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Autore: eugeal    09/09/2015    0 recensioni
Questa storia fa parte della serie "From Ashes" e la trama continua dopo gli eventi delle storie "A World That Will Not Turn to Ash" e "The Nightwatchman". Per evitare spoiler, leggete prima le altre due fanfiction.
Il fuoco può ridurre tutto in cenere, ma a volte si può rinascere dalle proprie ceneri e, se si riesce a passare attraverso le fiamme senza bruciare, spesso se ne esce temprati.
Guy di Gisborne lo ha scoperto nel modo più duro ed è sopravvissuto, ma sarà abbastanza forte per affrontare le nuove sfide che lo aspettano?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allan A Dale, Guy di Gisborne, Marian, Robin Hood, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'From Ashes'
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Archer fermò il cavallo in mezzo alla strada e sorrise.
- So che sei lì, vieni fuori.
Una risata gli rispose dal folto degli alberi e un attimo dopo il cavallo di Guy di Gisborne lo raggiunse, emergendo dalla fitta vegetazione.
- Prima o poi riuscirò a sorprenderti. - Disse Guy, divertito, ed entrambi misero i cavalli al trotto.
Archer inarcò un sopracciglio, scettico, poi guardò il fratello.
- Allora, cosa vuoi? Dove stiamo andando? - Chiese, sbrigativo, e stavolta fu Guy a sorridere.
- Perché tanta fretta? Tanto lo sceriffo è fuori città e ci resterà per qualche giorno.
- E tu come lo sai?! Guy! Non avrai derubato un altro messaggero?! L'ultima volta ti hanno quasi preso, finirai per farti ammazzare... Sempre che tu non lo faccia da solo.
Gisborne alzò le spalle con aria indifferente.
- L'altra volta sono solo sceso da un albero un po' più velocemente del normale.
- E mi hai usato per giustificare le tue ferite con la tua fidanzata.
- A questo proposito, preferirei che non contraddicessi la mia versione dei fatti. - Disse Guy, in tono di accusa. - Quando Marian mi ha detto che le ho mentito, ho pensato che mi avesse scoperto.
- E se tu mi usi come scusa senza nemmeno dirmelo, almeno non vantarti di avermi sconfitto. Anche perché non è affatto credibile.
Guy gli lanciò uno sguardo di sfida.
- Scommettiamo?
Archer sogghignò.
- Quando vuoi, fratello.
Gisborne sorrise.
- Più tardi, ora abbiamo altro da fare.
- Derubare altri messaggeri, forse? - Chiese Archer, contrariato.
- L'ultimo non si è nemmeno accorto di essere stato derubato. Gli abbiamo sottratto il messaggio solo per pochi minuti e glielo abbiamo restituito poco più tardi, dopo averlo sigillato di nuovo.
Archer alzò le mani.
- Guy, non voglio saperne nulla.
- Bene, perché non ti dirò altro. Solo che so che lo sceriffo non c'è e che quindi sei libero di venire con me.
- Lo sceriffo mi ha lasciato la responsabilità della città, se dovessero esserci problemi mentre non ci sono, sarei nei guai.
- Andiamo, Archer, lo sai benissimo che non succederà nulla se ti allontani per un paio di giorni.
- Certo, a parte Robin Hood che si divertirà a svuotare la stanza del tesoro o a far fuggire tutti i condannati dalle segrete.
- Non ti creerei problemi di proposito! - Ribatté Guy, offeso. - E se non ti fidi della mia parola, sappi che Robin non potrebbe fare nulla del genere nemmeno volendo.
- Come fai a dirlo?
- Perché sono qui. - Disse Robin, spuntando anche lui dagli alberi.
Archer si girò di scatto, sorpreso e Guy puntò un dito verso di lui, con aria soddisfatta.
- Ah! Lui non lo avevi sentito arrivare però!
Archer gli lanciò uno sguardo irritato.
- Piantala, Guy!
- Te lo avevo detto che Robin voleva conoscerti, no? E tu eri d'accordo.
- E va bene, riunione di famiglia, allora. Ma che bisogno c'era di trascinarmi fino a qui? La foresta non andava più bene?
Gisborne e Robin si scambiarono uno sguardo, poi Guy si rivolse al fratellastro, serio.
- Non è solo questo. C'è dell'altro.
- Ne sei sicuro, Guy? - Chiese Robin e Gisborne annuì.
- Archer, non dovrai mai mostrare a nessuno il luogo dove stiamo andando. Ti ho affidato la mia stessa vita, lo sai, ma se dovessi rivelare questo segreto, ucciderò te e tutti quelli che ne verranno a conoscenza. Anche se sei mio fratello.
Archer lo guardò, impressionato dalle parole di Gisborne, e capì che stava parlando sul serio. Anche Robin aveva annuito con aria grave.
- Non sottovalutare questo avvertimento, Archer. Guy lo farebbe davvero e io non glielo impedirei.
Era la prima volta da quando lo conosceva che Archer aveva l'occasione di vedere il lato più oscuro di Guy di Gisborne, quello che doveva aver spinto lo sceriffo a tenerlo al suo fianco per così tanto tempo nonostante i ripetuti fallimenti e non ebbe alcun dubbio che Guy sarebbe stato capace di mettere in pratica la sua minaccia.
Gisborne era stato pronto a morire pur di non colpire suo fratello e Archer si chiese quale segreto potesse essere tanto importante da spingerlo a uccidere chiunque pur di proteggerlo. Si disse che lo avrebbe scoperto presto e sorrise agli altri due.
- E a chi dovrei dirlo? - Chiese, in tono leggero, poi guardò Robin. - E così anche tu sei mio fratello, eh?
- Così pare. - Disse Robin, cauto. Guy si fidava di Archer, ma lui ancora non lo conosceva abbastanza.
- È strano.
- Cosa?
- Non ho mai avuto nessuno e ora mi ritrovo con tutti questi fratelli.
Guy sorrise.
- Una volta che ci fai l'abitudine non è poi così male. Certo, per te deve essere più difficile…
Gli altri due lo guardarono incuriositi.
- Cosa?
- Sapere che hai lo stesso sangue di Robin Hood. - Disse Gisborne con un sogghigno.
- Io mi preoccuperei di più dell'altra metà del suo sangue. - Rispose Robin e Archer li guardò, scuotendo la testa con aria fintamente sconsolata.
- In qualunque caso sono nei guai.

I due ragazzi si nascosero dietro un cespuglio e Thomas si affacciò a guardare in direzione della casa con aria furtiva.
- Non ci hanno visti, vero? - Sussurrò Cedric in tono cospiratorio e l'altro scosse la testa ridacchiando.
- No, abbiamo un po' di tempo prima che si accorgano che non stiamo pulendo la stalla.
- Allora mangiamo. Ho preso pane e formaggio dalle cucine.
- E io ho raccolto qualche mela.
- Posso averne una anche io? - Disse una voce alle loro spalle e i due ragazzi sussultarono, spaventati, girandosi di scatto.
- Sir Guy! - Esclamò Cedric. - Non vi abbiamo sentito arrivare!
Guy sorrise nel vedere l'agitazione dei due giovani.
- Sì me ne ero accorto. Cosa fate qui?
Thomas arrossì, intimidito dalla presenza del cavaliere nero.
- Ecco… Noi… - Iniziò a balbettare e Cedric venne in suo soccorso.
- Stavamo per andare a fare il nostro lavoro, Sir Guy. Abbiamo fatto solo una piccola pausa.
- E perché vi nascondevate?
I due ragazzi lo guardarono con aria colpevole.
- Noi?
Guy sorrise, divertito.
- Dammi quella mela e farò finta di non avervi visti. Dov'è Adeline?
- In casa, con Seth. - Disse Thomas, porgendogli il frutto.
- Portate il mio cavallo nella stalla e occupatevi di lui. - Ordinò Guy, indicando lo stallone nero, fermo poco più in là.
- Nella stalla, Sir Guy?
- Perché, c'è qualche problema?
I due ragazzi si scambiarono uno sguardo rassegnato e sospirarono.
- No, signore. Stavamo proprio andando lì per pulirla.
Guy scoppiò a ridere e si diresse a piedi verso la casa, addentando la mela.

Adeline si accigliò nel sentire bussare alla porta di casa e lanciò uno sguardo preoccupato a Seth. Il bambino era seduto a terra davanti al camino ed era impegnato a giocare con un piccolo cavallo intagliato nel legno. Alzò lo sguardo nel sentire bussare, ma tornò subito al suo gioco e Adeline sperò che sarebbe rimasto lontano dalla porta mentre lei andava ad aprire.
Le persone che vivevano in quella casa non avevano l'abitudine di bussare alla porta, perciò doveva essere qualche estraneo, ma loro ricevevano raramente visite e da quando Seth era con loro, Adeline era diventata più apprensiva.
Socchiuse la porta con cautela, poi la spalancò, sollevata e felice di riconoscere Gisborne.
- Guy! Come mai sei qui? Non mi aspettavo una tua visita. Sei venuto a vedere Seth?
Adeline lo abbracciò d'impulso, poi si staccò da lui per guardarlo in faccia. L'ultima volta era arrivato da lei sofferente e bisognoso di conforto, ma ora Guy sembrava molto più sereno, quasi allegro.
- Anche, ma non solo. - Disse Guy, in tono misterioso e compiaciuto e Adeline sorrise, pensando che per una volta sembrava molto soddisfatto di sé.
- Vuoi dirmelo, oppure ti divertirai a tenermi sulle spine ancora a lungo?
- Ho finito di costruire la mia casa e Marian ha accettato di sposarmi.
Adeline fece un piccolo grido di sorpresa, poi lo abbracciò di nuovo.
- Sono così felice per te, piccolo mio! Ora devi raccontarmi tutto!
Guy si sciolse dall'abbraccio, sorridendo.
- Oh, lo farò, ma non ora. Ho un'altra sorpresa per te.
- Un'altra? Sei diventato il nuovo sceriffo di Nottingham, Guy?
- No, quello ancora no.
Gisborne ridacchiò, poi prese l'arco e lanciò una freccia verso un gruppo di alberi. Poco dopo, due cavalieri spuntarono dalla vegetazione, dirigendosi verso di loro.
- Oh, c'è anche Robin… E l'altro…
Adeline si voltò a guardare Guy, esitante.
Gisborne le sorrise.
- Te lo avevo promesso, Adeline: ti ho riportato Archer.
   
 
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