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Autore: raffa_94    08/02/2009    4 recensioni
"A volte i giorni passano, non lasciandoti neanche il tempo di cogliere le sfumature di ogni momento. Ti accorgi così che il tempo, gli attimi ed i momenti, seppur brevi, hanno un certo ascendente sulla tua emotività, sui tuoi pensieri e sulle tue idee.
Saggiamente dico: Carpe diem. Cogli l’attimo fuggente, perché potrebbe riservarti una gradita sorpresa. O, perché no, una triste verità.
"Buona lettura ^o^
FANFICTION SOSPESA! Chiedo scusa a tutti i lettori!
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bulma, Vegeta
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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...Ridere felici è un po’ come piangere disperati. Lacrime e risa non sono differenti l’une dall’altre. Sono la stessa cosa, solo che l’une sono superficiali le altre profonde. Perché dietro una risata si nasconde una lacrima. Ridere come stolti compensa il piangere come bambini. Se solo delle volte riuscissimo a ridere come bambini...

 

Guardo il soffitto sopra di me, ignorando la musica che si sente provenire dal piano inferiore. Odio le feste. Non sono il mio habitat naturale.

Ci si sente a disagio perfino tra una marea di gente che ti chiedono di ballare, mentre tu stai lì contro il muro a braccia incrociate che li mandi sguardi omicidi.

La porta si apre ed io osservo Chichi sull’uscio. Ha le mani sui fianchi, segno che è adirata ed anche parecchio a quanto pare.

“ Vegeta scendi subito giù. Sei mio fratello e devi esserci.” le lancio uno sguardo eloquente che le fa capire che non ho alcuna intenzione di scendere. Le braccia le cascano dritte, lungo i fianchi e mi osserva supplicante. “ Te ne prego. E’ arrivato Goku ed io mi sento idiota, non so di che parlare con lui e in più c’è Radish che lo guarda male. Fratellone...” inclina la testa e mi guarda con l’espressione più infantile che ha.

Da quanto non mi chiamava ‘ fratellone ’ non lo ricordo quasi più.

 

Mi siedo sul letto. “ Mi devi un favore” le dico alzandomi.

Il viso le si illumina e corre verso di me e mi salta al collo. “Grazie. Grazie. Grazie. Grazie.” urla contenta. La stacco imbarazzato.

“ Vattene ora, devo cambiarmi.” asserisco prendendo dei vestiti dall’armadio.

Annuisce. “Ci vediamo giù” risponde uscendo dalla stanza.

Mi infilo i pantaloni e guardo in su: cosa non si fa per le sorelle.

 

 

Scendo le scale con le mani nelle tasche.

Scruto ogni persona mi stia vicino mentre cammino, domandandomi quanti ragazzi avrei dovuto far fuori perché fanno pensieri sconvenienti su Chichi.

“ Vieni.” mi fa segno quest’ultima. Le vado vicino e noto Kakaroth, Bulma e qualcuno che non conosco. Li squadro critico, poi volto il capo prendendo posto accanto al muro come sempre.

“ Ehilà Vegeta” lo guardo: tsk, che originalità Kakaroth! Maglione e berretto arancioni.

Non rispondo e lui mi si avvicina. “ Come va vecchio mio?” mi da una pacca sulla spalla ed io lo guardo leggermente nero.

“ Tsk, non sono affari tuoi.”

Lui ride. “ Sei sempre il solito” mi dice gioviale. Trattenetemi o questa è la volta buona che l’ammazzo.

 

“ Goku ecco quello che mi avevi chiesto.” Bulma.

La osservo dargli un piatto pieno di cibo e penso alla faccia del capellone mentre troverà la dispensa svuotata. Ghigno.

Lei mi osserva per un attimo, ancora negli occhi. Tengo il suo sguardo.

Lo abbassa poco dopo, imbarazzata ed io guardo da tutt’altra parte.

 

Kakaroth ci guarda spaesato. “Ragazzi, che succede? Sembra quasi non vi conosciate! Dai in fondo siete stati insieme, un saluto potreste darvelo.” fa, sorridendo mesto.

“ Io non l’ho mai visto.” dice Bulma, rialzando lo sguardo. “ Forse mi hai scambiato per qualcun’altra.” adesso guarda me. Il suo sguardo è carico di odio. Mh, no non è odio. Credo di averla ferita.

Scuoto il capo. “ Tsk, certo che non cambi mai. Sei sempre la solita isterica.”

“ Isterica io?”

“ No, guarda quella lì” le indico una ragazza ironico.

Stringe i pugni e poi fa qualcosa che non credevo facesse: mi da uno schiaffo.

“ Ti odio.” urla ad occhi lucidi scappando via.

 

Kakaroth mi guarda, mentre io mi tocco la guancia.

“ La solita esagerata.” borbotto tra me e me, mentre osservo il ragazzo che non conosco seguirla.

Chichi mi guarda male, io alzo le spalle.

Non è di certo colpa mia se è isterica ed irascibile.

 

   
 
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