessuno di noi aveva mai provato
a contraddirlo o a mettere in discussione le sue decisioni, che Carlisle si
premurava sempre di discutere con noi; sapevamo tutti benissimo che ogni sua
azione mirava al nostro bene.
Per questo, non riuscivo a
guardarlo in faccia mentre mi divincolavo dalla sua presa, ignorando i suoi
pensieri calmi, dibattendomi come un bambino che fa i capricci.
Non avevo mai messo in dubbio
l’opinione di Carlisle da quando mi ero allontanato da lui, quasi un secolo fa.
Non mi era possibile, io... mi fidavo cecamente di lui.
Gli volevo molto bene.
Ma in quel momento, non riuscii
ad allontanare l’immagine di Bella disperata che fuggiva da Forks, da me. Di
Bella che tornava a Volterra a farsi ammazzare. Di Carlisle che non l’aveva
fermata.
Non potei trattenermi dal
pensare che sarebbe stata tutta colpa sua.
“Lasciamo, Carlisle! LASCIAMI
ANDARE!” gli ringhiai contro, mentre le sue braccia si chiudevano attorno al
mio busto, intrappolandomi.
Ringhiai e mi dibattei, gemendo
per l’impotenza che non mi permetteva di ferire mio padre né di aiutare Bella.
Le due persone a me più care che mi stavano distruggendo.“Edward, adesso calmati” disse
Carlisle con dolcezza, per nulla spaventato
“No!” gemetti, scuotendo il capo
“Devo andare da lei, devo...”
“Tu non devi fare niente” mi
bloccò lui “Devi solo fidarti di Bella”
Smisi di agitarmi,
boccheggiante, e la presa di mio padre si fece più calorosa, più amorevole.
Chinai il capo e fissai il
terreno, tentando di calmarmi.
Perché? Che cosa diavolo mi stava
succedendo?
Perché, improvvisamente, la mia
vita adesso ruotava intorno a Bella?
Non riuscivo a capire. La mia
mente non riusciva a concepire questo cambiamento.
Era come se... se la mia intera
esistenza ora dipendesse da lei. A un suo minimo cambiamento, a un suo minimo
spostamento io... mi orientavo su di lei senza pensarci. Come se fosse
naturale, giusto che fosse così. E
non me ne pentivo, ma anzi, desideravo sempre di più conoscerla, stare con lei,
sentirla solo ed esclusivamente mia.
Mia, mia e solo mia.
“Perché?” domandai “Perché mi
hai ingannato, Carlisle?”
“L’avresti lasciata andare,
Edward?” mi chiese lui di rimando “Se non avessi mentito, e ti chiedo scusa per
questo, tu l’avresti lasciata andare?”
No. No, no, no e mille volte no.
Tacqui, ma lui comprese
benissimo. Inaspettatamente, Carlisle sciolse la presa e mi lasciò libero.
Mi voltai a guardarlo
stupefatto, mentre lui si accomodava sulla sponda del fiumiciattolo là vicino e
si voltava a fissarmi.
“Parliamo o vuoi andare da lei?” chiese “Qualsiasi cosa fai, io resterò qui”
Mi voltai verso il bosco,
dilaniato dal peso della scelta. Continuando a tenere la testa rivola alle mie
spalle, mi andai a sedere di fronte a Carlisle.
“Perché?” gli chiesi
“Per Bella” rispose
semplicemente, prendendo un sasso e iniziando a giocarci “E anche per te”
“Che aveva?” chiesi “Perché non
me ne ha parlato? Io...”
“Edward, credo proprio che
questa volta sia stato tu il suo
problema” rise Carlisle “O meglio, il tuo comportamento. Credo che Bella te lo
abbia fatto capire, no?”
Lo fissai piccato. “Non credo di
aver capito”
“Edward, posso essere
completamente sincero con te?” disse con un sorriso “Ti fai davvero troppi problemi”
Lo fissai stupefatto, mente
colui che definivo mio padre mi rivolgeva un sorriso smagliante dopo avermi
palesemente insultato. Non credevo alle mie orecchie.
“Non credo di seguirti” dissi
“No? Beh, forse mi sono spiegato
male” scosse il capo con un sorriso “Chissà, forse ho sbagliato io... magari ti
ho complicato la vita”
“No” lo interruppi deciso “Tu
non hai sbagliato con me. Tu mi hai salvato, Carlisle. Non potrei mai
biasimarti per ciò che mi hai donato”
Carlisle sorrise comprensivo, e
anche io mi lascia andare.
“Grazie figliolo. Mi confortano
le tue parole” disse “Così ora sono sicuro di non essere stato io ha farti
diventare un cinico apprensivo vampiro pessimista”
Sgranai gli occhi, allibito. Da
quando Carlisle aveva sviluppato questa vena comica?
Mio padre rise della mia
espressione, e io non potei che concordare con Bella; Carlisle comico era
un’esperienza tanto rara quanto scioccante. Sarà stata la luna piena?
“Così, io sarei pessimista,
cinico e apprensivo?” tentai di riportarlo all’ordine
“Oh, si” annuì lui “Ma forse non
te ne rendi conto, Edward. Sai, tu... tendi a farti carico dei problemi di
tutti i tuoi cari. Sei molto maturo per la tua giovane età. Un po’ mi dispiace,
perché non ti ho mai visto goderti la tua giovinezza da vampiro. Non fraintendermi,
sono orgoglioso della tua maturità, ma qualche volta vorrei che tu ti
divertissi”
“Non ne ho bisogno, ho già i
miei svaghi” lo rassicurai “Non preoccuparti”
“Un padre lo deve fare. Ma il punto
della nostra discussione non è questo” riprese “Il problema è che nella nostra
famiglia è entrato un elemento che sembra avere le tue stesse, ehm, qualità”
“Bella?” chiesi
Annuì. “Avete la stessa tendenza
a farvi carico dei problemi degli altri, sacrificando la vostra felicità” disse
lui “Per esempio, questa sera: Bella era preoccupata per te, perché tu eri
preoccupato per lei” Alzò gli occhi
al cielo sconsolato “Mi chiedo se due persone con il martirio nel sangue sapranno
convivere sotto lo stesso tetto. Farete a gara per chi dovrà sacrificarsi per
primo?”
“Papà!” lo ripresi
“Scusami, ma è così” disse lui
“Edward, ti ho osservato in questi giorni. Ti stai davvero preoccupando molto
per Bella, e lo apprezzo immensamente; credimi, sono felice e orgoglioso del
bel legame che sta nascendo tra voi”
Ringraziai di non poter
arrossire, anche perché ero compiaci... che cosa ero?!
“Ma non voglio più che tu ti
faccia carico dei suoi problemi come se lei non fosse in grado di difendersi”
disse serio
“Io... non ho fatto nulla” dissi
sulla difensiva
Carlisle sorrise malizioso. “Non
mentirmi, Edward. Sono tuo padre, ti conosco bene. Ho visto quanto ti sei
preoccupato per Bella, oggi. Ma ho anche visto quanto Bella fosse preoccupata
per te”
Scoppiò a ridere, esilarato. “Ma
che bella coppia di stupidi che siete!”
“Papà!”
“Edward, non puoi non ammetterlo”
rise ancora lui, fissandomi “Ti ho osservato, stasera: hai cacciato per lei,
hai fatto di tutto per farla ridere, l’hai tenuta vicino a te per non farle
correre rischi, temendo che... potesse affrontare ancora una volta quella
brutta esperienza. È stato ammirevole, davvero; si denota un tuo profondo
sentimento, verso di lei. Ma dall’altra parte temo che tu sia rimasto
traumatizzato più di Bella da quel ricordo”
“È stato... molto... difficile,
per me” confessai, addolorato “Sono stato io a costringerla a... affrontare una
prova più grande di lei. Il minimo che possa fare ora è rimediare, e...”
“Ma lo stai già facendo, Edward”
mi consolò Carlisle “E sono certo che questo Bella lo apprezza davvero
moltissimo. L’unico tuo sbaglio è il voler combattere le sue battaglie al suo
posto”
“Tu lo hai fatto per Esme”
ribattei
“Si, è vero. Ma ho sbagliato;
sai meglio di me quanto” disse lui “Non bisogna combattere al posto delle persone
a cui si tiene, e la mia esperienza lo dimostra. Si, bisogna aiutarle a
combattere; si, si deve star loro vicino; si, si devono sostenere sempre. Ma se
si combatte al posto delle persone care, si finisce con l’allontanarle da sé”
Sgranai gli occhi, terrorizzato
da quel pensiero.
“Per questo l’ho mandata a cacciare
da sola, Edward” sorrise Carlisle “Bella deve affrontare questa prova da sola, trovando
la volontà, no, anzi, la motivazione per cui vale la pena cambiare. Credo che
lo abbia capito anche tu che lei lo sta
facendo per te. E spero vivamente che
quando tornerà avrai vinto anche tu il tuo terrore per la scorsa caccia”
“Carlisle, non è solo quello” sbottai
“Non voglio che Bella soffra ancora, mi capisci? Ne ha... ne ha già affrontate
così tante. Le hanno tolto tutto, le hanno fatto del male... eppure lei è
ancora pura” Sospirai, confuso “Non so che mi prende, ma davvero non voglio che
soffra ancora. Mi fa... star male, vederla soffrire. E non so perché!”
Mi passai una mano tra i
capelli, frustrato da questa strana sensazione che non riuscivo a capire.
“Non capisco che mi prende!”
esclamai “Non capisco, non capisco e non capisco! Ma non riesco... a farne a
meno. Non riesco a comprendere ciò che mi succede, ma non riesco... non voglio rinunciarci”
Mi sentii improvvisamente bene.
La verità di quella confessione mi entrò in petto e mi regalò una sensazione di
pace e di benessere senza eguali.
“Ma che carino, Edward è...”
“Non. Osare. Dirlo. Anche. Tu”
sibilai, imbarazzato, voltandomi verso Carlisle “Non fare come i tuoi figli,
per favore. Rimani serio”
“Sono serio” sorrise Carlisle “E
anche molto orgoglioso di te. È un sollievo sapere che...”
“Non. Dire. Certe. Eresie” ringhiai
“Edward non devi reprimerti. È
un bene che anche tu inizi finalmente a provare certe emozioni”
“Tu hai frequentato un corso con
Alice su come farmi saltare i nervi, vero papà?” dissi storcendo il naso
“No. Sono solo molto felice per
te!” esclamò, mettendomi un braccio attorno l collo e stringendomi a lui,
scompigliandomi i capelli.
“Ehi! Ehi, ehi, ehi, ehi, papà,
lasciami!” risi con lui “Dai, non siamo un po’ grandi per certe cose?”
Flash!
Un lampo luminoso ci fece
bloccare e voltare all’unisono verso il bosco. Bella abbassò la macchinetta e
ci rivolse un sorriso divertito e colpevole.
La sensazione di sollievo e
felicità che provavo quando ero con lei si ripresentò violenta quando incrociai
i suoi occhi.
“Bella!” esclamammo, sorpresi
“Eravate così carini, insieme”
si giustificò lei “Non ho resistito”
“No, no, no, Bella, così non va”
la sgridò bonariamente Carlisle “Non si fanno le cose di nascosto”
“Scusa, Carlisle” ripeté Bella
colpevole “Ma ho pensato che con questa foto Alice sarà felice e non mi chiederà
mai più di fare da fotografa non pagata”
“Si, però manca una foto” disse
Carlisle raggiungendola, mentre la piccola Bella lo guardava confusa. Io
sorrisi al pensiero di mio padre, e li raggiunsi.
“Ma cosa...”
“Mettiti qui e aspetta” le dissi
con un sorriso, mente Carlisle ci stava concedendo tempo
“Hai cacciato?” le chiesi tentando
di mascherare la mia angoscia
Mi rivolse uno sguardo profondo
prima di parlare. “Si, grazie” dissi “Ho trovato un orso. Alice aveva ragione,
sono deliziosi”
“Mi fa piacere che ti sia
piaciuto” risposi
“Edward... grazie” sussurrò chinando
il capo “Grazie per esserti fidato di me”
Aprii e chiusi la bocca un paio
di volte, poi sorrisi. “No. Grazie a te per avermi sopportato, e per avermi
concesso la possibilità di parlare con mio padre”
“Sempre qui per te” ridacchiò lei “Ma non mi fare prende più
paure del genere , chiaro? Prova a usare i muscoli della faccia per sorridere,
qualche volta”
“Intendi così?” chiesi divertito, rivolgendole un sorriso.
La vidi arrossire di botto, borbottando qualcosa come “Esattamente”. Scoppiai a
ridere
Ce l’aveva fatta, la mia piccola. Ci era riuscita, ed era
tornata da me.
Secondo Carlisle, inoltre, aveva fatto tutto ciò per… me.
Per vedermi felice. Una s3esazione di calore mi invase il petto, facendomi
quasi galleggiare a qualche metro da terra. Il semplice pensiero, no, la
semplice fantasia che stavo immaginando, che Bella avesse fatto tutto questo
per me mi fece provare un desiderio violento di abbracciarla e stringerla forte
al mio petto.
Non so dove trovai la forza di non farlo, ma resistetti; la
mia fantasia, però, non allontanò l’idea assurda che Bella lo avesse fatto per
me. e la sensazione di calore si fece più acuta.
“Bene! Tra tre secondi scatta” ci annunciò Carlisle
raggiungendoci “Forza, una foto ricordo!”
Io e Bella lo fissammo scioccati.
“Senti, ma...è sempre stato così?” mi chiese Bella
“No” risposi stupefatto “Mi sa che è una malattia nuova”
“Credi che l’abbia portata io?”
“Tu mi sembri normale”
“Sarò portatrice sana”
“Secondo me sono Alice e Emmett”
“Dite cheese” disse Carlisle mettendosi dietro di noi con un
sorriso
Io e Bella ci stringemmo l’uno all’altra, mentre Carlisle
posava una mano sulle nostre spalle.
Come fosse la cosa più normale del mondo, come se fosse
giusto e sensato, senza pensare le misi una mano attorno alla vita e la strinsi
a me; lei sobbalzò sorpresa, ma si rilassò subito e posò il capo sulla mia spalla,
stringendosi a me..
Finalmente, con lei di nuovo al mio fianco, tutto sembrò
tornare a posto.
Con lei al mio fianco, ero di nuovo completo.
Angolino:
Alor, alor,
alor, anche questo è andato. Il prossimo sarà il primo dei due capitoli sulla
scuola, ovvero:
Primo
giorno di Scuola! – Bella’s pov
Ultima
cosa: per chi volesse contattarmi anche per e-mail, mi contatti a questo
indirizzo, please: Marzia-moonlight@hotmail.it
Un bacione
enorme da Marzietta